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Dal “Regno del Covid” al “Regno dell’Anticristo” / 2
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1946/1948 - Una “Predizione” della Globalizzazione e Del Covid/2019
(George Orwell “1984”)

Prologo

Nel primo articolo dedicato al Covid/19 (studiato non in sé, ma come trampolino di lancio per il regno dell’Anticristo finale), mi sono basato sul romanzo storico/teologico Il Padrone del mondo di monsignor Hugh Benson, che nel 1907 scrisse sull’inquietante figura dell’Anticristo in relazione all’epoca di fermento modernistico in cui egli si trovava a dover vivere (fondandosi sulla divina Rivelazione, la Tradizione apostolico/patristica e il Magistero della Chiesa) e lo rappresentò come il “Nemico dell’uomo dal volto … umano, che si presenta “sotto forma di agnello, ma all’interno invece è un lupo rapace” (Mt., VII, 15).

Benson non ha predetto personalmente nulla, ci ha solamente ricordato ciò che è scritto (nella Bibbia, nella Tradizione e nel Magistero), applicandolo ai suoi giorni, che già erano “tempestosi”. Gli altri autori di cui mi avvalgo (Zanjatin, Huxley e Orwell) non hanno “previsto” e “predetto” nel senso stretto del termine, ma hanno semplicemente “preannunciato”, nei minimi dettagli, ciò che le Super/Logge, di cui facevano parte, avevano pianificato, già all’incirca 100 anni fa, e che una voce chioccia e melliflua aveva sussurrato, da centinaia di anni, all’orecchio del gran-maestro.

L’autore israelita James Darmesteter, nel XIX secolo, ha descritto questo fenomeno mirabilmente: “L’ebreo cerca i punti più vulnerabili della Chiesa, ed egli ha al suo servizio – per poterli scoprire – oltre la conoscenza dei Libri Santi, la sagacia dell’oppresso. Egli è il dottore dell’incredulo, tutti i rivoltosi spirituali si rivolgono a lui, nell’ombra o in piena luce. Egli lavora nell’immenso laboratorio della bestemmia è lui che forgia tutto quell’arsenale assassino di ragionamenti e d’ironia che armerà gli scettici del Rinascimento ed i libertini; e quel certo sarcasmo di Voltaire non è che l’ultima eco d’una parola mormorata, sei secoli prima, nell’ombra del ghetto, o meglio ancora ai tempi di Celso e di Origene, alla culla stessa della religione del Cristo” (J. DARMESTETER, Coup d’oeil sur l’histoire du peuple juif, Paris, 1881).

Nel presente articoletto mi fondo sul libro di George Orwell, che fu scritto tra il 1946 e il 1948 e che, quindi, avrebbe dovuto essere trattato per ultimo in questa serie di scritti; mentre il libro di Huxley è del 1932 e quello di Zanjatin addirittura è del 1920, ma – come nota giustamente il professor Enzo Pennetta – per arrivare a Huxley (Il mondo nuovo) bisogna passare per Orwell (1984). Per questi motivi presento ai lettori prima il romanzo “1984” di Orwell, anche se fu scritto per ultimo (nel 1946/48), e solo dopo tratterò gli altri due libri di Huxley (del 1932) e Zamjatin (del 1920).

Con la scusa del Covid/19 si è instaurato un “Nuovo Ordine Mondiale” in cui – tramite la somministrazione di vaccini obbligatori e di microchip – si arriverà a cercare di dominare totalmente (anche “da remoto”) non solo la vita pubblica dell’umanità, ma anche quella privata (fisica, mentale, intellettuale e morale) del singolo uomo; nulla sarà più come prima, non facciamoci illusioni.

Il Trans/umanesimo o il Sub/umanesimo?

Oggi si cerca di installare (anche tramite l’obbligatorietà legislativa democratica popperiana[1]) nel nostro corpo e nel nostro cervello alcuni “trasmettitori”, che ci obbligheranno a fare ciò che “il Padrone di questo mondo” (Gv., XII, 21) vorrà farci fare, illudendoci (il diavolo promette e non mantiene) di poter essere “simili a Dio” (Gen., III, 5), di arrivare al “Trans/umanesimo”, ossia al “super/uomo robotizzato” – una squallida degenerazione scientista dell’epica/filosofica nicciana – che in realtà è una sorta di Frankenstein, un umanoide infra/umano o “sub/umano”, una specie di scimmione per di più tatuato e con gli anelli non solo al naso, ma dappertutto e per di più a pagamento[2]: “Chi vuol fare l’angelo, finirà per fare la bestia” (B. Pascal, I pensieri); questo mostro meccanic/umanizzato è un misto di cibernetica e di ideologia panteistica, la quale pretende di trasformare l’uomo in una specie di “divinità”, come già Lucifero aveva tentato di fare per sé e gli angeli ribelli; seguìto poi da Adamo, dopo dall’umanità intera ai tempi del Diluvio Universale sotto Noè ed, infine, durante l’edificazione della Torre di Babele; così anche il mondo pagano ha conosciuto queste aberrazioni, con i Titani, Prometeo, Icaro ed infine nel XX secolo il neo/modernismo con Teilhard de Chardin (1981-1955), il padre ideologico del Concilio Vaticano II, ha teorizzato l’evoluzione dell’umanità dal nulla alla materia, sino al “Punto/omega” e al “Cristo/Cosmico” in una sorta di delirio fanta/teologico/poetico “pancristista”, secondo cui la natura ha diritto alla grazia soprannaturalmente santificante.

Il canale youtubeDentro la notizia” ha messo in rete una conferenza (la quale è tutta un programma da non perdere) tenuta dal dottor Marco Antonio Attisani, nel dicembre del 2018 alla Camera dei deputati, alla presenza degli “onorevoli/disonorevoli” Roberto Fico, Lorenzo Fioramonti e Dalila Nesci del Movimento “5 stelle”, in cui l’oratore ha spiegato – in maniera delirante, ma almeno senza troppi giri di parole – che oggi la scienza e la politica (ad esempio, “Burioni/5G” & “5Stelle/Conte”) debbono collaborare per giungere al Trans/umanesimo, ossia alla generazione o “creazione” dell’uomo come organismo geneticamente modificato (Ogm), il quale non è null’altro che un super/uomo robotizzato. Infatti, secondo il medico/filosofo Attisani, l’uomo avrebbe in se stesso la capacità di arrivare a transumanarsi, a indiarsi e a giungere all’infinito senza dover ricorrere all’aiuto di un Dio creatore, infinito, trascendente il mondo e personale, di cui lui naturalmente nega l’esistenza, avendo già preso, cartesianamente, il posto di Dio nella sua mente.

La sigla che riassume questo progetto prometeico/pagano, luciferiano/biblico o teilhardiano/neomodernista[3] è la seguente: “GRNI” (una specie di scimmiottatura di “INRI”), ossia “G = genetica; R = robotica; N = nanotecnologia; I = intelligenza artificiale”.

“G” come genetica

Il dottore spiega che la “G” di genetica[4], sta a significare l’intenzione di modificare il codice genetico umano per arrivare – anche tramite l’eugenetica[5] – al super/uomo, come il prodotto o il prototipo di una razza – una volta – solo puramente umana anche se raffinata; destinata, però, a diventare – nel futuro prossimo – “una razza superiore all’uomo/comune”, in cui tutti (non solo i tedeschi) saranno più belli, più sani, più forti, più longevi, ma non forzatamente alti, biondi e con gli occhi azzurri, per non dire addirittura immortali.

“R” come robotica

In secondo luogo la “R” di robotica sta a significare non i classici e i volgari robot/meccanici delle catene di montaggio, ma delle “entità eonico/umane[6]” ibridamente costruite al laboratorio come tanti Frankenstein – ossia una sorta di misto di super-macchina/umana (si pensi all’ “animale/machine di Cartesio) o di uomo/super-macchina – che saranno i nostri amici di domani, i nostri (“ipse [Attisani] dixit”) “amanti” (si è sentito così veramente di tutto: dall’omosessualità, alla pedofilia, alla bestialità, alla necrofilia e adesso anche alla “robot-filìa, era un concetto – o meglio una degenerazione morale – che ci mancava…), insomma questi futuri nostri amici/robotici sarebbero una sorta di “androidi” o super/uomini, i quali avrebbero pure la capacità di “stimolare emozionalmente” il cervello biologico (dell’uomo/uomo, il quale è sostanzialmente involuto rispetto al super/uomo; proprio come l’homo sapiens, ossia la scimmia o l’umanoide rappresenterebbe una involuzione sostanziale rispetto alla sua evoluzione compiuta che sarebbe l’homo sapiens/sapiens) e diverranno oltre che i nostri “amanti” anche i nostri “medici” e “avvocati”; essi vanno dunque chiamati più esattamente non robot, ma “entità”. L’artificiale, infatti, spiega il nostro medico/filosofo (naturalmente ateo, poiché il Padreterno è lui, ça va sans dire) è virtualmente superiore al naturale, al biologico, può arrivare ove l’uomo non si spinge, ossia al super/uomo cosmico, integrando la tecnologia con la micro/robotica e immettendola dentro l’essere umano puramente biologico o naturale (che diverrebbe, così, un Ogm = organismo geneticamente modificato); è veramente una mania “trans/tutt-ista” o “pan/trans-ista” quella dell’homo deficiens/deficiens del 2000, che si prende per una sorta di “Padreterno”.

“N” come nanotecnologia

In terzo luogo o “in tertiis”, come direbbe il mago Telma, la “N” di nanotecnologia rappresenterebbe i micro-robot infinitesimali; infatti questi nano-robot, spiega il dottor Faust-Attisani, riusciranno a combinarsi con la realtà umana sia dal di fuori (“eso” o “ad extra”, ci spiega il dottorone in vena di stupirci dando sfoggio di cultura greco/latina), sia dal di dentro (“endo” o “ad intra”…) ed essi riusciranno a cambiare o modificare geneticamente pur anche  i nostri globuli rossi, il sistema immunitario e persino le nostre cellule grigie, rendendoci invincibilmente sani e immortali (alla demenza umana non c’è veramente rimedio né confine). Infatti, quest’azione dei nano/corpi farà dell’uomo un prodotto più “raffinato”, “tecnologicamente/elitario” (come vorrebbero le élite-progressiste dei vari Gates e Soros) e persino “tradizionalmente/elitario” (tanto per non scontentare nessuno, ossia anche le élites-tradizionaliste dall’oriental/paganeggiante Elemire Zolla al gioachimita/millenarista Plinio Correa de Oliveira) di quel che non sia. Nel passato eravamo scimmie, poi siam diventati “sapienti” o “sapiens/insipientes” (poiché l’uomo discende dalle scimmie e queste… dagli alberi, i quali per Attisani sarebbero persone…) e in futuro diverremo super/uomini (attenzione, però, a non far la fine di Nietzsche/Icaro/Prometeo…). Ecco il divenire o l’evoluzione dell’umanità verso l’utopia o meglio la distopia. Il nostro dottorino è veramente una persona molto colta e un gran filosofo, che non cessa di sorprender/ci e di prender/si molto sul serio, anche se – come diceva Chesterton – “Chi si prende troppo sul serio non è una persona seria”. Infatti il dottorino non ha fatto i conti con l’Oste: “Sorella nostra morte corporale” e mi fa tornare alla mente la parabola evangelica del ricco, che aveva programmato tutto il suo avvenire almeno per una stagione, ma all’improvviso irruppe nella scena una voce che tuonò: “Stolto! Questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita! …” (Lc., XII, 20).

Per il dottorino invece il super/uomo è un prodotto dell’uomo, una creatura umana. Il più, dunque, viene dal meno: il mondo dal nulla, l’uomo dalla scimmia, la scimmia… dall’albero e il super/uomo dall’uomo.

Infine un tocco di “a/teologia”,  infatti questo futuro super/uomo o uomo/robotizzato sarà caratterizzato essenzialmente non dalla  razionalità (“l’uomo è un animale razionale  e libero”, Aristotele), ma dal “sentimento” (Kant/Schleiermacher/James), poiché il super/uomo “ama”, o meglio prova dei sentimenti verso gli altri robot/umanizzati o uomini/robotizzati e noi stessi, evolvendo, ameremo i super/robot, che sono “macchine provviste di emozioni e sentimenti”, ma non di ragione. Infatti se ragionassero capirebbero che questa teoria è un delirio demoniaco, però fermandosi alle pure emozioni sentimentali (ecco spiegata la funzione dissolutrice del sentimentalismo modernistico/kantiano che rimpiazza la “ragion/pura” con la “ragion/pratica”, che è un derivato del sentimentalismo luterano) si possono anche accontentare della super/robotica quale neo/filosofia del XXI secolo.

Il dottorino rifonda anche la definizione di “persona”, che secondo lui essa non è più un “soggetto intelligente e libero” (Boezio e S. Tommaso d’Aquino), ma pure le piante, i fiumi, i fiori, il pianeta terra sono “persone” e vanno aiutate ad evolvere robotizzandole e facendole diventare così super/persone cosmiche. Attenzione! quando Nietzsche abbracciò un cavallo a Torino, pensando che fosse un essere umano, lo ricoverarono in manicomio …

La politica, inoltre, deve essere audace e far diventare norma legislativa l’intuizione filosofico/teologico/poetica del dottorino, che in un crescendo rossiniano finisce i suoi fuochi pirotecnici con il “botto finale”, ossia con un richiamo all’alchimia, alla magia, alla pietra filosofale, alla stregoneria, alla trasmutazione del piombo in oro e (non poteva mancare) a “l’elisir di lunga vita” massonico, anzi possibilmente infinitamente lunga, grazie alla nano/tecnologia (come possa un “nano” essere “infinito” è uno dei frutti misteriosi della dialettica hegeliana).

Tuttavia, ci avverte il dottorino, di fare attenzione, infatti vi saranno anche delle lotte e degli aspri conflitti poiché l’uomo non è sempre propenso a seguire la “Verità” rivelata dai vari altri dottorini ed allora egli prevede che 1°) alcuni uomini, seguendo una certa filosofia impugneranno la “fede scientista” e continueranno a credere ostinatamente che l’uomo è un prodotto finale del creato, oltre il quale c’è solo Dio; mentre 2°) altre menti “illuminate”, aderiranno alla filosofia trans/umanista, secondo la quale l’uomo è un prodotto «intermedio» destinato a diventare la “Divinità cosmica” del futuro mondo scientista.

Perciò dobbiamo prepararci ad abbandonare l’individuo per trasferirci nella colonia collettiva (“pan”/“omnia”) dell’universale, che è l’organismo superiore geneticamente modificato.

L’esistenza del programma super/tecnologico esposto dal dottorino ci viene confermato dalla dottoressa Cristiana Pozzi, nominata dal professor Giuseppe Conte, responsabile della “task force” per la rinascita della scuola, la quale intervistata dalla giornalista Lilli Gruber (del Bilderberg), durante la trasmissione televisiva “Otto e mezzo”, ci ha spiegato che tra il 2020 e il 2050 “non è impossibile che l’uomo sposi il robot”, sposare nel senso stretto del termine, ossia si unirà in matrimonio (tanto con Bergoglio si aprirà la porta anche al “matrimonio” dell’uomo con “gaia: la strega che ammalia”, il futuro “pianeta della scienza”, anche questa è un’evoluzione cosmico/teologica …, dal gay al gaia…).

Da Occam ad “Atti/insani”

L’età moderna, iniziatasi con Guglielmo Occam (XIV secolo) e l’umanesimo neo/cabalistico (XV secolo), è una scalata verso la conquista dell’infinito da parte dell’io (Antropocentrismo), che il medioevo aveva mortificato in omaggio a Dio (Teocentrismo). Per riconquistare quest’io, mortificato da Dio, l’uomo volle freneticamente emanciparsi per giungere – con il nichilismo metafisico nicciano – all’uccisione di Dio da parte del super/io o del super/uomo. Lutero emancipò l’io dall’autorità ecclesiastica. Cartesio col suo cogito emancipò l’io dalla realtà e dalla filosofia tradizionale aris/tomista; quest’emancipazione filosofica poi fu portata alle ultime conclusioni da Kant (con le categorie soggettive a priori), da Hegel (con l’io assoluto). Questa continua, progressiva emancipazione dell’io è poi culminata nella divinizzazione dell'io medesimo e nella conseguente umanizzazione, o meglio, “uccisione”  nicciana di Dio da parte del super/io o del super/uomo.

Due stendardi apparentemente contrari

Occorre, inoltre, prendere atto della lotta che si sta svolgendo tra le due fazioni del Mondialismo giudaico/massonico: 1°) quella che potrebbe essere chiamata la “Cabala/dem” o “di sinistra”, ossia l’ala radicale, esoterica e lobbistico/“super-massonica”, trans/nazionale, trans/religiosa e trans/umanista, economicistico/crematistica: Soros, Rothschild, Rockefeller, Gates (“Deep/State”, la “Repubblica Universale”) e Bergoglio, Parolin con la “mafia di San Gallo” del cardinale Daneels (“Deep/Church”, il “Tempio Universale”), che sosterrebbe la Cina economicamente ultraliberista e politicamente comunista; contro 2°) la “Cabala/con” o “di destra”, cioè l’ala più moderata, pubblica, essoterica, politica, nazionale, parlamentare, democratica, statale e modernisticamente moderata: Trump[7], forse anche Putin (“Public/State”) e Ratzinger (“Public/Church”), che sosterrebbe la nazione nord/americana alleata, in funzione anticinese, della Russia. Come si vede manca una vera forza integralmente antirivoluzionaria, antigiudaico/massonica, che avrebbe dovuto essere la gerarchia ecclesiastica romana, la quale purtroppo è stata sparigliata con il Concilio Vaticano II (come riconosce attualmente anche l’arcivescovo Carlo Maria Viganò, il quale mi pare veramente una promessa, soprattutto ora che sta facendo chiarezza sul Concilio Vaticano II, la Nuova Messa e finalmente persino su Ratzinger) e ridotta a una contrapposizione apparente più che sostanziale di modernisti radicali (Bergogliani) contro modernisti dal passo/lento (Ratzingeriani: Burke, Schneider, TFP, Lepanto…).  Insomma ci troviamo come “un vaso di argilla in mezzo a vasi di acciaio”, ossia a dover scegliere tra Scilla e Cariddi, tra sionisti e cabalisti, tra Stalin/isti e Trotskij/isti, tra massoneria anglo/americana e massoneria franco/spagnola… Questa è la democrazia moderna di Rousseau in cui si è “liberi” di scegliere se essere schiacciati dal martello o dall’incudine... tertium non datur.

George Orwell “1984”

George Orwell, nel 1946 inizia la stesura del suo ultimo romanzo “1984” che avrebbe voluto intitolare “L’ultimo uomo in Europa”; lo finisce nel 1948 poco prima di morire a Londra il 21 gennaio del 1950. Egli ha “intuito” o “ripetuto” ciò che aveva ascoltato nella retro/loggia…, ossia che la società si stava avviando verso una omologazione e omogeneizzazione mondialista e globalizzante. I tratti che per Orwell caratterizzano la società mondialista del futuro “1984” sono il totalitarismo, la perdita della memoria storica, la falsificazione di ogni traccia storica (dalla shoah al Covid), la perdita del contatto col reale (idealismo kantiano), la corruzione del linguaggio tramite barbarismi e neologismi di pessimo gusto (anglicismi), l’annullamento della identità dell’individuo, che si perde nella società universale (immunità di “gregge”). Tuttavia resta un ultimo uomo libero, che però verrà annientato dal potere anonimo del “Nuovo Ordine Mondiale” e dalla massificazione totalitarista.

La prima edizione italiana del suo romanzo risale al 1950 a cura della Mondadori di Milano e l’ultima è del 2009 sempre a cura della Mondadori ed è questa che cito nel presente articolo.

La globalizzazione collettivista

La prima figura del romanzo è quella del “Grande Fratello” (vedi i “G5”), che si trova affissa in forma di gigantografia in ogni parte del mondo e scruta coi suoi occhi che si muovono tutti i movimenti dei cittadini. La figura è accompagnata dalla scritta “Il Grande Fratello vi guarda” (p. 5). Inoltre in ogni casa vi è una specie di teleschermo che spia ogni movimento (i nostri “smartphone”), ogni respiro dei suoi abitanti. Nulla sfugge al potere centrale del “Grande Fratello”, il quale si serve di una “psico/polizia” (cfr. Musso a Ravanusa di Agrigento) per perseguire soprattutto i reati di opinione anche non espressi esplicitamente, ma intuiti tramite lo schermo onnipresente e dalle “spie” che occupano quasi ogni spazio del “nuovo mondo” (p. 6). La filosofia della società globalizzata è un inno alla guerra continua (il “terrore infinito” dei neo/con dopo l’11 settembre 2001), alla schiavitù e alla ignoranza, contro la pace, la libertà e la fortezza d’animo (p. 9). Tuttavia il personaggio principale del romanzo, Winston Smith, o “l’unico uomo libero in Europa”, inizia a scrivere un diario, che lo porterà a prendere coscienza della sua realtà individuale, intelligente e libera. Tutto ciò lo condurrà alla persecuzione e alla distruzione da parte del Partito, che vuol schiacciare ogni uomo intelligente, libero e responsabile dei suoi atti, che voglia mantenere un granello di personalità umana per renderlo un automa agli ordini del Partito (p. 10). Il mondo è diviso, ancora per poco, in tre immensi super-Stati: l’Oceania (Stati Uniti e Impero Britannico), l’Eurasia (Europa e Russia) e l’Estasia (Cina e India). L’Oceania, con capitale Londra, è governata dal “Grande Fratello” secondo i princìpi del socialismo inglese (“Soc/ing”, nella neo-lingua), per il quale tutto è apparentemente permesso, nulla è esplicitamente proibito, tranne pensare col proprio cervello (guai all’omo/trans/fobo). Il “Grande Fratello” è presentato come una sorta di nuovo “Salvatore” (p. 19), ma malvagio, che fa pensare vagamente all’Anticristo di Benson, del quale non ha nessuno dei tratti umanitaristici. La caratteristica dei personaggi del “nuovo mondo” globalizzato è la «stupidità sconfortante, l’entusiasmo imbecille, la cieca obbedienza al Partito» (p. 25); basta sentire i nostri “ministri”. Solo così possono vivere indisturbati in un mondo tanto piatto e contraddittorio, che non ha di mira la salvezza eterna nell’aldilà, ma unicamente l’instaurazione di un regno messianico terreno e materiale nell’aldiquà (l’attuale vivere “sani” anche se rinchiusi in case/chiuse senza ammalarsi di Covid/19). Cercare di pensare e di volere essere liberi e responsabili delle proprie azioni umane è considerato uno “psico/reato”, punibile prima con la tortura psicologica o TSO (v. la fobia da Covid) atta ad annientare la coscienza personale e poi con la morte fisica (p. 37). Winston Smith avendo iniziato a scrivere un diario personale è già un uomo morto psicologicamente e, fisicamente, prossima preda della “psico/polizia”. La propaganda del Partito è volta a sconfiggere la memoria individuale per controllare la realtà e indurre l’uomo ad una sorta di “bi/pensiero”: credere fermamente di dire la verità, mentre pronunciano le menzogne più artefatte (vedi i nostri governanti); ritenere valide due affermazioni che si contraddicono e si annullano a vicenda (la dialettica hegeliana), fare uso sofistico della logica contro la logica, negare la morale proprio nell’atto stesso di affermarla (p. 38), vedi “Amoris laetitia” di Bergoglio. Il passato, la storia non solo sono stati modificati, ma distrutti completamente. La “menzogna di Ulisse” è costante e continua, senza termine. L’unico spazio in cui ci si può rifugiare è la propria memoria, la quale però è messa a dura prova dagli schermi onnipresenti (le telecamere cinesi e i “G5”) attraverso i quali il “Grande Fratello” osserva ogni minimo gesto che possa riflettere un pensiero autonomo: il minimo guizzo negli occhi è un “volto/reato” e come tale può essere fatale (p. 39). L’importante è non pensare, essere “persone al di sotto di ogni sospetto” poiché al di sotto della natura umana, intelligente e libera. Questo è l’unico modo di poter continuare a vivere nella “Repubblica universale”. Per distruggere le capacità intellettive dell’uomo il Partito ha inventato una “neo/lingua” (l’american/ese”, ossia il misto odierno di inglese e americano) ridotta all’osso, che aiuta a non avere opinioni proprie le quali erano veicolate, invece, dall’ “archeo/lingua” (la lingua neo/latina che ha pure molte radici greche oltre che latine classiche) troppo ricca di sfumature e quindi psicologicamente e socialmente pericolosa. L’ortodossia del Partito significa non pensare, non aver bisogno di pensare, ossia totale inconsapevolezza ed ebetudo mentis (p. 57): “Chi capisce troppe cose, parla con troppa chiarezza, non piace al Partito e un giorno sparirà” (p. 57). L’ortodossia di Partito impone mancanza assoluta di autocoscienza; quindi è meglio non leggere e tacere. In mezzo a un mondo di lobotomizzati, Winston è attanagliato da qualche dubbio sporadico: “possibile che solo io abbia la memoria? Non è questo l’inizio della pazzia?”. In effetti in un mondo anormale, in un mondo al contrario o sottosopra (un mondo dominato da secoli di cartesianesimo, di kantismo e di hegelismo); il normale (Socrate) è un pazzo, un pericolo da eliminare. Tuttavia Winston riesce ad uscire da questo atroce dubbio in quanto “non lo disturba il pensiero di essere pazzo o eccentrico in tale mondo appiattito, sarebbe più orribile non esserlo, non poter avere opinioni personali: poter ancora pensare che 2 + 2 = 4 anche se il Partito dice che fa 5 oppure 3” (p. 85). Il senso comune, il buon senso costituiscono la grande eresia (questa grande eresia ha iniziato a dominare il mondo nel Seicento con Cartesio e ci ha portato ineludibilmente allo sfacelo odierno: gender, trans/omnia …), non bisogna credere ai propri occhi, alle proprie orecchie, né all’evidenza, ma solo alla voce del “Partito” o del “Grande Fratello”: “Bisogna difendere tutto ciò che è ovviamente sciocco” (p. 86). Persino la predilezione per una certa solitudine, fare due passi da soli, è pericoloso (non oltre i 200 metri da casa), è segno di “vit/im/prop” (vita in proprio, in “archeo/lingua”), ossia di individualismo, eccentricità, senso della realtà (p. 87). Infatti la “neo/lingua”, che veicola il “bi/pensiero”, deve aiutare a negare “ogni realtà oggettiva” (uomo = uomo; donna = donna; uomo ≠ donna); l’incapacità di comprendere aiuta a vivere in tranquillità col Partito e la mancanza della più pallida idea di cosa sia l’ortodossia aiuta a mantenersi perfettamente ortodossi ossia acefali; la perdita del senso della realtà è propedeutica all’accettazione pacifica della enormità di quanto viene chiesto dal “Grande Fratello” (restate a casa; ce la faremo; il vaccino rende liberi; tutto andrà bene…), per non entrare in conflitto con la propria coscienza è necessaria l’incapacità di comprendonio: guai a porsi domande, a chiedere spiegazioni! (p. 163). Alla fine Winston è scoperto dalla “psico/polizia”: egli è “l’ultimo uomo” (p. 277) che ha cercato di ragionare e volere liberamente e razionalmente, quindi va liquidato. “Tu sei fuori dalla storia, non esisti” (non sei “vacci/nato”) gli dice il capo della “psico/polizia”, che, dopo averlo “psico/torturato” col TSO, lo annienta “vaporizzandolo” (i morti con Covid/19 cremati) affinché di lui non resti nessuna traccia, nessun ricordo, nessuna memoria. La “psico/polizia” non vuole far martiri, vuole annichilare l’uomo libero.

Il seguito alla prossima puntata… Poirot ci spiegherà chi è l’assassino… ma voi lo avete già intuito… “Complottisti di tutto il mondo, uniamoci!”.

d. Curzio Nitoglia

Fine Della Seconda Parte

Continua



[1] Farsi vaccinare non è strettamente obbligatorio, però… “il vaccino è di moda e chi non lo ha, ripudiato sarà”; infatti non potrà prendere la metropolitana, il treno, l’aereo, entrare nel supermercato, in farmacia, nello studio del medico, nella scuola, in banca… quindi siccome “Il vaccino rende liberi” chi non è vaccinato è simile ad un morto vivente e rimpiangerà di non essere morto realmente. Tuttavia siccome l’idea di vaccino “gratuito” (non per lo Stato che lo paga a Bill Gates con i soldi dei tartassati) potrebbe urtare la mentalità dell’uomo moderno, allora si può ricorrere al “tatuaggio” – che non solo “rende liberi”, ma anche “belli” – senza dire, però, che tramite i tatuaggi si applicano, a pagamento, anche i metalli pesanti, che sono portatori sani di microchip ammalati e ammalanti.

[2] Il colmo per l’homo oeconomicus post/moderno è quello di farsi rovinare con tatuaggi e catenelle incorporate alla carcassa rigonfia di estrogeni (i giovani le chiamano “piercing”) ed anche “suicidare” tramite eutanasia in costosissime cliniche svizzere… a spese proprie…, in cui si è accolti da gentilissime e sorridenti infermiere svizzere – pacifiste, democratiche, pluraliste, tolleranti ed accoglienti soprattutto riguardo  agli euro o meglio ancora ai marchi – che ti offrono (naturalmente a pagamento) un bel cocktail di farmaci “a/tonificanti”, accompagnando il povero disgraziato uomo evoluto del 2000, verso la “morte dolce e indolore” e, Dio non voglia, anche verso la morte eterna.

[3] Non a caso Henry de Lubac, uno dei caporioni del neomodernismo della Nouvelle Théologie teilhardiana, nel 1946 scrisse Le surnaturel (Parigi, Aubier), in cui riprendeva la teoria teilhardiana, già espressa dal modernismo classico e condannata da San Pio X nella Enciclica Pascendi (8 settembre 1907), secondo cui la grazia soprannaturalmente santificante o l’ordine soprannaturale non sarebbe gratuito, ma sarebbe dovuto alla natura, la quale esige l’ordine soprannaturale ed ha diritto alla grazia santificante. Pio XII nella sua Enciclica Humani generis (12 agosto 1950), fulminò quest’errore e sospese dall’insegnamento il de Lubac, assieme a Rahner, Kung, von Balthasar, Daniélou, Schillebeeckhx, Congar e Chenu. Purtroppo Giovanni XXIII li chiamò tutti, appena due anni dopo la morte di Pio XII (1958), come teologi o “periti” alla stesura dei Documenti del Concilio Vaticano II.

[4] Cfr. F. Roberti – P. Palazzini, Dizionario di Teologia Morale, Roma, Studium, I ed., 1955, pp. 504/505, voce “Eugenica”, a cura di Ludovico Bender; ristampa, Proceno - Viterbo, Effedieffe, 2 voll., 2019.

[5] Molto interessante la critica del dottor Massimo Citro (cfr. http://www.youtube.com/watch/y=2ZA41gwRBOMefeature=youtu.be ) a questo progetto eugenetico, che venne inventato nei primi anni del Novecento in Usa dal pioniere dell’industria petrolifera  John Davidson Rockefeller (1893 – 1937), fondatore della Standard Oil, nonché “filantropo” (come oggi Bill Gates e George Soros), il quale nel 1901 creò pure il Rockefeller Institute for Medical Research. Inoltre i suoi figli e nipoti divennero chi Governatore di New York e Vicepresidente degli Usa, come Nelson Aldrich (1908-1979), chi banchiere, come David, che nacque nel 1915 ed è morto non molti anni orsono. Come si vede queste poche famiglie di benefattori dell’umanità (Rothschild, Gates, Rockefeller, Soros…) si occupano oltre che di beneficenza (volendo donare gratuitamente i vaccini al mondo intero), anche di industria farmaceutica (per produrre i virus, i vaccini e le medicine per curare i danni dei vaccini), di sistema bancario (per prestare soldi ai bisognosi ad altissimo tasso d’interesse), di industria petrolifera  e bellica (ma solo per scopi di guerra preventiva volta alla pace perpetua), di cibernetica (si pensi alla Microsoft di Gates) ed infine anche di politica (sponsorizzando i vari Kissinger, Clinton, Bush, Obama, ossia il Deep State…). Il piano eugenetico di Rockefeller fu esportato nella Germania hitleriana nel 1935, ed è stato denominato recentemente “Trasferimento Farmacologico Frequenziale”, infatti – soprattutto oggi con l’aiuto del “G5” – molto facilmente si possono iniettare farmaci da remoto in un soggetto del tutto ignaro, come ha detto recentemente anche Colao, riferendosi al Vaccino anti/Covid, naturalmente sempre per la salute del paziente, proprio come è capitato al giovane Musso di Ravanusa in provincia di Agrigento (Sicilia), il quale non avendo ancora il microchip installato non ha potuto usufruire della tecnologia altamente avanzata del “G5” ed ha dovuto essere sedato “da prossimo” e ricoverato in un repartino psichiatrico per poter usufruire di un TSO del tutto innocuo.

[6] In cristologia si parla di operazione “teandrica” (da Teòs = Dio o divina / anèr, andròs = umana; quindi umano/divina o dei/virile) per indicare la complessa attività della Persona divino/umana di Cristo, in cui sussistono due nature infinitamente distanti tra di loro, quella  divina e quella umana, nell’unica Persona divina del Verbo Incarnato (cfr. S. Tommaso d’Aquino, Somma Teologica, III, q. 19, a. 1). La neo/genetica gnosticheggiante tipo new-age di Attisani/”5Stelle”, scimmiotta il Verbo Incarnato e fa dell’uomo, come di ogni ente naturale o artificiale, una specie di Entità umano/divina, dapprima per l’evoluzione spontanea dal nulla e poi, specialmente oggi “2020”, per l’applicazione della nanotecnologia alla genetica.

[7] Qualcuno ritiene, con assoluta certezza (beato lui …), che Donald Trump sia un “figlio della luce”, eletto da Dio, anche se non Santo in senso stretto del termine, per compiere i piani del Signore avversando quelli della contro/Chiesa; potrebbe anche essere così, ma questa è solo un’ipotesi possibile, non una certezza assoluta. Inoltre, se è vero che per essere strumenti scelti del Signore non occorre essere Santi canonizzati (v. Ciro il Grande, Costantino, Carlo Magno…), bisognerebbe anche appurare se non ci si sia schierati oggettivamente, magari in buona fede soggettivamente e con le migliori intenzioni, affianco alla “Sinagoga di Satana” (Apoc., II, 9), ossia col nemico.  Ora l’appartenenza massonica e filosionista di Trump è certa, come pure la sua alleanza con Netanyahu e i cabalisti lubavitch (un gruppo interno al movimento chassidico, fondato nel XVIII secolo in Russia, da Shneur Zalman di Lyady, ma trasferitosi ora a New York) dei quali è un membro eminente suo genero Jared Kushner. Perciò mi sembra che – per quanto riguarda l’opposizione “Trump/Gates” oppure (mutatis mutandis) “Ratzinger/Bergoglio” – si tratti soltanto di divisioni accidentali di frange più o meno progressiste, interne alla stessa Cabala sostanzialmente immanentistico/panteistica. Quindi mi sembra che la certezza o la grande probabilità militino a sfavore di Trump e a favore della sua oggettiva intesa col nemico, senza voler giudicare le sue intenzioni; ciò non significa che egli non possa convertirsi, ma deve farlo, non lo ha ancora definitivamente fatto e ultimato: “Qui creavit te sine te, non salvabit te sine te” (S. Agostino, Sermo 169, XI). Certamente Trump è naturalmente più sano dei Clinton/Obama/Bush (come Ratzinger di Bergoglio)… Dio lo aiuti! Ma non facciamoci illusioni, senza perdere, tuttavia, ogni speranza, che non muore mai. Infatti “la grazia non distrugge la natura, ma la presuppone e la perfeziona” (S. Tommaso d’Aquino, S. Th., I, q. 91, a. 8, ad 2), per cui egli è in un certo senso ben disposto alla conversione.

 
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