>> Login Sostenitori :              | 
header-1

RSS 2.0
menu-1
Bernanke.jpg
Banche Centrali salvano i criminali
Stampa
  Text size

«Un assalto coordinato contro la restrizione del credito», trionfa il Financial Times (1)

a commento della decisione di cinque Banche Centrali - la FED, la BCE, la Bank of England,

la Banca Centrale elvetica e quella canadese - di gettare altri 100 miliardi di dollari nelle tasche vuote delle banche.

Il tono usato è quello del rullo di tamburi: arrivano i nostri, vinceremo!

Ma è un tono troppo alto, che cela a malapena il dubbio opposto: anche stavolta non funzionerà.

Sono quattro mesi che le banche private, benchè ricevano o possano chiedere soldi dalle Banche Centrali, continuano a non prestarsi il denaro fra loro: il delinquente non si fida più del delinquente vicino, sapendo bene cosa ha fatto e cosa ha perduto, perché l’ha fatto anche lui.

In tutti i quattro mesi, le banche prestatrici hanno rifiutato alle debitrici di rinnovare i crediti a breve mentre venivano a scadenza, costringendo le debitrici a cercare altre fonti di liquidità: poco manca che le banche si rivolgano agli usurai.

Solo noi depositanti non sappiamo bene quanto è grande il buco, e se i nostri depositi stanno per scomparirvi.


La propaganda stridula inneggia alla coordinazione delle cinque Banche Centrali: ecco la quadrata legione che scende in campo, l’invincibile armada, chi può dubitare?

Ma la vera novità non sono tanto i nuovi miliardi gettati nell’arena, bensì altri elementi.


Primo: la Federal Reserve, da ieri, consente alle banche americane di andare al suo sportello a chiedere quel denaro «in forma anonima».

Perché nei quattro mesi precedenti, benchè la FED avesse spalancato quello sportello, le banche non ci sono andate.

Hanno troppa paura di far capire fino a che punto sono nei guai: le file di depositanti davanti alla Northern Rock che correvano a ritirare i depositi hanno messo i brividi a tutte.

Ora, come è tipico di criminali, possono arraffare denaro a viso mascherato.


Secondo: specialmente la Banca d’Inghilterra, ormai, per prestare alle banche accetta come «garanzia» o collaterale le più losche obbligazioni strutturate, i più tossici pacchetti di debiti «garantiti», si fa per dire, da mutui e carte di credito.

Sono titoli che non hanno oggi alcun valore, perché nessuno è disposto a comprarli nemmeno a un decimo del loro prezzo di carico.

Basti dire che le «commercial paper» americane hanno perso 400 miliardi di dollari di presunto valore in 17 settimane.


La Bank of England adesso accetta questi nulla fatti di insolvenze come fossero i gioielli di famiglia, e per di più fa sapere, chiede un tasso d’interesse inferiore a quello del 6,5% precedente. Quel tasso mirava a punire, moralisticamente, le banche che si erano messe nei guai per irresponsabilità.

Ora si rinuncia anche alla morale: prendete, prendete, basta che continuiate ad esistere.


Uno si potrebbe chiedere perché questa manica larga non venga usata per salvare i debitori ultimi, quelli col mutuo a tasso variabile: che sarebbero ben contenti di pagare un 5%, e dopotutto hanno da offrire un collaterale più solido, la casa.

Un credito agevolato a loro, che consentirebbe loro di continuare a servire il loro debito, ridarebbe un qualche valore anche ai prodotti derivati e strutturati confezionati coi loro debiti.

Perché no?

Domanda ingenua.

Le Banche Centrali sono fatte dai banchieri, pagate dai banchieri privati, e composte da banchieri privati.

E l’ideologia del banchiere è questa: mai e poi mai mostrare alla gente che i suoi debiti possono essere condonati.

La gente deve continuare a pagare, mai sperare in una liberazione dal tasso d’interesse.

I condoni, i giubilei, i regali, sono riservati alle banche che hanno causato la rovina prestando ad insolventi e rifilando le insolvenze ad altri, per lo più ignari.

In questi intervento congiunto, una menzione di disonore speciale spetta alla nostra Banca Centrale Europea.

Dura, ha lasciato rincarare l’euro fino a strangolare l’economia europea.

Oggi apre la borsa per ordine della FED.

Il fatto è che nei mesi scorsi, allo sportello di prestiti d’emergenza aperto dalla FED, mentre le banche americane non ci andavano per paura di farsi vedere, si sono affollate soprattutto le banche europee, perché là era più facile avere i soldi, in dollari.

Ora, «gli europei si comportano come semplici filiali della FED», dice Neil MacKinnon, analista strategico di un fondo, l’Ecu Hedge Fund Group, riferendosi anche alla Banca Centrale svizzera (2).
Non è una novità, ma solo una conferma.

Pecore idiote, prive di ogni strategia e forse anche di comprensione della tragedia, seguono il montone-capo.

Dove?

Nell’abisso dell’inflazione, che Trichet (governatore nostro) si riteneva in obbligo di contrastare fino a ieri, al prezzo di milioni di disoccupati in più in Europa.

A Francoforte guardano con crescente irritazione al fatto che le banche inglesi sono state le prime ad affollarsi a chiedere soldi alla BCE, ora che ha allargato la manica: dicono che gli inglesi hanno la botte piena e la moglie ubriaca, sono «europei» quando serve a loro.

Di solito praticanti e predicatori  del «libero mercato» selvaggio, contrastano tutte le proposte di regolamentazione dell’avventurismo speculativo, e poi si godono l’intervento pubblico della BCE.

Fatto singolare, è proprio questa la critica che su questa azione congiunta e disperata della Banche Centrali rivolge Martin Wolf, il condirettore del Financial Times: questo intervento non metterà in discussione il dogma liberista? (3)

«Gli elicotteri hanno cominciato a spargere denaro», ironizza Martin Wolf con allusione al proposito di Ben Bernanke, il capo della FED, che si dichiara da sempre pronto ad iniettare liquidità alle banche gettando dollari dall’elicottero.

«Ma funzionerà? Se il problema che travolge i mercati è di liquidità (ossia di panico) anziché di insolvenza, e se le Banche Centrali riescono a far credere di offrire liquidità alle istituzioni solventi senza limiti,… i sintomi della paura possono sparire», esordisce Wolf.

«Ma questi sonoseimportanti. Ci sono buoni motivi per ritenere che parte della paura è causato da preoccupazioni di insolvenza… Daccordo, le Banche Centrali - o più precisamente i ministeri del Tesoro che stanno dietro ad esse - possono eliminare anche linsolvenza [coi soldi dei contribuenti!] comprando pezzi di carta di ogni tipo, buoni e cattivi [ciò che sta facendo specialmente la Banl of England]. Ma questo sarà un salvataggio pubblico [di speculatori privati] di cui non si vede il termine, probabilmente molto costoso e certamente impopolare».

Martin Wolf finisce con una tirata a questa «grossissima operazione di salvataggio dei banchieri incompetenti».

Sì, con questa operazione possono «rimettere in moto i mercati», e forse «salvare le economie dalla recessione» (non proprio).

«Ma non finirà qui la storia: più è grosso il salvataggio che le banche private oggi accettano, più strette saranno le regolamentazioni che dovranno accettare in futuro».

Capito?

 

Per il guru del Financial Times, gran sacerdote del liberismo ideologico, il problema è che le banche e gli speculatori (ormai sono la stessa cosa) rischiano di vedersi imporre qualche regola dal potere pubblico.

Ed è questo che non bisogna permettere: le avventure, le usure e le truffe devono restare libere e senza controllo.

Invece proprio di questo c’è bisogno.

Conosco un piccolo imprenditore locale (fabbrica salumi) che, ritenendosi troppo esposto ed avendo 20 mila euro liquidi, è andato a chiudere un suo fido di pari importo con Banca Intesa (notate la modestia delle cifre, nel mondo reale).

Il bancario gli ha detto che comunque, dovrà pagare un interesse del 12%.

Ma per chi rientra, ha chiesto l’imprenditore, l’interesse non è dell’8%?

Risposta: «E dell8%  per coloro a cui noi chiediamo di rientrare, quando intimiamo noi la chiusura del fido. Siccome a chiedere la chiusura è lei spontaneamente, vuol dire che è un buon cliente: dunque paghi il 12%».

Gli usurai riescono a praticare l’usura anche a rovescio, a chi smette di indebitarsi.

Ma non basta.

Un minuto dopo, il bancario ha proposto all’imprenditore un «ottimo investimento»: un prodotto strutturato raffinatissimo, «che può rendere centinaia di migliaia di euro».

Confezionato con debiti raccolti… nello Sri Lanka.

Non m’interessa, ha risposto il micro imprenditore.

E di fronte alle insistenze del bancario («Costa solo 25 mila euro»), ha replicato: «Non ho soldi. Ve ne ho appena dati 20 mila per chiudere il fido…».

E l’altro: «Ma i 25 mila euro glieli prestiamo noi!».

Ecco com’è.

Anche di questi tempi, anche con questi chiari di luna, quando le banche si rifiutano i prestiti a vicenda, quando rifiutano credito alle imprese o chiedono tassi d’interesse usurari sui mutui, hanno però abbastanza liquidità da prestar soldi per rifilare un titolo di debito di Sri Lanka, un pacchetto in cui non si sa cosa c’è dentro, un genere di cose che ha già rovinato imprenditori e artigiani che andavano bene o benino, perché queste «cose» si rivelano invariabilmente perdite a leva, dieci volte il loro valore d’acquisto.

E’ qui che occorre la regolamentazione.

 

Impedire alle banche di vendere a credito i loro veleni e le loro truffe: comminando pene gravi, per giunta.

Costringendole a rifondere i truffati.

Il piccolo imprenditore si rallegrava con se stesso dello scampato pericolo.

«Se fossi andato a chiedere un fido, anziché a chiuderlo, mi avrebbero imposto di comprare il prodotto Sri Lanka come condizione per concedermi il prestito», dice.

E’ appunto ciò che continuano a fare le banche: ed è un delitto, un patto leonino, un contratto invalido perché imposto col ricatto.

Le Banche Centrali stanno salvando questi delinquenti, acciocchè continuino a delinquere, e a saccheggiare l’economia reale, uccidendola.

Le Banche Centrali non regoleranno nulla, perché i banchieri privati che le posseggono non vogliono.

Come salvarsi?

Facendo ciò che ha fatto il piccolo imprenditore: ritirarsi dai loro «servizi».

Per chi ha depositi attivi, si tratta di ritirare i contanti, e metterli in cassetta di sicurezza.

I delinquenti non si fidano tra loro, perché dovremmo fidarci noi?


 

Note

1) «Central Bank make joint assaults», Financial Times, 13 dicembre 2007.2) Ambrose Evans-Pritchard, «World bankers resort to firebreack», Telegraph, 13 dicembre 2007.

3) Martin Wolf, «Helicopters start to drop money», Financial Times, 13 dicembre 2007.



 
Nessun commento per questo articolo

Aggiungi commento


La Dittatura Terapeutica
L’unica ed estrema forma di difesa da questo imminente, sottovalutato, tragico pericolo particolarmente grave per l’Italia, è la presa di coscienza
Contra factum non datur argomentum
George Orwell con geniale e profetico intuito, previde l’oscuramento delle coscienze, il tramonto della civiltà, l’impostura e apostasia dalla verità che viviamo, quando scrisse “nel tempo...
Libreria Ritorno al Reale

EFFEDIEFFESHOP.com
La libreria on-line di EFFEDIEFFE: una selezione di oltre 1300 testi, molti introvabili, in linea con lo spirito editoriale che ci contraddistingue.

Servizi online EFFEDIEFFE.com

Archivio EFFEDIEFFE : Cerca nell'archivio
EFFEDIEFFE tutti i nostri articoli dal
2004 in poi.

Lettere alla redazione : Scrivi a
EFFEDIEFFE.com

Iscriviti alla Newsletter : Resta
aggiornato con gli eventi e le novita'
editorali EFFEDIEFFE

Chi Siamo : Per conoscere la nostra missione, la fede e gli ideali che animano il nostro lavoro.



Redazione : Conoscete tutti i collaboratori EFFEDIEFFE.com

Contatta EFFEDIEFFE : Come
raggiungerci e come contattarci
per telefono e email.

RSS : Rimani aggiornato con i nostri Web feeds

effedieffe Il sito www.effedieffe.com.non è un "prodotto editoriale diffuso al pubblico con periodicità regolare e contraddistinto da una testata", come richiede la legge numero 62 del 7 marzo 2001. Gli aggiornamenti vengono effettuati senza alcuna scadenza fissa e/o periodicità