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Il «nazista» accusa: Ron Paul è nazista
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La lettera è apparsa sul giornale texano Lone Star (1).
Ed è firmata da  Bill White, capo dell’American National Socialist Worgers Party, ossia il partito nazista USA, quello che può apparire in pubblico con svastiche e divise SA.
«… Sono costretto a dire la verità sul coinvolgimento di Ron Paul nel movimento nazionalista bianco. Lui e i suoi si incontrano regolarmente con membri dello Stormfront, della American Renaissance, dell’Institute for Historic Review [il gruppo dei revisionisti storici] ed altri al ristorante Tara Thai in Arlingon, Virginia… E’ un incontro che fu organizzato originariamente da Pat Buchanan… Io ho partecipato a queste cene, vi ho visto Paul e i suoi consiglieri, e sono stato invitato nei suoi uffici a Washington per discussioni politiche. Il fatto che il suo portavoce abbia definito il razzismo bianco ‘politica meschina’ e che gli attivisti bianchi ‘sprecano i loro soldi cercando di influenzare Ron Paul’ è ridicolo. Paul è un nazionalista bianco del tipo Stormfront, che ha tenuto per sé le sue idee razziali e sul giudaismo mondiale per via della sua posizione…’ ».

Ecco fatto: Ron Paul, il candidato presidenziale promosso a livello popolare ma malvisto dai poteri forti, è «nazista, antisemita, negatore dell’olocausto».
La manovra, tentata più volte contro il candidato (i grandi media hanno spesso detto che Paul riceve contributi da razzisti più o meno noti) stavolta sembra riuscita: è addirittura il capo dei nazisti USA a testimoniare contro di lui, rendendolo impresentabile.
Molto istruttivo apprendere da Mike Rivero (del sito Whatreallyhappened.com) alcuni dati biografici su questo Bill White supernazista.

A quanto pare, il suo vero cognome è Weiss, ha studiato in scuole ebraiche ed è stato comunista, fino a fare il corrispondente per la Pravda, fino al 1999.
Caduta l’URSS, Weiss-White ricompare come nazista e razzista, nonchè suprematista bianco. Sempre in prima fila nelle manifestazioni razziste, sempre in posa per le photo-opportunities. Naturalmente, è diventato il capo del partito nazista USA, sparuta organizzazione pesantemente infiltrata dall’FBI.
Tutto ciò non è così strano come pare.

Nel 1977 un altro supernazista di nome Frank Collins, al comando di un gruppetto di individui vestiti come SS, provocò disordini cercando di manifestare nella cittadina di Skokie (Illinois), dove vivevano molti sopravvissuti della Shoah.
Scoppiarono disordini, che poi Collins replicò in varie altre località, spesso con una sua «brigata SS» composta di 12 persone.
Andava nei quartieri ebraici e proclamava, nel comizio, che «Hitler aveva deluso, ammazzando solo 6 milioni di giudei».
Alla fine, fu condannato a sette anni di galera.
Al processo si scoprì che il suo vero nome era Cohen, che era nato a Chicago nel 1944, e che secondo suo padre era stato concepito nel lager di Dachau nel ‘43.

Molti estremisti di destra, sul blog Vanguard News Network, hanno raccolto testimonianze dei loro capi (dei vari movimenti citati) che giurano di non aver mai visto White alle famose cene nel ristorante thailandese.
Di fatto, queste cene avvengono, ma in un ristorante chiamato «Sala Thai».
Una svista di White?
Un’informazione imprecisa dei suoi burattinai?
Secondo i blogger «neri», White ha preso il nome dalla lista delle donazioni a Ron Paul, pubblicata sul web (Ron Paul 2008 Presidential Campaign Committee’s Disboursement Report), dove fra i tanti donatori appare un «Tara Thai Restaurant», ma non il Sala Thai.
E’ probabile che White, che non è stato né nell’uno né nell’altro, abbia creduto che si trattasse dello stesso ristorante.
O che i due nomi fossero abbastanza simili da poter dare credibilità alle sue affermazioni, senza che nessuno si accorgesse della differenza.
D’altra parte, ragionano i white supremacists sul blog VNN, se davver Paul è un razzista clandestino, perché un capo-razzista dovrebbe esporlo pubblicamente alla vergogna, liquidando le sue possibilità di arrivare alla Casa Bianca?
I neo-nazisti avrebbero tutto l’interesse ad avere un presidente «dei nostri»…
Mike Rivero ha scoperto un altro dettaglio istruttivo.

Uno dei membri del partito neonazista di Bill White è iscritto e partecipante di «Megaphone».
Che cos’è Megaphone?
Si tratta di un software distribuito dal sito israeliano Giyus.org e dalla World Union of Jewish Students, e che serve egregiamente per influenzare i sondaggi d'opinione a favore di Sion.
Una volta caricato il Megaphone sul computer, appare una icona (un megafono) che si attiva e trilla quando un sondaggio che può interessare Israele viene lanciato da qualche altro sito, tipo CNN o CBS, o quando appaiono - e dovunque appaiano - articoli e video critici delle azioni dello Stato sionista.
Il software instrada automaticamente al sito dove avviene il sondaggio, e il militante ebreo che l’ha caricato può dare il suo voto, ovviamente pro-lobby.
Quando è tecnicamente possibile, Megaphone vota automaticamente al posto tuo, e sempre nel modo «giusto».
In tal modo i sondaggi sono alluvionati da «opinioni» pro-israeliane.
Vari media hanno parlato di questo sistema elettronico per falsare i sondaggi («Israel backed by army of cyber-soldiers», The Times, London, July 28, 2006).
(«Israel ups the stakes in the propaganda war», The Guardian, November 20, 2006).
Quando la BBC ha lanciato un sondaggio in cui chiedeva se gli inglesi erano favorevoli a fare della «negazione dell’Olocausto» un crimine penale, come in tanti altri Paesi d’Europa, è stata seppellita da entusiastici e automatici «Sì» provenienti da Megaphone.

Il Jerusalem Post ha citato Amir Gissin, capo del dipartimento Affari Pubblici al ministero Esteri israeliano il quale ha lodato Megaphone in questi termini: «Il governo promuove l’idea, e incita i sostenitori di Israele in ogni parte del mondo a diventare soldati del cyberspazio nella nuova battaglia per l’immagine di Israele».
Insomma il Megaphone è uno strumento di disinformazione e guerra psicologica messo a punto dal regime israeliano.
Strumento migliore e più efficace di «Informazione Corretta» del povero Pezzana, poveretto.
E almeno uno dei membri del gruppo neonazi di White (o White stesso) è un sottoscrittore di Megaphone, ed ha postato la lettera di White contro Ron Paul sul sito di Megaphone.

Che il National Socialist Worker’s Party abbia un capo ebreo filo-israeliano, probabilmente un «sayan» del Mossad, è tutt’altro che stupefacente: certi gruppetti è meglio controllarli direttamente e dall’alto, e magari utilizzarli in provocazioni sceme, ma utili a dimostrare che «Israele è in pericolo» e che «l’antisemitismo sta montando».
D’altra parte, il razzismo non è certo malvisto in Israele.
Ora sappiamo per certo che Israele non ama Ron Paul, e fa di tutto per coprirlo di schizzi diffamatori.

Ron Paul ha ricevuto donazioni da 123 mila persone.
Poiché si valuta che i donatori siano un centesimo di quelli che poi voteranno il candidato da loro sostenuto, si può ipotizzare che i voti su cui Ron Paul può contare nelle primarie si aggirino sui 12 milioni.
Inoltre sta autofinanziando la sua campagna, senza aiuti dal partito né dalle corporation, e la sua popolarità è forte in tutti gli Stati, unico fra i candidati repubblicani.
I capi-bastone del partito avranno difficoltà a negargli di correre per la nomination.
Bisognerà usare metodi più solidi di quelli messi in campo dal nazista Weiss detto Whitney.
Non più sayanim ma, magari, kidon.


1) «Neo-nazi say: Ron Paul is one of us». Lone Star Time, 19 dicembre 2007.

 
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