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USA: esposizione di aborti come opera d’arte
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Ricavo la notizia dal Yale Daily News, il giornale dell’università di Yale (1):

Aliza Shvarts, laureanda in Arte, ha presentato come tesi di laurea la seguente opera: «La documentazione di unattività durata nove mesi durante i quali essa si è inseminata  artificialmente ‘quante più volte possibile’ (parole sue)  per poi prendere periodicamente farmaci abortivi onde indurre l’aborto. La sua esibizione consiste nel video che riprende questi aborti forzati, insieme alla collezione di provette di sangue risultanti da questa attività».

«Il suo scopo nel creare questa mostra d’arte, ha dichiarato Shvarts, era di suscitare dialogo e dibattito sul rapporto fra arte e corpo umano».

L’artista dice: «Ovvio, certa gente sarà urtata dal mio messaggio e non sarà d’accordo, ma non è l’intenzione della mia opera scandalizzare nessuno».

Il giornale continua: «I ‘fabbricanti’ o donatori di sperma non sono stati pagati per i loro servigi, ma Shvarts ha chieso loro di sottoporsi a periodici test per le malattie a trasmissione sessuale. Quanto agli abortivi, sono prodotti d’erboristeria legali, sicchè l’artista nom ha sentito la necessità di consultare un medico a proposito dei suoi ripetuti aborti. Shvarts ha rifiutato di specificare il numero dei donatori di sperma, così come il numero di volte in cui si è inseminata».

L’esposizione dell’opera della Schvarts consisterà in un grande cubo sospeso al soffitto in uno spazio nella galleria della Green Hall (di Yale). La Schvarts avvolgerà centinaia di metri di plastica attorno al cubo, inframmezzati con lenzuola con il sangue degli aborti auto-indotti della Schvarts. Il sangue è mescolato a vaselina perchè non si asciughi, e anzi si spanda sui fogli di plastica. La Schvarts proietterà i suoi video sui quattro lati del cubo. I video, ripresi con una telecamera VHS,  mostreranno l’artista mentre fa esperienza dei propri aborti nella sua vasca da bagno. Video simili saranno proiettati sulle pareti della galleria.

«Io credo fortemente che l’arte debba essere un tramite per la politica e l’ideologia, non una merce», dice l’artista: «Sono convinta di aver creato un progetto che supera ciò che si rietiene essere l’arte».

Il vernissage ufficiale per la Mostra d’Arte dei Laureandi avrà luogo dalle 6 alle 8 di sera del 25 aprile. Ma la mostra sarà aperta al pubblico dal 22 aprile, e fino al primo maggio. La mostra comprenderà  i progetti di altri studenti d’arte. Si terrà alla galleria della Holcombe T. Green jr. Hall di Chapel Street».

Nel testo si chiarisce infine che la Schvarts ha esercitato il diritto costituzionale a «fare del proprio corpo ciò che vuole».

Nessun  commento è necessario. Anche perchè, forse, la mostra della giovane artista di Yale è in sè un commento: alla visita del Pontefice negli Stati Uniti, e al suo ringraziamento iniziale alla presenza del presidente Bush:

«Sin dagli albori della repubblica, la ricerca di libertà dell’America è stata guidata dal convincimento che i principi che governano la vita politica e sociale sono intimamente collegati con un ordine morale, basato sulla signoria di Dio Creatore. Gli estensori dei documenti costitutivi di questa nazione si basarono su tale convinzione, quando proclamarono la «verità evidente per se stessa» che tutti gli uomini sono creati eguali e dotati di inalienabili diritti, fondati sulla legge di natura e sul Dio di questa natura. Il cammino della storia americana evidenzia le difficoltà, le lotte e la grande determinazione intellettuale e morale che sono state necessarie per formare una società che incorporasse fedelmente tali nobili principi. Lungo quel processo, che ha plasmato l’anima della nazione, le credenze religiose furono un’ispirazione costante e una forza orientatrice, come ad esempio nella lotta contro la schiavitù e nel movimento per i diritti civili. Anche nel nostro tempo, particolarmente nei momenti di crisi, gli americani continuano a trovare la propria energia nell’aderire a questo patrimonio di ideali ed aspirazioni condivise».

Dopo, ecco il comunicato congiuto del primo colloquio fra Bush e il Papa:

During their meeting, the Holy Father and the President discussed a number of topics of common interest to the Holy See and the United States of America, including moral and religious considerations to which both parties are committed: the respect of the dignity of the human person; the defense and promotion of life, matrimony and the family; the education of future generations; human rights and religious freedom; sustainable development and the struggle against poverty and pandemics, especially in Africa. In regard to the latter, the Holy Father welcomed the United States’ substantial financial contributions in this area. The two reaffirmed their total rejection of terrorism as well as the manipulation of religion to justify immoral and violent acts against innocents. They further touched on the need to confront terrorism with appropriate means that respect the human person and his or her rights.




1) Martine Powers, «For senior, abortion a medium for art, political discourse», Yale Daily News, 17 aprile 2008.


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