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Infanzia e televisione
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Riporto in sintesi i risultati di uno studio effettuato da Norman Doidge, che si è occupato dei nefasti effetti della televisione sul cervello.

«… la televisione rende la gente al contempo dipendenti da sé (quindi proni ai suoi input propagandistici e pubblicitari), e meno capaci di attenzione, dialettica e apprendimento. Diventa quindi uno strumento di social control’, un tranquillante per le masse, e al contempo un veicolo per impiantare in esse la percezione della realtà che si vuole che abbia. Inoltre, la TV crea disturbi dellattenzione e del controllo degli impulsi, che aprono un florido e rapidamente crescente mercato per le industrie farmaceutiche, la psichiatria, la psicologia (…). Va inoltre evidenziato che la televisione abitua la mente a un rapporto unidirezionale, passivo, e non interattivo, in cui si può solo recepire senza replicare o criticare, e non vi è il tempo di analizzare e filtrare. Inoltre, abitua a seguire immagini e suoni, non i discorsi, i ragionamenti; inibisce la capacità di costruire o seguire sequenze logiche, con corrispondenti difficoltà o impossibilità di apprendimento attraverso lo studio di testi scritti» (1).

Gli inquietanti esiti del piccolo schermo sulle nostre reti neurali sono davvero degeneranti; e questo, sempre e comunque, qualunque sia l’oggetto della programmazione. La TV fa male a prescindere.  Sarà un caso se i bambini delle nostre generazioni risultino essere particolarmente pigri e poco reattivi (e, paradossalmente, incapaci, quasi per compensazione, di dominare gli impulsi dell’infanzia), così come ritengono alcuni studiosi?

«Esiste un legame tra abitudini quotidiane e patologie croniche? A quanto pare sì e questo si verifica anche nei bambini. A sostenerlo è il dottor Guido Moro, neonatologo del presidio ospedaliero Macedonio Melloni di Milano, secondo cui le forme caratteriali influiscono sullorganismo dei bambini come nel caso di stipsi. Ma non solo ci sono anche altri fattori da tenere sotto controllo come la dieta, troppo spesso povera di liquidi e fibre, la flora intestinale e la sfera psicologica. E per chiudere anche i farmaci hanno una loro responsabilità nel rendere pigro lintestino. A questo situazione problematica si è arrivati oggi soprattutto perché i bambini fanno poco movimento e spesso passano ore e ore seduti davanti alla TV o al computer. Un problema, perché con una vita quotidiana troppo statica la peristalsi intestinale è limitata, e questa, sappiamo, è essenziale per consentire levacuazione. Più dinamismo è ciò che serve quindi per aiutare lintestino» (2).

Patologie fisiologiche e psicologiche, determinate dalla semplice, prolungata e passiva esposizione alla televisione?

«I piccoli hanno bisogno di un apprendimento attivo: devono poter interagire con chi parla con loro. Vogliamo ricordarci della Montessori che ci ha insegnato che i bambini imparano facendo? I bambini devono vivere nella realtà reale non in quella virtualeracconta Anna Oliverio Ferraris, docente di psicologia delletà evolutiva delluniversità La Sapienza di Roma, al Corriere della Sera. La psicologa suggerisce, inoltre, di esporre alla TV il bambino fino ai 4 anni con moderazione per non danneggiare non solo le capacità linguistiche, ma anche quelle intellettive e creatività. Non più quindi di 20 minuti al giorno e solo adatti alletà» (3).

Cosa possiamo dedurne? Molta prudenza, molta attenzione, soluzioni alternative a questo invadente mostro: riprendere in mano la lettura, il racconto, la fiaba. Occupare la vita dei più piccoli con lo sport, i giochi creativi, soprattutto di gruppo (anche per questo le famiglie numerose sono un vantaggio e principalmente proprio per i figli!). Ognuno si faccia ispirare nella preghiera sul modo e sul come ovviare a questa situazione, che può essere una pericolosa bomba ad orologeria, con esplosione programmata proprio nell’età dell’adolescenza, quando l’uomo/donna precoce dovrà prendere decisioni serie e importanti sul proprio orientamento e sul proprio approccio all’esistenza; decisioni, che possono determinare la scelta di una vita o addirittura della vita eterna.

Stefano Maria Chiari

 


 

1) The Brain that Changes Itself, Penguin Books, 2007.
2) http://italiasalute.leonardo.it/news2pag.asp?ID=474
3) http://mamma.pourfemme.it/articolo/apprendimento-la-tv-fa-male-ai-bambini

 

 

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