Morte di Sai Baba e resurrezione
03 Maggio 2011
Mi sono già occupato del santone indiano. Ora torna alla cronaca, dopo l’evento della sua morte risalente a qualche girono fa (il 24 aprile). Vorrei soffermare la mia attenzione proprio sulla data (il giorno di Pasqua)… e per farlo, invito il lettore a seguire pazientemente quanto di seguito riportato, perché significativo del clima d’attesa e di suggestione che ha avvolto il sedicente avatar. Alla lettura seguirà un mio inevitabile commento.
«Le profezie che annunciano la discesa del Sai Avatar in questa nostra epoca di affanni sono numerose. Anche se l’analisi astrologica del nostro secolo non prevedeva la venuta di un personaggio così grande, le profezie di questi ultimi seimila anni lo annunciano con ricchezza di particolari e incredibile precisione. Nell’interpretare queste profezie non occorre fare salti mortali come hanno fatto i discepoli cristiani nell’adattare le profezie di Daniele a Gesù. Sai Baba viene annunciato in maniera precisa, fotografica; viene specificato il Suo albero genealogico, il luogo in cui sarebbe nato, l’età che avrebbe raggiunto prima di lasciare il corpo fisico, tutte le tappe della Sua missione e le Sue conquiste mondiali nel campo della spiritualità.
L’ultimo annuncio è stato fatto nel 1935, quando Sai Baba aveva appena 9 anni e l’Occidente non ne conosceva ancora l’esistenza. Sono profezie sconvolgenti che riempiono il cuore di certezze. Molte anime si sono incarnate proprio in questa epoca per avere la visione diretta del Divino che discende con tutti i poteri e per osservare il modo in cui tira i fili di questa grande commedia cosmica per dare scacco matto ai funerei fantasmi del male. ‘E’ per voi una grande fortuna’, dice Baba ‘essere presenti a questa guerra del Divino contro il male che intrappola il mondo. Non perdete questa occasione di partecipare al più grande scontro della storia della creazione; partecipate anche voi come combattenti del Divino in difesa dei valori del Dharma (la Rettitudine); Prema (l’Amore); Shanti (la Pace); Sathya (la Verità) e infine Aimshi (la Non Violenza)’ (…). Gli antichi testi sacri indù avevano annunciato la discesa di Dio nel villaggio dei coni nel sud dell’India. Puttaparti significa appunto il villaggio dei coni, in quanto nel passato era stato invaso dalle termiti, che avevano costruito termitai in tutta la zona.
Le profezie avevano anche previsto la famiglia presso la quale si sarebbe incarnato il Divino; tutte le tappe della Sua Missione spirituale e la sua morte a 96 anni. Le profezie annunciano che il Divino si sarebbe incarnato all’interno del Kali Yuga. L’Era del Ferro ha inizio 5.000 anni fa, subito dopo la morte di Krishna. Krishna è uno dei grandi Avatar del passato. Dovrebbe essere morto il 24 febbraio di 5.083 anni fa. Che cos’è un Avatar? Avatar significa letteralmente discesa e sottointende la discesa di Dio sotto una forma visibile. Avatar, pertanto, va inteso come incarnazione divina.
Nell’epoca Mahabhagavatham, il saggio Vyasa menziona più di venti Avatar, ma in realtà soltanto dieci vengono considerati dei veri Avatar, i Dasavathars. Questi dieci Avatar si sarebbero incarnati di era in era nei momenti più cruciali per l’umanità e avrebbero determinato drammatici cambiamenti nella vita sociale di ogni epoca (...). La discesa del decimo Avatar doveva avvenire all’interno del Kali Yuga, circa al sesto millennio dopo la morte di Krishna. Sai Baba è il decimo Avatar, un Purnavatar. Lui stesso dichiarò ad un monaco buddista di essere l’Avatar che doveva venire, dopo il Siddharta (...). Sai Baba è il Kalki Avatar che nelle sacre scritture Indù viene descritto come un condottiero che cavalca un bianco destriero. La profezia di San Giovanni Evangelista è stata attinta forse da questi stessi testi. Non è da escludere che i primi apostoli fossero a conoscenza delle antiche profezie vediche indiane in quanto lo stesso Gesù aveva attinto la sua cultura dal Buddhismo e dal sistema filosofico indù prima di iniziare la sua predicazione in Palestina nell’anno 29 (…). Tutti i segni forniti dal Profeta dell’Islam calzano alla perfezione al personaggio Sai Baba.
Lui stesso ha annunciato che morirà all’età di 95 anni. Sai Baba dovrebbe morire nel 2021 per rinascere, per la terza ed ultima volta, con il nome di Prema Sai (...). Sai Baba morirà nel 2021 e rinascerà nel distretto di Karnataka nel 2029. Per vent’anni, tuttavia, la nuova incarnazione divina che prenderà il nome di Prema Sai non si manifesterà pubblicamente. Comparirà intorno al 2050 a Mysore dove eleggerà il Suo quartier generale (...). Nel 2050 l’uomo assisterà alla trasformazione del mondo. La giustizia regnerà sul pianeta. Non vi saranno più religioni diverse, ma un’unica religione: quella del Divino Amore. L’umanità sarà riunita sotto un’unica bandiera spirituale che adorerà Dio Uno e riconoscerà il Sé interiore al di là dei falsi edifici costruiti da solerti seguaci di questa o quella religione. ‘L’intera umanità è la mia famiglia. Non esiste nessuno su questo pianeta che non mi appartenga. Sono tutti miei, ed Io sono loro’, dice Baba, ‘Essi possono anche ignorarmi, ma sono egualmente miei. Io non rinuncerò a voi, nemmeno se mi terrete lontano. Non dimenticherò nemmeno coloro che mi negano. Sono venuto per tutti. Coloro che se ne stanno lontani verranno egualmente chiamati vicino a me e saranno salvati’» (1).
Ricordiamo dunque, in sintesi: Sai Baba, santone indiano, presunto e sedicente manifestazione divina per gli uomini, venuto ad insegnare la rettitudine in questo periodo di oscurità e di tetra corruzione, muore il 24 aprile 2011, anziché nel 2021, come profetizzato su di lui e come da lui stesso confermato. Ora, davvero Sai Baba, quale discesa del divino, dovrebbe essere profeta attendibile in ciò che scrive e dice. La verità delle sue affermazioni non dovrebbe temere smentite.
Leggiamo cosa insegna la sacra Scrittura in merito (evidenze e sottolineature mie).
Deuteronomio 18, 20-22. «Ma il profeta che avrà la presunzione di dire in mio nome una cosa che io non gli ho comandato di dire, o che parlerà in nome di altri dèi, quel profeta dovrà morire. Se tu pensi: Come riconosceremo la parola che il Signore non ha detta? Quando il profeta parlerà in nome del Signore e la cosa non accadrà e non si realizzerà, quella parola non l’ha detta il Signore; l’ha detta il profeta per presunzione; di lui non devi aver paura».
Concludendo: cosa impariamo dalla morte e dal mito di Sai Baba? Questo: il mondo è affamato di verità e di senso, e si aggrappa a qualunque barlume di speranza (anche falso e fallace), purché gli garantisca la soddisfazione di un benessere (meglio se immediato!) e soprattutto la non necessità di abnegazione! (Sai Baba insegnava a tutti che era possibile restare come si era, alla condizione di seguire lui e il love & peace)… tutto pur di rinnegare la pietra d’angolo. Eppure, il giorno della resurrezione di Cristo, si ha una spietata conferma della verità della Bibbia. Il profeta indiano ha sbagliato la predizione. È morto 10 anni prima! Ed è morto proprio il giorno di Pasqua! Il giorno in cui solo Uno può scommettere sulla morte; solo Uno può vincere la morte.
Sai Baba scommise sulla sua morte e, miseramente, fallì, confermando ancora una volta, semmai fosse necessario, che solo Cristo Gesù è risorto come disse.
Stefano Maria Chiari
1) www.misteria.org/misteria/SHUKA%20NADI.htm
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