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Medici francesi contro l’Europa
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«No al diktat europeo – proteggere il settore sanitario dagli appetiti della finanza»: è il titolo di un comunicato che l’Ordine francese dei medici, insieme (per la prima volta nella storia) ai cinque sindacati dei dottori di tutti i colori politici, ha rivolto al governo. «Il diktat dell’Unione Europea – si legge – esige dalla Francia che si lascino dei capitali di qualunque natura prendere possesso delle Società d’Esercizio Liberale (SEL) costituite da professionisti della salute» (1).

Le Società d’Esercizio Liberale sono una sorta di società di persone, creata da pochi anni in Francia, e che hanno molto successo. Medici, tecnici di laboratorio, massaggiatori, dentisti possono riunirsi in società SEL allo scopo di mettere in comune i capitali e condividere le spese, spesso notevoli, richieste per gli apparati e i macchinari della loro professione, dall’ecografo agli impianti per radiografie alla TAC. Per legge, il 75% del capitale sociale deve appartenere ai professionisti che lavorano in società.

Ora un «gruppo finanziario» non identificato ha fatto appello alla Commissione Europea per ben due volte, sostenendo che il limite del 25% del capitale estraneo che può essere investito nelle SEL configura un limite alla libera concorrenza.
La Commissione, come si può immaginare, ha dato ragione al «gruppo finanziario» ed imposta a Parigi di aprire anche quelle attività sanitarie alla «libera circolazione di capitali».

La Commissione ha definito la sanità «un servizio» come tutti gli altri, e dunque da aprire alla concorrenza. Di fatto, da domani un gruppo bancario o un fondo può investire i suoi soldi in questi settori, senza limite. E poichè  la finanza speculativa dispone di capitali molto superiori a quelli di medici e analisti di laboratorio, si troverà non solo «padrona» di una società di medici che lavorano nello stesso studio, ma peggio: può creare una SEL, riempirla di costosi impianti, ed arruolarvi dei medici che ne diventano dipendenti. Questo rischio è tanto più imminente, in quanto per la legge sulle SEL,
i soci-medici che hanno meno del 25% del capitale investito sono considerati salariati dipendenti.

«La salute non deve diventare una merce in mano alla speculazione finanziaria, con processi di concentrazione e ricerca di redditività immediata incompatibili con il ‘servizio di prossimità’ che i medici offrono oggi ai pazienti», si legge nel comunicato dell’Ordine. Gli speculatori sono attratti dalle agevolazioni fiscali di cui godono le SEL, specie i dividendi che a fine anno i soci possono distribuirsi se c’è un profitto, e sono tassati come i profitti societari, a meno del 33%.

Contro questa pronuncia dell’eurocrazia si sono già pronunciati, prima dei medici, gli ordini dei farmacisti, dentisti, ostetriche, fisioterapisti e biologi di laboratorio. Per questi ultimi, il diktat è già operante: devono aprire la loro società a capitali di estranei, non prefessionisti della sanità, il cui unico interesse nell’attività sta nei profitti che se ne possono trarre, sfruttando il lavoro di medici ridotti a salariati. Su cui, per di più, si pagano meno contributi sociali, a tutto vantaggio del nuovo padrone finanziario (2).

La tassa Tremonti esiste già (in Francia). Leggere i giornali francesi è istruttivo. Si scopre ad esempio che la tassa sui profitti delle compagnie petrolifere, annunciata da Tremonti come «tassa Robin Hood» che toglie ai ricchi per dare ai poveri, è già in vigore da tempo in Francia, e in modo ben più efficace.

Da anni, il governo francese dà un aiuto alle famiglie povere, il cui reddito è sotto il minimo imponibile, per il gasolio da riscaldamento della casa. Questo sostegno, chiamato «prime à la cuve» (letteralmente: premio alla bacinella) era di 75 euro prima dei rialzi petroliferi. Sono ben 750 mila le famiglie che fruiscono di questo sussidio.

Dall’inizio dei rincari, la Total – primo distributore di carburante in Francia, e uno dei colossi mondiali – ha contribuito volontariamente all’aumento del «prime à la cuve»: che è passato a 150 euro. Adesso il governo ha «invitato» la Total a «contribuire di più al riscaldamento delle famiglie povere», sempre «volontariamente» s’intende. Per la Total, il costo sarebbe fra i 140 e i 200 milioni di euro; una briciola rispetto ai suoi super-profitti, che nel 2007 sono stati di 12,2 miliardi di euro e nel primo trimestre di quest’anno, al ritmo di un miliardo (duemila miliardi di lire) al mese.

Il governo a Parigi chiede alla Total di contribuire di sua volontà, senza essere obbligato a tassare. E la Total ci sta.
In Francia (3).

Anche sull’immigrazione l’atteggiamento francese è diverso. Lo spagnolo Diego Lopez Garrido, segretario di Stato per gli affari europei di Madrid, ha giudicato le leggi francesi sui clandestini «troppo rigide». Ma invece di insultare e gridare al razzismo dei francesi, come ha fatto contro l’Italia, il governo di Zapatero ha mandato a Parigi Garrido per trattare.

«Speriamo di arrivare a un testo comune tra Francia e Spagna» a proposito di un «patto d’immigrazione» rivolto agli immigrati extracomunitari, e da proporre poi agli altri Stati europei all’uscita dal prossimo vertice bilaterale franco-spagnolo, previsto a Saragozza per il 27 giugno.

Naturalmente la Francia resta sulle sue posizioni dure. E Garrido ha riconosciuto, sospirando, che la UE non può fissare che un quadro generale sul trattamento degli immigrati legali. «La messa in pratica di misure d’integrazione resta prerogativa di ogni Stato», ha detto mitemente lo spagnolo.

Lo stesso Garrido, in Francia, ha ancora una volta criticato il governo Berlusconi per l’introduzione del reato d’immigrazione clandestina. Anche dopo il colloquio fra Zapatero e il Salame, ha detto, la Spagna mantiene «una opposizione formale» al progetto italiano.

Due pesi e due misure, chissà perchè (4).




1) «Les médecins français contre ‘un diktat’ européen», Nouvel Observateur, 3 giugno 2008.
2) I medici e gli altri sanitari scelgono invece di mettersi in società SEL per altri motivi: i profitti che sono reinvestiti nella SEL (per esempio per gli acquisti di nuovi macchinari) non sono tassati; in caso di difficoltà finanziarie, i beni privati del socio sono ben distinti da quelli conferiti all’attività economica. Infine, i soci-medici possono conferire non solo capitale in forma liquida, ma anche in forma di impianti e apparecchi diagnostici.
3) «Une taxe Total pourrait financier la prime à la cuve», Le Monde, 4 giugno 2008.
4) Jean-Jacques Bozonnet, «Madrid souhaite amender le project français de pacte  d’immigration», Le Monde, 4 giugno 2008.


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