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Il luciferismo giudaizzante che scandalizza le anime
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«Salve,

sono un vostro abbonato da tempo, ormai. Devo ammettere che mi sono avvicinato da poco alla fede e, tra le tante altre cose, non conosco quasi per nulla la Bibbia anche se, da poco, ho iniziato a leggerne qualche brano. So che esiste una diversità di versioni e che quella da Voi consigliata come una delle migliori è quella del Ricciotti, che avrei ordinato volentieri ma mi risulta esaurita. Mi sono imbattuto in un sito denominato prontuario biblico. Tale sito riporta una serie di interpretazioni tese a confutare le verità del cattolicesimo, con il risultato, che per un ‘non conoscente’ (leggasi pure ignorante) quale il sottoscritto, le medesime finiscono con l’inquietarmi, insinuadomi il dubbio. Il sottoscritto lo ripeto, al momento è privo di strumenti (anche se il vostro giornale mi sta aiutando molto). Una interpretazione che mi ha molto colpito e che, se fosse vera, mi creerebbe non pochi problemi, è quella che più sotto Vi riporto integralmente. Spero in un vostro cortese riscontro alla segnalazione qui di seguito:


‘Quali sono i veri 10 comandamenti?

I dieci comandamenti secondo il catechismo cattolico (di San Pio X):

Io sono il Signore Dio tuo
:

1. Non avrai altro Dio fuori di me.
2. Non nominare il nome di Dio invano.
3. Ricordati di santificare le feste.
4. Onora il padre e la madre.
5. Non uccidere.
6. Non commettere atti impuri.
7. Non rubare.
8. Non dire falsa testimonianza.
9. Non desiderare la donna d’altri.
10. Non desiderare la roba d’altri.

I dieci comandamenti effettivi , presenti nella Bibbia in Esodo 20:2-17:

1) ‘Io sono il Yah’u’weh, il tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla casa di schiavitù. Non avere altri dèi oltre a me.
2) Non farti scultura, né immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrare davanti a loro e non li servire, perché io, il Yah’u’weh, il tuo Dio, sono un Dio geloso; punisco l’iniquità dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta
generazione di quelli che mi odiano, e uso bontà, fino alla millesima generazione, verso quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti.
3) Non pronunciare il nome di Yah’u’weh, Dio tuo, invano; perchè Yah’u’weh non riterrà innocente chi pronuncia il suo nome invano.
4) Ricòrdati del giorno del riposo per santificarlo. Lavora sei giorni e fa’ tutto il tuo lavoro, ma il settimo è giorno di riposo, consacrato a Yah’u’weh Dio tuo; non fare in esso nessun lavoro ordinario, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo servo, né la tua serva, né il tuo bestiame, né lo
straniero che abita nella tua città; poiché in sei giorni Yah’u’weh fece i cieli, la terra, il mare e tutto ciò che è in essi, e si riposò il settimo giorno; perciò Yah’u’weh ha benedetto il giorno del riposo e lo ha santificato.
5) Onora tuo padre e tua madre, affinché i tuoi giorni siano prolungati sulla terra che Yah’u’weh, il tuo Dio, ti dà.
6) Non uccidere.
7) Non commettere adulterio.
8) Non rubare.
9) Non attestare il falso contro il tuo prossimo.
10) Non desiderare la casa del tuo prossimo; non desiderare la moglie del tuo prossimo, né il suo servo, né la sua serva, né il suo bue, né il suo asino, né cosa alcuna del tuo prossimo’.

Tutti possono riscontrare la grande differenza che intercorre tra i comandamenti modificati e quelli reali
, semplicemente aprendo una Bibbia al capitolo 20 di Esodo. La modifica maggiore è quella relativa al secondo comandamento, il quale è stato completamente cancellato e sostituito, concedendo quindi l’utilizzo di immagini idolatriche. Le varie chiese, utilizzando i comandamenti catechistici come base della loro vita spirituale, indubbiamente hanno portato a riempire i luoghi di culto di immagini idolatriche di santi sotto forma di statue, quadri o idoli di vario genere, insegnando ai fedeli a venerarle, sfociando nell’idolatria. Dio condanna l’adorazione, ‘non li servire’, e la venerazione, ‘non ti prostrerai davanti a loro’ (oggetti o immagini di uomini vivi o morti). La Bibbia più volte ricorda: ‘A Lui solo rendi il tuo culto’ (Matteo 4,10), cancellando qualsiasi ombra di dubbio a riguardo. Cancellando una intera legge, la trasgressione non sussiste più.

Un altro punto è relativo alla santificazione delle feste, quando in verità la Bibbia non dice ‘le feste’, ma ‘il giorno del riposo’, ‘il settimo’, ossia lo Shabbath, che è un giorno, nei sette giorni, di riposo e dedicazione ad attività spirituali. Si può altresì notare che dal decimo comandamento ne sono stati ricavati due, per colmare la lacuna del secondo, altrimenti sarebbero diventati ‘i nove comandamenti’.

Dio condanna qualsiasi aggiunta o cancellazione alla sua Parola: ‘Non aggiungerete nulla a ciò che io vi comando e non ne toglierete nulla; ma osserverete i comandi di Yah’u’weh Dio vostro che io vi prescrivo’.
(Deuteronomio 4,2)


Cordialità.

Emanuele
»


Risponde, per EFFEDIEFFE, Luigi Copertino

Innanzitutto un consiglio. Dal momento che il lettore è alle prime armi forse non è il caso di affrontare un nemico molto più veterano di lui. Mi spiego. Frequentare certi siti senza aver gli strumenti necessari per smontare le luciferine menzogne che vi sono propagandate non può far bene all’anima. Ora, siccome non siamo certo tutti competenti di cose teologiche, l’arma migliore è la preghiera rivolta al Signore per essere da Lui ben instradati.

Veniamo a quanto ti ha turbato. Chi gestisce quel sito è certamente viziato da una mentalità letteralista ed è privo di senso teologico e storico. Sarebbe un perfetto fondamentalista, magari un iconoclasta. Innanzitutto ti faccio osservare che quanto è contenuto nel catechismo di San Pio X e quanto nel libro dell’Esodo è perfettamente e sostanzialmente identico. Se poi ci si attacca alla sola lettera, in modo luterano, allora non si riesce a vedere più in là del proprio naso.

Nella Bibbia il messaggio è sempre lo stesso pur cambiando continuamente le immagini mediante il quale esso è comunicato agli uomini.

Ad esempio, nel Genesi la creazione è descritta secondo certe immagini – quelle dei sei giorni – ma già nel libro della Sapienza le immagini sono diverse, più appunto sapienziali, e tuttavia viene comunicato sempre all’origine del mondo vi è Dio Creatore. Così pure il Bereshit del Genesi trova perfetta corrispondenza nel In Principio dell’Incipit del Vangelo di Giovanni che svela definitivamente il soggetto cui il Bereshit/Principio si riferisce ossia il Verbo/Logos di Dio.

Dunque, per entrare nel merito dei dieci comandamenti, che altro non sono che la Parola di Dio, ossia ancora una volta il Verbo, bisogna tenere conto del momento storico-teologico nel quale il Decalogo fu rivelato.

Il Dio geloso, il Dio che comanda di non avere altri dèi al di fuori di Lui, è il Dio che chiama un popolo, l’unico in quel tempo, a pratica il Monoteismo in un mondo totalmente pagano e politeista.

Allo stesso modo, il divieto di farsi statue ed immagini di divinità e di adorarle è una condanna del paganesimo politeista ed un invito all’Alleanza con Lui il Dio Unico.

«Non nominare il nome di Dio invano» è esattamente la traduzione, concettualmente sostanziale, del divieto di adorare immagini di dèi pagani.

Siamo, qui, però nell’economia dell’Antica Alleanza, quando si trattava di preservare puro il Monoteismo rivelato ad un solo popolo tra tutti.

Ma con la Nuova Alleanza molte cose cambiano, pur rimanendo una continuità di fondo, come sviluppo e svelamento definitivo di quanto già in nuce contenuto nell’Antica Alleanza.

Con l’Incarnazione del Verbo, Dio si fa Uomo e facendosi uomo, assumendo la carne, si rende visibile, toccabile, percepibile con i sensi. Lui, l’Inaccessibile, che nessuna immagine e statua avrebbe potuto effigiare perché Infinitamente Trascendente, si fa accessibile, immanente, senza perdere la Sua Divinità (è il concetto paolino di kénosi: Cristo eguale al Padre che si spoglia per farsi eguale a noi, senza per questo perdere la Sua Natura Divina).

Con l’Incarnazione Dio assume la natura umana e, pertanto, un Volto umano. In Cristo, Dio porta a definitivo compimento la Sua Rivelazione, il Suo ingresso nella storia, iniziato già dai tempi di Abramo, anzi già dai tempi di Adamo e della creazione.

E se Dio, in Cristo, assume un Volto umano, vuole il lettore che di Lui non si possano fare immagini per adorarLo, per adorare Lui, mediante le immagini e non certo queste ultime in se stesse?

Furono questi i temi sollevati dalla crisi iconoclasta che imperversò, soprattutto nel mondo cristiano orientale, ortodosso. Una eresia di tipo giudaizzante che si espresse attraverso la distruzione delle immagini sacre (molte delle quali furono miracolosamente salvate, spesso portandole nell’Occidente romano dell’epoca).

Ma – si badi – quali immagini distruggevano gli iconoclasti? Forse le immagini di divinità pagane? No, ma quelle di Nostro Signore e della Vergine Maria.

Ora domando: chi vuole – mi riferisco ad essere preternaturali – che venga dimenticato il Volto di Dio, il Volto di Gesù e di Sua Madre? Probabilmente lo stesso che ispira i curatori del sito nel quale il lettore si è imbattuto.

Perché se c’è una cosa che muove le pulsioni luciferine è l’odio verso la carne, verso l’Incarnazione, verso il Dio che si incarna per amore dell’uomo (secondo una antica tradizione cristiana il non serviam di Satana fu il rifiuto del progetto dell’Incarnazione del Verbo che Dio fece vedere in visione agli angeli viatori per metterne alla prova la fedeltà).

Questo atteggiamento anti-incarnazionista svela un’origine gnostica (Satana con il suo rifiuto dell’Incarnazione fu il primo gnostico). La gnosi, in tutte le sue forme, antiche e moderne, si caratterizza per l’odio verso la materia, verso la creazione, verso l’uomo in quanto essere fatto anche di un corpo. La gnosi considera la creazione, perché anche materiale, impura.

Ora, l’operazione, nel caso del sito che ha sconvolto il lettore, è evidente: usare, al di fuori di ogni vera prospettiva storico-teologica, uno dei comandamenti del decalogo, che come si è detto comandava solo la preservazione del Monoteismo dal politeismo, per avvalorare un atteggiamento iconoclasta e gnostico, anti-incarnazionista.

Il sito in questione è sicuramente un sito protestante ed in quanto tale molto giudaizzante. Non a caso l’accusa che per secoli il giudaismo post-biblico ha rivolto al Cristianesimo è quella di aver divinizzato un uomo, e quindi di essere una religione idolatrica (come tale fuori dalla salvezza). Solo di recente il giudaismo post-biblico (e neanche tutti i suoi settori), in clima ecumenico, ha rivisto parzialmente tale posizione anticristiana.

Per quanto riguarda il culto dei santi, e l’iperdulia cattolica ed ortodossa per la Madonna, rimando il lettore, per maggiori approfondimenti, su EFFEDIEFFE all’altro mio articolo Letteralismo protestante. In sostanza quel che dimenticano i gestori letteralisti-protestanti del sito, nel quale si è imbattuto il lettore, è che i santi, i quali dalla Chiesa non sono adorati (perché l’adorazione è solo per Lui, per Dio, per Gesù Cristo) ma solo venerati, sono uomini che, per una Grazia particolare, sono stati investiti dalla Luce Divina, come (per restare al Vecchio Testamento che sembra l’unico ambito di riflessione dei gestori del sito in questione) lo fu Mosé il cui volto, dopo essere stato a cospetto di Dio sul Sinai, risplendeva di Luce (si tratta dell’aureola che si raffigura anche intorno al capo dei santi nelle immagini sacre).

Ora, si venerano i santi per adorare Dio che in essi si manifesta in modo soprannaturale e speciale. I santi, che pur restano uomini con tutti i loro pregi e difetti, sono partecipi, per una Grazia speciale (non dunque per loro merito), in modo non ordinario alla Vita di Dio, riflettendone in sé la sublimità e la purezza che, tuttavia, restano solo Sue e sono, anche per i santi, doni non diritti.

I santi sono, per Grazia, in un certo senso, come le specie eucaristiche, transustanziati, ossia trasformati, per partecipazione in Cristo, pur naturalmente restando altri da Lui, ossia solo uomini: qui ricorre il San Paolo che dice «Non sono più io che vivo ma è Cristo che vive in me». Sono, cioè, cristificati, resi a Sua Immagine e Somiglianza. Il santo è Alter Christus, come si disse, ad esempio, per Francesco d’Assisi (il che spiega anche fenomeni mistici come la stigmatizzazione: un segno del Signore per mostrare al mondo l’alto grado di cristificazione di quella creatura).

La santità non è affatto una cosa elitaria, benché abbia diverse forme e diversi gradi. Nel battesimo siamo tutti chiamati alla santità, ad essere – come chiede il Signore anche nell’Antica Alleanza (Levitico,19) – «Il Signore parlò a Mosé dicendo: ‘Parla a tutta lassemblea di Israele, dì loro: Siate santi, perché Io, il Signore, vostro Dio, sono Santo ». Infatti, Egli è il Tre Volte Santo, Egli è «Qadosh, Qadosh, Qadosh» (Santo, Santo, Santo). Si tratta di una espressione ebraica veterotestamentaria che sta per Santissimo: l’ebraico non conosce il superlativo e lo sostituisce con la triplice ripetizione. Una triplice ripetizione nella quale, lo si intuisce immediatamente, è nascosto, in attesa di essere definitivamente svelato da ed in Cristo, il Monoteismo Trinitario, la Trinità Santissima, Dio Padre, Dio Figlio e Dio Spirito Santo.

Infine, per quanto riguarda la questione delle feste comandate. Certamente, nell’Antico Testamento la festa (non l’unica però già allora) era il sabato. Che per i cristiani divenne la Domenica (Dies Domini, il Giorno del Signore, ossia il giorno, immediatamente dopo il sabato, nel quale Gesù è risorto). Ma, se oltre la domenica, nel comandamento biblico non fossero già ricomprese anche le altre feste, che la Chiesa afferma appunto essere comandate, pongo al lettore la domanda: al di là del caso nel quale esse coincidono con la Domenica, festeggiare il Natale e la Pasqua, ossia l’Incarnazione, Passione, Morte e resurrezione di Gesù Cristo vero Dio e vero Uomo, sarebbe allora una blasfemia? Oppure, invece, nel comandamento biblico erano già ricomprese in nuce anche la domenica cristiana, il Natale e la Pasqua, etc.?

Ancora: cui prodest – il riferimento è sempre al piano preternaturale – che, con una lettura fissista e letteralista della Scrittura, non si festeggi la Domenica, ossia non si celebri la Santa Eucarestia, il Natale e la Pasqua del Signore?

Quindi, il caro Emanuele (che porta – lo sa? – il nome di Gesù: l’Emmanuele – Dio con noi – come disse l’angelo a Maria), lasci perdere certi siti ed in genere tutto quel che di luciferinamente odioso di questi tempi anticristici si sente a proposito di Gesù, della Chiesa, della fede.

L’unica difesa sono la preghiera ed i sacramenti frequenti.

Luigi Copertino


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