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Theo Van Gogh e l'assassino solitario
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Due o tre enigmi pesano sull’omicidio di Theo van Gogh, regista e provocatore olandese, accoltellato il 2 ottobre ad Amsterdam. Uno è che l’assassino, Mohamed B., un marocchino cresciuto nei Paesi Bassi, era diventato un “fanatico islamico” conversando su internet con altri fanatici. Islamista fai-da-te, non conosceva l’arabo e non poteva quindi leggere il Corano. Ha piantato nello stomaco della sua vittima una sorta di messaggio contenente passaggi coranici, ma anche del Talmud. Il Talmud non è una lettura usuale tra i musulmani, fanatici e no. Che significato avrà?

Forse sarà utile sapere che van Gogh, oltre che insultare i musulmani nei talk-show televisivi (“scopatori di capre”, che adorano “un porco chiamato Allah”), era stato condannato ad un’ammenda di mille euro anni prima, per aver diretto insulti parimenti irriferibili contro gli ebrei. Battute pesanti sulle “stelle gialle fornicanti” nei lager; ebrei diabetici che, bruciati nei forni, dovevano mandare “un odore caramellato”. Ad un’esponente ebraica che protestò, rispose che “lei aveva polluzioni notturne sognando di farsi scopare dal dottor Mengele”. Anna Frank? “La santa vergine dei giudei”. Nel suo primo film (chiamiamolo così) del 1981, intitolato “Luger”, ad una donna viene ficcata la celebre pistola nella vagina: sparo, schizzi di sangue.

Era un tipo così. “Un pezzo di merda”, diceva, per aggiungere poi: “come tutti voi”.

Era amico di Pim Fortuyn, il brillante omosessuale asceso alla notorietà politica per aver reclamato il diritto di esprimere opinioni dure contro gli immigrati: dure, ma mai le volgarità di van Gogh. Fortuyn è stato ucciso nel 2002; van Gogh, esattamente 911 giorni più tardi. “911” è il modo in cui in Usa si scrive, in breve, “11 Settembre”. Coincidenza o messaggio? Stava dando gli ultimi ritocchi ad un breve filmato sulla morte di Pim Fortuyn, “6 Maggio”, data dell’omicidio dell’amico. La tesi del film è: quello di Pim fu un omicidio in qualche modo di Stato, in relazione ad un oscuro traffico d’armi.

Ad uccidere Pim è stato non un musulmano, ma un olandese animalista militante: perfettamente sano di mente, secondo i periti. Come Mohamed B., descritto da chi lo conosce come un bravo ragazzo, studioso ed integrato, a parte le notti passate su internet a frequentare siti jihadisti, e il gruppo di terroristi che aveva cominciato a frequentare (quegli stessi che giorni dopo hanno tirato una granata ai poliziotti: uno dei terroristi islamici è di padre americano, e s’è “convertito all’Islam” in età adulta). Magari era perfettamente sano di mente anche l’accoltellatore della politica svedese Anne Lindh, ammazzata con ferocia altamente professionale mesi prima mentre faceva shopping in un grande magazzino (con pochi sapienti colpi, l’assassino provocò alla poveretta la fuorisciuta dell’intestino, con immediata, imponente e mortale emorragia). Resta il fatto che gli “assassini solitari” – “normali” personalità monomaniache – diventano un po’ troppo numerosi nell’Europa del nord.

Assassini solitari. Allarmismo traumatizzante, sul tema, “siamo tutti in pericolo, qui a casa nostra”. Corano e Talmud: che non è un testo sacro ma, sarà bene ricordare, un codice penale rabbinico. E 911 giorni. Messaggio o coincidenza?



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