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Incredibile, Draghi a piede libero
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Ecco una cosa che stupisce davvero: vedere alla TV che Mario Draghi è ancora a piede libero. Alla Banca d’Italia, persa la sovranità di emissione monetaria, non  rimaneva che un compito: vigilare sulle banche italiane. Ed ecco come ha vigilato: ha lasciato che Unicredit si esponesse con paesi come Ucraina, Ungheria e Bulgaria - attraverso una banca austriaca che ha comprato - per una cifra pari ai due terzi del PIL austriaco. E’ così che Draghi si è guadagnato il suo milione di euro annuo, estratto da noi contribuenti? Perchè continua a meritarsi gli onori e i soffietti servili dei grandi media?

Naturalmente la domanda non riguarda solo lui: riguarda tutti i sub-banchieri centrali europei e soprattutto la BCE. Un articolo apparso sul Telegraph (poi immediatamente scomparso dal sito, e riapparso con parecchi tagli) rivela che le banche private europoidi siedono su «attivi tossici» (crediti che non saranno pagati, eccetera) pari a 18 trilioni di euro, 25 trilioni di dollari. Il 44% di tutti i bilanci di tutte le banche europee. E ciò, secondo un rapporto riservato della Commissione europea, che il Telegraph avrebbe visto.

Giusto per fare un confronto: i demenziali, disperati salvataggi americani, che l’America dovrà finanziare a debito (emettendo miriadi di BOT), ammontano a 1,5 trilioni di dollari. Forse, il costo finale (e i BOT USA da emettere) ammonterà alla fine a 3 trilioni. Mettete queste cifre già astronomiche a confronto con le esposizioni dementi che le Banche Centrali hanno lasciato correre alle banche europee: 25 trilioni di dollari. Due volte il PIL dell’Europa unita. E’ così che hanno «vigilato», i Draghi  del continente? E’ così che hanno valutato i rischi creditizi?

Alla fine, dovrà essere la Banca Centrale Europea (BCE) a fare da prestatore di ultima istanza, ossia a creare euro dal nulla a debito per coprire queste perdite sicure. Il fatto è che il regolamento eurocratico vieta alla BCE di fare il prestatore di ultima istanza. Bisognerà che si accordino su questa funzione la dozzina di Banche Centrali europee di governi europei. I tedeschi già hanno detto che non vogliono, non vogliono salvare noi mediterranei. Vedremo come e quando.

In ogni caso, si arriverà a qualche forma di iper-inflazione, esattamente come sta creando le condizioni per l’iper-inflazione la Federal Reserve. E a questo proposito, esprimiamo un secondo motivo di stupefazione:

Vi ricordate, cari lettori, come rispondevano i banchieri centrali e gli ex-banchieri centrali (Ciampi, venerato maestro), alle lamentele dei lavoratori scontenti dei bassissimi salari? «Non aumentate i salari, perchè provocano l’inflazione». Le Banche Centrali erano lì a garantire «la stabilità monetaria», non è vero? Erano lì a fare da gendarmi, chè non salisse l’inflazione.
Questo, finchè a chiedere erano i salariati. Adesso che sono le banche a chiedere soldi, la sorveglianza sull’inflazione, la sacra missione di Bankitalia, BCE, Bundesbank eccetera, viene gettata nel cesso. La «stabilità monetaria» non conta più.

E’ facile capire il perchè. L’inflazione favorisce i debitori, in quanto «dilava» e svaluta i loro debiti, mentre penalizza i creditori, che vedono svalutati i loro crediti. Così, ecco spiegato il motivo: ieri le banche erano essenzialmente creditrici, e dunque bisognava salvaguardare i profitti delle banche. Oggi le banche sono essenzialmente, mostruosamente «debitrici», e allora  conviene svalutare i loro debiti, anche se al prezzo di mandare milioni di pensionati (fra cui il vostro cronista qui presente) a razzolare nei bidoni alla cerca di qualche tozzo di pan secco e torsi di cavolo.

Le Banche Centrali, insomma, cambiano le regole ferree, sacre, intoccabili - nell’interesse delle banche. Del resto, Bankitalia è posseduta dalle banche nostrane (le stratosferiche, rispettatissime Intesa, Unicredit, eccetera), quindi è logico che faccia il loro interesse, contro quello dei risparmiatori, salariati e pensionati, ossia del popolo in generale (1).

Draghi, Trichet e tutti gli altri «non» sono votati dal popolo. Proprio per questo sono inamovibili, il loro potere è stabile, e nella tempesta che ci travolge, continuano a comandare. Ma possono farlo anche perchè i popoli (soggetti alla propaganda dei media) preferiscono esercitare la loro diffidenza verso i politici che hanno eletto, anzichè verso questi funzionari che si sono cooptati l’un l’altro.

Mi spiego: Tremonti ha alluso alla necessità di un nuovo ordine mondiale, e parecchi lettori mi hanno scritto: ecco, vede, anche il suo Tremonti è passato dalla parte dei mondialisti.

Qui, cerchiamo di essere chiari: data l’immane entità della crisi globale, un nuovo ordine mondiale è una pura e semplice necessità. Occorre immediatamente un coordinamento super-nazionale delle politiche monetarie, una nuova sistemazione tipo Bretton Woods, e forse  nemmeno basterà.

Il punto è che quando Draghi, Bernanke e Trichet (e Goldman Sachs, Trilateral e Bilderberg) parlano di instaurare un «NWO», New World Order, intendono una cosa diversa da Tremonti. Anzi il contrario. Non è vero che Tremonti è guadagnato al disegno degli oligarchi. Ne sono sicuro: non fosse che per il fatto che Tremonti ha letto LaRouche e lo stima, sono certo che non gli sta a cuore l’interesse della speculazione e dei «mercati».

Naturalmente, un Tremonti da solo - ministro di un’Italia stra-indebitata, privata della sovranità monetaria, in declino demografico ed economico, inesistente sul piano militare - non può far molto.

Nelle riunioni che avverranno, e dove si scontreranno due opposte concezioni di «nuovo ordine mondiale», avrà contro la galassia USA-Goldman-Trilateral-Bilderberg. Dalla sua avrà solo due cose: una certa chiarezza di idee (anche se solo relativa, meglio che niente) e la forza che gli darà il popolo italiano, che l’ha votato. Già di per sè, la forza del popolo italiano è minima; se poi gli fa mancare anche quel poco di forza, esercitando verso di lui la diffidenza preventiva, Tremonti  non avrà carte da giocare.

Insomma: il braccio di ferro dei prossimi mesi è fra poteri non eletti, e poteri eletti dai popoli, e che dunque sono chiamati a rispondere ai popoli. E’ una lotta impari già di per sè. I non eletti sono i più forti, e inamovibili: proprio perchè nessuno li ha votati, ma si sono cooptati fra loro, possono infischiarsene delle opinioni pubbliche. Dall’altra parte ci sono personalità non prive di falle (Sarkozy, ad esempio; o Vladimir Putin) ma con qualche idea relativamente buona; e loro possono essere rimossi dal voto, quindi sono deboli di fronte ai poteri forti.

Non indeboliamoli ancora di più. Altrimenti a perdere siamo sicuramente noi, i popoli.

Attenzione lettori, perchè la situazione è seria, e richiede serietà. Nei prossimi mesi, gli Stati Uniti emetteranno i loro trilioni di BOT; di fatto, si udrà il suono di un enorme risucchio, perchè tutti i capitali ancora disponibili (non più tanti) in cerca di sicurezza, andranno a piazzarsi nei BOT americani. E lasceranno a secco i Paesi deboli, Ucraina e Polonia e Ungheria debitrici di Unicredit, nonchè Grecia, Italia eccetera.

Naturalmente i BOT americani saranno più appetibili. E non perchè gli USA siano messi bene, ma perchè sono la superpotenza militare (ah, ci fossimo almeno costruiti la bomba atomica e i missili relativi! Oggi avremmo più voce in capitolo nel Nuovo Ordine Mondiale!). Del resto, chiedete a voi stessi: se avete mille euro di risparmi e volete investirli con il rischio minore in questa situazione, comprate BOT americani, oppure BOT dell’Ucraina?

L’Ucraina non avrà prestiti, perchè gli USA risuccheranno tutto. Anche le emissioni del debito italiano sono ovviamente a rischio per lo stesso motivo, per non parlare di quelle di Polonia, Grecia, Bulgaria, Croazia, Romania... La lunga lista dei debitori di Unicredit, Deutsche Bank e Bank Austria.

Gli USA esercitano così la forma estrema del protezionismo, come ha detto Putin a Davos: stanno dicendo al mondo, prestate a noi, e non a «loro»!

Putin ha espresso le idee giuste (2), ma anche lui è debole. E’ debole perchè il petrolio è a 34 dollari, e i bilanci della Russia suppongono un prezzo per l’«Ural Crude» di 93, sicchè il 40% delle riserve monetarie russe è già dileguato. Ma è debole soprattutto perchè i russi, causa crisi, stanno cominciando a rivoltarsi proprio contro di lui. E si rivoltano perchè l’hanno eletto. Mica hanno eletto Goldman Sachs. Se cadrà Putin, cadranno le sue idee, e resteranno solo quelle di Goldman Sachs. E naturalmente Corriere e Repubblica strilleranno che a Mosca è tornata «la democrazia».

Magari restaranno le idee dei cinesi. La Cina sta comprando a man bassa materie prime, accumulandole - i prezzi sono bassi - in vista di una possibile ripresa. Politica nazionale ottima, e se il popolo cinese si rivolta, i capi cinesi sederanno le rivolte con le mitragliatrici: anche loro mica sono stati votati, e di questi tempi solo governi autoritari possono prendere le misure necessarie.

Pechino ha appena prestato 25 miliardi di dollari a Putin, in cambio di forniture di gas e petrolio garantite per 20 anni. E’ un grosso affare per Pechino, a prezzi stracciati. Ma è anche qualcosa di più e di nuovo. Di fatto, è l’abolizione del «libero mercato»  fra i due Paesi. Le fluttuazioni del greggio che il «mercato» imporrà nei prossimi vent’anni non riguarderanno più la Cina.

Non solo: a quanto pare, fra Russia e Cina la transazione non avverrà in dollari, ma in merci e beni. E’ l’inizio del sistema di baratto, tipico e necessario quando le monete «ex nihilo» non si sa più quanto valgano. Il sistema che consentì il miracolo economico hitleriano. E a quanto pare,  Mosca ha in corso accordi di baratto bilaterale con la Germania. Ovviamente, questo metodo, se si espande, taglia fuori l’intermediazione finanziaria, l’aggio dei cambiavalute del tempio; ossia la galassia Goldman Sachs e l’impero del dollaro come divisa globale e succhiatutto.
Un nuovo ordine mondiale molto diverso può nascere. Se gli elettori non fanno mancare la fiducia a Putin, e (nel suo piccolo) a Tremonti. Lo so, siamo abituati a schifare i politici che abbiamo votato. Ma oggi, la nostra diffidenza dà forza ai non-eletti, inamovibili maggiordomi degli oligarchi.




1) Un lettore mi segnala «il 14 gennaio 2009 la proposta ‘ad adottare le opportune iniziative volte a trasferire in mano pubblica la maggioranza delle quote del capitale della Banca Centrale italiana, senza fare indebiti regali alle banche a spese dei contribuenti, anche al fine di risolvere il conflitto di interessi tra controllore e società controllate, che sono proprietarie dello stesso organo di controllo, ed attuando quanto previsto dalla delega conferita al governo in materia dalla legge numero 262 del 2005’ è stata avanzata da tre esponenti dell’‘Italia dei Valori’ e respinta dal governo». Il governo non ha la forza di fare quel che va fatto. Semplicemente, sequestrate gli immensi beni di Bankitalia e sostiturila con un centralino telefonico (per prendere ordini dalla BCE). La forza gliela dobbiamo dare noi.
2) Ecco le idee che Putin ha espresso a Davos e che configurano un nuovo ordine mondiale contrario a Goldman Sachs. Non stupisce che oggi il Corriere ricominci ad attaccarlo, come mandante dell’assassinio della Politkovskaia. «Putin  offered four main recommendations that make a great deal of sense, a starting point: a) Get real and declare hopeless debt securities as bad assets, and write them off. The current crisis will only be prolonged unless the balance sheets are cleaned up. A liquidation process is essential. (The refusal for banks to come clean has resulted in extreme constipation for the credit system, while the patient slowly falls into mud). b) Get rid of virtual money, exaggerated reports, and dubious credit ratings on financial securities. He wishes for fundamental asset values to be determined by the ability to generate added value, apart from subjective models. (He refers indirectly to credit derivatives and futures contracts, the artificial mechanisms to control price structures, those onerous devices that act as pseudo-money). c) Get away from the single reserve currency system, which he regards as dangerous. Instead, install several strong reserve currencies in a smooth and irreversible switch. (This is the unofficial death knell of the USDollar itself, for alternatives in usage). d) Get currency reliability for foreign reserves management, which can be used by other states. This can be achieved by enabling more open monetary policies, and enforcing economic and financial discipline. (This will enable regional stability and cooperation.). Putin openly called the current unipolar world obsolete, referring indirectly to the US-UK dominance. Putin urged a new system of global regulators, an obvious slap at the unspeakably corrupt Securities & Exchange Commission (for stocks) and the unspeakably corrupt Commodity Futures Trading Commission (for commodities)».


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