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Il Segreto di Maria nella difesa della Chiesa
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Nel libro della Genesi è detto che sarà la Donna a sconfiggere il nemico di Dio e degli uomini. Nemico che, nella nostra epoca, ha suscitato un leviatano con molte teste micidiali. La più subdola ha imposto una mentalità di arresa ai gravi errori filosofici iniettati dalle sinagoghe e dalle logge, che dominano oggi in tutto il mondo, dopo essersi infiltrata nella Chiesa per mutarla a partire dai suoi vertici devianti. La profezia di Simeone a Maria sul Salvatore non riguardava forse tante intenzioni deviate e segrete: «Questo bambino è destinato a essere causa di rovina e di resurrezione di molti in Israele; segno di contraddizione: E a te una spada trapasserà l’anima, perché siano svelati i pensieri segreti di molti cuori» (Luca 2, 35). Non sono forse i pensieri personali che regolano le condizioni della vita sulla terra?

Il recente articolo di Blondet sull’anglo-pensiero e il mio del marzo scorso, «L’alienazione ecumenista che inquinò il mondo», indicano come un certo modo di pensare determina un certo modo di agire collettivo che si estende attraverso l’educazione e il procedere dei popoli per numerose generazioni, fino a svelare la portata di certe deviazioni nella vita presente. Parlavo del volontarismo, matrice dell’empirismo, del nominalismo, del pragmatismo e dell’utilitarismo, anglo-mentalità che si è estesa dal vecchio al nuovo mondo, per assumere una dimensione spaventosa col dominio americano e il declino europeo. Mentre il vecchio mondo era sconvolto dai moti per la distruzione del Cristianesimo, il nuovo si attribuiva il ruolo di liberatore pragmatico, senza esimersi di un «empirismo» cristiano. E siamo arrivati al presente, quando queste idee deviate hanno un esito mostruoso nella politica, nell’economia e nella religiosità ecumenista di un mondo abbagliato.

La difesa contro tale «pensiero segreto» che estende i suoi errori come una piovra, era nella Cattolicità, la cui filosofia perenne non solo ha una consistenza molto più alta di quell’anglo-pensiero, ma è di direzione opposta. Mentre questo parte del soggettivo che «vuole» determinare l’oggettivo, la vera filosofia cerca e si adegua alla verità che ama e trascende il pensiero umano nel Pensiero divino del Logos; è diretta a quel che è, ci precede e, come la vita, non nasce da
elucubrazioni umane. Il male appare, quindi, quando il pensiero segue la direzione della volontà di potere mentale e materiale. Sarebbe l’uomo a scoprire e decidere il suo bene! E lo fa con l’esperienza della vita che determina il pensare, che a sua volta induce il credere.

Siamo al protestantismo, all’anglicanismo e all’americanismo, prodotti di rivoluzioni mentali alla ricerca di liberalità seduttrici a breve, ma impossibili a lungo termine. E’ la storia a registrarlo; il libero pensiero di alcuni è la morte di altri. Quanti morti ha fatto il «bene» comunista, arrivato a casi orripilanti come la tragedia cambogiana, macchinata non da un demente, ma dal «pensiero demenziale» del perverso Pol Pot.

Intrinsecamente perverso non è, quindi, solo il comunismo e derivati, ma la liberalità umana d’imporre un «bene» elucubrato dalla prepotente volontà prometeica che sfida l’Ordine e il Pensiero divino, determinanti di quelli inerenti alla natura umana. Inutile perdersi nella difesa di beni particolari quando è in gioco il Bene universale; vano trovare dei valori nell’illuminismo delle rivoluzioni, come fa Benedetto XVI, quando il guaio di questi è nella loro direzione intrinsecamente anticristiana.

Per aiutare l’umanità vittima di tutte queste dottrine maligne, Maria, nel 1917, alla vigilia della rivoluzione bolscevica, affidò a tre pastorelli di Fatima un messaggio che avvertiva contro gli errori sparsi dalla Russia e i pericoli crescenti per il mondo, se gli uomini non avessero seguito la retta via: dopo la devastante I Guerra mondiale sarebbe venuta «un’altra guerra peggiore». Se nemmeno dopo di questa il mondo fosse cambiato, sarebbe venuto un terzo flagello, più rovinante delle guerre, ma di natura talmente subdola da essere incomprensibile ai tempi del messaggio. Esso, perciò, doveva essere mantenuto segreto fino al 1960. Perché questa data, domandò il cardinale Ottaviani il 17 maggio 1955 a suor Lucia: «Perché allora sarà più chiaro». Non era forse l’ora delle false dottrine liberali e massoniche che finalmente sarebbero ministrate come cattoliche?

L’Apparizione ed il Messaggio suscitarono un apostolato già conosciuto durante la II Guerra mondiale e a cui Pio XII fece parziale ricorso. Ma a esso si prestò maggiore attenzione solo dopo che mezza Europa fu caduta sotto il dominio sovietico. Cinquant’anni dopo la rivoluzione russa, il segno portato dalla Madre di Dio veniva riconosciuto dai capi comunisti come il «primo tra i deterrenti del successo della rivoluzione atea nel mondo» (supplemento «Approaches» - 95, «Fatima - il quarto segreto», dell’ex comunista Hamish Fraser). Non si può dire, però, che i cattolici abbiano giustamente onorato tale «Difesa».

Fatima profetizzata da Papa Pio IX?

«Dato che il mondo si è messo contro Dio e la sua Chiesa, è chiaro che Lui riserva a Sè la vittoria sui nemici. Ciò è reso chiaro dal fatto che alla radice dei nostri mali c’è l’estraneità di quanti, avendo talento e vigore, preferiscono le soddisfazioni terrene e non solo disertano Dio, ma lo dimenticano completamente. E perciò appare che essi non possano essere riportati a Dio in nessun altro modo che attraverso un atto che non potrà essere attribuito ad un agente secondario. Allora tutti dovranno riconoscere il soprannaturale esclamando: ‘Ciò avvenne per intervento del Signore ed è meraviglioso ai nostri occhi! Accadrà un grande portento che riempirà il mondo si stupore. Ma esso sarà preceduto dal dominio della rivoluzione. La Chiesa dovrà soffrire enormemente» («The Prophets and our Times», Reverendo G. Culleton, Tan Books, Rockford, 1974).

La fede cristiana si fonda sull’intervento di Dio nella storia attraverso Gesù Cristo, suo unico Figlio, concepito dallo Spirito Santo e nato da Maria Vergine. L’Intervento della Santissima Vergine Maria nella storia è un fatto scritturale ribadito dai Papi. E l’intervento divino in terra continua, attraverso la Chiesa, nella misura della necessità d’aiuto che hanno gli uomini di buona volontà e si manifesta tramite i Sacramenti, il Magistero, e gli eventi profetici riconosciuti dalla Chiesa stessa. Caratteristica del linguaggio pontificale di ogni tempo è l’invocazione e la gratitudine per la continuità di questi decisivi aiuti soprannaturali: segni di portata storica mostrati dall’inizio del Cristianesimo per sostenere la Fede, costantemente minacciata dallo spirito del mondo, che aumenta sempre più i suoi poteri sulle anime.

Pio XII il 26 aprile 1958 diceva: «Nessuna circostanza, specialmente nessuna ora di trepidazione e di pianto, passò per la Chiesa, - possiamo ben pensare - senza che si sentisse l’assistenza materna di Maria. Ogniqualvolta parve quasi stesse per scendere la notte sul mondo, si vide spuntare nel cielo Maria, stella del mattino. Quando il sudore di fatiche immani imperlò la fronte della Chiesa, quando gli occhi di essa furono bagnati di lacrime, quando le sue carni, come le carni di Gesù, furono tormentate e perfino in croce, la Chiesa ebbe sempre vicina Maria, Madre addolorata.[…] Per intervento di lei non mancò mai la protezione alla Chiesa, quando fu oggetto di assalti violenti o di subdole insidie. Così la storia dei trionfi della Chiesa è la storia dei trionfi di Maria».

Il senso degli interventi di Maria è di ravvivare nel mondo la Fede per cui è morto in croce suo Figlio. Questi interventi non si sovrappongono mai a decisioni della gerarchia cattolica, ma avvengono per aiutarla nella missione di difesa della fede e dell’identità cattolica. Nessun popolo è escluso da queste premure materne, che però hanno assunto un rilievo straordinario presso le nazioni che, vettori della diffusione della Fede e al centro di svolte storiche, erano in particolare pericolo. Si tratta dell’attuale scristianizzazione dell’Occidente e del crollo della Chiesa. L’avversione del mondo alla devozione di Maria Santissima è perciò, specialmente riguardo all’evento di Fatima, emblematico. La Madonna apparse in Portogallo nel 1917, alla vigilia della rivoluzione bolscevica, per avvertire del pericolo generale degli «errori sparsi dalla Russia». Si poteva negare l'importanza di quella difesa? Ma i Papi di allora non l’hanno accolta e anche Pio XII l’ha fatto solo parzialmente, malgrado i guai del mondo implicassero una gravità umanamente insuperabili.

Il risultato d’ignorare questa difesa la viviamo dalla morte di Papa Pacelli; l’ascesa di una nuova sospetta gerarchia di simpatie liberali, massoniche, giudaiche e conciliari, per cui il pericolo era proprio il ritorno a una devozione alla Madonna politica! Non era questo un segno che le difese della Chiesa erano demolite dal suo interno? Perché un segreto nel 1960? Perché allora era più chiaro, se non per questa ragione?

Il Messaggio, riconosciuto d’origine divina, era in Vaticano e doveva essere reso pubblico nel 1960. Allora il vescovo di Fatima, monsignor Venancio, si rivolse a tutti i Vescovi del mondo, proponendo una preparazione all’evento della pubblica apertura della terza parte del Segreto con un’universale novena di preghiera. L’apostolato di Fatima, fatto di preghiera e di penitenza per ottenere l’aiuto divino, si accordava pienamente con l’ortoprassi cattolica per i momenti difficili, che vuole i fedeli attenti ai segni divini attraverso la parola del Capo della Chiesa. La campagna per informare il mondo su Fatima era intensa in quegli anni. Il mondo cristiano si preparava a conoscere, nel 1960, la Terza parte del Messaggio dato a Fatima dalla Madre celeste ai suoi figli carichi di miserie e problemi. In Italia, il 13 settembre 1959, alla fine del XVI Congresso Eucaristico Nazionale di Catania, l’intero episcopato, in nome di tutto il popolo italiano, consacrò l’Italia al Cuore Immacolato di Maria. Ma Giovanni XXIII non vi partecipò.

La preghiera di consacrazione si concludeva così: «Ecco, o Madre nostra e Regina d’Italia, la supplica che, con filiale speranza, rivolgiamo e affidiamo al Vostro Cuore pregandovi che giunga presto l’ora, da Voi promessa, in cui il Vostro Cuore Immacolato trionferà in questa nostra terra e in tutto il mondo».

In America vi furono iniziative importanti come quella del miliardario John Haffert, che, testimone di spettacolari miracoli a Fatima nel 1940, organizzò un imponente programma di comunicazione pubblica che mobilitò perfino un canale televisivo per un anno intero. Ogni sabato alle 9 di sera andava in onda «Zero 1960», che poi prese il nome «Crisi» e che vide la partecipazione di note personalità, tra cui Kennedy e Humphrey, suscitando enorme interesse popolare a New York e in tutti gli Stati Uniti, anche senza godere di un appoggio del Vaticano roncalliano.

Cos’è che cominciava a essere chiaro allora, se non una svolta letale nella vita della Chiesa dopo la morte di Pio XII? Al bivio, invece di mantenere la rotta si cercava di cambiarla. E la questione centrale era proprio questa: è compito della Chiesa intervenire nella vita delle società, richiamando gli uomini alle loro responsabilità? O la Chiesa deve semplicemente assistere ai cambiamenti di un mondo che evolve con i tempi, secondo le battute contrarie ai «profeti di sventura»? La Chiesa deve affermare il vincolo tra i princìpi divini e i valori umani, rimanendo come ponte per il ritorno a Dio; o deve accogliere idee illuminate di evoluzione per l’emancipazione dell’uomo dalle legge eterne, per un balzo innanzi verso una nuova era progressista?

Dato che la Chiesa esiste per guidare l’uomo e la sua società secondo il mandato ricevuto, tale dilemma esiste solo per i modernisti. E gli interventi mariani riconosciuti dalla Chiesa, essendo sempre stati di stimolo e d’esempio per la fedeltà alla missione voluta da Dio, nel comportamento riguardo a essi si può misurare la fedeltà o la mutazione dei chierici in rapporto alla fede cattolica.  Ed è chiaro che a una nuova fede modernista corrisponde una chiesa degenere; quella sorta nei giorni di Giovanni XXIII.

L’Evento di Fatima fu, infatti, avversato da deviati chierici modernisti che, vista l’impossibilità di negare l’autenticità dell’apparizione e il miracolo del sole, presenziato da diecina di migliaia di persone (anche da giornalisti atei), accettati dalla Chiesa, negavano la parte riguardante l’Avviso sull’ecatombe del Papa del Terzo Segreto; parte segreta che i loro «teologhi» classificarono come Fatima 2, per distinguerla da quella prima Fatima accettabile. Un segno straordinario non significava per loro un intervento divino negli eventi umani, ma solo un richiamo alla preghiera per i fedeli mentre essi manipolavano la Dottrina nel senso modernizzante; apparizioni non sarebbero sigilli singolari del Volere divino, ma segni per animare la pietà popolare, secondo la nuova «evangelizzazione ecumenista».

Un messaggio su pensieri segreti che suscitano errori politici che hanno per conseguenza guerre, fame e persecuzioni non lascia spazio a congetture ingenue, specialmente se le sue previsioni si sono da allora funestamente avverate, a pari proprio del disprezzo per la Giustizia divina che Maria è venuta a ricordare a Fatima.

Il contenuto di questo Messaggio che, se non è stato ascoltato, rivela tacitamente lo stato d’intorpidimento e di smarrimento in cui è caduto il pensiero cattolico. Qui ci limitiamo alla prova di fatti conosciuti.

Il primo è che, alla vigilia della rivoluzione comunista in Russia, evento storico decisivo, quel messaggio fu dato come avviso di pericoli collegati, successivi e crescenti, che avrebbero confrontato gli uomini e i popoli se fosse mancato il loro ravvedimento davanti a Dio. Dopo quella rivoluzione ne sarebbe venuta un’altra grande guerra «peggiore». Se dopo una decade dalla sua fine i popoli non si fossero ravveduti, prima del ‘60 si sarebbe verificato l’evento misterioso, ma più devastante in assoluto in questa sequenza rivoluzionaria e distruttiva. Esso è stato descritto qui in modo abbreviato, ma essenziale: in mezzo all’apostasia e indifferenza generale c’è il Mistero dell’iniquità.

Ora, nel 1960 sul Soglio di Pietro c’era chi non riteneva più necessario difendere la Chiesa, ma aprirla al mondo. Oggi conosciamo la portata di quel «pensiero» aggiornato. E ciò dimostra ancora di più l’opportunità e la natura profetica del Segreto, destinato a finire proprio in Vaticano: segno di contraddizione dell’ora presente.

Le rivoluzioni ecclesiali sono certamente meno visibili e rumorose di quelle civili, ma non per questo meno micidiali per l’effetto che hanno sul pensiero e sulla morale dei popoli. Per evitare il peggio - cosa se non la perdita del dogma della fede? (tali sono le parole del Messaggio riguardanti il Terzo Segreto) - esso contiene la richiesta al Papa della consacrazione della Russia che non fu mai dovutamente soddisfatta da Pio XII. Dopo, quel nome e «conversione» divenivano tabu.

A questo punto si potrebbe obiettare: quale forza può avere un messaggio cui il potere celeste permette di finire in un cassetto?

La sua forza e autenticità sono in tre condizioni:

1) L’ortodossia dottrinale, che è riconosciuta perfetta nel Messaggio di Fatima, mentre, per esempio, è distorta in quello di Medjugorje, che è falso;
2) La sua opportunità temporale in favore della fede. Opportunità indubbia nel caso di Fatima, che perciò dimostrò i suoi risultati prima e più farebbe oggi;
3) I suoi frutti di vera conversione e pace. Ma, attenzione, non si sono avuti tutti i frutti promessi:
il gran ritorno alla Fede è rimasto in sospeso in attesa dell’accoglimento pieno dei termini del Messaggio, che ora sembra lontano.

La storia di Fatima e il Papato

Ogni avvertimento ha la forza dell’uso che ne è fatto. Se il Messaggio con l’avvertimento di gravi pericoli per la Fede è tenuto segreto in Vaticano, il segreto è già palese: il suo legame con le sfide incombenti sulla vita del Papato e della gerarchia. Infatti, non vi è alcun motivo razionale per cui il Segreto non debba essere rivelato tranne quel che implica la responsabilità dei suoi detentori. Per quale possibile ragione i pericoli sui gravi rischi ai vertici della Chiesa non devono essere segnalati?

Per capire quanto va succedendo ora nel mondo e nella Chiesa si deve avere presente la storia del nostro evo moderno nei suoi fatti essenziali. Al crescente attacco delle ideologie del mondo contro la Chiesa di Dio, si sono manifestati eventi mariani per sostenere dolcemente l’animo del popolo cristiano. In speciale modo ciò avveniva in Francia, nazione che, se tenuta per figlia primogenita della Chiesa, era anche all’avanguardia del pensiero razionalistico e rivoluzionario. Nessuna rivoluzione può generare un nuovo ordine naturale, né per le società né per gli spiriti. Essa deve trasformare quello creato, non certo dagli uomini. Serviva una nuova fraternità: la Massoneria; un nuovo mistero: il segreto iniziatico; una nuova rivelazione gnostica e la sua bibbia: l’Enciclopedia; una nuova idea universale: il mondialismo; il nuovo «discorso del monte»: i diritti umani e l’emancipazione da Dio; una nuova missione: la rivoluzione continua; il suo cielo: la storia. La Rivoluzione dell’enciclopedismo massone, che uccise un re per poi incoronare un imperatore, e il suo sviluppo nella falsa restaurazione e finalmente la guerra contro la Roma cattolica, sono stati sempre ricordate attraverso il magistero pontificio.

Con Giovanni XXIII si apriva, però, una nuova fase sulla possibilità di una rivoluzione religiosa che potesse generare un nuovo ordine spirituale per il mondo futuro. Esso deve trasformare aggiornando quello esistente e creato non certo da uomini. Sì, serviva una nuova fraternità e un nuovo mistero iniziatico; una rivelazione un po’ rivista della Bibbia; una nuova idea universale sul mondialismo. Insomma un nuovo «discorso del monte» che ponesse anche in rilievo i diritti umani e
l’emancipazione dei popoli in generale; anche la libertà religiosa per non escludere alcun «pensiero religioso» con una nuova evangelizzazione ecumenista delle coscienze.

All’Evento di Fatima è legata una successione di fatti oggettivi ma misteriosi, di cui non è ancora stata considerata l’enorme portata per il Papato, e perciò per l’umanità. Quel che il cattolico dovrebbe cercare di capire è il tempo che riguarda il Terzo Segreto.

Giovanni XXIII lo aperse nell’agosto del 1959. Lo fece però archiviare insieme a una sua nota. Commentò con i presenti che quel messaggio «non riguardava il suo tempo», confermando così sia la natura profetica del testo, sia la propria pretesa di riconoscere i segni dei propri tempi. Stava per indire il Vaticano II, i cui disegni velati e il cui esito nefasto per la vita della Chiesa non è più segreto.

«Il Vaticano II fu convocato dichiaratamente per questo scopo... O ha ordinato questi cambiamenti, e perciò è nullo, o non ha ordinato questi cambiamenti, e i suoi innovatori, incluso Paolo VI e i suoi successori, ci hanno mentito. O entrambe le cose! [...] Citare il nostro principio di unità [il Papato], come autorità per il cambiamento contraddice il suo stesso scopo, in quanto la sua autorità è limitata alla preservazione dell’intera Fede» (Hutton Gibson, «Is the pope catholic?» pagina 126).

Ecco la mossa velata nella Chiesa: si cercava di togliere il vincolo tra princìpi divini e valori umani per favorire dei balzi innanzi nella storia dell’umanità, sì, un balzo nell’abisso dell’umano degradamento, politico, economico, mentale e religioso.

Apertura al mondo e chiusura a Fatima


E’ un fatto ormai storico che il processo di scristianizzazione è iniziato sotto Giovanni XXIII, portando, negli anni sessanta, in rapida accelerazione a un silenzioso ma completo rovesciamento dal primato del religioso alla secolarizzazione (Augusto Del Noce). Ora, proprio nel 1960, in tutto il mondo si attendeva la pubblicazione della terza parte del Segreto di Fatima per sapere quanto, nel 1917, Maria Santissima aveva preannunciato per la nostra epoca. Infatti, dopo aver parlato dei terribili flagelli che sarebbero seguiti agli errori sparsi dalla Russia, alla vigilia della rivoluzione bolscevica, la Madonna di Fatima consegnò ai tre pastorelli un messaggio da tenere segreto fino agli anni sessanta, «perché allora sarebbe più chiaro» secondo quanto disse la Veggente Lucia nel 1955 al cardinale Ottaviani che, parlando in pubblico nel 1967 della terza parte del Messaggio di Fatima, tenuta segreta in Vaticano, ne riconosceva la natura profetica.

Era insomma la «profezia di sventure» che si contrapponeva alle false «profezie di pace e progresso» dei nostri tempi. Ad essa si preferirono l’apertura al mondo ed i lumi conciliari. E, in Vaticano, scese un gelido silenzio su Fatima. Rimaneva segreto quanto diverrebbe più mortale per il genere umano che le Guerre mondiali e la rivoluzione comunista: un virus nefasto racchiuso in un pensiero religioso sviato per cui anche il male deve avere diritti. L’idea di diritti umani e di giustizia e pace, fondati non sulla verità, ma sull’idea di dignità umana promossa dalla rivoluzione francese, dall’ONU e, ora, dalla Chiesa conciliare. Un errore fatale proprio contro ogni ordine sociale e dignità personale; è più fatale di un delitto, perché matrice di delitti degradanti. Una falsa idea su dignità e redenzione promossa da un alto pulpito degrada ogni altra; corrompe l’intera umanità. Ed è quello che viviamo oggi nell’indifferenza generale e nella confusione dei cattolici, che pensano di difendere la loro fede non nei suoi termini immutabili, ma nelle persone che l’hanno aggiornata.

Evoluzione o ritorno?

Le scelte umane implicano una distinzione irriducibile; o si conforma all’esistenza all’Essere, o si cerca di adattare l’Essere alla propria esistenza, il che è contrario a ogni logica e religione. Poiché l’Essere non si adatta alla vita, ma la determina, il secondo caso non è possibile, anche se si può pensarlo e volerlo. La distinzione sta nella volontà. Dunque l’uomo ha una libera volontà che può cambiare alcune cose ma non l’essenza delle cose. La Volontà che determina l’ordine di tutto è una.
La perdita del dogma della Fede unica, ecco il fulcro dei nostri terribili guai che sta nella mancata professione di fede, come recita il Messaggio, il cui risultato è l’apostasia generale e il mistero di iniquità. Questo ha raggiunto i vertici della Chiesa e contamina tutto il mondo.

«Nel dolore di Maria si sono svelati i pensieri segreti di molti». Sono i piani miseramente umani. E poiché «tutti si sono sviati» (Romani 3,12), avranno esiti sempre più disastrosi, prima del gran ritorno. Seguendo i pensieri del Talmud, che è come il verbale del Sinedrio dopo Gesù Cristo (Enciclopedia Cattolica, voce Talmud, Eugenio Zolli, ex capo rabbino di Roma convertito alla Chiesa sotto Pio XII), ciò è impossibile.

«Secondo il Talmud i giudei, razza superiore a cui il mondo e le sue ricchezze appartengono, è permesso usare qualsiasi sistema per ottenere la loro eredità». Una «cospirazione del potere economico per il nuovo ordine mira essenzialmente all’eliminazione della Cristianità... nel secolo XVIII la Massoneria s’è infiltrata nel Clero, nel XIX è penetrata in Vaticano e nel XX, da Giovanni XXIII in poi, i ‘papi’ giudei o massoni o entrambi ed eretici, hanno promosso un ecumenismo che scalza il Cattolicesimo...» (Civiltà, numero 8, dicembre 1994, A. K. Marling, Wien, Bishop Faber Platz 6A/10, A-1180, Austria).

Profezia finale? Nella parte conosciuta del Messaggio di Fatima si trova, dopo l’immane devastazione materiale delle guerre e la degradazione morale delle rivoluzioni, il trionfo finale del Bene. La profezia della sequenza massima di sciagure indica alla fine un trionfo del bene e dell’amore con la splendente restaurazione dell’umana società. Tra l’una e l’altra cosa c’è un termine, ad un tempo semplice ma decisivo: il ritorno alla Fede. Ecco la chiave dei problemi umani e perciò della fraternità universale. La guerra in Palestina, in Jugoslavia, in Africa, in Asia e la devastazione morale di tutto il mondo, hanno una sola soluzione: la conversione generale alla Verità della Parola nella Chiesa di Gesù Cristo e l’esorcizzazione dello spirito conciliare del Vaticano II, che ha sviato il mondo con la sua falsa pace.

La doppia testimonianza sulla doppia verità della vita umana in ogni epoca:

- quella della perfidia umana che ha per punto culminante nel nostro tempo con la perfidia conciliare; essa c’è da testimoniare:
- quella della redenzione dalla decadenza personale e sociale degli uomini, che ha come punto culminante nel nostro tempo l’intercessione di Maria.

Ella è la Donna forte che alla fine trionferà secondo i piani di Dio. E’ nata ebrea e senza macchia e in questo secolo ha associato il suo nome a quello di Fatima, che è d’origine islamica. Ella è la Madre di tutti i Cristiani. Possiamo credere che il suo trionfo sarà insuperabile, poiché è stato così annunciato e poiché il Popolo eletto che non ha ricevuto Gesù, che ha operato grandi miracoli, per credere ha bisogno di un miracolo che scuoterà la terra, e questo sarà il trionfo della Regina della Pace, che darà al mondo un periodo di pace quando tutto sembrerà irrimediabilmente compromesso.

Che nessun cattolico confonda la vera lotta spirituale con la rassegnazione fideistica della falsa ubbidienza. Si tratta di conoscere e vivere la vera vita cristiana affrontando perciò le insidie e deviazioni della degradazione conciliare. Le seguiremmo considerando le parole del Messaggio: gli errori sparsi dalla Russia. Quali i principali ingredienti di questi errori, se non l’ateismo, il materialismo e l’utopismo, che avevano assunto un aspetto pseudo religioso nell’umanitarismo e democratismo modernisti, riciclati dal Vaticano II?

Tutto sembra perduto, umanamente parlando sulla situazione attuale della Chiesa. San Nicolas de Flueli (XV secolo) ha profetizzato quanto segue: «L’Eglise sera punie parce que la majorité de ses membres, grands et petits, de-viendront tellement pervertis. L’Eglise s’enfoncera de plus en plus profondément, jusqu’à ce qu’elle semble finalement anéantie, et que LA SUCCESSION DE PIERRE et des autres Apôtres semble avoir pris fin. Mais après cela, elle sera victorieusement exaltée à la vue de tous les sceptiques» («Catholic Prophecy», Y. Dupont, Tan, Rockford, 1970. pagina 30).

La nostra parte nell’ora presente è nella doppia testimonianza della verità sulla miseria umana arrivata al suo estremo e sull’infinita misericordia divina. Affidiamo la causa nostra e di tutto il genere umano all’Immacolato Cuore di Maria, che piange lacrime di sangue sui suoi figli. Solo la Madre purissima ci può aiutare a ricorrere al Sacratissimo Cuore di Gesù, che solo ci può salvare.

Sull’Immacolata San Pio X insegnò: «In mezzo a questo quasi diluvio di mali, ci si presenta dinnanzi agli occhi, a guisa di iride, la Vergine clementissima, quasi arbitra di pace tra Dio e gli uomini - Porrò il mio arcobaleno nelle nubi e sarà segno del patto tra me e la terra. Imperversi pure la procella e s’infoschi il cielo: nessuno però si sgomenti. Alla vista di Maria, Dio si placherà e perdonerà.... Credano i popoli e confessino apertamente che Maria Vergine, fin dal primo istante della sua concezione, fu esente da ogni macchia; con ciò stesso è necessario ammettere anche il peccato originale, e la redenzione degli uomini per opera di Cristo, il Vangelo, la Chiesa, e perfino la legge stessa del dolore: con le quali cose, quanto sa di ‘razionalismo’ e di ‘materialismo’ verrà sradicato e distrutto, e rimane alla dottrina cristiana il merito di custodire e difendere la verità... ‘L’arcobaleno sarà nelle nubi, ed Io, che guardandolo, mi ricorderò del patto sempiterno’. ‘E non verranno più le acque del diluvio a sterminare tutti i viventi’. Senza dubbio, se confidiamo, come conviene, in Maria... anche noi sperimenteremo Ella è sempre quella Vergine potentissima - che col suo piede verginale stritolò il capo del serpente» (Enciclica «Ad diem illum laetissimum», 2 febbraio 1904).

Arai Daniele


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