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Una dittatura mondiale ecologica?
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«Abbiamo bisogno di un mondo più autoritario. Anche le migliori democrazie accettano che, quando si avvicina una grande guerra, la democrazia deve essere sospesa per tutta la sua durata. Io ritengo che il cambiamento climatico è una situazione grave come una guerra. Può essere necessario mettere la democrazia in sospeso per un po’. Dobbiamo avere poche persone dotate di autorità a comandare».

Magari parecchi lettori sono persino d’accordo. Ma attenzione: ad esprimere il proposito di cui sopra non è un uomo della strada, ma un esponente altissimo dell’establishment britannico-americano. E’ stato, in un’intervista al Guardian, James Ephraim Lovelock, il chimico-futurologo ex collaboratore della NASA che ha elaborato la «Teoria di Gaia», ossia che la Terra e il suo ecosistema siano un essere vivente; grande allarmista climatico (è l’inventore del buco dell’ozono, provocato a suo dire dal CFC, il gas dei frigoriferi e delle bombolette – il cui brevetto della Dupont scadeva proprio quando si scoprì il buco), Lovelock è profondamente inserito nelle centrali di potere che continuano l’impero britannico trasformandolo – stante il progetto di Huxley – in «impero della mente»: l’idea di compensare il dominio fisico sui territori con il dominio sulla psicologie collettive, gli etats d’esprit.

Il liberismo dogmatico secundum Adam Smith, il capitalismo terminale esteso al globo, i progetti di riduzione della popolazione secundum Malthus, sono solo alcuni dei progetti realizzati dall’impero della mente. La Gran Bretagna può perdere peso nel mondo, ma non così la sua ideologia sostenuta da società semisegrete.

Quello che Lovelock adombra non è solo dunque un sospiro, ma più probabilmente un progetto: un governo autoritario mondiale con la scusa del controllo del riscaldamento globale.

Così, è bene sapere in quali reti è inserito James Ephraim Lovelock. Grazie a Steve Watson di Prisonplanet, apprendiamo che il futurologo novantenne è membro del The Optimum Population Trust, un think tank che promuove la riduzione della popolazione umana nel mondo. E’ un gruppo di pressione ben finanziato all’uso anglo-americano (si definisce «charity», e perciò chi contribuisce al think tank può detrarre la contribuzione dalle sue tasse: un meccanismo che piace ai miliardari della finanza, i quali possono così avanzare i loro interessi ideologici a spese pubbliche), un docente di «competitività globale» e management in Canada, dopo essere stato direttore della Monitor Company, una ditta di consulenza strategica globale a Cambridge (Massachusetts) molto inserita nel mondo della finanza.

Ecco una frase di Roger Martin: «Abbiamo un disperato bisogno di ricordare che l’aumento della popolazione non è un ‘fatto’ da accettare passivamente, ma qualcosa su cui abbiamo il controllo, e che limitarlo è la cosa più importante per ridurre le emissioni di gas serra. Tragicamente, il movimento verde ha scelto di dimenticarlo. Con l’aiuto di eminenti personalità come Lovelock faremo di tutto per ricordarglielo».

sir David Attenborough
   sir David Attenborough
Altri membri sono Aubrey Manning, capo del Wildlife Trust, organizzazione che vuol salvaguardare l’ecosistema della Gran Bretagna per i selvatici, Jane Godall, l’etologa che ha vissuto 40 anni con gli scimpanzè, Sir Crispin Tickell, il consulente «ecologico» di Margaret Thatcher. Non poteva mancarvi sir David Attenborough, il regista, che l’anno scorso ha proposto una legge per vietare alle coppie inglesi di avere più di due bambini, ispirandosi (l’ha detto) alle leggi anti-demografiche della Cina. C’è anche Jonathan Porrit, uno dei massimi consulenti del governo laborista di Gordon Brown, che ha invocato il dimezzamento della popolazione britannica: 30 milioni sui 60 devono sparire.

A chi gli faceva notare che Albione non è poi così sovrappopolata, ha risposto: «Ogni singolo britannico ha un impatto ambientale molto superiore agli individui dei Paesi sottosviluppati; la crescita demografica unita alla crescita economica mette la natura sotto terribile pressione». (UK population must fall to 30m, says Porritt)

Jonathan Porrit
   Jonathan Porrit
Lovelock è membro anche della The Royal Society of Edinburgh, una «società filosofica» ufficiale che promuove legislazioni adatte a ridurre dell’80% le emissioni di gas di carbonio, notoriamente colpevoli del riscaldamento climatico.

Infine, Lovelock lavora in stretto accordo con l’americano John P. Holdren, un fisico aeronautico diventato un fondamentalista della denatalità, che oggi è il consigliere del presidente Obama per la scienza e la tecnologia. Insieme a Paul Ehrlich, un altro noto denatalista, Holdren scrisse nel 1969 un saggio in cui si diceva: «Se le misure di controllo della popolazione non vengono imposte immediatamente, tutte le tecnologie immaginabili non scongiureranno la miseria imminente».

Nel 1973, dichiarò che «la popolazione degli Stati Uniti, 210 milioni, è eccessiva, e che i 280 milioni del 2040 saranno intollerabili». Holdren caldeggia apertamente la sterilizzazione forzata delle donne dopo che abbiano messo al mondo un figlio o due

John P. Holdren
   John P. Holdren
Non sono idee di due innocui pazzi. Sono idee che vengono ogni giorno promosse a tutti i livelli, dagli organi dell’ONU per la «pianificazione familiare» alle trasmissioni «naturalistiche» della BBC, fino alle riviste femminili.

Nel 2008 una rivista inglese per adolescenti, Love It, esaltava (in un articolo dal titolo «Young, single and sterilized»), la felicità, per le ragazze, di farsi sterlizzare a 20 anni. L’articolo faceva dire ad una presunta adolescente chiamata Chloe: «Da quando ho 18 anni sapevo che non volevo cambiare. Non posso nemmeno immaginare che qualcuno prenda possesso del mio corpo e poi della mia intera vita. Non possono guardare un bambino senza sentirmi male. Adesso ho davanti una vita tutta per me».

Il lettore può giudicare da sè da quali trasmissioni questo stesso messaggio è diffuso in Italia, implicitamente o no. Più in generale, la promozione dell’aborto o l’allarmismo climatico amplificati dai media sono ispirati dalle centrali sopra descritte. (Magazine Promotes Sterilization For Women In Their 20’s)


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Questa rete avanza immani, costosissimi e folli progetti di ingegnerizzazionedel pianeta Terra (la loro amata Gaia), sempre con l’ossessione di raffreddarne il clima. Lovelock ha proposto nel 2007 di trattare gli oceani con un titanico sistema di tubature allo scopo di risucchiare l’acqua dal fondo (ricca di nutrienti) verso la superficie, onde aumentare la quantità di alghe che così assorbirebbero più CO2 e rilascerebbero nell’atmosfera grandi quantità di dimetil-solfato, un composto che si rituene possa creare nuvole, tanto da schermare la luce solare. (James Lovelock's plan to pump ocean water to stop climate change)

Il suo amico Holdren, nel 2009, ha proposto di spargere milioni di tonnellate di particolati (tratti dalla spazzatura che l’uomo produce) nell’alta atmosfera, onde formare una nube capace di respingere i raggi solari. Per amore della loro dea Gaia e della «natura», i due non si periterebbero di oscurarla e ingegnerizzarla con metodi artificialissimi e di esito probabilmente catastrofico. Ma del resto entrambi sostengono che per salvare Gaia, la civiltà industriale deve essere soffocata.

Adesso Lovelock se ne esce con la proposta di un regime autoritario mondiale che abolisca le libertà, ed imponga le misure cinesi necessarie per ridurre la natalità, la crescita economica e ottenere la riduzione del global warming. Un regime che il Telegraph, di solito molto benevolo con il futurologo, ha definito così: «Solo una tirannia fascista globale ci può salvare ormai, dice un simpatico veccchietto». ('Only global fascist tyranny can save us now' says nice old man)

A condizione che sia voluto dai poteri britannici, e che consenta loro un controllo globale sul mondo, anche il fascismo (che nel mondo anglosassone è il prototipo della «tirannia» e male assoluto) diventa auspicabile, civile e anzi kosher.

Noam Chomsky
   Noam Chomsky
Ne abbiamo la controprova. Chi più antifascista di Noam Chomsky, il guru della sinistra storica americana, instancabile accusatore dei poteri forti? Eppure anche lui ha dichiarato a tutte lettere che accetterebbe una forma estrema di fascismo, se fosse per combattere il global warming.

«Supponiamo che si scopra domani che l’effetto serra è stato sottovalutato, che i suoi effetti catastrofici si produrranno entro dieci anni e non cento; ebbene, data la condizione dei movimenti popolari d’oggi, avremo la probabile presa del potere di un regime fascista, e tutti saremo d’accordo, perchè quello sarebbe il solo metodo pensabile per sopravvivere. Anche io sono d’accordo, perchè adesso non c’è alcuna alternativa».

Scritto nero su bianco in uno dei suoi recenti saggi, «Understanding Power: The Indispensable Chomsky», pagina 388.


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