Gli italiani: Fini si deve dimettere
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La maggioranza assoluta degli italiani (59%) ritiene che, giunti a questo punto, l'ex leader di An si debba dimettere da presidente della Camera. E' il risultato di Trendsetting, il sondaggio Affaritaliani.it-Swg. Secondo il 54% del campione, dopo la fiducia ottenuta dal governo per soli tre voti a Montecitorio, è meglio andare a elezioni anticipate. E a vincere sarà...

La maggioranza assoluta degli italiani (59%) ritiene che, giunti a questo punto, Gianfranco Fini si debba dimettere da presidente della Camera. Contrario il 41% dei cittadini. E' il risultato di Trendsetting, il sondaggio settimanale realizzato da Affaritaliani.it in collaborazione con Swg.

Secondo il 54% del campione, dopo la fiducia ottenuta dal governo per soli tre voti a Montecitorio, è meglio andare a elezioni anticipate. Dice di no il 46% degli italiani. Se veramente nella primavera del 2011 si dovesse votare, a vincere sarà il il Centrodestra (Pdl, Lega e La Destra) secondo il 53%. Successo del Centrosinistra (Pd, Sel e IdV) per 20% degli italiani. Trionfo del Terzo Polo (Fli, Udc, Api e Mpa) soltanto per il 15%. Non sa il 12%.

IL COMMENTO DI SWG: "Se dopo il voto del 14 dicembre si debba andare o meno alle urne, è un tema che divide gli italiani. Una risicata maggioranza, si schiera a favore di nuove elezioni, soluzione sostenuta con più forza da quanti si schierano in un’area di centro sinistra. Rispetto alle previsioni, non sembrano esserci dubbi sul fatto che il centro destra ne uscirebbe vincitore. E anche se la metà degli elettori di centro sinistra spera in una vittoria della propria coalizione, l’altra metà riconosce, la forza degli avversari. Infine per Fini sembrano rimanere poche chances a livello istituzionale, e, ad esclusione dell’elettorato di centro sinistra, prevale l’opinione che debba dimettersi dalla carica di presidente della Camera".

L'indagine è stata condotta attraverso il sito di Affaritaliani.it su un campione nazionale di 2.800 soggetti maggiorenni nei giorni 16 e 17 dicembre 2010

Fonte >  Affari Italiani


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