Il Cabibbo darwinista smentito dal Papa
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Nicola Cabibbo, illustre fisico italiano e presidente della Pontificia accademia delle scienze, sceglie le “platee” mediatiche di Repubblica e del Corriere della Sera per far sapere che «il creazionismo non è una scienza. E nemmeno una cultura cattolica cristiana» e le idee che esprime «non hanno diritto di cittadinanza nella nostra società». Un giudizio durissimo, inflitto nei confronti di quello che Repubblica definisce «ennesimo rigurgito di cultura anti-scientifica in Italia», ossia il convegno “Evoluzionismo. Il tramonto di un’ipotesi”, ospitato nel febbraio scorso dal Cnr, di cui ora sono stati pubblicati gli atti dalla casa editrice Cantagalli. Convegno e atti sono stati curati dal vicepresidente del Cnr, Roberto De Mattei, il vero bersaglio dell’attacco condotto dall’articolo di Repubblica, come di Micromega e di altri paladini della verità scientifica inoppugnabile.

Il problema, però, è che in Vaticano la questione non passa certo inosservata e genera dubbi e preoccupazioni. Si vuole a tutti costi evitare uno “scontro” tra intellettuali cattolici, addirittura tra le stesse accademie pontificie e, più in generale, tra intellettuali. Ma anche Oltretevere è impossibile non notare che chi presiede la Pontificia accademia delle scienze - autorevole punto di riferimento per i cattolici - sostiene che il creazionismo non deve avere cittadinanza, che la Chiesa si apre alle teorie di Darwin, mentre proprio Benedetto XVI è stato uno dei primi critici dell’evoluzionismo contemporaneo.

Ed è stato proprio l’attuale Pontefice ad organizzare, nel settembre 2006, un seminario a Castelgandolfo, di cui sono stati pubblicati gli atti, con il titolo Creazione ed evoluzione. Un convegno con Benedetto XVI a Castelgandolfo (Dehoniane). Lo stesso Joseph Ratzinger ha affermato, infatti, che la teoria dell’evoluzione «non è affatto dimostrabile per via sperimentale» e dunque «non è ancora una teoria completa e scientificamente verificabile». Il cardinal Christopher Schonborn, arcivescovo di Vienna, è più volte intervenuto sulla questione, proprio seguendo la linea del Papa. Senza contare il fatto - si rileva sempre in Vaticano - che qui non si tratta di abbracciare le tesi creazioniste: semplicemente si discutono quelle evoluzioniste.

«Nel mondo cattolico, così come nel mondo scientifico, non esiste di certo una posizione univoca sull’evoluzionismo. Esistono posizioni diverse e liberamente esprimibili. E comunque è l’alto magistero della Chiesa, esercitato in primis dal Papa, a definire cos’è conforme alla cultura cattolica e cosa non lo è», spiega Michael Georgiev, medico chirurgo del Centro di Malattie Vascolari dell’Università di Ferrara, appassionato dell’argomento, già da quando era studente alle scuole medie superiori nella sua città natale, Sofia, in Bulgaria. Georgiev, poi, è autore di un libro appena uscito, dal titolo “Charles Darwin. Oltre le colonne d’Ercole” (Gribaudi editore). E d’altra parte, rileva Georgiev, «al convegno organizzato dal Cnr hanno partecipato scienziati, che hanno affrontato e illustrato teorie scientifiche, non articoli di fede».

Da notare, infine, che il filosofo tedesco Josef Seifert, membro della Pontificia accademia della vita, pensatore e studioso apprezzato in Vaticano e in particolare dal Pontefice, ha partecipato al convegno “incriminato” e il suo contributo appare nel volume che ne raccoglie gli atti. Altra filosofa tedesca critica vero l’evoluzionismo e apprezzata da Benedetto XVI - nonchè partecipante al simposio del febbraio scorso - è Alma von Stockhausen, così come Pierre Rabischong, biologo, professore emerito dell’università di Montpellier, già direttore dell’unità di ricerca in biomeccanica del prestigioso Inserm (Institut National de la Santé Et de la Recherche Médicale), che non è certo un movimento di fanatici religiosi.

Caterina Maniaci


Fonte >  Libero News | 4 dicembre

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