Così stroncano la proprietà immobiliare
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Egregio Dottore,

mentre l'Italia piddina e non sta ancora festeggiando l'elezione di Matteo Renzi, aggrappandosi a questi simulacri della democrazia, nella speranza di vedere rottamata qualche spesa parassitaria, l'opera di demolizione dell'economia italiana e della società prosegue a rotta di collo e, devo ammettere, anche sotto silenzio.

Nella coltre di silenzio evidentemente indotta qualcosa sfugge e per lo più l'informazione passa, per paradosso dai comunicati degli operatori, degli specialisti di ogni singola materia, che con le loro proteste evidenziano i problemi e le disposizioni di Legge varate, quindi dalle reazioni degli operatori.

Ad esempio, un provvedimento nell'ambito immobiliare (il DL 102/2013, art.6, comma5), meglio noto come nuovo istituto della "morosità incolpevole", già in vigore dal 30/10/2013, istituito con l'intento di coprire le numerose morosità, che si sono venute a creare per il perdurare della crisi, con un esiguo fondo di 20 milioni, che si esaurirà in poco tempo, dato che è su base nazionale, rischia di scardinare istituti di diritto secolare e minare il diritto stesso alla proprietà privata, sancito dalla Costituzione.

Tale provvedimento, varato su proposta dell'on. Braga, componente della segreteria renziana, che ora apprendo dal sito di Confedilizia proponente anche dell'abolizione della cedolare secca per contratti di locazione, per cauzioni pubblicizzate e sfitti con IMU massima, è stato varato con furia e fretta, senza valutare l'effetto domino che avrebbe nel futuro provocato nella società italiana.

Di fatto si tratta di una requisizione "de facto", e, penso, avrebbe meritato almeno un dibattito parlamentare e una eco sui media. Si ha quasi l'impressione, e lo dico sommessamente, di pacchetti di disposizioni prefabbricate, di cui i politici hanno parte marginale.

In pratica, esso scaricherebbe sui privati, sulla proprietà immobiliare diffusa, il sostegno delle fasce più disagiate, sospendendo la liberazione degli alloggi, su intervento della Prefettura. Ma tali ruoli sono di pertinenza degli Enti locali.

Ma in questo caso sarebbe ancora più grave dell'esproprio vero e proprio, in cui il proprietario viene indennizzato e privato, con il passaggio coatto del titolo di proprietà, anche degli oneri, delle tasse, dei doveri. In questa fattispecie manterrebbe tutti i doveri in ordine al pagamento delle imposte, oneri manutentivi, patrimoniali, tasse, senza il diritto al pagamento del regolare rateo contrattuale.

Ciò sovverte ogni più elementare diritto e fondamento democratico e delineerebbe cittadini con differenti diritti/doveri.

Se obbligo dei Parlamenti è legiferare per il bene comune, siamo in questo caso fuori strada.

Per un padre di famiglia detenere un immobile concesso in affitto sarà d'ora in poi un pericolo "mortale".

Questo "default" dello Stato avrà come effetto domino conseguenze economiche gravissime, svalutazione degli assets, illiquidità degli immobili, fallimenti dei condomini, conseguenze sul sistema bancario, e, ultimo, ma non minore punto, aumento della violenza.

Insomma, se per salvaguardare l'alloggio all'insolvente, si giunge a provocare il dissesto del proprietario, forse non è impossibile dedurre che qualcuno sarà tentato di percorrere strade di giustizia privata.

Quale obiettivo finale ci si pone? La Legge di Stabilità in ordine agli immobili è ormai una partita chiusa.

Ciò che emerge è l'idea di una patrimoniale diffusa, di una guerra al bene posseduto dalle famiglie, di una ideologia che considera la casa una ricchezza da combattere.

L'On. Francesco Forte ex ministro delle Finanze , avvalorando tali ipotesi, facendo presente che l'ideologia dell'imposta patrimoniale diffusa sulla proprietà immobiliare alberga in certe forze politiche e nei finanzieri di riferimento, ha scritto: " Per essi la proprietà degli immobili dei risparmiatori persone fisiche è una ricchezza da combattere. Gli immobili devono appartenere ai grandi gruppi finanziari: assicurazioni, banche, fondi di investimento, che li daranno in affitto."

Queste tesi sembrano riecheggiare i fondamenti di una ideologia che ha seminato orrori e povertà per decenni e che sembrava fallita e tramontata. O no?

Ora, passiamo ad un' altra notizia, di segno diverso, apparentemente senza agganci con la precedente, se non per il silenzio di cui si è ammantata e trapelata anch'essa dalle reazioni degli operatori coinvolti, la polizia penitenziaria e i loro sindacati.

E' stata avviata la trattativa tra il Ministero della Giustizia ed il CONI che prevede per la popolazione detenuta delle carceri di avviare allenamenti di discipline sportive, tra le quali il pugilato, il tiro al piattello e la scherma.

Ad insorgere questa volta sono  i Sindacati di Polizia, che denunciano  la Cancellieri di volere insegnare ad usare i pugni in maniera professionale e ad usare le pistole ai carcerati, con conseguenti rischi per la collettività e per gli stessi poliziotti.

Come se non bastassero indulti, amnistie, progetti di libera uscita nelle ore diurne, invocati continuamente anche dai maggiori vertici dello Stato.

A quanto mi risulta l'unica voce di denuncia politica è stata quella dell'onorevole della Lega Nicola Molteni, che ha avversato il Provvedimento.

Ora questi due provvedimenti paiono solo apparentemente essere discosti, ma in realtà un sotterraneo nesso li unisce, la percezione dello scardinamento della società in atto, il rimestare e voler far emergere, in un tempo post-legem, le più arcaiche pulsioni in un quadro che si appella alle visioni niciane, delle Baccanti di Euripide, a Bataille e ai concetti di ordo ab chao.

Se per il cittadino comune sono solo provvedimenti discutibili, per il Cristiano, che ha il privilegio di avere più chiaro il quadro di insieme, tutto ciò si inscrive in "ciò che è Scritto".

Link:

http://www.ilfattonisseno.it

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C.L.



Grazie per le informazioni. No comment.

Maurizio Blondet