Maurizio Blondet 25 Marzo 2013
Poveri noi cattolici: un trauma dopo l’altro. Non bastava l’abdicazione di un Papa. Adesso, anche Magdi «Cristiano» Allam ci lascia soli. «Me ne vado da questa Chiesa debole con l’Islam», annuncia urbi et orbi dalla prima pagina del Giornale. Ma lasciamo la parola a Lui, il gran Convertito, perché la sua è una vera enciclica. Un’enciclica di abiura, scritte da un cardinale in pectore. Un evento storico che può esser paragonato solo alle «tesi di Wittenberg» di Lutero. Ascoltiamolo con la fronte a terra:
D’accordo, d’accordo su tutto, Magdi ex-Cristiano. Solo un dubbio ci resta, e osiamo umilmente proportelo: com’è che dopo aver constatato il relativismo di Benedetto e la sua islamolatria nel 2006, ti sei lasciato battezzare (e cresimare e comunicare) dal medesimo Papa nel 2008? Forse speravi di cambiarlo coi tuoi consigli? Di entrare nella cerchia intima di Ratzinger che lo informava e formava le sue idee? Magari un cappello cardinalizio potrebbe, che so, trattenerti fra noi?
No, niente. Magdi è purtroppo deciso a lasciarci. Perché ha altre lamentele contro la Chiesa Apostolica Romana:
«Infine prendo atto che la Chiesa è fisiologicamente tentata dal male, inteso come violazione della morale pubblica, dal momento che impone dei comportamenti che sono in conflitto con la natura umana, quali il celibato sacerdotale, l’astensione dai rapporti sessuali al di fuori del matrimonio, l’indissolubilità del matrimonio, in aggiunta alla tentazione del denaro».
Ah, ecco qui si va ancor più sul concreto: per il divieto dei rapporti sessuali pre-matimoniali, l’indissolubilità del matrimonio e il celibato dei preti, la Chiesa è contro la natura umana, e tentata dal male. Fisiologicamente, ossia per natura propria. Questa accusa non è proprio nuova, e viene soprattutto da sinistra, diciamo da un Enzo Bianchi o Vito Mancuso; ma ora che un neocon come Magdi la fa sua, assume i colori smaglianti dell’inedito. Un neocon egiziano per il matrimonio dei preti. E le nozze gay, no?
Finalmente Magdi ha scoperto la Chiesa Cattolica Apostolica Romana è proprio – come direbbe De Filippo – ‘na schifezza’. Con la «sc» aspirata. È offeso, si sente tradito. Come ha potuto la Chiesa osar ingannare una personalità come lui, che «a testa alta e schiena dritta» s’era degnato di soccorrere il Cattolicesimo? Egli aveva affiancato il Papa nella durissima lotta; che dico il Papa? L’Italia tutta. A noi, come cattolici e come italiani, Allam ha dato «il mio contributo alla rinascita valoriale e identitaria degli italiani». Adesso – oh quanto giustamente! – si sente tradito dalla Chiesa nella «essenza del mio essere persona come depositario di valori non negoziabili, di un'identità certa, di una civiltà di cui inorgoglirsi, di una missione che dà un senso alla vita».
E dunque se ne va. Papa Francesco si rassegni, non tornerà ad aiutarlo. Abbiamo perso per sempre questo grande alleato della Fede. Egli prende commiato dal Battesimo, Cresima e Eucaristia così:
«Continuerò a difendere laicamente i valori non negoziabili della sacralità della vita, della centralità della famiglia naturale, della dignità della persona, della libertà religiosa. Continuerò ad andare avanti con la schiena dritta e a testa alta per dare il mio contributo alla rinascita valoriale e identitaria degli italiani. Lo farò da uomo integro nell'integralità della mia umanità».
Beh, asciughiamo le lacrime. Calcoliamo che è la seconda apostasia quella che Magri Cristiano Allam commette, prima dall’Islam (se era islamico e non copto, come dicono i maligni) e adesso dal cristianesimo, commettendo anche sacrilegio en passant. Ora ci consegnerà anche il nome «Cristiano»; quale adotterà? Israeliano? Luterano? Va’ a capire... Ma certo Magdi ama cambiare. Il che ci fa sperare che consumi la sua terza apostasia. S’è dichiarato ripetutamente ed orgogliosamente italiano, cosa da cui ha tratto qualche vantaggio facendosi eleggere da Lupi & Porci a deputato europeo godendone l’emolumento, nonostante abbia brillato soprattutto per assenze (piazzandosi 716mo su 734 fra i presenti alle sedute plenarie); ha scritto un libro «Io amo l’Italia», ed ha fondato da ultimo un partito con lo stesso nome, «io amo l’Italia». Elezioni però ha fatto un buco, gli italiani non lo amano.
Speriamo che, offeso, anche lui cessi di amarci. E si dimetta da italiano. Di pagliacci ne abbiamo già dei nostri, senza doverli importare.
Un breve post-scriptum per quei lettori, bravi cattolici, che mi hanno accusato di «mancanza di carità» perché in un recente articolo rievocavo la carriera di Magdi Allam. Poveri bravi cattolici, quando mai imparerete a fidarvi di chi sa più di voi, di chi ha più esperienza di voi di uomini e cose? Sono così offeso che quasi quasi mi dimetto dal Battesimo. Del resto, quando l’ho preso, non fu in mondovisione e non me lo dette il Papa, quindi dev’essere scaduto. (Per i cattolici troppo buoni avverto: sto scherzando. Ma «candidi come colombe» va’ insieme ad «accorti come serpenti»).
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