Magdi ex Cristiano Allam
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Poveri noi cattolici: un trauma dopo l’altro. Non bastava l’abdicazione di un Papa. Adesso, anche Magdi «Cristiano» Allam ci lascia soli. «Me ne vado da questa Chiesa debole con l’Islam», annuncia urbi et orbi dalla prima pagina del Giornale. Ma lasciamo la parola a Lui, il gran Convertito, perché la sua è una vera enciclica. Un’enciclica di abiura, scritte da un cardinale in pectore. Un evento storico che può esser paragonato solo alle «tesi di Wittenberg» di Lutero. Ascoltiamolo con la fronte a terra:

«...non credo più nella Chiesa. La mia conversione al cattolicesimo, avvenuta per mano di Benedetto XVI nella notte della Veglia Pasquale il 22 marzo 2008, la considero conclusa ora in concomitanza con la fine del suo papato».

Basta, fine. Conclusa la sua conversione. Così si fa. Essendosi dimissionato il Papa che ti ha battezzato, comunicato e cresimato – tutto in un botto, in pompa magna, eurovisione e con un padrino della statura di Maurizio Lupi – Magdi restituisce i Sacramenti. La Chiesa l’ha fatto troppo soffrire, e non è bastato farsi eleggere deputato europeo dal PDL ad alleviare questa sofferenza. I cinque anni di cattolicesimo, scrive,

«Sono stati 5 anni di passione in cui ho toccato con mano la vicissitudine del vivere da cattolico salvaguardando nella verità e in libertà ciò che sostanzia l’essenza del mio essere persona come depositario di valori non negoziabili, di un’identità certa, di una civiltà di cui inorgoglirsi».

E chi ti capisce meglio di noi, Magdi ex-Cristiano Allam? I nostri anni di passione risalgono addirittura al Concilio, e si ripetono ogni pomeriggio quando assistiamo ad una Messa buttata lì. Però, Magdi, resta con noi, te ne preghiamo. Magari un rinnovato battesimo celebrato in tv, e fatto dal nuovo Papa, potrebbe convincerti?

No, il Deluso lo esclude. A lui, il nuovo non piace:

«La Papalatria che ha infiammato l’euforia per Francesco I e ha rapidamente archiviato Benedetto XVI, è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso di un quadro complessivo di incertezze e dubbi sulla Chiesa».

E tenetevi forte, perché adesso arriva il bello. Magdi ci sta rivelando le magagne della Chiesa Apostolica Romana post-conciliare:

«Se proprio Benedetto XVI denunciando la dittatura del relativismo mi aveva attratto e affascinato, la verità è che la Chiesa è fisiologicamente relativista».

La Chiesa è relativista. E lo è «fisiologicamente», per la sua stessa natura. È questa la dura verità teologica che Magdi sbatte in faccia alla Gerarchia e al popolo:

«...mi ha allontanato dalla Chiesa il relativismo religioso insiste – e in particolare la legittimazione dell'islam come vera religione, di Allah come vero Dio, di Maometto come vero profeta, del Corano come testo sacro, delle moschee come luogo di culto. È una autentica follia suicida il fatto che Giovanni Paolo II si spinse fino a baciare il Corano il 14 maggio 1999, che Benedetto XVI pose la mano sul Corano pregando in direzione della Mecca all’interno della Moschea Blu di Istanbul il 30 novembre 2006, mentre Francesco I ha esordito esaltando i musulmani che che adorano Dio unico, vivente e misericordioso”.

 

D’accordo, d’accordo su tutto, Magdi ex-Cristiano. Solo un dubbio ci resta, e osiamo umilmente proportelo: com’è che dopo aver constatato il relativismo di Benedetto e la sua islamolatria nel 2006, ti sei lasciato battezzare (e cresimare e comunicare) dal medesimo Papa nel 2008? Forse speravi di cambiarlo coi tuoi consigli? Di entrare nella cerchia intima di Ratzinger che lo informava e formava le sue idee? Magari un cappello cardinalizio potrebbe, che so, trattenerti fra noi?

No, niente. Magdi è purtroppo deciso a lasciarci. Perché ha altre lamentele contro la Chiesa Apostolica Romana:

«Infine prendo atto che la Chiesa è fisiologicamente tentata dal male, inteso come violazione della morale pubblica, dal momento che impone dei comportamenti che sono in conflitto con la natura umana, quali il celibato sacerdotale, l’astensione dai rapporti sessuali al di fuori del matrimonio, l’indissolubilità del matrimonio, in aggiunta alla tentazione del denaro».

Ah, ecco qui si va ancor più sul concreto: per il divieto dei rapporti sessuali pre-matimoniali, l’indissolubilità del matrimonio e il celibato dei preti, la Chiesa è contro la natura umana, e tentata dal male. Fisiologicamente, ossia per natura propria. Questa accusa non è proprio nuova, e viene soprattutto da sinistra, diciamo da un Enzo Bianchi o Vito Mancuso; ma ora che un neocon come Magdi la fa sua, assume i colori smaglianti dell’inedito. Un neocon egiziano per il matrimonio dei preti. E le nozze gay, no?

Finalmente Magdi ha scoperto la Chiesa Cattolica Apostolica Romana è proprio – come direbbe De Filippo – ‘na schifezza’. Con la «sc» aspirata. È offeso, si sente tradito. Come ha potuto la Chiesa osar ingannare una personalità come lui, che «a testa alta e schiena dritta» s’era degnato di soccorrere il Cattolicesimo? Egli aveva affiancato il Papa nella durissima lotta; che dico il Papa? L’Italia tutta. A noi, come cattolici e come italiani, Allam ha dato «il mio contributo alla rinascita valoriale e identitaria degli italiani». Adesso – oh quanto giustamente! – si sente tradito dalla Chiesa nella «essenza del mio essere persona come depositario di valori non negoziabili, di un'identità certa, di una civiltà di cui inorgoglirsi, di una missione che dà un senso alla vita».

E dunque se ne va. Papa Francesco si rassegni, non tornerà ad aiutarlo. Abbiamo perso per sempre questo grande alleato della Fede. Egli prende commiato dal Battesimo, Cresima e Eucaristia così:

«Continuerò a difendere laicamente i valori non negoziabili della sacralità della vita, della centralità della famiglia naturale, della dignità della persona, della libertà religiosa. Continuerò ad andare avanti con la schiena dritta e a testa alta per dare il mio contributo alla rinascita valoriale e identitaria degli italiani. Lo farò da uomo integro nell'integralità della mia umanità».

Beh, asciughiamo le lacrime. Calcoliamo che è la seconda apostasia quella che Magri Cristiano Allam commette, prima dall’Islam (se era islamico e non copto, come dicono i maligni) e adesso dal cristianesimo, commettendo anche sacrilegio en passant. Ora ci consegnerà anche il nome «Cristiano»; quale adotterà? Israeliano? Luterano? Va’ a capire... Ma certo Magdi ama cambiare. Il che ci fa sperare che consumi la sua terza apostasia. S’è dichiarato ripetutamente ed orgogliosamente italiano, cosa da cui ha tratto qualche vantaggio facendosi eleggere da Lupi & Porci a deputato europeo godendone l’emolumento, nonostante abbia brillato soprattutto per assenze (piazzandosi 716mo su 734 fra i presenti alle sedute plenarie); ha scritto un libro «Io amo l’Italia», ed ha fondato da ultimo un partito con lo stesso nome, «io amo l’Italia». Elezioni però ha fatto un buco, gli italiani non lo amano.

Speriamo che, offeso, anche lui cessi di amarci. E si dimetta da italiano. Di pagliacci ne abbiamo già dei nostri, senza doverli importare.

Un breve post-scriptum per quei lettori, bravi cattolici, che mi hanno accusato di «mancanza di carità» perché in un recente articolo rievocavo la carriera di Magdi Allam. Poveri bravi cattolici, quando mai imparerete a fidarvi di chi sa più di voi, di chi ha più esperienza di voi di uomini e cose? Sono così offeso che quasi quasi mi dimetto dal Battesimo. Del resto, quando l’ho preso, non fu in mondovisione e non me lo dette il Papa, quindi dev’essere scaduto. (Per i cattolici troppo buoni avverto: sto scherzando. Ma «candidi come colombe» va’ insieme ad «accorti come serpenti»).


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