don C. Nitoglia 06 Dicembre 2014
Introduzione2) I moralisti in genere insegnano che l’imposta giusta, a proporzione costante, non deve superare circa il 10 % -20 % del salario (H. Collins, Manuel de philosophie thomiste, Parigi, Téqui, vol. III, pag. 359). “Bisogna riconoscere che in pratica gli Stati abusano del loro diritto di imporre i tributi, elevandoli a dismisura, senza un’adeguata ragione di bene comune, per cui facilmente i cittadini si convincono della poca giustizia dei tributi... Per questo oggi i teologi parlano di rieducazione dello Stato e dei cittadini alle proprie responsabilità [imporre imposte giuste, e dovere di pagare le imposte giuste, nda]...” (Enciclopedia Cattolica, Città del Vaticano, 1954, vol. XII, col. 512). Cfr. Pio XII, Allocuzione al Congresso dell’Associazione fiscale internazionale, 2. 10. 1956, in «La pace interna delle nazioni. Insegnamenti pontifici», a cura dei monaci di Solesmes, 2ª ed., Roma, Paoline, 1962, pagg. 677-679.
3) R. Bellarmino, De officio principis cristiani, 1682, tr. it., Scritti Spirituali, il dovere del principe cristiano, Morcelliana, Brescia, 1997. In questa parte sulla importanza della virtù nella vita politica mi baso sullo scritto di s. Roberto Bellarmino.
4) De Regimine principum, lib. I, cap. 1.