Le scelte importanti per indirizzare l’esito del Concilio non riguardarono solo gli esclusi. Ci furono chiamate che fecero molto più danni delle esclusioni. Forse per dare lustro, forse per accontentare i soliti immancabili adoratori del nuovo perché nuovo, forse perché arrivò un misterioso ordine esterno, venne chiamato un gesuita, noto per il gran numero di pubblicazioni di teologia. Il gesuita si chiamava Karl Rahner, di cui si è già detto all’inizio. Durante il papato di Pio XII per pubblicare i suoi scritti, visti con diffidenza dalla segreteria vaticana, Rahner doveva chieder l’approvazione preventiva.
Se alla fine del ‘700 la Chiesa aveva compiuto errori gravi nel confrontarsi con l’ Illuminismo, ora si trattava di trovare un accordo con l’Esistenzialismo, una corrente molto variegata e ricca di spunti facilmente riconducibili ad una convivenza con il Cristianesimo. Ma Papa Roncalli riuscì a compiere errori paradossali. Mentre Pio VI davanti all’Illuminismo si era irrigidito, aggrappandosi a concetti arcaici, dove si erano persi anche alcuni principi cardine del Cristianesimo, papa Roncalli venne preso dall’ansia di non apparire conservatore, finendo per precorrere lo sfacelo del modernismo. Ma chi era questo Rahner, chiamato a far da consigliere per guidare al meglio i padri conciliari?
Rahner da giovane era una specie di angelo con gli occhi lampeggianti di una luce fortissima e un po’ ambigua. Da vecchio la sua faccia era lo specchio di una intelligente e penetrante malvagità.
Rahner è stato allievo devoto di Hidegger, il filosofo con idee assolutamente incompatibili con il Cattolicesimo. Era sufficiente prendere nota dell’influenza di Hidegger su Rahner per prevedere che la sua influenza sull’andamento del Concilio sarebbe stata deleteria. Per chiarire questo aspetto si rimanda al capitolo finale dedicato alla storia della filosofia.
Ratzinger si pentirà di essersi inizialmente accodato alla linea tracciata da Rahner. Diventato papa cercherà di correggere alcune storture del Concilio, ma non ci riuscirà e ne verrà schiacciato. Anche lui all’inizio aveva creduto nel demone della potenza, aveva creduto che la forza della ragione avrebbe creato una nuova fede che non aveva bisogno dei miracoli. Ma la gente cerca i miracoli, ha bisogno dei miracoli, perché i miracoli entrano nella carne, avvertono della presenza di Dio, della sua potenza, della sua grandezza.
(fine prima parte)
Raffaele Giovannelli
1) Maurizio Blondet, «Rahner I Papa?», EFFEDIEFFE, 12 Dicembre 2013
2) Karl Rahner nasce a Friburgo in Brisgovia nel 1904 da genitori cattolici (morirà a Innsbruck, nel 1984). In gioventù frequentò il movimento cattolico del Quickborn dove conobbe Romano Guardini. Entrò nell'ordine dei gesuiti nel 1922. Per la sua formazione fu importante aver seguito Heidegger dal 1934 al 1936. Nel 1963 venne chiamato fra i teologi del Concilio Vaticano II. Nel 1964 vinse la cattedra di teologia presso la Ludwig-Maximilians-Universität München. Le sue lezioni sul tema «introduzione al Cristianesimo» saranno la base per la sua fondamentale: Grundkurs des Glaubens (1975). Fu di sinistra sino a sostenere i movimenti della teologia della liberazione. E’ sepolto nella cripta della Chiesa dei Gesuiti di Innsbruck.
3) Daniele Menozzi, «La Chiesa cattolica e la secolarizzazione», Einaudi, 1997
4) Aldo Cazzullo: Padre Pio un immenso inganno, commento al libro di Sergio Luzzatto, Corriere della Sera, 25 ottobre 2007. La parte più scottante del libro si basa su annotazioni di Papa Giovanni conservate negli archivi del Vaticano. E’ difficile capire perché quegli archivi si spalanchino per Sergio Luzzatto, storico, ebreo, che con sottile perfidia mette in evidenza conflitti veri o presunti tra uomini di Chiesa e di fede, per arrivare infine a gettare discredito su tutti gli attori in gioco, sino a mostrare aspetti mortalmente negativi per la stessa Chiesa nel suo complesso. Se poi qualche storico di parte cattolica o semplicemente non favorevole ad Israele, pretendesse di raccontare fatti ed idee riguardanti poniamo ad esempio le efferatezze compiute dallo stato d’Israele contro i palestinesi, allora il consiglio ebraico al completo griderebbe allo scandalo di un risorgente odio verso gli ebrei. Dall’articolo citato è utile riportare qualche stralcio: «… Giovanni XXIII annotava: «I suoi rapporti scorretti con le fedeli fanno un disastro di anime» .«Stamane da mgr Parente, informazioni gravissime circa P.P. e quanto lo concerne a S. Giov. Rotondo. L’informatore aveva la faccia e il cuore distrutto». L’informato è Giovanni XXIII. P.P. è Padre Pio. E queste sono le parole che il Papa annota il 25 giugno 1960, su quattro foglietti rimasti inediti fino a oggi e rivelati da Sergio Luzzatto. «Con la grazia del Signore io mi sento calmo e quasi indifferente come innanzi ad una dolorosa e vastissima infatuazione religiosa il cui fenomeno preoccupante si avvia ad una soluzione provvidenziale. Mi dispiace di P.P. che ha pur un’anima da salvare, e per cui prego intensamente» annota il Pontefice. «L’accaduto—cioè la scoperta per mezzo di filmine, si vera sunt quae referentur, dei suoi rapporti intimi e scorretti con le femmine che costituiscono la sua guardia pretoriana sin qui infrangibile intorno alla sua persona— fa pensare ad un vastissimo disastro di anime, diabolicamente preparato, a discredito della S. Chiesa nel mondo, e qui in Italia specialmente. Nella calma del mio spirito, io umilmente persisto a ritenere che il Signore faciat cum tentatione provandum, e dall’immenso inganno verrà un insegnamento a chiarezza e a salute di molti». «Disastro di anime». «Immenso inganno ». Una delle «tentazioni» con cui il Signore ci mette alla prova. Espressioni durissime. Che però non si riferiscono alla complessa questione delle stigmate, su cui si sono concentrate le prime reazioni al saggio di Luzzatto, «Padre Pio. Miracoli e politica nell’Italia del Novecento». All’inizio dell’estate 1960, Papa Giovanni è appena stato informato da monsignor Pietro Parente, assessore del Sant’Uffizio, del contenuto delle bobine registrate a San Giovanni Rotondo. Da mesi Roncalli assume informazioni sulla cerchia delle donne intorno a Padre Pio, si è appuntato i nomi di «tre fedelissime: Cleonilde Morcaldi, Tina Bellone e Olga Ieci», più una misteriosa contessa che induce il Pontefice a chiedere se il suo sia «un vero titolo oppure un nomignolo». Nel sospetto—cui il Papa presta fede—che la devozione delle donne nei confronti del cappuccino non sia soltanto spirituale, Roncalli vede la conferma di un giudizio che aveva formulato con decenni di anticipo. Gli appunti di Roncalli rappresentano uno dei passaggi salienti dell’ opera di Luzzatto. …. Un mito che nasce sotto il fascismo (Luzzatto dedica pagine che faranno discutere al «patto non scritto» con Caradonna, il ras di Foggia; ed è un fatto che le prime due biografie di Padre Pio sono pubblicate dalla casa editrice ufficiale del partito, la stessa che stampa i discorsi del Duce). … Scrive Luzzatto che «l’importanza di Padre Pio nella storia religiosa del Novecento è attestata dal mutare delle sue fortune a ogni morte di Papa». Benedetto XV si dimostrò scettico, permettendo che il Sant’Uffizio procedesse da subito contro il cappuccino. Più diffidente ancora fu Pio XI: sotto il suo pontificato si giunse quasi al punto di azzerarne le facoltà sacerdotali. Pio XII invece consentì e incoraggiò il culto del frate. Giovanni XXIII autorizzò pesanti misure di contenimento della devozione. Ma Paolo VI, che da sostituto alla segreteria di Stato aveva reso possibile la costruzione della Casa Sollievo della Sofferenza, da Pontefice fece in modo che il frate potesse svolgere il suo ministero «in piena libertà». Albino Luciani, che per poco più di un mese fu Giovanni Paolo I, da vescovo di Vittorio Veneto scoraggiò i pellegrinaggi nel Gargano. Mentre Wojtyla si mostrò sempre profondamente affascinato dalla figura del cappuccino, che sotto il suo pontificato fu elevato agli altari. ….»
5) H. U. von Balthasar, Gloria: una estetica teologica. 1: La percezione della forma (Milano: Jaca Book, 1975). Su von Balthasar cf. E. GUERRIERO, Hans Urs von Balthasar (Cinisello Balsamo: Paoline, 1991) Bibliografia: Balthasar, Hans Urs von (Lucerna 1905 - Basilea 1988), teologo cattolico svizzero. Compì gli studi di germanistica e filosofia a Vienna, Berlino e Zurigo. Nel 1929 entrò come novizio nella Compagnia di Gesù; nel 1944 fondò, con la dottoressa e mistica svizzera Adrienne von Speyr (1902-1967), l’Istituto secolare della Comunità di Giovanni, il cui scopo era trovare nuove modalità di presenza del messaggio evangelico nella vita quotidiana; nel 1950, impossibilitato a conciliare l’impegno per la Comunità con le richieste dell’ordine, lasciò i gesuiti. Non fu tra i teologi invitati al Concilio Vaticano II; nel 1984, tuttavia, gli venne conferito il premio Paolo VI per la teologia e nel 1988 fu nominato cardinale da Giovanni Paolo II. Morì due giorni prima della cerimonia di consegna della berretta cardinalizia.
6) Massimo Introvigne, La vocazione religiosa cattolica: declino e risveglio: un’analisi sulla base dei criteri della "rational choice", Cristianità n. 303 (2001)
7) R. Giovanelli, I libri Carolini, le Indulgenze e I BTP.
8) R. Stark e R. Finke, Catholic Religious Vocation: Decline and Revival, in Review of Religious Research, vol. 42, n. 2, Nashville (Tennessee) dicembre 2000, pp. 125-145.
9) Armando Torno, Il filosofo del Reich, un cattolico nascosto, Corriere della Sera, p. 29, 20 giugno 2011
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