don C. Nitoglia 07 Febbraio 2016
La “nuova” dottrina di Francesco I implicitamente risale a Giovanni XXIII ed esplicitamente a Giovanni Paolo II1] «[I Giudei] hanno ucciso il Signore Gesù ed i Profeti, ci hanno perseguitato, non piacciono a Dio, sono nemici di tutti gli uomini, impedendoci di predicare ai pagani per la loro salvezza» (S. Paolo, 1ª Tess., II, 15- 16).
2] Da s. Ignazio d’Antiochia †107 sino a s. Agostino †430; passando per s. Giustino †163, s. Ireneo †200, Tertulliano †240, s. Ippolito di Roma †237, s. Cipriano †258, Lattanzio †300, s. Atanasio †373, s. Ilario di Poitiers †387, s. Gregorio Nazianzeno †389, s. Ambrogio di Milano †397, s. Cirillo d’Alessandria †444. Una studiosa di patrologia di origini israelitiche, Denise Judant, ha scritto: “Il tono di Notra aetate è molto diverso da quello dei Padri. […] I Padri ecclesiastici unanimemente e quindi infallibilmente hanno accusato l’insieme del popolo ebraico di aver condannato a morte Gesù” (Judaisme et Christianisme, Parigi, Cèdre, 1969, p. 87).
3] Il magistero della Chiesa non ha mai nascosto l’opposizione tra Sinagoga e Gesù: 1°) Innocenzo iv (1244), “Impia judeorum perfidia”: «I giudei, ingrati verso Gesù, disprezzando la Legge mosaica e i Profeti, seguono certe tradizioni dei loro antenati che son chiamate Talmùd, il quale si allontana enormemente dalla Bibbia ed è pieno di bestemmie verso Dio, Cristo e la Vergine Maria»; 2°) Giovanni XXII (1320), “Dudum felicis”: esprime lo stesso concetto; 3°) Paolo IV (1555), “Cum nimis absurdum”: «I giudei sino a che persistono nei loro errori, riconoscano che sono servi a causa di essi, mentre i cristiani sono stati fatti liberi da Gesù Cristo Nostro Signore»; 4°) Pio IV (1566), “Dudum felicis”: esprime lo stesso concetto; 5°) Pio V (1569), “Hæbreorum”: «Il popolo ebreo, un tempo eletto da Dio, poi abbandonato per la sua incredulità, meritò di essere riprovato, perché ha con empietà respinto il suo Redentore e lo ha ucciso con morte vergognosa. La loro empietà è giunta ad un tal livello che, per la nostra salvezza, occorre respingere la forza di tanta malizia, la quale con sortilegi, incantesimi, magia e malefici induce agli inganni di Satana moltissime persone incaute e semplici»; 6°) Gregorio XIII (1581), “Antiqua judeorum”: «I giudei, divenuti peggiori dei loro padri, per nulla ammansiti, a nulla rinunziando del loro passato deicidio, si accaniscono anche adesso nelle sinagoghe contro N. S. Gesù Cristo ed estremamente ostili ai cristiani compiono orrendi crimini contro la religione di Cristo»; 7°) Clemente VIII (1593), “Coeca et obturata”: esprime gli stessi concetti; 8°) Benedetto XIV (1751), “A quo primum”: «Ogni traffico di merci utili è gestito dai giudei, essi possiedono osterie, poderi, villaggi, beni per cui, diventati padroni, non solo fanno lavorare i cristiani senza posa, esercitando un dominio crudele e disumano su di essi. Inoltre dopo aver accumulato una grande somma di denaro, con l’usura prosciugano le ricchezze e i patrimoni dei cristiani»; 9°) Pio IX (1874-1878), “Discorsi del sommo Pontefice Pio IX pronunciati in Vaticano”: Egli chiama gli ebrei «cani», divenuti tali da «figli» che erano, «per la loro durezza ed incredulità». Il Pontefice continua definendoli «bovi», che «non conoscono Dio» ed aggiunge «popolo duro e sleale, come si vede anche nei suoi discendenti», che «faceva continue promesse a Dio e non le manteneva mai». Inoltre papa Mastai stabilisce un parallelo tra la Chiesa del suo tempo e quella delle origini, asserendo: «le tempeste che l’assalgono sono le stesse sofferte alle sue origini; allora erano mosse dai pagani, dagli gnostici e dagli ebrei, e gli ebrei vi sono ancora presentemente». Quindi ricorre all’espressione di «Sinagoga di Satana» per meglio identificarli; 10°) Pio XI (1937), “Mit brennerder Sorge”: «Il Verbo doveva prender carne da un popolo che lo avrebbe poi confitto in croce». Lo stesso Pio XI nella famosa “enciclica nascosta” (Humani Generis Unitas) che non fu promulgata, data la morte del Papa avvenuta il 10 febbraio 1939, scriveva: «la vera natura della separazione sociale degli ebrei dal resto dell’umanità, ha un carattere religioso e non razziale. La questione ebraica, non è una questione di razza, né di nazione, ma di religione e, dopo la venuta di Cristo, una questione di cristianesimo... Il popolo ebreo ha messo a morte il suo Salvatore [...]. Constatiamo in questo popolo un’inimicizia costante rispetto al cristianesimo. Ne risulta una tensione perpetua tra ebrei e cristiani mai sopita. Il desiderio di vedere la conversione di tale popolo non acceca la Chiesa sui pericoli ai quali il contatto con gli ebrei può esporre le anime. Fino a che persiste l’incredulità del popolo ebraico la Chiesa deve prevenire i pericoli che questa incredulità potrebbe creare per la fede e i costumi dei fedeli».
4] Mentre il card. Kurt Koch nel Documento del 10 dicembre 2015 scrive che “L’humus degli ebrei e dei cristiani è l’ebraismo del tempo di Gesù, che ha dato origine non solo al cristianesimo, ma anche all’ebraismo rabbinico post-biblico” (n. 15).
5] Per l’accordo di Bea con Nahum Goldmann cfr. Lazare Landau, in “Tribune Juive” n. 903, gennaio 1986 e n. 1001, dicembre 1987; E. Toaff, Perfidi giudei fratelli maggiori, Milano, Mondadori, 1987; Id. Essere ebreo, Milano, Longanesi, 1997.