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Povera Chiesa
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Giorni fa, un TG. Intervistato il cardinal Martini, smagrito e malato. L’intervistatrice gli chiede come si pone davanti ai progressi del male (il Parkinson) e, implicitamente, davanti alla propria morte. Risposta: «Ascolto Mozart. Così cerco di convivere con le cose spiacevoli guardando ai lati meno spiacevoli».

Luigi XIV, il Re Sole, sbottò un giorno, davanti a non so quale difficoltà: «Perchè Dio non mi aiuta, dopo tutto quel che ho fatto per Lui?». Ebbene: persino questa frase comica dimostra più fede in chi la dice, che la frase dell’ex arcivescovo di Milano. Al cardinale non sono venute a mente neppure le untuose espressioni di cui i porporati sono specialisti, un’allusione minima a  Dio, alla croce, alla sofferenza redentrice. «Ascolto Mozart». E’ la risposta di un ateo.

Non faccio polemica, sarebbe inutile. A questo punto, si può solo  pregare per il cardinale che nemmeno vicino alla morte riesce a raccomandarsi a Gesù. Resta lo sgomento per una Chiesa dove ci sono cardinali atei. Carlo Maria Martini non è il solo, perchè quasi la metà votarono per lui al Conclave, ed oggi ancora si atteggia a contro-Papa. Potevamo avere un papa ateo.

Il Papa attuale, che ci ostiniamo a ritenere una brava persona, riceve Bush con tutti gli onori - sordo alle due guerre che ha scatenato con menzogne, alle due occupazioni illegittime, al genocidio del popolo iracheno. L’amico Siro mi ricorda che quando fu Hitler a visitare Roma, Pio XI si ritirò a Castelgandolfo: e allora (era il 1938) Hitler non aveva ancora fatto alcuna guerra. Questi «onori senza precedenti» resi da un Papa al peggior presidente americano della storia, fanno essi stessi sgomento. Se non altro, perchè provano una mancanza di lucidità di giudizio, un «prendere parte» nel crinale più scottante e moralmente più discutibile dell’attualità - oltretutto in ritardo, mentre Bush tramonta. Cosa voglio dire?

Che da troppi anni la Chiesa gerarchica ci lascia senza una limpida guida; e da troppi, è affollata da disubbienze che ne hanno scosso la credibilità e autorità. Lo dico in riferimento a due articoli pubblicati su questo sito, e che sono spiaciuti a molti: «A Medjugorie non la Madonna ma il demonio», di Franco Adessa, e «Schizofrenia ortodossa», di Stefano Maria Chiari. Viste le proteste, sono andato a rileggermeli.

Le parole del vescovo di Mostar, Ratko Peric, sui fenomeni di Medjugorie, mi sembrano decisive nella loro gravità. A Medjugorie c’è «uno scisma», dice. «Nessun sacerdote… è autorizzato a presentare la sua opinione privata, contraria alla posizione ufficiale della Chiesa sulle apparizioni e messaggi…». «Perciò, invito quelli che dicono di sé di essere ‘veggenti’, di mostrare l’obbedienza ecclesiastica e di cessare con tali pubbliche comparse e comunicati in questa parrocchia. Con ciò manifesteranno il loro dovuto senso ecclesiale non mettendo le ‘apparizioni’ private... sopra la posizione ufficiale della Chiesa».

Ciò dovrebbe tagliare la testa al toro, se la Chiesa gerarchica avesse ancora una credibilità. Invece, miriadi di sacerdoti - a cominciare da padre Livio di Radio Maria - si autorizzano a «presentare la loro opinione privata su apparizioni e messaggi». E decine di migliaia di fedeli li seguono. Ma è colpa loro? «La Chiesa è un’istituzione seria e responsabile», scrive il vescovo di Mostar. Ecco il punto debole.

Una Chiesa responsabile lascia alzare al grado di cardinale un ateo, e da decenni senza imporgli silenzio e discrezione? Lascia scrivere a un altro cardinale, Lustiger, che la teologia della sostituzione «è un’appropriazione abusiva e blasfema dell’elezione di Israele e che «la vittima assoluta, di cui Gesù è un simbolo, è Israele»?

La parola «eresia» è stata cancellata dal dizionario ecclesiastico dopo il Concilio. Così, non sappiamo nè possiamo essere certi se quello che accade a Medjugorie è satanico o santo. Avremmo bisogno di saperlo dalla Chiesa.

Io, a Medjugorie, ci sono stato più volte come giornalista. Ho visto folle di persone semplici che avevano ritrovato la fede, e la virtù del digiuno e del Rosario. Ho simpatizzato con loro, mi spiacerebbe offenderle. Però le cose che dice Adessa, alcune delle quali non sapevo, sono gravi e importanti se accertate: la visione «preannunciata» dal carismatico padre Tardif, la prima apparizione che suscita terrore nei «veggenti», la comparsa diabolica... inoltre, io stesso sono colpito dalla ripetitività e banalità dei messaggi, anzi messaggini, ormai in numero di 40 mila.  Ma non posso fidarmi di Adessa, dovrei fidarmi della Chiesa. Gerarchica e responsabile. Lo è?

Questo vale per tutti i movimenti e «carismi» che pullulano nel ventre cattolico, neocatecumenali, ciellini, pentecostali. Vale anche, apprendo, per il movimento Tradizione Famiglia e Proprietà, il cuore del «tradizionalismo» cattolico, da cui nasce il movimento Cristianità con Massimo Introvigne e Piero Cantoni - oggi portatori in Italia del verbo neocon, che non pare dispiacere al Papa. Leggo che i suoi adepti sono educati «al disprezzo di classe» verso gli umili e i poveri, al «gusto del lusso e dell’ozio». Leggo che praticano un culto sospetto del loro fondatore, Plinio Correia de Oliveira, e della sua madre donna Lucilla, invocata con litanie come la Madonna («Madre del principio assiologico, prega per noi»).

Ma da dove vengono queste informazioni? Da transfughi dal movimento, da genitori allarmati per i loro figli rapiti dalla setta, e che risultano di una «incredibile durezza di cuore» (1). Vorrei, come credente normale e non facente parte di gruppi, una parola chiara dalla Chiesa. Tutti questi gruppi si dicono cattolici; quanti ne hanno diritto? Vorrei risposta a tante domande sgradevoli.

A Medjugorie, per esempio, si può applicare la benevola idea della «pia frode»? Nella Cristianità medievale, come notò maligno Voltaire, si faceva gran commercio di reliquie, anche false. I «veri chiodi della santa Croce», radunati insieme, sarebbero tonnellate; e i «frammenti della santa Croce», quintali. Ma queste false reliquie accesero fede vera. Vale anche per Medjugorie? Il concetto «dai frutti li riconoscerete» vale lì? Il diavolo può incitare a digiuni e rosarii?

Il vescovo di Mostar, ossia l’autorità ecclesiastica legittima, assicura di no. Ma il cardinal Suenens dice di sì. Ed è vero che il cardinal Suenens ha nel suo passato un matrimonio civile, oppure una diceria? Qual è, qui, l’autorità da obbedire?

Così mi addolora che Chiari metta in luce la «schizofrenia» della Chiesa ortodossa. Certo, ci sono scrizofrenie, ci sono falle nell’ortodossia. Ma le falle della Chiesa cattolica e le sue schizofrenie, non possiamo tacerle. In nome di cosa giudichiamo la loro pagliuzza o trave nell’occhio?

Temo che qui siamo nel tifone di una immensa degradazione delle fede cristiana, che non lascia alcuno indenne. In questa situazione, persino le puntigliose messe a punto di Adessa e Chiari assumono un sapore  sgradevole. Anzitutto, sono dette a nome di una Chiesa che - dal  Concilio - non accetta più tali messe a punto, non le fa in proprio, che ha cancellato ogni idea di eresia.

In questo contesto, l’accentuazione degli errori e delle illusioni, il loro chiamarle sataniche - forse necessario - assume il senso di un settarismo contro altri. Di un normativismo contro millenarismi irrazionalismi e visionarismi, che rischia di essere fariseo. Fa bene mettere il dito su ciò che divide e separa? Alzare muri? Forse è necessario. Ma dovrebbe dirlo la Chiesa.

Non so come uscirne. Personalmente vivo nella coscienza che Gesù non era fariseo. Che Egli vuole salvare tutti, ed ha il potere per farlo; e che ha le sue vie per farlo, che noi non conosciamo. Vivo questa immensa crisi con la vaga speranza che l’Eucarestia che ricevo sia valida, tutto qui.

Ma ciò non diminuisce lo sgomento: un cardinale ateo. Uno sposato civilmente. Uno che è tornato all’ebraismo talmudico, e tutti restano nella Chiesa. E sullo sfondo, un pullulare di movimenti che saranno anche «carismi», ma che fra cinquant’anni - se resistono - faranno a pezzi la tunica inconsutile. Già ora i ciellini vanno alle messe cielline, i neocatecumenali alle messe neocat, i medjugorini aspettano l’avverarsi dei «segreti profetici», altri vanno alla messa in latino... fra pochi anni, saranno altrettante chiese. Perchè il pastore ha abbandonato il suo compito.

L’unità della Chiesa è già un «pandemonium»? Me lo chiedo. Il peggio è che non se lo chiedono i Papi e i cardinali, che anzi per loro «tutto è normale».  Business as usual.

Non può non venire a mente la visione che Leone XIII ebbe il 13 ottobre 1884 e che lo terrificò: disse che la visione riguardava il futuro della Chiesa e il potere di Satana su di essa. A causa di questa visione, quel Papa ordinò che alla fine di ogni Messa fosse recitata l’invocazione all’arcangelo Michele, il nemico metafisico di Lucifero: «Sancte Michael arcangele, defende nos in proelio. Contro nequitiam et insidias diaboli esto praesidium. Imperet illi Deus, supplices deprecamur. Tuque Princeps militae caelestis Satanas aliosque spiritus malignos, qui ad perditionemn animarum pervagantur in mundo, divina virtude in infernum detrude, Amen».

Leone Papa intese questo esorcismo come uno scudo all’opera di Satana nella Chiesa. La Chiesa conciliare ha cancellato questa preghiera. Perché? Era inutile? Faceva male a chi? Perchè Benedetto XVI non la rimette in vigore?




1) Luigi copertino, «Spaghetticons - La deriva neoconservatrice della destra cattolica italiana», Il Cerchio, Rimini, 2008. Specie il capitolo VI, «Tradizione, famiglia e... latifondo».

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