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Ratzinger e Bergolio: due facce della stessa medaglia
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L’abbazia di Trisulti in vendita un’immagine eloquente dell’ambiente ecclesiale odierno…

La storia di Trisulti

La magnifica Abbazia di Trisulti (Collepardo di Frosinone) era un palazzo di caccia appartenente alla famiglia dei Conti di Segni, che nel 1204 venne donato da Lotario di Segni (divenuto papa Innocenzo III) ai monaci Certosini, i quali la lasciarono - dopo avervi vissuto, lavorato e pregato per oltre 700 anni[1] - nel 1947 a circa 60 monaci Cistercensi, che vi vennero a piedi (facendosi largo tra i rovi e le sterpaglie a colpi di roncola) dalla loro bellissima Abbazia di Casamari (FR) fondata da S. Bernardo di Chiaravalle, vicina a quella di Fossanova ove morì - il 7 marzo del 1274 - S. Tommaso d’Aquino e dove si può visitare ancora la camera in cui spirò dopo aver ricevuto ivi gli ultimi Sacramenti ed aver commentato il Cantico dei Cantici sdraiato sul nudo pavimento mentre stava per rendere l’anima a Dio.

La morte dall’Abbazia di Trisulti

Purtroppo i monaci Cistercensi, che hanno vissuto a Trisulti sino a poco tempo fa, non hanno avuto nuove vocazioni, son quasi tutti morti e l’Abbazia è stata ceduta al Ministero dei Beni Culturali nel 2016.

Trisulti concessa ai teocon

Quello che lascia più addolorati e più stupiti dell’accaduto è non solo il fatto dell’abbandono dell’Abbazia da parte dei monaci per mancanza di nuove vocazioni, ma il fatto che l’Abbazia sia stata concessa dalla S. Sede e dall’Ordine cistercense assieme al Ministero dei Beni Culturali (per un “canone” di  circa 100 mila euro annui) ai “teocon” anglo/americani, che vi hanno impiantato un’associazione denominata “Dignitatis Humanae Institute” nello spirito dell’Amicizia Giudaico/Cristiana. Quest’Institute è stato fondato da Benjamin Harnwell, teo/conservatore inglese amico intimo di Steve Bannon (l’ex consigliere alt-right del Presidente statunitense Donald Trump), dell’on. Rocco Buttiglione e Luca Volonté, ex “ciellini” e democristiani passati tranquillamente dalla destra di Berlusconi al Partito Democratico post-comunista e viceversa (cfr. Adriano Marzi, Il Venerdì di Repubblica, 22 dicembre 2017, p. 27).

Lo svolgersi degli avvenimenti

Cerchiamo di approfondire il fattaccio per trarvi una lezione morale.

Luca Kocci, L’abbazia di Trisulti, dai monaci certosini ai teocon? in “Adista” (n. 2 del 20 gennaio 2018) scrive che il Ministero dei Beni Culturali, guidato allora dal Ministro Dario Franceschini, ha pubblicato nell’ottobre del 2016 un bando per l’assegnazione dell’Abbazia di Trisulti, restituita dai Certosini al Ministero italiano per problemi economici e vocazionali. Tale bando è stato vinto dall’Associazione “Dignitatis Humanae Institute” un’Entità che opera per “la difesa delle fondamenta giudaico-cristiane della civiltà occidentale”.

Il titolo e le finalità dell’Entità son tutto un programma. Infatti la titolazione “Dignitatis Humanae” viene dalla omonima Dichiarazione del Concilio Vaticano II (7 dicembre 1965) sulla “Libertà delle religioni”; mentre lo scopo della suddetta Entità - del tutto conseguente al titolo -  è quello di difendere la “civiltà occidentale”, ossia la “barbarie” moderna e contemporanea nata dalla Rivoluzione anglo/americana (XVII/XVII secolo) e consolidatasi nel corso dei secoli successivi a spese della Cattolicità romano/europea, che si è vista soppiantare dall’Inghilterra e dagli Stati Uniti d’America, due Superpotenze fondate su tre pilastri ideologico/finanziari: il Protestantesimo, la Massoneria e il Giudaismo talmudico o post-biblico, che si ostina a non riconoscere la Divinità di Gesù e la SS. Trinità, ossia i dogmi fondamentali del Cattolicesimo.

Un’obiezione

Sorge, quindi, spontanea una domanda: come può il Giudaismo talmudico, che ha fatto metter in Croce Cristo dai Romani - dopo averlo rifiutato e combattuto costantemente durante i 3 anni della sua vita pubblica - essere amico del Cristianesimo? La risposta, a rigor di logica, è chiara: l’amicizia sussistente tra il Giudaismo odierno (sostanzialmente diverso da quello mosaico o vetero-testamentario, tutto relativo al Nuovo Testamento, a Cristo e al Vangelo) e il Cristianesimo è la stessa che intercorre tra il carnefice e la vittima, il lupo e la pecora.

In San Paolo (1a Tess., II, 15) è rivelato che “I Giudei[2] non piacciono a Dio, hanno crocifisso il Signore Gesù. Perseguitarono i Profeti e perseguitano noi Apostoli, impedendoci di predicare il Vangelo affinché i Pagani non si convertano”. Inoltre Gesù stesso parlando negli ultimi suoi giorni con i Capi del Giudaismo farisaico o rabbinico/talmudico ha detto loro: “voi avete per padre il diavolo e volete soddisfare ai desideri del padre vostro, che fu omicida sin da principio” (Giov., VII, 44).

“Et ecce in pace amaritudo mea amarissima” (Isaia, XXXVIII, 17)

Ma le sorprese non son finite. Lo sbalordimento più amaro e in un certo senso più rivelatore (da cui dobbiamo trarre le conclusioni attualmente più importanti per i Cristiani che in questi tempi apocalittici vogliono mantenere la Fede di sempre) è stata quella di apprendere chi sono i “Prelati” vicini e sostenitori del “Dignitatis Humanae Institute”: il card. Francis Arinze, Walter Brandmueller, Raymond Burke, Malcom Ranjith, Robert Sarah, Angelo Scola, Elio Sgreccia e Raffaele Martino.

In breve (quasi) tutti coloro che 1°) sostengono la Messa tradizionale, nello spirito del Motu proprio Summorum pontificum del 7. VII. 2007 di Benedetto XVI; 2°) si oppongono alle aperture “teo/democratiche” di papa Bergoglio in materia di morale matrimoniale e di politica filo extracomunitaria.

Morale della favola: Trisulti doceat!

Conclusione: non dobbiamo farci illusioni. I Cristiani veramente fedeli al Vangelo si trovano tra due fuochi o come suol dirsi “tra Scilla e Cariddi”: tra i “teocon” e i “teodem”. I cosiddetti “cardinali conservatori” in realtà sono dei giudaizzanti (nel senso teologico della parola), che ritengono possibile e doverosa l’alleanza tra Cristianesimo e Giudaismo, come se l’Antica Alleanza non fosse stata revocata, sostituita e perfezionata dalla Nuova ed Eterna Alleanza. Certamente il Comunismo è ateo, materialista e “intrinsecamente perverso” (Pio XI, Enciclica Divini Redemptoris Missio, 19 marzo 1937), ma è un errore grossolano, evidente e facilmente evitabile[3]. Invece il conservatorismo anglo/americano occulta la sua malizia sub specie boni, ossia agisce come “il diavolo tentatore, che si spaccia per l’Angelo buono” (S. Ignazio da Loyola): la difesa della Famiglia, della Tradizione, della Proprietà, specialmente del latifondo ed anche dulcis in fundo (da Giovanni Paolo II e Benedetto XVI) della Messa “tridentina”. Quindi quest’errore è “nascosto”, come “una serpe tra l’erba” (“latet in erba anguis”, Virgilio) e può mordere chi si avvicina incautamente: “latrare potest, mordere non potest nisi volentem”. Caveamus!

Certamente l’inimicus homo, di cui parla il Vangelo (Mt., XIII, 25), ha lavorato molto bene: da 50 anni a questa parte ha seminato la zizzania sia a destra che a sinistra, lasciandoci in mezzo a due fuochi o “tra Scilla e Cariddi”, ossia tra i modernisti filo-comunisti (“teodem”) e vicini alla “Teologia della Liberazione” da una parte e i modernisti-conservatori (“teocon”) filo-sionisti e giudaizzanti dall’altra parte.

Non si può separare Bergoglio da Ratzinger e da Giovanni Paolo II[4], son sostanzialmente la stessa cosa con delle differenze accidentali: ciò che li accomuna è il neo-modernismo del Vaticano II, ciò che li differenzia è il modo con cui esso viene presentato, interpretato e applicato: più velocemente e rozzamente da Bergoglio, più lentamente e finemente da Ratzinger.

In mezzo a questi due fuochi nemici dove andremo a ripararci? Vengono spontanee alla mente le parole di Pietro a Gesù: “Dove andremo, Signore? Tu solo hai parole di vita eterna” (Giov., VI, 70). Ma Gesù ci rincuora: “Nolite timere pusillus grex! Placuit Patri vestro dare vobis Regnum” (Lc., XII, 32).

Occorre evitare l’errore sia per eccesso che per difetto, sia di “destra” che di “sinistra”, sia il Bergoglismo che il Ratzingerismo, sia il filo-comunismo “teodem” extra-comunitarista (in cui l’afro/americano rimpiazza il proletario e lo studente sessantottino - oramai inesistenti perché estinti e morti per benessere consumistico e per overdose - per fare la rivoluzione comunista) che il teo/conservatorismo sionista e giudaizzante (in cui  è il massone a fare la “rivoluzione conservatrice” liberal/liberista). Quindi  rimaniamo attaccati a ciò che Gesù ha rivelato, (che troviamo nella Tradizione apostolica e nella S. Scrittura interpretate dal Magistero costante e tradizionale della Chiesa[5]) e fuggiamo le lusinghe delle sirene, che oggi provengono dagli amanti le “periferie esistenziali” o dagli estetizzanti tutti “pizzi e vecchi merletti”.

Trisulti docet! Se non vogliamo far la sua fine: una magnifica struttura, ma senza più vita monastica e cristiana, paragonabile artisticamente e per imponenza architettonica al Tempio di Gerusalemme, di cui non è rimasta fisicamente “pietra su pietra”. Sembra quasi una rivincita dei “costruttori del Tempio”: riprendere ai Romani, che avevano distrutto il loro Tempio l’Abbazia ciociara per farvi abitare i “figli del Tempio e della Loggia”.

Attenzione! se dovessimo stringere la “mano tesa” da Bergoglio faremmo la fine di Trisulti: resterebbe la “struttura”, ma perderemmo l’anima.

Tuttavia non perdiamoci di coraggio: l’ultima parola spetta al Signore Gesù e non al Sinedrio o a Giuda Iscariota, che tradì Cristo per “30 denari” (Mt., XXVI, 15). Accettare la mano tesa di Bergoglio o di Ratzinger significherebbe oggi accettare di rinnegare Gesù per un accordo pratico, anche se non teoricamente o dottrinalmente, barattandolo per un “piatto di lenticchie” (Gen., XXV, 34) o per “30” vili “denari” con “l’Amicizia Giudaico/Cristiana” o con “le periferie esistenziali”. Trisulti doceat!

d. Curzio Nitoglia



[1] Ed avervi, infine, ospitato circa 5 mila sfollati dalle bombe degli “Alleati” durante la fine della Seconda Guerra Mondiale.

[2] Nel Nuovo Testamento la parola Judaei è riferita specificatamente agli Ebrei che non hanno ricevuto Gesù come Messia e Verbo Incarnato, ma lo hanno combattuto e condannato a morte; che inoltre hanno continuato ostinatamente a perseguitare gli Apostoli, facendoli martirizzare e che sino ad oggi perseverano in questa Fede deviata o perfidia (“per/fidem”). Non è, quindi, un’opposizione biologica, di razza o di sangue che la parola Giudei significa, ma l’opposizione tra Cristianesimo e Giudaismo post-biblico, ossia l’inimicizia del Giudaismo rabbinico/talmudico contro la SS. Trinità, il Verbo Incarnato e la sua Chiesa. Come si vede è contraddittorio parlare di “Giudeo/Cristianesimo”, come è contraddittorio parlare di un “cerchio/quadrato”. Ne consegue che è del tutto lecito e doveroso per un Cristiano distinguersi e lottare contro il Giudaismo post-biblico, che a partire dalla vita pubblica di Cristo non ha mai cessato di odiarlo assieme ai Cristiani e al Cristianesimo.

[3] Inoltre all’origine del Comunismo bolscevico vi è una preponderanza di elementi provenienti dal Giudaismo talmudico, cfr. A. Solgenitsin, Due secoli insieme, Napoli, Controcorrente, 2004, 2 voll.

[4] Come dimenticare il discorso di Giovanni Paolo II alla sinagoga di Magonza nel 1981 sulla “Antica Alleanza mai revocata”? Quello alla sinagoga di Roma, nel 1986, in cui definì i Giudei postbiblici “Fratelli maggiori dei Cristiani nella Fede di Abramo”? Le giornate pan-ecumeniste e pacifiste di Assisi (1986-2006) presiedute da Giovanni Paolo II e da Benedetto XVI?

[5] Cfr. Brunero Gherardini, Concilio Ecumenico Vaticano II. Un discorso da fare, Frigento, Casa Mariana Editrice, 2009; Id., Tradidi quod et accepi. La Tradizione, vita e giovinezza della Chiesa, Frigento, Casa Mariana Editrice, 2010; Id., Concilio Vaticano II. Il discorso mancato, Torino, Lindau, 2011; Id., Quaecumque dixero vobis. Parola di Dio e Tradizione a confronto con la storia e la teologia, Torino, Lindau, 2011; Id., La Cattolica. Lineamenti d’ecclesiologia agostiniana, Torino, Lindau, 2011.

 
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