Un terribile abbaglio
18 Aprile 2009
Si resta sgomenti. Non fu anche San Paolo a «stabilire la
subordinazione della moglie al marito»? Già, ma nell’orribile Islam, ci
dice il Vaticano nel suo organo ufficiale, in quella legge approvata a
Kabul c’è «un tacito consenso» al matrimoni delle bambine: come può una
legge essere «tacita», visto che è essenza di una legge essere
esplicita? Ah, ma naturalmente si aggiunge la colpa, per cui «ci sono
state proteste anche all’estero».
Quella legge consente «lo stupro delle mogli». Si potrebbe dire anche
in un altro modo, l’obbligo delle mogli di compiere il dovere coniugale
- che era fino a ieri ricordato anche dal cristianesimo, essendo uno
dei fini del metrimonio il «remedium concupiscientiae» .
Ma l’Osservatore sceglie deliberatamente di usare il termine
rivoltante: lo stesso che usano i radicali, Il Foglio e la Nirenstein:
stupro domestico. E’ il termine escogitato dalla propaganda neocon, ed
ha uno scopo politico dopotutto limitato: cominciare a dipingere Karzai
come uno della stessa pasta dei talebani, onde preparare e legittimare
la detronizzazione di questo uomo-fantoccio ormai inutile a Washington.
Il giornale del Vaticano asseconda questa propaganda, e lo fa nel senso
dello «scontro di civiltà» dettato dalle note centrali americane.
Per di più, essendo questo Papa sfortunato nei rapporti coi media,
proprio lo stesso giorno il nuovo presidente USA, Obama, ha reso
pubblici i documenti con cui la precedente amministrazione Bush ha
autorizzato la tortura di prigionieri musulmani, che è stata applicata
per un decennio nei modi più ripugnanti
(1):
non solo il «waterboarding» ossia il finto annegamento, ma il
«walling», ossia lo sbattimento delle teste contro il muro, la
deprivazione del sonno per 11 giorni, il denudamento,
il gelo ed altre umiliazioni, il trattamento dei prigionieri con
insetti ed altre atrocità. Obama ha anche garantito l’immunità degli
agenti americani che hanno torturato, con il motivo che «eseguivano
ordini»; la scusa che non fu accettata a Norimberga. Coloro che hanno
dato gli ordini, Bush, Cheney, Rumsfeld, non sono nemmeno chiamati in
causa.
E’ un’ammissione che distrugge ogni pretesa superiorità morale
dell’Occidente americanista, ogni pretesa di insegnare la «civiltà» e
la «democrazia» agli altri, e rivela il collasso morale del Paese che
vuole comandare il mondo, e di tutti noi occidentali che abbiamo
taciuto davanti a questi crimini. Centinaia, migliaia di musulmani
catturati - e la più parte del tutto innocenti - sono stati sottoposti
a torture, che sono crimini di guerra e atrocità contro civili secondo
le convenzioni del diritto europeo - secondo la nostra civiltà - e noi
taciamo.
Il Papa - perchè la prima pagina dell’Osservatore è da lui autorizzata
- ha scelto di tacere sulle torture americane, e invece di denunciare
lo «stupro domestico» sciita, cosa che avviene in un piccolo Paese
occupato da sette anni, sgretolato da 25 anni di guerre tribali aizzate
dalle potenze, e che - almeno - non pretende di porsi ad esempio di
civiltà, nè di estenderla al globo.
E’ una scelta deliberata e cosciente. E’, bisogna dirlo, una scelta
ideologica, e dell’ideologia che, nata in USA su influenza israeliana,
anche in USA viene ormai contestata. La ideologia neocon. E
l’Osservatore Romano si fa banditore in ritardo di questa ideologia.
Anzi, rifiutando l’ambasciatore presso la Santa Sede proposto da Obama,
il Vaticano ha espresso una dichiarata ostilità alla presidenza che -
con tutte le sue falle - sta cercando di contrastare i centri di potere
neocon e la loro ideologia. Sta dando una mano ai neocon che si agitano
in USA.
E’ spaventoso. E il peggio è che non è una delle consuete gaffes, ma
una presa di posizione cosciente. E’ forse la prima volta nella storia
che un Pontefice aderisce, non privatamente ma come Papa, ad una
ideologia - e ad una ideologia di questo tipo.
E’ un abbaglio terribile: morale e anche intellettuale, tanto più
irricevibile perchè c’è un intellettuale sul soglio di Pietro. Uno che
dovrebbe sapere e capire le svolte della storia.
Comprendo che molti lettori cattolici saranno urtati da queste mie
parole dure, mi accuseranno di mancare di rispetto al Papa, mi
consiglieranno di andare a confessare il peccato, di averlo detto
«sotto influenza ideologica». Ma purtroppo, la scelta ideologica è
confermata - come si attendeva - dal programma della visita del Papa in
terra santa. Per non essere accusato di spirito di parte, dò la notizia
com’è apparsa in un’agenzia:
Ratzinger: sì al Muro del Pianto e al Museo dell’olocausto, no alla parrocchia cattolica di Gaza
(…) A Gerusalemme, visiterà il Muro Occidentale e il Memoriale di Yad
Vashem e saluterà i due Gran Rabbini nel Centro Hechal Shlomo.(…). C’è
delusione tra i palestinesi cattolici di Gaza per le dichiarazioni
fatte dal portavoce del Patriarcato latino di Gerusalemme, Wadie Abu
Nassar, che ieri in un’intervista al Jerusalem Post ha escluso la
possibilita che Benedetto XVI si rechi a Gaza il prossimo mese durante
la sua visita in Terra Santa. Il Vaticano non ha ancora replicato
ufficialmente alla petizione firmata da centinaia di religiosi
cattolici di Gaza e Cisgiordania e anche dagli studenti di teologia
dell’Università di Berkeley Stati Uniti affinche includa la Striscia
nel suo itinerario. Abu Nassar però e stato categorico nell’affermare
che Gaza non rientra e non rientrerà nell’itinerario del Papa, non ci
saranno cambiamenti nel programma. Parole che hanno generato sconforto
a Gaza dove gli esponenti della Chiesa cattolica locale e i fedeli
speravano nell’arrivo del Pontefice nel martoriato territorio
palestinese teatro, tra il 27 dicembre 2008 e lo scorso 18 gennaio, di
una devastante offensiva israeliana contro il movimento islamico Hamas,
costata la vita ad oltre 1.300 persone e la distruzione di migliaia di
case ed infrastrutture civili. Ad invocare la visita del Papa era stato
anche il parroco di Gaza city, Manuel Musallam, che guida una comunità
di circa 300 palestinesi cattolici e di alcune decine di religiosi,
molti dei quali stranieri. Non dobbiamo dimenticare questo luogo di
sofferenza ha esortato Musallam. (…).
Ora, i miei lettori cattolico-papisti, provino a mettersi nei panni di
quei 300 cattolici di Gaza. Sono da mesi accampati fra le macerie,
hanno perduto amici e figli e parenti sotto bombe al fosforo,
maciullati da armi proibite che ne hanno tagliato le gambe e le
braccia; hanno sepolto centinaia di bambini; hanno assistito ad
uccisioni a freddo di civili, e persino di infermieri nelle ambulanze;
non hanno più case, nè infrastrutture necessarie ad una vita umana;
sono affamati perchè il blocco ai valichi continua, solo il 15 aprile
Israele ha rifiutato il passaggio di 13 camion con 250 tonnellate di
cibo. Negli ospedali bombardati, pieni di feriti, i medicinali più
essenziali vanno a male perchè non possono essere conservati in
frigorifero. Respirano un’aria infetta perchè le fogne e i depuratori
sono stati distrutti, e la temperatura è già a 35 gradi.
Immaginate di essere voi come loro, e sapere che il Papa, in vista
nella terra vostra, non viene a trovarvi. Non viene a benedire i vostri
morti, i feriti e i malati che non possono essere curati; a dire una
Messa fra le vostre case abbattute, a portare la parola del conforto e
ad alzare la voce della giustizia e della verità, la sola arma dei miti
e degli oppressi contro la forza bruta e la menzogna.
Va, il Papa, a benedire il museo dell’olocausto, va a pregare coi
vostri aggressori e massacratori, coi vostri affamatori e carcerieri;
ma da voi non viene.
Eppure gliel’hanno chiesto, in centinaia di religiosi e fedeli gli
hanno scritto: «Vieni e vedi». Perchè si sa, certe atrocità, chi non le
vede, non può crederci: accadde anche ai tedeschi negli anni ‘40. Hanno
supplicato il Papa di venire, e lui non viene.
Provate a mettervi nei loro panni. Provate ad immaginare, almeno, solo
questo: cosa possono dire i cristiani di Gaza, quelle trecento
pecorelle abbandonate, ai vicini musulmani, agli uomini di Hamas che
senza dubbio derideranno la loro religione e il loro Pontefice? Come
potranno dar ragione della loro fede, dire che essa non è l’Occidente
nè l’ebraismo massacratori, perchè è Carità e amore per gli ultimi?
«Avevo fame e non mi avete dato da mangiare; ero prigioniero, e non mi avete visitato».
Il Papa poteva vedere lì, nella terra di Gesù, uno «stupro domestico»
enorme, malvagio e insensato compiuto sotto gli occhi dell’Occidente,
ancora in corso, e ben peggiore di quelli che (forse, e forse no)
avvengono nell’Afghanistan devastato dall’Occidente. Non va a Gaza per
non vedere. Non vuole vedere. Gli interessano i buoni rapporti con i
massacratori e con la loro religione. La ideologia neocon lo rende
cieco, e cieco volontario.
Se vi sembro duro, sentite com’è duro padre Manuel Musallam - un
francescano, l’ho conosciuto a Nazareth - al Papa, dice, «domanderemo
perchè è venuto, cosa ha intenzione di dire ai cristiani, agli ebrei,
ai musulmani, e perchè non viene a Gaza. Gli diremo che non è il buon
momento per venire e visitare i luoghi santi mentre Gerusalemme è
occupata».
Ha ragione padre Musallam; parla col il diritto che gli viene dalle sue
vittime pecorelle. Che cosa deve dire loro? Che devono morire, perchè
per la Chiesa cattolica la terra in cui hanno abitato da secoli, che i
loro avi hanno coltivati di olivi ed aranceti, appartiene ad un popolo
eletto, che l’ha avuta come promessa da Dio? Che dovranno vedere il
Papa da lontano mentre si inchina al Muro del Pianto, perchè non c’è
posto per loro - arabi e cristiani - nella storia della salvezza? Che
l’ingiustizia e la sofferenza che subiscono è volontà storica di Dio,
perchè Dio esiste solo per gli ebrei? Che sono vittime della nuova
«storia della salvezza» inventata da qualche decennio dalla teologia
giudaizzante?
Il Papa non può non sapere quello che hanno fatto a Gaza; ne è stato
informato. La scelta deliberata del Papa di non andare a Gaza è
spaventosa. Uno spaventoso abbaglio morale; e solo l’adesione ad una
ideologia - feroce - può giustificare tanta insensibilità di fronte al
sangue sparso e alle vittime.
E’ un’insensibilità molto tedesca, la stessa che nutrirono i tedeschi
di sessant’anni fa, che «non vollero vedere», che «obbedivano agli
ordini». La stessa di oggi, cambiata ideologia: lo Stato federale
tedesco ha preteso - ed ovviamente ottenuto - l’estradizione dagli USA
di John Demianjuk, che vogliono processare in Germania come il
presunto «boia di Treblinka», aguzzino del lager nel 1943. Non scuote
la sensibilità tedesca il fatto che Demianjuk abbia oggi 89 anni, ed è
agonizzante. Non li fa esitare il fatto che già nel 1988 Demianjuk fu
condannato a morte da una corte israeliana - era stato estradato anche
là -, passò mesi in attesa dell’impiccagione, e poi fu dalla corte
suprema israeliana (dalla corte israeliana!) liberato, in quanto si
scoprì che i documenti di identità dell’epoca che lo indicavano come
l’aguzzino di Treblinka erano stati falsificati dal KGB, e grazie ai
suoi difensori, quando l’URSS crollò, saltarono fuori i documenti veri
del vero Boia di Treblinka, che si chiamava Marchenko ed era di
parecchi anni più vecchio di Demianjuk, allora 23 enne
(2).
Non scuote la sensibilità tedesca per il diritto nemmeno il fatto che
Demianjuk non è mai stato cittadino tedesco, e quindi non giudicabile
in Germania: ucraino, combattente nell’Armata Rossa, preso prigioniero
dai nazisti, ha avuto poi la cittadinanza USA (che gli è stata tolta e
ridata due volte).
No, nulla. I tedeschi sono insensibili quando eseguono gli ordini.
Quando l’ideologia cui aderiscono gli dà buona coscienza, non temono di
riprocessare un novantenne già prosciolto; la nuova, unica religione
rimasta in Europa esige un altro processo per la Memoria, e una vittima
colpevole da condannare. Bisogna far presto, e siccome i colpevoli
stanno tutti morendo, non resta che riprovare Demianjuk. Un tedesco,
non vede lo «stupro domestico» là dove l’ideologia gli ordina di non
vederlo.
Quello del Papa è uno spaventoso abbaglio morale e intellettuale,
purtroppo, si vede, ricorrente nei tedeschi. Ahimè, io temo che questa
non-visita a Gaza, questa insensibilità, sia la pietra tombale sulla
Chiesa cattolica.
Non dite che sono duro. Dure, durissime sono le parole di Gesù:
«Andate, maledetti, nella dannazione, perchè ero affamato e non mi avete dato da mangiare,
assetato e non mi avete dato da bere, ero ignudo e non mi avete
rivestito, ero ammalato e non mi avete curato, ero prigioniero e non mi
avete visitato».
1) Ewen MacAskill, «Obama releases Bush torture memos», Guardian, 16 aprile 2009.
I memorandum resi pubblici sono leggibili al sito http://graphics8.nytimes.com/packages/pdf/politics/20090416_memos.pdf
2) Pat Buchanan, «The true haters», Buchanan.org.blog, 14 aprile 2009.
|
La
casa editrice EFFEDIEFFE, diffida dal riportare attraverso attività di spamming e mailing
su altri siti, blog, forum i
suddetti contenuti, in ciò affidandosi alle leggi che tutelano il
copyright ed i diritti d’autore. |
|
Home >
Free Back to top
Nessun commento per questo articolo
Aggiungi commento