Calabresi a gonfie vele
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Direttore, lei ha una risposta da dare a tre ragazzi di 23-21 e 17 anni?

È solo un piccolo episodio, ma per me significativo e un po’ amaro.

Ero al lavoro e ricevo un sms da mia figlia, studentessa (e che ha lavorato nel mese di maggio e giugno per lo Stato): Mamma, quando torni a casa, mi porteresti da scuola un evidenziatore per favore?

Io le rispondo che non mi aspettavo una tale richiesta e che mi sembrava di averle insegnato ben altro.

Risposta: lo Stato è dal mese di maggio che non mi paga e quindi io ho il diritto di prendere da lui qualcosa!

Contro-risposta: il male non giustifica mai il male, e se tu acconsenti a diventare come colui che critichi, il male ha doppia vittoria perché ti fa sua preda!

Risposta: l’evidenziatore lo avrei comperato se lo Stato mi avesse pagato e dal momento che non lo ha fatto io prendo da lui ciò che mi serve!

Ovviamente la discussione è continuata a tavola, ma non ho sortito l’effetto desiderato. Ha incalzato l’altra figlia 23enne ( lettrice di EFFEDIEFFE) :

-Dice bene mia sorella e tu sei un’illusa! Io studio per nulla perché non avrò un lavoro, non posso permettermi di fare un figlio perché non ho soldi e se anche li avessi non voglio mettere al mondo un bambino da parcheggiare negli asili nido e poterlo vedere solo la sera stanca e stressata, dal momento che il lavoro è diventato il gran Moloch da ossequiare e con cui ti ricattano. Non posso contare su di te che ti hanno bloccata al lavoro fino a 68 anni ( ha fatto i conti) e dopo sarai troppo vecchia per aiutarmi anzi sarai tu ad aver bisogno di me e non so come potrò accudirti.E poi cosa metteranno in testa a mio figlio in queste scuole? Il gender, il culattonismo di Stato, l’ateismo cinico? E io di fronte a tutto questo dovrei rispettarlo questo Stato e comportarmi bene?

Queste discussioni sono cicliche in famiglie ed estenuanti, specie per me che devo lottare contro tutto questo e infondere coraggio, speranza e voglia di rivoluzione. Loro però ribattono che è proprio la mia generazione fatta di messe vetus ordo, catechismo di pio x e democrazia cristiana che ha prodotto o comunque lasciato avanzare tutto questo e che quindi non c’è principio che tenga per contrastare il male.

E io contro ribatto fino a sconfinare nella metafisica e nelle controrivoluzioni e perfino nella mistica.

Poi però nel chiuso della mia stanza penso a quel che ho visto in Calabria quest’estate (goda pure direttore )

Vi mancavo da qualche anno. Ho visto gente che guadagna ,vendendo frutta e verdura, anche 150/200 € al giorno e per tutto l’anno, ovviamente al nero. Ho visto gente che si arrangia in mille modi tra lavori edili commissionati con i soldi che continuano a venire dalla Svizzera e dalla Germania, pescatori che pescano come gli pare e vendono come gli pare. Ho visto professionisti lavorare in palazzi costruiti con i propri soldi e che fanno concorrenza alle ASL (che non hanno mai funzionato) dando lavoro e curando a volte con punte di eccellenza, a prezzi equi e dilazionabili. Ho visto vecchi amici che, come ogni volta mi dicono “Venitinni Rosè che cca stamu bboni! Insomma la solita Calabria di sempre che non sente la crisi .

Solo i TG denunciano la grave disoccupazione Calabra perché applicano gli stessi criteri del nord, dimenticando che se al Nord si è disoccupati lo si è davvero, al Sud anche, ma si lavora comunque, come sempre.

Al Nord vedo cartelli vendesi e affittasi, vedo gente che mette lo stesso vestito da almeno un paio d’anni, e che sta attenta a cosa compra e va più spesso, a testa bassa, a far la spesa al LDL ( così la Merkel è contenta) . In Calabria ho visto gente allegra, abituata a non avere uno stato , abituata ad arrangiarsi, o peggio a sfruttare lo stato da cui sa di non ottenere nulla.

Stato da raggirare, circuire, fregare perché nemico!

Al nord invece si son fidati, educati dall’efficienza dello statalismo austroungarico, dalle ideologie carbonaro massoniche poi, e ora si ritrovano smarriti e depressi, zombi senza futuro, imbottiti di ansiolitici.

In Calabria si passa da una sagra all’altra e si continua, come dopo "la passata di Garibaldi e di li piemontesi" a ballare la tarantella, che si sa funziona meglio degli antidepressivi e non ha effetti collaterali.

E balliamo , tutti, tarantolati e disperati sopra un pavimento sempre più assottigliato sotto cui vi è una voragine buia e senza fondo.

Ma tant’è meglio ballarci su che starci seduti ingoiando prozac e sertralina!

Lei Direttore cosa pensa?

Rosetta masello



Che cosa vuole che risponda, cara signora? Piuttosto posto la sua lettera: è lei che dà a tutti noi una lezione. Ma se torna in Calabria dove si sta bene mica la biasimo. Ormai, essendo sparita ogni minima nozione di bene collettivo e di comunità, ognuno è ridotto a pensare a se stesso e alla sua individuale sopravvivenza.

Maurizio Blondet