Regolarmente i Marines in Iraq ammazzano dall'inizio dell'occupazione: sparano sui passanti ai posti di blocco, assassinano donne incinte e bambini per rabbia, per paura, per disprezzo, per divertimento.
Sicuri dell'impunità perché coperti e giustificati dai loro comandanti, che per parte loro fanno di peggio: bombardano dal cielo, città occupate, con fosforo bianco, avvelenano le fonti della vita spargendo tonnellate di uranio impoverito.
E questa non è un'eccezione, ma un'abitudine storica degli armati americani.
Nella seconda guerra mondiale ammazzavano i soldati tedeschi che si arrendevano con le mani in alto: avevano combattuto troppo bene, gli avevano fatto paura.
Questa sistematica violenza del forte super-armato sul debole indifeso è il segno più chiaro e tragico che l'Occidente è caduto nella mani sbagliate, le più vili e disonorate.
La mancanza di coraggio che queste atrocit&…