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La Vera Faccia della Rivoluzione Spagnola
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~ “Franco ha ragione perché ama la sua Patria. Egli difende  l’Europa dal pericolo comunista. Però io preferisco la causa avversaria e il trionfo dei suoi nemici. Infatti Franco può essere una minaccia per gli interessi inglesi, gli altri no” ~ (Winston Churchill, intervista a La Naciòn, Buenos Aires, 14/8/1938)

La storia pubblica

La guerra civile spagnola (1936-1939) ha un principio remoto, che si può collocare ben avanti il 1931 come fanno comunemente i manuali di storia.

Gli antefatti della guerra civile spagnola rimontano alla dinastia dei Borbone, che  regnò in Spagna nel Settecento e diede il via-libera all’Illuminismo ed all’Enciclopedismo francesi. Fu così che Napoleone Bonaparte nel 1808 dopo aver conquistato la Spagna fece abdicare re Carlo IV Borbone ed insediò al suo posto suo fratello Giuseppe Bonaparte. “Per la prima volta nella storia di Spagna due ideologie diametralmente opposte si contrastarono l’una con l’altra in forma più o meno continua”. Questo è l’inizio di una sanguinosa lotta interna, che culminerà nel 1936-39 con la Guerra civile spagnola tra i repubblicani e i rossi contro i monarchici carlisti e  i falangisti.

Napoleone favorì la “francesizzazione” della Spagna e specialmente l’influsso del pensiero illuministico contro quello cattolico antiliberale iberico. La Spagna che era unita dalla cultura cattolica si trovò, allora, scissa in due partiti: il primo, modellato da secoli di Filosofia e Teologia scolastica dei grandi pensatori Domenicani e Gesuiti; il secondo, informato dall’Enciclopedismo illuminista della Rivoluzione francese del 1789 e dal Comunismo marxista della Rivoluzione sovietica del 1917.

Questi ultimi due furono “canonizzati” dalla ‘Costituzione di Cadice’ nel 1812, che ricalcava la Costituzione della Rivoluzione francese del 1791 e si rifaceva a quella comunista leninista dell’ottobre 1917. Tuttavia la parte sana della Spagna reagì allo spirito rivoluzionario francese e bolscevico sovietico e così si arrivò alla ‘Guerra d’Indipendenza’ (1808-1814), che si concluse con la riconquista del trono da parte del re spagnolo Ferdinando VII (1814-1833). Tuttavia la  cultura illuministica e rivoluzionaria francese si era infiltrata negli spiriti di molti spagnoli e fu così che la Sovversione andò, man mano, avanzando in Spagna e la portò alla Guerra civile del 1936.

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Anche la monarchia spagnola si divise in due rami. Infatti Ferdinando VII non avendo figli maschi, abolì la legge salica nel 1833 e nominò regina sua figlia Isabella II di appena tre anni (affidandone la reggenza alla di lei madre Maria Cristina, che dette inizio al partito dei ‘Cristini’, i quali erano di tendenza liberale), mentre il fratello di Ferdinando VII, che sarebbe stato il legittimo successore al trono, don Carlos dette nascita al partito dei ‘Carlisti’, che erano conservatori e legati alla Chiesa romana.

Scoppiò, così, la ‘Prima guerra carlista’ (1833-1839). Sin da allora emersero ancor più spiccatamente due anime del popolo spagnolo, che portarono nel 1931 e poi nel 1936-39 alla Guerra civile in cui si affrontarono due concezioni della vita, la prima di chiara marca liberal/sovversiva, potenzialmente anarcoide, marxista ed anticristiana contrastata dalla seconda, caratterizzata da uno spirito fortemente controrivoluzionario, antisovversivo e cattolico romano.

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Il 17 luglio del 1834 a Madrid furono assassinati circa un centinaio di religiosi. Trionfarono i Cristini ed i Carlisti dovettero accettare la sconfitta il 31 agosto del 1839 con la ‘Convenzione di Vergara’. Tuttavia la persecuzione anticristiana peggiorò sino al 1843 e portò alla ‘Seconda guerra carlista’ dal 1847 al 1849.

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Finalmente nel 1851 il governo spagnolo retto dai Cristini firmò con Pio IX un Concordato, molto moderato e minimalista verso la Chiesa, che sarà rivisto in senso più fedele allo spirito cattolico nel 1953 dal generalissimo Francisco Franco († 1975). Però la calma durò solo sino al 1854 quando ripresero le persecuzioni anticristiane. Pio IX protestò nel Concistoro del 26 luglio 1855, ma inutilmente. Infatti la persecuzione divenne ancor più crudele tra il 1855-56 e il 1868-70. La regina reggente Isabella II dovette dare le dimissioni nel 1868 sempre a favore di un governo monarchico del ramo cristino/borbonico ed anticarlista, che durò solo sino al 1873 quando  venne instaurata la ‘Prima Repubblica’, la quale a sua volta venne dissolta il 3 gennaio del 1874 con un colpo di Stato, che restaurò la monarchia borbonica rimettendo sul trono il figlio di Isabella II, il re Alfonso XII (1875-1885).

Questo periodo, che va dal 1874 alla ‘Seconda Repubblica’ del 1931, è chiamato comunemente “Restaurazione spagnola”, la quale fece propria la ideologia del liberalismo-moderato spagnolo ispirantesi a quello britannico e non a quello radicale francese. In tale periodo si formarono in Spagna due partiti, quello dei Conservatori chiamato ‘Fronte Nazionale’ e quello dei Progressisti denominato ‘Fronte Popolare’.

Dopo la morte di Alfonso XII lo scettro passò ad Alfonso XIII, ma essendo costui ancora in tenera età il potere venne esercitato dalla reggenza della regina madre Maria Cristina dal 1885 sino al 1902, quando Alfonso XIII iniziò realmente a regnare sino al 1931. Il periodo della reggenza di M. Cristina  fu catastrofico per la Spagna sia all’interno che all’estero.

Vi fu, perciò, una duplice reazione: 1a) il “Rigenerazionismo” controrivoluzionario o cattolico/tradizionalista, che si prefiggeva di rigenerare la vita intellettuale, morale, spirituale e socio-politica della Spagna per risollevarla dal “el desastre” di M. Cristina; 2a) la spinta liberla/laicista e anarco/comunista delle sinistre, che portò alla dittatura del generale Primo de Rivera (1923-1930) ed alla ‘Seconda Repubblica’ dalla quale ebbe inizio la ‘Rivoluzione cruenta’ del 1931 e la ‘Guerra civile’ del 1936-39.

Nel 1909 a Barcellona scoppiò una sommossa rivoluzionaria, che causò circa 150 morti e 400 feriti; 80 chiese furono incendiate, molti cimiteri profanati con irrisione dei cadaveri dei religiosi ivi sepolti e poi dissepolti dai rossi dietro istigazione della massoneria.

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A questa campagna di azione cruenta antireligiosa si dette una sitematizzazione giuridica nel 1910 con la ‘Legge del Candado’ del Primo Ministro José Canalejas, un liberal/radicale ed acceso anticlericale in odore di massoneria, che stabilì la separazione totale tra Stato e Chiesa. Nel 1917 i socialisti organizzarono disordini e scioperi che lasciarono a terra 93 morti; solo tra il 1917 e il 1923 si registrarono 1. 756 assassinii socio/politici. Il 4 giugno del 1923 un anarchico giunse ad uccidere il cardinal arcivescovo di Saragozza Juan Soldevilla y Romero.

Si capisce allora che la Rivoluzione spagnola, iniziata nel 1931 e contrastata dal Levantamiento con la conseguente ‘Guerra civile’ (tra il 1936-39) sino alla vittoria anti-liberal/comunista riportata dal caudillo Francisco Franco Bahamonde (a capo dell’Esercito, della parte sana della Patria e dei Requeté carlisti e dei Falangisti), fu la logica conclusione della situazione venutasi a creare in Spagna grazie alla politica liberale della monarchia “illuminata” ed illuminista dei Borbone. In “questo periodo di torbidi e di sinistri maturò l’ambiente per la dittatura del generale Miguel Primo de Rivera, che appoggiato dai militari il 13 settembre 1923 da Barcellona si sollevò contro il Governo” (Vitaliano Mattioli, cit., p. 47).

De Rivera governò per sette anni sino al 1930 e riportò un certa calma ed ordine nel Paese, ma non seppe affrontare in maniera definitiva i problemi di fondo (ossia il complotto della massoneria contro la Chiesa e la Spagna e la guerra di classe dichiarata dal socialismo sovietico per incendiare la Penisola iberica e poi l’Europa), i quali sotto le ceneri continuavano a covare ed esplosero nel 1931 in una furiosa campagna di violenze contro la Patria e la Religione, che ebbero termine solo grazie all’intervento portato a termine dal caudillo Francisco Franco, appoggiato, prima solo ufficiosamente e poi anche ufficialmente, dall’Italia e dalla Germania nel 1936-1939.

I “rossi”, invece, erano appoggiati dall’esterno, de facto anche se non de jure, oltre che dall’Urss anche dalla Francia del governo di sinistra (1936-37) di Léon Blum (†1950) e la Gran Bretagna di Arthur Chamberlain (†1940), le quali decisero di non intervenire ufficialmente, ma solo per via di fatti concreti per non provocare un intervento ufficiale ed ancora più massiccio da parte dell’Italia di Mussolini e della Germania di Hitler e per non irrobustire sempre di più l’asse Madrid-Roma. Il giudeo/bolscevismo assieme alla Francia in cui nel 1936 governava il ‘Fronte Popolare’ del massone ed ebreo Léon Blum vedeva nella Spagna una preda per la bolscevizzazione di tutta l’Europa (L. de Poncins, p. 74).

La massoneria in segreto e il social/comunismo in pubblico continuarono la rispettiva guerra occulta e rivolta aperta, costringendo de Rivera a dimettersi il 28 gennaio del 1930. Alfonso XIII accettò le dimissioni e si andò, così, alle elezioni il 12 aprile del 1931. I risultati furono favorevoli alla monarchia quanto ai voti, ma, siccome le leggi elettorali erano state abilmente preparate dai sovversivi, le sinistre che avevano avuto meno suffragi ebbero più seggi in Parlamento. Il debole Alfonso XIII partì per l’esilio a Roma ove morì nel 1941 dopo aver messo al mondo il futuro Juan Carlos I di Borbone nel 1938 (“qualis pater talis filius”). Il 14 aprile nacque la ‘Seconda Repubblica’, che durò sino al 1936 quando l’Esercito spagnolo con Franco a capo si sollevò contro la ferocia comunista e riportò l’ordine dopo tre apocalittici anni di Guerra civile.

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Statua del Sacro Cuore

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Statua del Sacro Cuore fucilata dalle bande comuniste

La storia segreta

Léon de Poncins ha scritto un libro molto interessante sulla faccia nascosta della Guerra civile spagnola (Histoire secrète de la Révolution espagnole, Parigi, Beauchesne, 1938).

L’Autore dimostra a partire dai fatti e documenti (‘Bollettini’ della massoneria spagnola e francese, ‘Discorsi’ dei caporioni del bolscevismo di origine ebraica, eccetera) che la Guerra civile è stata preparata per circa 50 anni dalle “forze occulte, che hanno manovrato nell’ombra (come la massoneria e il giudeo/bolscevismo) ed hanno minato la monarchia lentamente, silenziosamente, ma inesorabilmente a partire circa dal 1880” (Histoire secrète de la Révolution espagnole, cit., p. 17).

Il motivo della sconfitta soprattutto della monarchia dei Borbone (Alfonso XII e XIII) ed anche della dittatura di Primo de Rivera è stata la “mal preparazione, il disordine, il pressappochismo con cui esse hanno affrontato un nemico talmente astuto e subdolo quale la massoneria e il giudeo/bolscevismo. Anche Primo de Rivera, che non ha favorito il liberalismo e il socialismo come hanno fatto i Borbone, ha trascurato di attaccare a fondo e praticamente la massoneria di cui aveva capito la malizia; la sua fu una guerra fatta con armi spuntate e la setta si rafforzò. […]. Errore capitale fu quello di dichiarare guerra alla massoneria a parole senza abbatterla con i fatti” (p. 18 e 20). Non si può debellare l’errore senza colpire l’errante, non si può sconfiggere la massoneria senza colpire i massoni, né il modernismo senza condannare i modernisti. Infatti senza un uomo che erra, non esistono errori e non si possono combattere gli errori astratti lasciando in piedi gli erranti concreti. “Actiones et passiones sunt suppositorum”, insegnano Aristotele e San Tommaso.

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Un altro errore fatale compiuto dalla monarchia Borbone è stato quello di aver voluto combattere contro le mitragliatrici dei rossi con le schede elettorali. Mauricio Karl nel suo bel libro Asesinos de España (Madrid, 1937) ha scritto che “non serve a nulla piangere come donnicciole, invece bisogna difendersi come uomini con le unghie e con i denti. Ma per fare ciò occorre essere pronti a morire e ad uccidere in battaglia”  (cit. in de Poncins, p. 77).

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Calvo Sotelo voleva applicare tale tattica e lo disse in Parlamento l’11 luglio del 1936, ma appena tre giorni dopo (il 13 luglio del 1936 alle tre del mattino alle tre del mattino) fu assassinato  dai rossi dopo essere stato condannato ufficiosamente a morte da Dolores Ibarruri, la quale, mentre il leader monarchico carlista teneva il suo discorso in Parlamento l’11 luglio del medesimo anno, gridò: “quest’uomo ha parlato per l’ultima volta!”.

In quest’ultimo suo discorso Sotelo affermò, tra le altre, tre verità fondamentali:

1°) un Governo che non riesce a garantire l’ordine, la pace interna alla Nazione e il lavoro ai cittadini deve dare le dimissioni;

2°) di fronte allo scacco del sistema democratico e nell’imminenza di una rivoluzione del proletariato la Spagna può e deve difendersi immediatamente con le armi;

3°) infine deve saper proporre per il futuro una forma di Stato corporativo ed autoritario per vincere definitivamente la dittatura del proletariato totalitaria e bolscevica.

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Ma, come dice Tertulliano, “il sangue dei martiri è germe di nuovi cristiani!”. Infatti il 18 luglio, appena 5 giorni dopo l’assassinio di Sotelo, Francisco Franco parte dalle Canarie alla testa dell’Esercito spagnolo e salva la Patria e la Chiesa di Spagna dagli artigli dell’orso sovietico e del pachiderma plutocratico anglo/francese.

De Poncins dimostra, con documenti alla mano, che la maggior parte dei ministri della Seconda Repubblica spagnola erano, oltre che social-comunisti, massoni ed ebrei almeno di origine. Per esempio, Alcala Zamora, che fu Primo Ministro e Presidente della ‘Seconda Repubblica’ dal 1931 sino al 1937, era ebreo di origine, ostentava di andare a Messa tutte le domeniche, ma lasciava che il suo governo massacrasse i sacerdoti, i fedeli e profanasse le chiese in cui si recava farisaicamente (p. 13 e 22). De Poncins si chiede, come molti altri nel 1931-39, se Alcala Zamora non fosse un marrano, che interiormente era restato legato al giudaismo talmudico e solo esteriormente faceva mostra di essere cristiano per meglio distruggere la Spagna e la Chiesa (p. 22, nota 1).

Il Bollettino Ufficiale (ma pur sempre “riservato”) del Grand’Oriente di Spagna (n. 61, 10 dicembre 1931) aveva riportato diverse notizie sulla preponderanza massonica nella ‘Seconda Repubblica’ e quest’articolo fu ripreso  dal quotidiano (troppo pubblico) El liberal. Allora la setta si allarmò perché essa ama combattere nel segreto, pian piano e poi assesta il colpo finale lasciandolo alla bassa manovalanza del partito social/comunista. Perciò i capi massoni decretarono di cessare la propaganda troppo aperta e pubblica sulla influenza della fratellanza frammassonica. “Le affermazioni dei nostri amici liberali possono causare alla massoneria più danni di tutti gli attacchi messi assieme dei suoi avversari incompetenti. Non bisogna mai più scrivere su quotidiani profani che de facto la massoneria governa la Spagna” (cit. in L. de Poncins, p. 29).

La massoneria è secondo gli iniziati (e de Poncins ne conviene), come scrive il dr. P. Dominique in un settimanale comunista francese, una «contro-chiesa, che ha una sua filosofia diametralmente opposta a quella del senso comune, del realismo e della metafisica dell’essere. Essa è una ‘scimmia di chiesa’ contro la vera Chiesa, come il diavolo è la ‘scimia Dei’ (Tertulliano). La Spagna è stata profondamente “teo-cratica”. Ciò permette di pensare che essa lo potrà diventare, ma in un senso diametralmente contrario, ossia “demonio-cratica”. Siccome il cattolicesimo non è più la Religione di Stato, esso sarà rimpiazzato da un’altra religione e filosofia, quelle dei Soviet e dell’Uomo» (P. Dominique, Vu, 30 dicembre 1931).

Malgrado che la maggior  parte degli spagnoli fosse cattolica, nel 1931 la Spagna ha cessato di essere ufficialmente cattolica, come il Messico nel 1917 (v. legge Calles e la reazione dei Cristeros). Ciò è avvenuto grazie al lavoro sotterraneo della massoneria e del giudaismo, allo spirito liberal/illuministico penetrato in Spagna già sotto i Borbone Alfonso XII e XIII ed infine agli opuscoli comunisti e alle armi sovietiche che entravano nella Penisola iberica sin dal 1920, tre anni prima che de Rivera facesse il colpo di Stato.

Anche la Francia e la Gran Bretagna, come abbiamo visto en passant sopra, giocarono un ruolo decisivo in Spagna a fianco dei sovversivi. Infatti nell’agosto del 1936 le due Nazioni suddette proclamarono di astenersi da qualsiasi intervento in Spagna, mentre in realtà aiuteranno sino al 1939 i rossi assieme all’Urss di Stalin (v. de Poncins, p. 107), con il quale si ritroveranno alleate (assieme agli Usa) nel 1942-45 e con il quale si spartiranno l’Europa in due parti nel novembre del 1945 a Yalta.

Il 15 agosto del 1936, il Ministro degli Esteri francese Yvon Delbos, in una nota all’ambasciatore inglese George Clerck, proclamava la decisione del governo francese di astenersi ufficialmente e pubblicamente da ogni intervento in Spagna, ma queste erano solo dichiarazioni apparenti e puramente verbali per la stampa. In realtà sia la Gran Bretagna che la Francia, assieme naturalmente all’Urss di Stalin, de facto appoggiavano la Spagna dei rossi e degli anarchici mediante l’invio, diretto e indiretto, di armi, munizioni, aerei, blindati, denaro e combattenti (cit. in de Poncins, p. 107). Fernando de Los Rios, ministro socialista spagnolo e poi ambasciatore della ‘Seconda Repubblica’ spagnola presso gli Usa,  in una lettera del 25 luglio 1936 a José Giral presidente del Fronte Popolare Spagnolo, affermava che “occorre salvare la Spagna repubblicana, come pensa anche Léon Blum, ma se la si aiuta ufficialmente, allora la Germania e l’Italia aiuteranno la Spagna antisovversiva e cattolica ancora più massicciamente ed efficacemente di noi. Perciò proclamiamo a parole il non-intervento e poi con i fatti e sotto-sotto aiutiamo il governo repubblicano spagnolo” (lettera riportata integralmente dal de Poncins, cit., pp. 109-115).

De Poncins non esita a qualificare, giustamente, le forze repubblicane spagnole come la “Trinità infernale, composta dal Giudaismo, dalla Massoneria e dal Comunismo”, che si scaglia contro la SS. Trinità di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo e la sua Chiesa (p. 115). Un motto famigerato che gridavano i rossi durante la guerra civile era: “Maledizione al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo!”.

Il carattere eminentemente antireligioso della guerra civile spagnola è stato messo bene in rilievo, in un primo tempo (il 30 gennaio del 1937), dalla Lettera pastorale del cardinal Isidoro Gomà Arcivescovo di Toledo e Primate di Spagna.

Il porporato scrive che “la Rivoluzione spagnola ha tentato di togliere Dio dall’anima nazionale. Perciò i rivoluzionari e specialmente i caporioni sono dei ‘senza Dio’ e ‘nemici di Dio’. Infatti senza una buona dottrina non può esserci una buona vita. Ora il materialismo ateo è perverso nella sua stessa natura o intrinsecamente ed è causa di rovina morale e pratica. La Spagna di fronte alla barbarie della Rivoluzione comunista deve svolgere il ruolo provvidenziale di salvare la civiltà cristiana nella vecchia Europa, che è stata aggredita dal bolscevismo sovietico con l’intento di esportare il Comunismo dall’Europa orientale all’Europa occidentale intera”.

In secondo luogo, il 1° luglio 1937, il carattere essenzialmente antireligioso della ‘Guerra civile’ spagnola fu messo molto bene in rilievo dalla Lettera Collettiva dei Vescovi di Spagna a quelli del mondo intero.

La riassumo brevemente:

1°) la Rivoluzione spagnola è caratterizzata soprattutto dallo spirito anticristiano e dall’odio alla Religione di Gesù ed alla Civiltà cristiana.

2°) Essa è stata organizzata da forze occulte (la giudeo/massoneria) che si son servite del bolscevismo come longa manus per distruggere ed uccidere.

3°) Inoltre è antipatriottica poiché odia l’anima della Spagna che è profondamente cattolica e religiosa.

4°) La Rivoluzione cruenta del 1936 è stata originata dalla lotta tra le due Città, quella di Dio e quella del diavolo (S. Agostino, De civitate Dei), che sono irreconciliabili.

5°) Di fronte alla ferocia della barbarie comunista diretta dalla giudeo/massoneria l’unico ed estremo rimedio è stata la lotta armata; la Chiesa ammette la liceità della legittima difesa dei singoli e delle Nazioni, che possono e certe volte devono “respingere la forza aggressiva ed ingiusta con la forza della difesa lecita”.

6°) Lo scopo della Rivoluzione spagnola era quello di eliminare e sterminare la Religione cattolica in Spagna, un vero e proprio “olocausto” del cattolicesimo.

7°) La debolezza della monarchia liberale di Alfonso XII e XIII ha aperto le porte alla Rivoluzione comunista. Infatti la conseguenza logica del Laicismo liberale, che vuol eliminare, con le leggi, Dio dalla Società civile è la Guerra cruenta bolscevica, che cerca di uccidere tutto ciò che è di Dio.

8°) Dietro al bolscevismo brutale vi sono le Forze occulte, ossia le sette segrete e soprattutto la loro madre che è la massoneria, figlia del giudaismo talmudico.

9°) Il Comintern o Com-[unismo]/Intern-[azionale] di matrice sovietica nel 1936 ha dichiarato alla Spagna la Guerra cruenta e pubblica, che era iniziata in maniera occulta già nel Sette/Ottocento.

10°) La reazione (“levantamiento”) del movimento civico-militare ha impedito la realizzazione del piano di sterminio totale o olocausto dei cattolici e della Religione cristiana di Spagna ordito dalla giudeo/massoneria ed eseguito  dal bolscevismo internazionale appoggiato dalle democrazie plutocratiche e liberali (progressiste/radicali e conservatrici/moderate) europee (Francia e Inghilterra).

11°) Perciò la Spagna aveva solo due strade da imboccare: o perire sotto l’aggressione del Comunismo sovietico, o cercare con un sforzo titanico di reagire con le armi contro tale pericolo e difendere la Religione e la Civiltà dal nemico di Dio e della Patria che è il Comunismo.

12°) Per fortuna il 18 luglio del 1936 vi è stata la sollevazione militare accompagnata dalla collaborazione del popolo sano, che non ha esitato a prendere le armi per difendere la Religione e la Patria dall’assalto delle forze sovietiche.

13°) L’Urss s’è infiltrata prima nel governo liberale (1920) e poi repubblicano (1931) e nell’esercito spagnolo per scatenare la guerra civile (1936).

14°) Il fondamento di ogni Società ben ordinata è Dio. Ora la Rivoluzione comunista antispagnola è essenzialmente anti-divina ed ha portato a compimento il ciclo della legislazione laico/liberale del XVIII-XIX secolo.

15°) Il sollevamento militare è stata la sana reazione alla furia nichilista, che voleva distruggere Dio, la Religione, la morale, la retta ragione, la cultura e la civiltà perché il Nichilismo è l’ultimo stadio della sovversione liberale/comunista ed infine “annichilatrice”.

16°) La Guerra civile ha spaccato in due (v. i “Due partiti” di S. Luigi Grignion de Montfort; i “Due stendardi” di S. Ignazio da Loyola; le “Due città” di S. Agostino; “Dio e Mammona” del Vangelo) il popolo spagnolo; da una parte la tendenza spirituale e religiosa, la difesa dell’ordine, della pace sociale, della civiltà tradizionale e della Patria; dall’altra parte la tendenza materialista/marxista, anarchica che vorrebbe rimpiazzare la civiltà spagnola con la nuova “civilizzazione” dei Soviet russi.

17°) Il carattere crudele e selvaggio della Rivoluzione spagnola, scrivono i Vescovi, è unico sia per la premeditazione dell’ecatombe o annientamento totale e fisico dalla Religione cattolica e della Civiltà tradizionale spagnola, sia per la modernità ed efficacia micidiale dei mezzi bellici usati. Inoltre l’odio che è stato usato  contro i ministri di Dio e le cose sacre può essere definito come inumano, barbaro e persino diabolico. Infatti esso sarebbe inconcepibile senza un intervento preternaturale e una suggestione infernale.

18°) Per concludere i Vescovi rispondono all’obiezione di allora, che è diventata la vulgata di oggi, secondo cui la reazione dei nazional/religiosi è stata eccessiva. Con molto buon senso e senza alcun manicheismo l’Episcopato spagnolo ammette che “ogni guerra ha i suoi eccessi; il sollevamento nazional/militare spagnolo può aver avuto i suoi; ma nessun uomo potrebbe reagire con la massima calma e serenità ad un attacco talmente violento, disumano e crudele. Inoltre dalla parte dei rossi vi era la volontà preordinata e determinata di eliminare Dio, di ‘uccidere per uccidere’ e non per difendersi, mentre il sollevamento militare si è difeso e magari con qualche possibile eccesso dovuto alle circostanze particolarmente feroci di fronte alle quali si trovava a combattere”.
“Chi cammina inciampa” recita il proverbio.

Il generalissimo Franco in un’intervista al Diario de Noticias del 31 dicembre 1936 dichiara che la massoneria è la responsabile della rovina della Spagna, iniziata sotto Alfonso XII e arrivata al parossismo nel 1936. Essa ha infiltrato l’Esercito e specialmente gli ufficiali, si è servita dei militanti comunisti per creare il caos nel Paese. Franco cita due documenti della massoneria spagnola, il primo scritto dal gran maestro Martinez Barrio e l’altro sequestrato dai falangisti nella ‘Loggia di Toledo’ nel 1936. Secondo questi documenti la massoneria internazionale (di Parigi, Ginevra, Praga, Urss, Belgio e Messico) è stata la causa principale del desastre spagnolo. La massoneria spagnola si è schierata, assieme alle sue sorelle straniere, completamente a fianco dei rossi contro la Falange spagnola, i Fascismi europei e la Chiesa di Roma” (cit. ampiamente da de Poncins, pp. 115-121).

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Nel suo ultimo discorso pubblico tenuto a Madrid nel 1975 poco prima di morire Franco si rifece ancora al “complotto giudaico-massonico contro la Spagna”, incitò gli spagnoli a combattere per la Spagna “una, grande e libera” e finì con l’invocazione:
arriba España!”. Purtroppo i massoni uccisero l’uomo di fiducia di Franco, l’ammiraglio Carrero Blanco, che avrebbe dovuto sorvegliare il giovane Borbone Juan Carlos I e questi ebbe mano libera per riportare la Spagna al caos analogo a quello provocato dai suoi antenati Alfonso XII e XIII e dalla Seconda Repubblica.

De Poncins ha capito molto bene che la Spagna era solo una tappa intermedia per scatenare una guerra mondiale e distruggere la Vecchia Europa. L’Italia e la Germania ebbero il torto di mettersi di traverso a questo piano infernale nel 1936 e nel 1939-45 ne pagarono le conseguenze. Si può dire che la Seconda Guerra mondiale è stata la prosecuzione della Guerra civile spagnola, con gli stessi attori (Urss, Usa, Francia e Inghilterra da una parte e Italia/Germania dall’altra) e lo stesso fine: il ‘Nuovo Ordine Mondiale’ giudaico/massonico per distruggere le Patrie e la Chiesa (“si fieri potest”). Nel ‘45 l’Europa è stata vinta dalla contro-chiesa bolscevica/giudaica e massonica e a partire dal 1990 si è iniziato ad attaccare i Paesi che non hanno conosciuto l’Illuminismo, la Rivoluzione francese, il Liberalismo, il Comunismo (dalle ‘Rivoluzioni arancioni’ contro la Russia neozarista di Solgenitsin/Putin sino alle ‘Rivoluzioni primaverili’ conto la Libia, Tunisia, Egitto, Siria, Libano) per giungere al dominio del mondo intero da parte del giudeo/americanismo, che si è già impossessato dell’Europa e l’ha ridotta ad un cumulo di macerie morali, spirituale ed intellettuali. Riuscirà esso a far la stessa cosa anche in Medio Oriente e Russia? Lo sapremo solo nei prossimi mesi o anni. Il Day telegraph e il Day mail scrivono (26 agosto 2013) che entro 48 ore la Gran Bretagna dirà quando bombarderà la Siria assieme agli Usa, comunque si ritiene che a partire tra lunedì 2 e domenica 15 settembre la guerra avrà inizio.

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Il 27 agosto il Segretario di Stato americano Kerry ha dichiarato, mentre gli esperti dell’Onu stanno ancora facendo gli esami chimici per appurare chi abbia realmente lanciato i gas nervini, che sicuramente è stato Assad e quindi Usa, GB e la Nato, anche senza il placet dell’Onu, attaccheranno la Siria entro una o due settimane al massimo.

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Concludo con la bella Preghiera del Requeté carlista:

“La morte del giusto è il principio della vita.
La morte sul campo di battaglia è la morte ideale delle grandi anime.
Se l’ora della morte si avvicina, resta tranquillo,
affidati alla Misericordia divina.

Non temer nulla, riposa nella Pace di Cristo, come colui che dorme,
poiché chi muore in Dio riposa in Pace!”

(Preghiera del Requeté carlista).

~

d. Curzio Nitoglia
2/9/2013

Fonte >  http://doncurzionitoglia.net



 
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