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La Chiesa si dissolve. Nel Partito Radicale
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È tristemente comico il destino del progressismo vaticano: appena osano un’apertura più avanzata verso il mondo, il mondo li lascia indietro. I modernisti clericali sono sempre dei superati, qualunque cosa facciano. È solo ieri che monsignor Forte aveva aperto alle coppie gay, ai loro «diritti», aveva riconosciuto le loro «qualità». Monsignor Marx di Monaco s’era spinto più avanti: «Non tutto nella loro vita è da condannare: se per 35 anni sono rimasti fedeli l’uno all'altro, se l’uno cura l’altro fino alla fine della vita, come Chiesa cosa debbo dire? Che non ha nessun valore? Non è vero questo». Chissà come si son sentiti audaci: capirete, da «peccato che grida vendetta agli occhi di Dio», arrivare a riconoscerla come un diritto civile, è già un bel passo per un porporato. Inebriante, essere all’avanguardia.

Macché. Arriva subito Tim Cook, il miliardario capintesta di Apple, e dichiara: «Considero la mia omosessualità tra i più grandi doni che Dio mi ha dato».

Tim Cook
  Tim Cook
Ostrega, ora l’ex peccato impuro contro natura è diventato un dono di Dio. Non bastava assolverlo, attenuarlo; il mondo, attraverso il miliardario, l’ha già santificato e glorificato. Che disdetta, i Cardinali più avanzati sono di nuovo immediatamente «sorpassati», sono restati indietro, devono di nuovo rincorrere.

Solo pochi giorni prima la vecchia checca straricca Elton John aveva dichiarato: «Papa Francesco? È il mio eroe. Facciamolo santo subito, ok?». Ma certo, ok. Appena benedetti, adesso sono i ricchi finocchi che decretano i santi. È così che dev’essere: è la forza irresistibile del progresso.

Infatti è sempre più chiara la strategia di missione di papa verso le «periferie esistenziali» di papa Bergoglio.

Provo a ricapitolare: la cordiale amicizia con Scalfari che ha potuto dire (senza essere smentito) che questo Papa «ha abolito il peccato»; l’affermazione della libertà assoluta della coscienza privata come ha confermato allo stesso Scalfari: ««Ciascuno di noi ha una sua visione del Bene e anche del Male. Noi dobbiamo incitarlo a procedere verso quello che lui pensa sia il Bene (…). Ciascuno ha una sua idea del Bene e del Male e deve scegliere di seguire il Bene e combattere il Male come lui li concepisce. Basterebbe questo per migliorare il mondo».

L’affermazione: «Non esiste un Dio cattolico, esiste Dio». O che «il proselitismo cattolico è una solenne sciocchezza». Non mi soffermo sulle note aperture ai gay, la sua volontà di dare la Comunione ai divorziati risposati. Mi limito a rievocare (si trova su internet, youtube) i suoi video di nostalgico saluto ai pentecostali protestanti americani a cui si dichiara «fratello», e che non ritiene necessario convertire alla Presenza Reale; il fatto di essersi fatto imporre le mani su capo da pastori protestanti che trasmettono «lo spirito» (non si sa quale); la visita al pastore carismatico-luterano di Caserta, a cui ha chiesto scusa per le «persecuzioni» che i carismatici avrebbero subito durante il fascismo (una balla)…

Sorvolo, perché troppo note, che queste aperture piene di carità e misericordia si accompagnano con brutali punizioni a credenti cattolici come i Francescani dell’Immacolata, alcuni dei quali sono sttai scomunicati. Persino Sandro Magister, vaticanista dell’Espresso, nota il contrasto: da una parte, nel Sinodo e nelle dichiarazioni varie, «l’accesso alla comunione eucaristica è consentito o promesso quasi senza più limiti. Eppure severissimamente interdetto a chi incorre in un paio di nuovi peccati capitali» (1), come appunto i Francescani scomunicati, e adesso la stessa minaccia incombe sulla Fraternità di San Pio X. L’odio attivo per la Tradizione in tutti i suoi aspetti.

Ciò mi ha portato qualche confusione e patema d’animo. Dove va papa Bergoglio? Poi, qualche giorno fa, alla radio cosa sento? Che Papa Francesco, tra gli applausi dei media, si dichiara contro alla pena carceraria dell’ergastolo.

Ma questo è «Nessuno tocchi Caino»!, esclamo improvvisamente illuminato; è «la lega internazionale di cittadini e di parlamentari per l´abolizione della pena di morte nel mondo» fondata da Pannella.

Ecco com’è: il Papa sta facendo confluire e dissolvere la Chiesa nel Partito Radicale di Marco Pannella. Pensiamoci: la sua «teologia» presenta tutti e gli stessi elementi dell’ideologia radicale, anticlericalismo feroce compreso, ed ostile antipatia per la Chiesa istituzione, i dogmi, la tradizione. Non a caso Pannella è entusiasta di Bergoglio, e la sua Radio Radicale (che noi paghiamo) ha seguito con calda, rapita attenzione l’ultimo Sinodo sulla famiglia. Per certi aspetti, già il Sinodo è apparso come una delle riunioni del leggendario partito «non violento, transnazionale e transpartito», e – va da sé – transessuale.

Il papa lo fa per conquistare le masse secolarizzate alla Chiesa? Sul piano del marketing strategico (come si dice alla Bocconi), la strategia lascia perplessi. E non solo perché il Partito di Pannella, quando si presenta ad elezioni, raramente supera il 3% dei voti. Né solo perché l’area è ormai sovraffollata di concorrenti di monsignor Forte e Marx: financo Berlusconi, su indicazione della sua escort-consigliera, si dichiara a favore delle unioni tra omosessuali come «atto di civiltà», trascinandovi il residuo ma ancora notevole elettorato di centro-destra. Il punto è che questa «religione dell’uomo» bandita già dal Concilio, ha già da tempo occupato tutti gli spazi, ed in essa, se di una cosa non c’è bisogno, è la Chiesa.

Lo stesso fallimento elettorale di Pannella, nonostante l’intera società italiota sia ormai un partito radicale di massa votato al permissivismo edonista o alle sue velleità, è indicativo: la gente vuole le «libertà» e fare i suoi comodi, ma non che glielo ordini una chiesa – e il Pannella ha fatto del suo partitino una Chiesa coi suoi dogmi, i suoi fanatici fedeli, la sua liturgia, e di cui lui si presenta come il Papa: infallibile.

Alla larga dai Papi! Il motivo profondo è chiaro: una volta che la Chiesa conciliare ha attenuato il senso del peccato ed oggi dichiara che tutti gli atti cattivi sono una «forma attenuata di bene», dichiara che l’uomo non ha più bisogno di un Dio. A chi dovrebbe chiedere perdono? Per cosa, visto che anche la pratica omosessuale è un diritto civile, e anzi un dono divino? E che ci toccherà presto venerare il primo San Culattone?

A maggior ragione, l’uomo non ha bisogno di una Chiesa che lo metta in contatto con il Salvatore e lo metta in grazia di Dio coi suoi sacramenti. D’accordo, magari è proprio ciò a cui mirano Bergoglio e i modernisti Cardinali: la dissoluzione ecumenica nel «volemose bene» generale, la libertà di coscienza, «chi sono io per giudicare», tanto alla fine del mondo, «la luce di Dio invaderà tutte le anime» e «tutta la luce sarà in tutte le anime» (2).

Dunque è così come diceva da settant’anni Marco Pannella: Nessuno tocchi Caino; i finocchi hanno più diritti degli altri; non esiste un Dio cattolico, la Tradizione va stroncata, i preti che dicono la Messa in latino vanno condannati e scomunicati… Sì, ma mi resta un dubbio. Se è quello l’esito a cui convergere il Partito Radicale, come mai questi Papi e Cardinali continuano a vestire quei buffi paramenti e a calzare quei ridicoli cappelli di cartone a punta, simboli di un’altra religione, felicemente sorpassata dall’umanità matura che, come Kasper, crede che i miracoli di Cristo siano dei «miti»? Soprattutto, a che titolo continuano a percepire l’8 per mille?





1) «La Fraternità lefebvriana ha una sede nella diocesi di Albano, alle porte di Roma, e il vescovo di questa diocesi, Marcello Semeraro, che è anche il segretario del consiglio dei nove cardinali che assistono papa Francesco nel governo della Chiesa universale, ha emesso lo scorso 14 ottobre una notificazione per vietare ai suoi fedeli di andare a messa e ricevere i sacramenti dalla Fraternità, pena la scomunica. E Magister fa notare che monsignor Semeraro scavalca e rinnega la commissione vaticana «Ecclesia Dei» che già nel 2003 aveva risposto a un quesito: «In senso stretto potete assolvere al vostro obbligo domenicale assistendo a una messa celebrata da un prete della Fraternità San Pio X». Il vaticanista ricorda anche la durezza spietata dei «vescovi della Germania, notoriamente i più misericordiosi nel voler concedere la comunione ai divorziati risposati», verso i cattolici che non pagano la tassa per la Chiesa (Kirchensteuer) : «Non può ricevere i sacramenti della penitenza, dell’eucaristia, della confermazione e dell’unzione degli infermi, tranne in pericolo di morte; non può essere padrino/madrina al battesimo e alla confermazione; alla persona uscita dalla Chiesa che non abbia manifestato prima della morte un qualche segno di pentimento possono essere negate le esequie cattoliche». È questa la Chiesa dei cardinali Kasper e Marx. Il quattrino, altrimenti non dà il «servizio».
2) Tutti gli errori teologici che Bergoglio ha profferito nelle sue chiacchierate con Eugenio Scalfari, il papa li ha riconfermati – ripubblicandoli nel libro a sua firma «Interviste e conversazioni con i giornalisti». Tra queste, come ha segnalato Socci, ci sono anche le due interviste a Scalfaro, che il Vaticano aveva inizialmente tolto dal suo sito. «Allora è davvero scalfariano!», esclama Socci. No, è pannelliano.



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