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Kidon in azione. Con passaporti canadesi
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Lo afferma Michel-Juneau-Katsuya, ex agente del CSIS, il controspionaggio canadese: attenzione, sono di nuovo in attività le unità di assassinio all’estero (Kidon, dall’ebraico «baionetta»), e si muovono con passaporti canadesi, facendosi passare per turisti e innocui viaggiatori.

«Agenti del Mossad che si fanno passare per canadesi mettono a rischio veri cittadini canadesi; in queste fasi di tensione in Medio Oriente gruppi e Paesi che temono di essere presi di mira dal Mossad  possono sospettare, mettere sotto controllo con più intensità e agire con durezza contro cittadini canadesi, rendendo i viaggi più difficili» (1).

L’agente segreto del CSIS (i servizi di tutto il mondo fanno dire ad «ex-agenti» le cose che non possono dire apertamente) non ha articolato i motivi del suo allarme. Ma non è la prima volta che omicidi del Mossad sono stati colti sul fatto a farsi credere canadesi.

L’ultima volta è stato nel 1997: allora due assassini di Sion tentarono, senza riuscirci, di eliminare il capo dell’ufficio-stampa di Hamas ad Amman, Giordania, con un’iniezione letale. Vennero trovati in possesso di passaporti canadesi. Ciò diede origine ad un incidente diplomatico, con il richiamo dell’ambasciatore canadese da Israele: era la terza volta che agenti del Mossad erano stati presi a farsi credere canadesi, e la terza volta che Israele aveva promesso di smettere.

Ma che fare? I passaporti canadesi sono molto stimati dai kidon, perchè alle frontiere non si usa sospettare di un cittadino di un Paese notoriamente non-aggressivo e dove vige lo Stato di diritto. Accade lo stesso anche ai passaporti della Nuova Zelanda, per lo stesso motivo: e chi sospetterebbe che un cittadino del Paese delle pecore entri nel vostro per ammazzare qualcuno? Così i controlli sono superficiali, e le guardie di confine sorridono e danno il benvenuto.

Nel 2004 tre agenti israeliani furono colti sul fatto mentre chiedevano un passaporto a nome di un cittadino neozelandese, che risultò essere un tetraplegico, ovviamente senza bisogno di un passaporto per l’estero. Anche quella volta nacque un incidente diplomatico. Il primo ministro della Nuova Zelanda bollò «questo tipo di comportamento, inaccettabile per ogni Paese sul piano internazionale. E’ evidente che Israele ha di nuovo intrapreso queste iniziative a danno di un Paese con cui ha relazioni d’amicizia».

Evidentemente, nemmeno per i neozelandesi era la prima volta. Il capo del gruppetto, Zev Barkan, e un’altra spia israeliana non ben identificata, fecero in tempo a fuggire e sottrarsi all’arresto, al contrario dei loro complici, Uriel Kerman ed Eli Cara, che furono condannati a sei mesi.

Recentemente, Barkan è stato segnalato in Iraq; fermato da un posto di blocco americano della 3a e 4a Divisione di fanteria, sembra in possesso di sofisticati detonatori, avrebbe esibito un passaporto neo-zelandese (2). Questa informazione non ha conferme ulteriori. Fatto sta che i canadesi  hanno lanciato un allarme.

Il portavoce del ministro degli Esteri, Reynald Doiron ha fatto sapere ufficiosamente che «per il Canada è importante dire al mondo che quei passaporti (in passato) sono stati usati senza il permesso del governo. Non c’è stata alcuna collaborazione fra il Canada e i governi israeliani su questo punto; il Canada non ha fornito i passaporti».

Perchè proprio adesso questo avvertimento? Lo sanno loro.




1) «Israeli assassins likely to pose as Canadians: expert», CBC, 12 agosto 2008.
2) Jerry  Mazza, «What were the Mossad with fraudulent New Zealand Passports doing in Iraq?», Online Journal, 11 agosto 2008.


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