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La Cristianità vilipesa e abbandonata
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La dimensione della crisi che sovrasta il mondo e la Chiesa ha un aspetto oscuro, ed il suo esito storico si dimostra terminale.

«In questi periodi - scrive un lettore - al cristiano é richiesto di essere sale e luce della terra. In questo senso, saper leggere i segni dei tempi non é facile. Indirizzare i nostri passi nella direzione giusta nemmeno. ‘Ci vogliono guide, ci vuole un maestro, un magistero… Ed eccomi alla domanda: come fare a capire se e in che occasione quanto dice un Papa, un vescovo o un altro ecclesiastico sia un insegnamento... vincolante, bene o poco fondato, se sia una semplice opinione o peggio ancora un’infelice uscita?».

Questa domanda, sul valore e l’importanza del Magistero cattolico, è preceduta da un’altra domanda ricorrente che considera lo sconquasso cattolico attuale: per affrontare questi estremi mali non si dovrebbero unire gli sforzi dei cattolici che rifiutano di piegarsi davanti ai nuovi «culti» imposti da un mondo anticristiano?

Poiché la giusta azione umana parte comunque dal retto pensiero, va ricordato prima di tutto cosa è la Cristianità e poi va chiarito come mai questi mali che colpiscono oggi la Cristianità e il mondo hanno acquisito tanta libertà di operare e contano immense complicità nelle elite cattoliche, secondo uno spirito intento a dividere e a ridimensionare il Cattolicesimo, ma in nome della Chiesa stessa.

Staremmo vivendo i tempi dell’Anticristo nel Luogo Santo?

Perché se è così, come pare, data la spaventosa dimensione della crisi è inutile applicarsi a difese locali, a sostenere bastioni speciali, perché la guerra, pur presentandosi subdolamente ristretta nel tran tran della vita sociale, è totale; deve sradicare completamente la Cristianità, anima e corpo.

Qual’è l’anima della Cristianità se non la Fede unica in Dio, Compassione incarnata, dal cui Santo Sacrificio irradia quella missione di bene universale affidata alla Chiesa? E il suo corpo non è forse quella società ordinata dai princìpi del diritto naturale e divino rivelato, per cui al cristiano é richiesto di essere sale e luce della terra e in questo senso, di saper leggere i segni dei tempi per indirizzare i suoi passi di essere decaduto e ignorante nella direzione più giusta possibile?

Ecco che in tal modo la Cristianità divenne matrice di civiltà nella Giustizia e nella Carità, per cui si è diffusa e attivata in tutta la terra come vettore di quella compassione che è il mandato di Gesù Cristo, che vuole imitare, ma con la coscienza della greve debolezza umana, propria e altrui.

A questa sua opera non va rivolta la domanda inutile: perché è imperfetta? Ma cosa sarebbe stato del mondo se non ci fosse mai stata? Ci sarebbero, per esempio, tutti quei lebbrosari, che erano in Asia come in Africa, nelle foreste di tek della Thailandia, come nelle fonde profondità della selva amazzonica?

Ma perché dico erano e non sono?

Poiché in nessuna missione cattolica ci si occupava più del corpo che dell’anima e nei nostri tempi la missione vive un forte riflusso. Lo posso dire perché nei miei innumerevoli voli ho conosciuto i nuovi missionari conciliari afflitti da mille dubbi, per cui si chiedono: non sarebbe forse giusto conservare quella (presunta) innocenza dei nativi e anzi imparare da loro il rispetto ecologico per la natura? Preti che invece di ricevere confessioni vanno a confessarsi e a scusarsi con una nuova leva di antropologi televisivi.

Siamo alla crisi della coscienza conciliare, che culmina quelle precedenti. La crisi della coscienza europea del XVIII secolo fu levatrice non solo dell’enciclopedismo, delle rivoluzioni nazionali e mondialiste, ma anche dell’americanismo che, come fede semplice, egualitaria, liberale ed ecumenista non fu dovutamente contestata all’inizio. Perciò è divenuta potente abbastanza da superare ogni divergenza e imporsi nel mondo.

Se il dubbio della coscienza europea ha portato a negare che ci sia un ordine superiore in terra e a suggerire l’elaborazione di un nuovo ordine, la rivoluzione americana ha risolto il dilemma con la fede nella superiore democrazia dell’America, esempio per il mondo!, secondo Benedetto XVI. Essa potrebbe gestire in concreto le più grandi «missioni» e perfino l’antitesi tra vero e falso, perché l’arbitro d’ogni idea sarebbe una opinione pubblica, sempre reperibile dai sondaggi. Ciò costituisce l’esempio più lampante del fatto che una società, che crede come vive ovvero adattando il vero e il bene a quanto sembra essere una libera scelta di vita, liberale e democratica, è in balìa di manipolazioni invisibili da parte di forze occulte e di poteri mondiali, come i centri segreti della Massoneria.
 
La Massoneria è, di fatto, l’anti Cristianità. Così un’intera generazione di cristiani americani, dopo aver subito un completo lavaggio del cervello, è giunta a scambiare la regola di vita cristiana per la dipendenza consumistica, sicura d’aver scelto una libertà per la quale vale la pena perfino di morire. In tal modo l’inganno viene mascherato prima dalla dea libertà nelle società opulente, pronte a rendere l’anima sull’altare o palco di una super religione ecumenista, ma poi dal virus letale del «conciliarismo cattolico».

Esso è tuttora sottovalutato anche dai cattolici che subiscono la pressione di una nuova coscienza atta a sopravvalutare ogni altra credenza. Molti vecchi fedeli, pur difendendosi dall’infestazione «ecumenista» mondiale, promossa dal Vaticano II, divengono ipercritici di quella Cristianità in cui sono nati, sono stati nutriti e in cui hanno vissuto, ma che non capiscono più.

Tale è l’immane minaccia incombente sulla Chiesa universale e sul futuro dei popoli: l’alleanza di ferro tra imperialismo mondialista e conciliarismo ecumenista nell’indifferenza cristiana.

Quanto pareva un rischio lontano, oggi svela la portata mondiale dei piani ecumenistici diretti a intese politiche globali, per lo più segrete; indirizzate al «compromesso storico» tra opposizioni «antiche» ovvero tra questo mondo moderno e la vera Chiesa.

Come affrontare questa crisi mortale senza riconoscere le sue cause, sia nel senso positivo, ovvero chi siano i nemici visibili che incarnano lo spirito anticristico, sia nel senso interno ovvero di ripristinare le difese per affrontarli?

E’ pensabile che il Signore istituì la Sua Chiesa indifesa e carente, sia in rapporto ai suoi nemici mortali, sia in rapporto alla sua anima compassionevole?

Se così fosse essa sarebbe già stata annientata in questi due millenni di vita e superata dagli esempi di compassione dei buddisti tibetani e di tanti altri.

Ma dove sono i lebbrosari di queste vecchie e nuove credenze?

A questo punto allora ricordiamo la natura di Chiesa Militante, che, come insegna il Catechismo di Trento, «è la società di tutti i fedeli che vivono in terra, e si chiama militante perché i suoi membri devono sempre combattere con quei terribili nemici che sono il mondo, la carne e il demonio».

Qui si comincia a rispondere alla prima domanda sul Magistero della Chiesa Militante, che è fondamentale. Essa ha un Capo, rappresentante del Signore stesso per dar voce e indirizzo a questa lotta senza sosta, sia nel campo dell’edificazione personale come in quello dell’edificazione sociale, per la difesa del Vero e del Bene. Ed è opportuno ricordare, che pure la compassione ha il suo volto militante cristiano nella difesa delle anime. Tutto per amore di Dio e del prossimo come a noi stessi, che implica l’avversione a quanto è errore nel campo logico, falsità nel campo morale, contraffazione nel campo ontologico; attacchi al pensiero deviato del mondo, agli impulsi disordinati della carne e alle insidie infernali del demonio contro le anime, le società e la Chiesa.

Contro tutti questi mali il Magistero papale è dotato da Dio da poteri «extraterreni», poiché è universale, reso inappellabile e anche infallibile. Ecco perché il Pontefice Romano è circondato da quella cerchia di rispetto e venerazione che lo rende unico, al di là la persona che incarna la Santa Sede della Verità. Quindi, il Magistero è riconoscibile chiaramente nella continuità di questa difesa di tutto quanto è stato trasmesso e difeso in precedenza, fino ad arrivare, attraverso la Tradizione, alle parole pronunciate dal nostro adorabile Salvatore per la nostra salvezza.

Quando il Signore affidò a Pietro la carica di Capo della Chiesa, tutto ciò era incluso: la forza della Fede, la certezza nella Speranza, la missione della Carità nella verità ordinata alla Parola e alla Legge naturale e divina del Padre.

Perciò il Pontefice è il Katékon ovvero colui che trattiene l’attacco del nemico di Dio e degli uomini. Se esso è «tolto di mezzo» la difesa, non solo della Cristianità, ma d’ogni retto principio e valore, è compromessa.

E qui si pone la terribile questione: poiché viviamo il momento storico di questo collasso immane con l’abbassamento graduale, dai giorni del Vaticano II, di ogni difesa della Santa Chiesa, dove è questo Magistero e dove il suo Katékon?

Si può immaginare un papa che ubbidisca a quella «Sinagoga di satana» descritta nell’Apocalisse, a detrimento di consacrati (Wiliamson) che hanno dedicato la vita cercando di difendere la Chiesa?

Che porti qualcuno a confessare come questione di «fede» la Shoah, che si dimostra soprattutto un termine di accusa politica non solo ai cristiani, ma alla nostra Fede in Dio (antisemita?).

Tale accusa non ha generato soltanto quel perfido documento del Vaticano II, qual è «Nostra aetate», ma l’odio politico che si va stendendo nel mondo, per non parlare del crescente e tenebroso tumulto economico che incombe.

Dove è, però, il documento magisteriale che si riferisce a quanto ha degradato l’insegnamento cattolico, risalendo alle cause di queste gravi sconfitte?

Chi può dare il nome di magistero guida ad una ambigua e pervertita pastorale che ha già dimostrato i suoi frutti di perdizione nell’allontanamento di decine di migliaia di consacrati e nella corruzione morale e mentale di altri tanti?

No. La Chiesa cattolica rimane priva di vere difese fin quando i suoi figli lascino credere che il Vaticano II, le sue pompe e opere, sia accettabile alla luce della Tradizione che esso stesso sta corrompendo. Ci vorrà certamente coraggio, ma per l’onore della Madre Chiesa e per la salvezza di molti è assolutamente necessario ripudiare completamente il falso magistero ecumenista che relativizza l’unica Fede rivelata, poiché esso rappresenta quel piano completo per far conciliare le opposte rivelazioni e tradizioni in vista della falsa pace che il mondo propone nella bramosia dei sensi e nell’adulterio dei patti con Satana.

Questa reazione è sempre più urgente, doverosa e inevitabile per i cattolici. Seguire il Magistero dei Pontefici conciliari solo quando non innova alla luce del modernismo, appoggiato su qualche artefatta «ermeneutica della continuità», ma solo quando insegna secondo la dottrina di sempre, implica una rischiosa e paradossale situazione: chi può fare la distinzione dovuta, volta per volta?

Non è proprio il compito del Magistero farlo? Se si conosce e distingue quanto la Chiesa ha sempre esposto, a cosa serve riprendere quanto rimane in parte nel magistero conciliare? Coloro che non distinguono, cioè l’immensa maggioranza dei credenti, non corrono il rischio d’essere ingannati proprio seguendo il Magistero? Non è proprio nell’ambiguità di tale procedura modernista, d’inganni mescolati a verità nello stesso testo - denunciata da San Pio X - che l’errore si è diffuso?

C´è da chiedersi che rapporto abbiano tali documenti perfidamente ambigui, vere mine vaganti per demolire la Santa Tradizione, con l’autorità del Magistero della Chiesa oltre l’ipocrisia farisaica Che non solo falsa la Parola, ma in nome del Signore stesso opera il regresso della Sua missione divina.

Non è possibile rappresentare Cristo Signore insegnando le contraddizioni «pastorali» del Vaticano II. Quindi, i cattolici dovranno pregare perché al più presto ci sia chi istruisca dall’alto della Chiesa.

Arai Daniele


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