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Sallusti e il potere di calunnia giudiziaria
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“Se non ho capito male il direttore prende le difese di Sallusti, ma questo lo trovo francamente incomprensibile, per chi ha seguito le sue vicende giudiziarie…

Sergio64”



No, non prendo le difese di Sallusti: ha pubblicato un articolo (di Renato Farina, sotto pseudonimo) risultato diffamatorio, ed è “giusto” che paghi, visto che il direttore è “responsabile” anche per omesso controllo.
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Scrivo “giusto” tra virgolette, perché questa responsabilità mi pare contrastare col principio generale del diritto: “la responsabilità penale è personale”. In ogni caso, se si vuole considerare l’omesso controllo un delitto, andrebbe considerato un reato “preterintenzionale”. Ossia commesso senza intenzione. È semplicemente impossibile controllare davvero tutti i pezzi che escono in un giorno in un quotidiano.

Invece, il giudice - visto che il diffamato era un giudice - ha dato 14 mesi di galera. E soprattutto, ha definito Sallusti “un delinquente abituale" nella sentenza. Perché? A quali delitti precedenti di Sallusti si riferisce?

Sallusti è un giornalista polemico e fa un giornale polemico, che non piace alle sinistre e alle magistrature di casta “progressiste”. Può darsi che “sentano” i suoi articoli, inchieste e titoli, come delitti. Ma delitti non sono: sono l’esercizio della libertà di stampa e di opinione. I giudici non dovrebbero lasciarsi guidare dalla “pancia”. Invece molti di loro lo fanno abitualmente. E sono applauditi dai media e dalla (loro) opinione pubblica.

Una sentenza non può bollare un avversario politico come delinquente abituale, ed aggravare una condanna (in primo grado era Sallusti era stato condannato a pagare 5 mila euro, senza carcerazione) adducendo l’abitualità nel commettere reati. Almeno, deve dare le prove di questa valutazione. Se non lo fa, è una calunnia, e un insulto gratuito.

Se io scrivo che Sergio64 è un delinquente abituale, lei mi querela e la mia condanna è inevitabile. Giustamente. Invece, adesso i giudici hanno anche il potere di calunnia?

Attenti italiani! Questa è repressione penale di posizioni politiche sgradite alla casta, unita a diffamazione e demolizione morale dell’avversario. Facevano così anche i giudici di Stalin.

Maurizio Blondet




 
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