Opinione Politica
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Gentile redazione di EFFEDIEFFE,

sono stato impegnato a lungo in politica, militando dal 1993 fino al 2011 nella Lega Nord dalla quale fui espulso per aver sollevato, per primo e in TV (L'infedele, su La7, e poi su Presa Diretta di Rai3) la "questione morale" interna al partito che poi è puntualmente esplosa. Fui invitato in quelle trasmissioni nazionali per il contenuto del mio secondo libro ("Tu sarai leghista! Leghista sarai tu!", una disputa con il giornalista e pubblicista Antonio Gesualdi sui fondamenti ideologici reconditi e inespressi del leghismo; il primo era un commento dettagliato degli articoli della Prima Parte della Costituzione), nel quale peraltro preconizzavo, nel momento di massimo successo elettorale, la fine del movimento qualora non avesse adeguato la sua azione ai principi enunciati nella disputa. Oggi mi dicono che fui profetico, ma 18 anni dall'interno mi avevano fatto conoscere tutti e tutto, di quel contesto, per cui la mia fu solo capacità di previsione conseguente all'analisi.

Segnalo che a Vicenza una svolta antesignana ha avuto luogo in Consiglio Comunale: si abbandona la storica disposizione Destra/Sinistra, per passare a una che è molto più consona ai tempi attuali: “Davanti-Vicino” (maggioranza) e “Dietro-Lontano” (opposizione).... Inconsapevolmente viene interpretata al meglio la novità della politica: la maggioranza sta vicino al Potere, la minoranza si oppone stando distante.... A Vicenza non c'è vera opposizione al Potere, ma il simbolismo ha un significato forte!

In effetti basterebbe analizzare con approccio critico i contenuti delle istanze promosse dai partiti politici nazionali per prendere atto del cambio netto delle cosiddette “linee di frattura ideologica” e dell’omologazione, su molti punti, tra il cosiddetto Centrodestra e il cosiddetto Centrosinistra; forse per questo aumenta l’astensionismo, perché c’è una parte di elettorato che non concorda con i partiti esistenti, ma non trova alcuna forza politica a rappresentare un dissenso serio e strutturato, giacché il M5S, pur contestando, non ha per sua precisa volontà una linea politica o un’ideologia definite a priori.

Vediamo dunque i temi forti della politica, per verificare quanto detto. Questione Euro: sia PD che PDL vogliono mantenerlo. Questione spesa pubblica: al di là di generiche dichiarazioni, entrambi sono indisponibili a tagli forti e strutturali. Questione Europa: entrambi sono per gli Stati Uniti d’Europa, entrambi per l’ingresso della Turchia, entrambi per obbedire agli USA in politica estera e nelle missioni militari. Questioni etiche: in entrambe le formazioni sono presenti opinioni varie, trasversali e possibiliste, sia sul testamento biologico, sia sulla bioetica, sia sulle unioni da parificare al matrimonio e sullo smembramento del diritto di famiglia tradizionale. Questione unità nazionale e riforma federale: entrambe le formazioni sono fortemente nazionaliste, centraliste e contrarie a ogni forma di autodeterminazione o di autonomia, comprese quelle già esistenti. Questione cittadinanza e immigrazione: nonostante qualche distinguo nel PdL, entrambi sono per introdurre lo ius soli e per mantenere la deregolamentazione attuale nei flussi. Il solo conflitto, patetico, si consuma attorno alla questione Giustizia e solo per il fatto che tutto ruota attorno alla figura di Silvio Berlusconi. Altre differenze vere non ce ne sono, se non per la provenienza dell’elettorato causata dall’abitudine italica al tifo in luogo del ragionamento; cosicché nelle regioni rosse del Centro Italia prevale nettamente il voto all’ex PCI, ora Centrosinistra, mentre nelle altre regioni prevale in modo più tenue il voto all’ex Pentapartito, poi “forzaleghismo” e ora Centrodestra. E’ dimostrata come fasulla la distinzione per categorie lavorative, giacché dalle statistiche è provato che la casalinga, il dipendente statale, la partita IVA e il pensionato in Lombardia votano prevalentemente a Centrodestra, e le stesse figure in Toscana votano prevalentemente a Centrosinistra, mentre il M5S appare come fenomeno effimero di protesta.

Tanto i partiti del Centrodestra quanto quelli di Centrosinistra sono dunque supinamente prostrati al potere dell’UE e, ancora di più, degli USA. Sono della stessa parte ideologica, partiti che dunque devono sedere Davanti, devono sedere Vicino al centro di emanazione del Potere, sono maggioritari nella rappresentanza politica, ma forse non lo sono più nel sentimento popolare che, infatti, ripaga con l’astensionismo il vuoto di proposte alternative. Dunque chi siede Dietro, cioè Lontano dal Potere e in opposizione al Pensiero Unico del “politically correct”? A Vicenza, come nel Parlamento Italiano, si potrebbero invertire i posti senza che nulla cambi, ma un’opposizione possibile ci sarebbe.

Una forza che volesse rappresentare la Sovranità Popolare per una via diversa avrebbe spazio. Una forza alternativa che dicesse: dall’Euro si può uscire e vi spieghiamo come, attraverso studi accademici seri; che dicesse di osteggiare gli Stati Uniti d’Europa in favore di una Confederazione Europea dei popoli indipendenti e confederati, ove vigesse il principio di autodeterminazione, un’Europa dall’Atlantico agli Urali con dentro la Russia, che è europea, e con la Turchia fuori per sempre, poiché non è europea; che dicesse di realizzare finalmente, con la Russia, la prevista Comunità Europea di Difesa, rivedendo finalmente gli accordi NATO e uscendo così dall’assetto di Jalta; una forza decisamente sostenitrice del pensiero forte giusnaturalista, contro il relativismo che pretende invece il giuspositivismo e, dunque, che sia senza eccezioni dalla parte della tradizione filosofica e culturale della civiltà europea in materia di famiglia, matrimonio e questioni etiche; una forza che promuovesse il principio di decentramento e quello di sussidiarietà, per favorire la partecipazione democratica alla Svizzera, e che dalla Svizzera prendesse esempio anche per le leggi in materia di cittadinanza, immigrazione e protezione del lavoro; una forza antistatalista, fortemente orientata al taglio delle spese parassitarie e delle rendite di posizione.

Una forza siffatta, davvero popolare e non populista, avrebbe grandi margini di consenso sebbene i media, anch’essi prevalentemente proni al Potere di USA e UE, denuncerebbero questo pensiero alternativo come “psicoreato”, come reato mentale alla stregua di quanto avviene nel romanzo distopico “1984” di Orwell e come già si fa adesso, apertamente, aggiungendo la parola del linguaggio psichiatrico “fobia” a ogni posizione diversa da quella del “Ministero della Verità” che definisce il tanto il “politicamente corretto” quanto i canoni della “Neolingua” e di ciò che si può o non si può dire. Questo scritto vuole essere anche un appello alle persone di buona volontà: anziché frammentarsi in mille rivoli anarcoidi che a nulla approdano e fanno solo il gioco di chi comanda, ciascuno per reclamare la soddisfazione della sua esigenza, chi non condivide il Pensiero Unico imperante, imposto in Europa dagli USA, ha il dovere morale di provare a resistere e a organizzare una nuova forza politica che accolga tutte queste istanze per dare loro rappresentanza. E’ un auspicio e uno stimolo alla riflessione.

Davide Lovat