Baldassarri meglio di Tremonti
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Volevo postare qui integralmente il Sesto rapporto sulleconomia italiana preparato dal senatore ed economista Mario Baldassarri. Impossibile: comunque si tenti di ritrovare il testo sul web, viene segnalato un unespected error, e il rapporto resta inaccessibile.

Ognuno giudichi se questa inaccessibilità sia sospetta oppure no; certo è che il Rapporto Baldassarri configura una manovra economica alternativa a quella di Tremonti, e migliore.

Al contrario dei tagli orizzontali, Baldassari suggerisce tagli verticali che colpiscono «quei 3-400 mila italiani che vivono alle spalle della politica e della pubblica amministrazione», e identifica con precisione dove i tagli possono essere operati: i consumi intermedi per acquisti nella pubblica amministrazione, soprattutto quella locale (fonte dello spreco più incontrollato), che vale 137 miliardi; e i «trasferimenti a fondo perduto», che pesano 44 miliardi.

Da qui, per Baldassarri, verrebbero le risorse per unire il «rigore» al rilancio economico: spese per ricerca, infrastrutture, riduzione di imposte punitive delle imprese come l’IRAP.

Naturalmente, questa proposta non ha alcuna possibilità di essere accolta, anche perchè Baldassarri, esasperato dalla sordità di Bunga-Bunga, è passato dal Pdl al gruppo di Gianfranco Fini.

Quanto a Tremonti, non ha mai ascoltato nessuno: nè gli incompetenti che gli chiedono di allargare i cordoni, e ha fatto bene; ma nemmeno i competenti, come Baldassarri, con cui poteva integrare le sue misure.

Ora abbiamo, invece, una finanziaria che è una furberia berlusconiana, in quanto rimanda i tagli al 2014 (accollandoli insomma a un altro governo), e che non contempla alcuna vera riforma fiscale.

A futura memoria, pubblichiamo qui un articolo dello stesso Baldassarri, e una sua intervista. Sufficienti ad illustrare l’essenziale della sua proposta di riforma.



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