>> Login Sostenitori :              | 
header-1

RSS 2.0
menu-1
aborto.jpg
Questione di tempo
Stampa
  Text size

«E’ impossibile ignorare quale sia l’antropologia di Umberto Veronesi - si legge in un editoriale firmato da Francesco D’Agostino – E’ impossibile ignorare la visione libertaria (e non liberale, come viene spesso arbitrariamente presentata) di chi ha sempre militato nel Partito Radicale.
Gli esempi - continua l’articolo - potrebbero moltiplicarsi. Da visioni antropologiche ‘riduzionistiche’ (come quella radicale o quella di Veronesi), derivano inevitabilmente ampie conseguenze sul piano delle scelte politiche, non solo per quel che concerne i temi che oggi vengono definiti ‘eticamente sensibili’, ma anche per temi di ancor più ampio rilievo sociale, primi fra tutti quelli del matrimonio, della famiglia e delle adozioni» (1).

La riflessione del professor D’Agostino va a toccare un tema importante, con ripercussioni anche di natura politica.
Di Veronesi questo giornale si è occupato spesso, a causa dello sfrenato scientismo spudoratamente evidenziato da parte del noto medico, professore e politico.
Anche a proposito dell’aborto scrivemmo già, in merito alle posizioni assunte in ordine alla vigenza, operatività e bontà della legge 194.
Quel che interessa ora rilevare è l’assoluta ovvietà di una inutile trafila alla quale si sta assistendo da giorni.
Avvenire che, giustamente, attacca, difendendo le posizioni della vita, Ferrara (chissà perché?
E’ lecito domandarsi) che si muove a battaglia e decide di farlo anche scendendo nell’arena politica, Commissioni Scientifiche che esprimono pareri o pseudo tali su una verità che le sovrasta; insomma un dibattito ed uno scenario vario e distinto che, tuttavia, forse per incoscienza, magari per ipocrisia, dimentica la questione fondamentale: non si tratta di un argomento scientifico.
Non lo è affatto.

Nessuna meraviglia; nessuna obiezione seria può essere mossa a questa affermazione.
Purtroppo il riduzionismo di pensiero al quale si è solitamente sottoposti impedisce di vedere l’orizzonte aperto dinanzi allo sguardo di chi voglia scrutarlo in pienezza.
L’aborto non è questione di scienza.
La logica ed il buon senso, scevro da pregiudizi di altra natura, non esitano a ravvisare l’evidenza indubitabile: l’aborto è solo un omicidio, come lo è la cosiddetta «pillola del giorno dopo».
Niente di diverso né di diversamente ammissibile e/o negoziabile.
Che moratoria si vuole fare su una questione del genere?
Non ci sarebbe neppure da discutere.

Come è mai possibile sostenere la soppressione della vita umana ragionando su questioni meramente temporali.
E’ così, solo di questione di tempo!
Solo di questo si tratta.
Che differenza ontologica intercorre tra un anziano seduto su una sedia a rotelle ed un bambino che corre in un parco, tra un adulto che digita su un PC ed un adolescente che sospira sognante l’infinito?
Tra un infante di un mese ed un bambino di 5 anni?
Chi mi riesca a ravvisare una differenza ontologica - cioè relativa in maniera costitutiva all’essere del bambino e/o dell’anziano - sarà in grado di affermare che questa medesima differenza possa essere applicata a «pochi minuti» o a cento anni!
Attenzione!

A chi stia obiettando che dopo pochi minuti, o all’atto stesso della fecondazione, non si può parlare di «vita», ammesso e non concesso (perché di vita si tratta!) che non sia «vita», la questione, lo ripetiamo, non è scientifica!
Perché?
Semplice applicazione del principio di causalità.
Non c’è uomo, senza fecondazione!
Dalla fecondazione in poi, sia vita o no, l’uomo è già fatto tutto in potenza.
E’ lì, allo stesso modo di un bimbo che nella culla non è in grado di camminare, ma un giorno (a Dio piacendo) lo farà, così a quel «grumo di cellule» non si può negare la medesima dignità che gli abortisti sostengono per sé e per le loro persone o per i loro pretesi aberranti «diritti».
Tutto sommato, si insiste, è solo una questione di tempo.
Il processo è avviato e porterà ad un esito prevedibile e certo (escludendo patologie o quant’altro): un uomo in carne ed ossa.
Un seme piantato che germogli, darà il suo albero; togliete il seme e non verrà neppure l’albero.
Si comprende bene che, in caso di estirpazione, quello di cui ci si è privati non sia soltanto il seme, ma l’albero stesso.

Il fatto che nell’aborto questa evidenza non sia immediatamente ravvisabile non significa proprio nulla; come nulla significa l’eventuale percezione o coscienza che quel «grumo di cellule» abbia di sé.
Sfidiamo ancora tali convinti sostenitori e assertori dell’aborto a negare il fatto dell’omicidio di una persona priva di sensi e totalmente insensibile a stimoli esterni, magari per effetto di qualche droga o altro, a meno di voler ridurre la vita a mera «sensazione».
In fin dei conti, legalizzare l’aborto significa anche questo: trasformare, riducendolo alla sua manifestazione biologica, il miracolo della vita in un processo meccanicistico di reazioni fisico-chimiche ed evidenziarne soltanto l’aspetto sensibile.
Del resto in una società che viva del dogma dell’infallibile scienza e che sia schiava dell’illusione tecnologica, cos’altro poteva sorgere?

Se invece si sapesse recuperare l’amore che il Creatore possiede per ogni vivente, nessun processo, nessun percorso, nessun individuo, nessuna creazione perderebbe il suo valore, prezioso agli occhi di Chi fece buona ogni cosa.

Stefano Maria Chiari



1)  www.iltempo.it/politica/2008/02/25/

Home  >  Scienze                                                                                     Back to top


 
Nessun commento per questo articolo

Aggiungi commento


La Dittatura Terapeutica
L’unica ed estrema forma di difesa da questo imminente, sottovalutato, tragico pericolo particolarmente grave per l’Italia, è la presa di coscienza
Contra factum non datur argomentum
George Orwell con geniale e profetico intuito, previde l’oscuramento delle coscienze, il tramonto della civiltà, l’impostura e apostasia dalla verità che viviamo, quando scrisse “nel tempo...
Libreria Ritorno al Reale

EFFEDIEFFESHOP.com
La libreria on-line di EFFEDIEFFE: una selezione di oltre 1300 testi, molti introvabili, in linea con lo spirito editoriale che ci contraddistingue.

Servizi online EFFEDIEFFE.com

Archivio EFFEDIEFFE : Cerca nell'archivio
EFFEDIEFFE tutti i nostri articoli dal
2004 in poi.

Lettere alla redazione : Scrivi a
EFFEDIEFFE.com

Iscriviti alla Newsletter : Resta
aggiornato con gli eventi e le novita'
editorali EFFEDIEFFE

Chi Siamo : Per conoscere la nostra missione, la fede e gli ideali che animano il nostro lavoro.



Redazione : Conoscete tutti i collaboratori EFFEDIEFFE.com

Contatta EFFEDIEFFE : Come
raggiungerci e come contattarci
per telefono e email.

RSS : Rimani aggiornato con i nostri Web feeds

effedieffe Il sito www.effedieffe.com.non è un "prodotto editoriale diffuso al pubblico con periodicità regolare e contraddistinto da una testata", come richiede la legge numero 62 del 7 marzo 2001. Gli aggiornamenti vengono effettuati senza alcuna scadenza fissa e/o periodicità