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USA: incanalata la rivolta sociale. Dai soliti noti.
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«Noi crediamo in Gesù Cristo e che è lui il nostro salvatore», ha detto al New York Times Backy Benson, 56 anni: «Gesù non vuole la distribuzione della ricchezza in forma di stimolo economico, salvataggio delle banche e assistenza sociale».

Glenn Beck
   Glenn Beck
La signora Backy Benson è una poveraccia venuta dalla Florida a Washington, spendendo i pochi dollari per partecipare alla grande manifestazione indetta da Sarah Palin e Glenn Beck (anchorman di Fox Channel di Rupert Murdoch) a Washington: la poveretta s’è ritrovata insieme ad altri 500 mila ad inneggiare alla riduzione del movimento Tea Party ad allucinogeno gestito dai neocon. Tutta gente che ce l’ha confusamente con i banchieri che hanno rubato la pensione ai poveracci ma anche contro lo «statalismo» e contro la (svuotata) assistenza sanitaria di Obama, contro la povertà e – insieme – per il liberismo assoluto che Gesù il Salvatore condivide perchè, come dice appunto la povera Backy, è ultraliberista, ossia veramente americano (non come Obama che è musulmano e non na nemmeno la cittadinanza...). (At Lincoln Memorial, a Call for Religious Rebirth)

E’ stato facile manipolare questa disperazione di massa americana, rabbiosa, ignorante e disinformata, fideista e patriottica, e dirigerla verso obbiettivi demenziali.

Molti dei partecipanti al raduno di Washington – per dimensioni una delle più grandi manifestaizoni della storia USA – indossavano, purtroppo, le T-Shirt dei sostenitori di Ron Paul. Ma Glenn Beck e Sarah Palin hanno sottratto queste folle a Ron Paul e alle sue proposte politiche (sgradite ai banchieri e alla nota lobby), ed hanno diretto la cieca forza sociale della protesta verso... la rinascita religiosa cristianista, born again.

Sarah Palin
   Sarah Palin
«Oggi lAmerica comincia a tornare a Dio», ha urlato Beck alla folla esultante dei disperati senza-lavoro e senza-pensione convocati al Lincoln Memorial. «Sta accadendo qualcosa che va oltre lumano... Per troppo tempo questo Paese ha errato nel buio», ma adesso viene la Luce. Sarah Palin ha detto dalla sua: «Dite di me quel che volete, ma ho cresciuto un veterano di guerra, e questo non me lo potete togliere» (un suo figlio, Track, è stato soldato in Iraq).

Patriottismo e «fede in Cristo mio salvatore»: i soliti vecchi ingredienti che distolgono le masse USA dalla rivolta sociale, e funzionano sempre. Con uno schizzo, immancabile, di razzismo e anti-cattolicesimo. Glenn Beck aveva appena proclamato dalle telecamere di Fox che Obama è uno «che odia profondamente i bianchi»; poi s’era scusato dicendo che no, lui non voleva dire che Obama è un razzista, ma solo che vede in lui un esponente della «teologia della liberazione», seguace del quel «comunismo in veste cattolica» che portano in USA quegli straccioni di immigrati latinos. (Glenn Beck and Sarah Palin's unholy alliance)

A questo punto, i nemici del popolo sono additati: messicani, presidenti negri e i loro programmi socialistoidi, anzi comunisti (le masse disperate inneggiano a Sarah Palin che vuole tagliare i sussidi di disoccupazione). Goldman Sachs e Wall Street possono dormire sonni tranquilli.

Daniel Lapin
   Daniel Lapin
Glenn Beck ha portato, e presentato agli applausi delle masse di derubati e disoccupati, due esponenti della fede che a lui piace. Uno era il rabbino Daniel Lapin, che tiene regolari corsi di talmudismo (detti «studi biblici) ai senatori di Washington i quali non osano mancare alle lezioni; e che è intimo amico di Jack Abramoff, il lobbista di successo negli anni di Bush jr., oggi sotto inchiesta per malversazioni e appropriazioni indebite varie; esistono prove di una mazzetta di 867 mila dollari destinata ad Abramoff inviatagli da «un gruppo che usiamo per queste cose», ossia una fondazione ebraica di estrema destra chiamata Toward Tradition, fondata e gestita – guarda caso – dal pio rabbino Daniel Lapin.

John Hagee
   John Hagee
L’altro uomo di fede che Glenn Beck ha portato sul palco della protesta sociale da allucinare è il «reverendo» John Hagee, famoso telepredicatore e miliardario, che deve il suo successo al fatto di insegnare ai suoi protestanti rinati che «La Chiesa cattolica è la grande prostituta» e che tutti musulmani «hanno lobbligo, come dicono le loro Scritture, di ammazzare tutti i cristiani ed ebrei». Non stupirà sapere che il reverendo Hagee è il fondatore di un’organizzazione chiamata «Christians United for Israeel», che è stato 22 volte in Israele sempre ricevuto dai primi ministri israeliani, e ripetutamente premiato dal B’nai B’rith e da altre associazioni del genere per la sua tenace difesa delle ragioni di Israele.

Meno ancora stupirà apprendere che la manifestazione – e tutta l’operazione di distrazione della protesta sociale – è stata ampiamente finanziata da alcuni miliardari ebrei. Uno è il già noto Rupert Murdoch, padrone delle catene televisive Fox, del Wall Street Journal, del Jerusalem Post e di centinaia di testate, radio e TV locali.

Gli altri sono i fratelli David e Charles Koch, ancora più ricchi (se possibile) di Murdoch, quasi alla pari di Bill Gates ma molto meno conosciuti al grande pubblico. Sono eredi delle Koch Industries, un colosso chimico-petrolifero (detiene fra l’altro il marchio Lycra) che già negli anni ‘30 finanziò i movimenti d’opinione «spontanei» che si opposero al New Deal di Roosevelt («comunista»). Il prozio dei due fratelli, Fred Koch, era uno dei capi della John Birch Society, il gruppo d’estrema destra all’americana che si oppone alle riforme sociali in nome del liberismo assoluto e WASP. Fred Koch disse nel 1963 che «i comunisti infiltreranno il governo americano fino a quando avremo un presidente comunista, che si nasconde a tutti noi». Il presidente era John Kennedy.




I fratelli Knoch



Il nipote, David Koch, da sempre repubblicano sfegatato, ha creato una fondazione «culturale» chiamata «Americans for Prosperity Foundation», il cui scopo è stato fin da principio l’infiltrazione del confuso movimento Tea Party. La fondazione culturale dà premi in denaro ai blog più consoni ai suoi scopi. La sua branca texana ha recentemente insignito del titolo di «Blogger dell’Anno» un blogger che aveva chiamato Obama «la testadicazzo in capo», cockhead in chief.

Altre organizzazioni di base nate «spontaneamente» (Citizens for a Sound Economy, Freedom Works) hanno ricevuto 12 milioni di dollari dalle numerose fondazioni filantropiche della famiglia Koch. Le quali hanno dato dal 1998 al 2008 qualcosa come 196 milioni di dollari alle istituzioni più «neocon». Senza contare i 4,8 milioni di dollari in contributi alle campagne dei senatori amici, e 50 milioni l’anno che Koch Industries spende per fare lobbying.







Una delle ultime campagne della lobby Koch è stata destinata ad ottenere dall’agenzia sanitaria pubblica (Environmentel Protection agency) che cancellasse uno dei suoi prodotti chimici più venduti, la formaldeide, dalla lista dei «cancerogeni noti» non adatti per uso umano (The Billionaires Bankrolling the Tea Party).

I fratelli Koch – sarà un caso? – detestano ciò che detesta il Tea Party: Obama, lo Stato assistenziale, le regolamentazioni all’industria finanziaria, le imposte (ai ricchi). Vogliono tagliare i sussidi ai disoccupati, l’assistenza sanitaria di base agli anziani, e le poche provvidenze sociali, perchè l’America – dicono – non se le può permettere. Ma i tagli non devono riguardare gli aiuti ad Israele e le spese militari – ciò che Glenn Beck e la Palin hanno chiamato «restituire allAmerica il suo onore»... Questo programma allucinato diventa, con Sarah Palin e i soldi dei Koch, il programma del partito repubblicano, che certamente vincerà le elezioni di medio termine.




La folla al Restoring Honor


David Koch si presentò una volta alle elezioni, candidatosi alla vicepresidenza alla destra di Ronald Reagan con un programma che prevedeva l’abolizione della Social Security, dell’FBI, delle scuole pubbliche, di tutte le istituzioni pubbliche che costano in tasse al big business e ne limano i profitti, magari aprendo inchieste sulle «mani visibili del mercato». Allora, Koch ottenne l’1% dei voti. Stavolta, la sua demenziale macchina da guerra rischia di dominare l’America per i prossimi 12 anni con il suo neo-cristianesimo patriottico e talmudico, portata al potere dalle masse dei derubati e disoccupati.

Il fenomeno non è limitato agli Stati Uniti. Neve Gordon, un docente ebreo israeliano alla Ben Gurion university, segnala che anche in Israele gruppi estremisti neonati, «Institute for Zionist Strategy» e organizzazioni spontanee studentesche come «Im Tirtzu» (Se lo vuoi, in ebraico) stanno montando una feroce campagna contro i docenti e i giornalisti israeliani che criticano la deriva messianico-paranoica di Israele e il trattamento che infligge ai palestinesi: invocano il licenziamento dei colpevoli e la repressione delle loro «idee sovversive», perchè «Israele non deve pagare con denaro pubblico gente che critica Israele».

La spontanea organizzazione studentesca Im Tirtzu, di studenti patriottici e talmudici, è finanziata – informa Gordon – dal reverendo John Hagee, cioè dai Koch e Murdoch. Il cerchio del delirio si chiude (Israeli and US Zionists mount ferocious attack on liberal academics in Israel).



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