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La truffa della colpa e dell’innocenza collettiva
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Perché guardare sempre alla vetta invece di riflettere sul prossimo passo?

Spesso alcuni lettori si rivolgono a me demoralizzati, frustrati, a volte rabbiosi perché si sentono impotenti davanti a quanto sta accadendo. Altri confessano che sarebbe stato meglio non sapere la verità e vivere incoscientemente sereni nell’ignoranza. Non sono d’accordo. Credo fermamente che sia sbagliato il modo con cui ci hanno insegnato a vedere noi e il mondo.

Innanzitutto se siamo arrivati a questo punto, è proprio perché la maggior parte della popolazione ha sempre preferito non sapere, nascondere la testa sotto la sabbia, guardare al suo piccolo microcosmo, senza accorgersi che così facendo danneggiava proprio quello che credeva di proteggere. Nulla sarebbe potuto succedere, nessuna dittatura, genocidio o altro se, i pochi pazzi sanguinari non avessero avuto l’appoggio (tacito o meno) della massa. Tutte le forme di governo si basano sul consenso. Nessuno, per quanto forte, potrebbe compiere alcunché senza l’aiuto degli altri. E questo significa che il vero problema non sono i politici, ma coloro che si allineano e li sostengono. Quando la morale crolla non è mai a causa delle singole azioni di un gruppo di criminali, ma della popolazione che, in realtà, sostiene ed agevola le loro azioni.

Oggi poche migliaia di persone tengono in scacco il mondo perché la massa nasconde la testa sotto la sabbia, preferisce non sapere dicendo: tanto io cosa potrei fare io? Agisce in modo immorale e/o illegale, consapevole di farlo, per poi difendersi dicendo: se non lo facevo io lo faceva un altro, ho obbedito ad un ordine o ancora: non sarà giusto ma la legge mi consente di farlo, ecc…

Perché ci comportiamo così? Perché ci hanno insegnato ad essere infantili nel nostro modo di porci con la società, siamo alla continua ricerca di una figura d’autorità (paterna) cui delegare tutto (il nostro futuro, l’educazione dei nostri figli, il nostro posto di lavoro, ecc…) per, poi, poterci disinteressare completamente di come i nostri interessi e/o diritti sono gestiti.

Troppo facile agire in questo modo, troppo facile perché comporta una totale deresponsabilizzazione che permette, poi, di dire: non è colpa mia, è quel politico che mi ha imbrogliato, è la società che è corrotta, è il mondo che gira così, ecc. Questa non è altro che l’infantilizzazione della responsabilità individuale a favore della responsabilità collettiva impersonata dalle autorità, ma non c’è truffa più grande della colpa o innocenza collettiva.

Non cadiamo in quest’inganno, siamo individui, non meccanismi di un ingranaggio. Abbiamo precise responsabilità non solo nei confronti della famiglia, ma anche nei confronti della società in cui viviamo. Usciamo da quello stato infantile cui la ci hanno relegato ed attiviamoci per essere partecipi e attivi, il non essere al corrente di quanto sta accadendo non elimina la nostra responsabilità, anzi, ed è proprio quello che certo potere vuole per agire indisturbato. Non cadiamo nel suo inganno.

Un altro inganno da cui dobbiamo uscire è che il singolo non possa fare nulla per cambiare le cose. Falso. La storia ci insegna che non è così. Tutti i più grandi cambiamenti sono partiti dall’agire di un singolo.

Qualche giorno fa ho letto della storia di Almachio; Dio gli parlò e gli disse di recarsi a Roma per far cessare i combattimenti dei gladiatori, la ferocia ed il sangue esibiti al Colosseo. Almachio, che viveva in Siria, si mise in viaggio e, a piedi, arrivò a Roma. Entrò nel Colosseo e, sceso nell’arena, s’interpose tra quelli che combattevano. Era il 1 gennaio del 404. Le spade dei gladiatori non colpirono Almachio che, invece, fu lapidato dalla folla, ma il suo sacrificio non fu inutile perché da quel giorno Favio Onorio proibì i combattimenti dei gladiatori.

Perché ho ricordato questa storia? Perché troppo spesso pensiamo che per cambiare veramente le cose si debba essere in tanti, e questa idea ci paralizza. Ci hanno fatto credere che il singolo non abbia alcun potere, sia solo un piccolo meccanismo di un gigantesco ingranaggio, ma non è così.

Ognuno di noi ha un potere enorme, solo che non lo vediamo perché il nostro sguardo è rivolto alla vetta, e l’idea della distanza ci immobilizza. Ciò che dobbiamo fare è solo avere l’umiltà di guardare in basso, di accettare la responsabilità del nostro cammino e avere la forza di fare un passo dopo l’altro.

Solange Manfredi


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