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Il terrorista col grembiule
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Anders Behring Breivik cristiano? No, semmai cristianista. Cioè teocon, filosionista, occidentalista e massone. Interprete cioè di quella particolare tipologia di pseudo-crociato moderno, che da anni Maurizio Blondet denuncia come pericolosa parodia della Fede cristiana, di cui invece per Grazia cerchiamo di renderci degni.

Eccolo il mostro, l’uomo che in nome di una ambigua e pericolante identità occidentale ha ammazzato 93 connazionali, per lo più ragazzi, colpevoli a suo dire di collaborare, in ragione della loro adesione al partito laburista, al progetto multiculturale di islamizzazione europea.

Eccolo nella sua divisa da massone, ove campeggia insieme ai suoi riferimenti culturali ed esistenziali nella sua pagina di Facebook, divenuta oramai sulla rete un pezzo da collezione. (Anders Behring Breivik FACEBOOK.pdf)

Strano estremista di Destra, questo norvegese. Per giunta anti-nazista. Un bel guaio. Noi complottisti veri non andremo a cercare i riferimenti ed i contatti che questo sciagurato assassino con l’aria da bravo ragazzo avrà magari intrattenuto con qualche Servizio prima di mettere a punto il suo folle progetto, quanto piuttosto il clima culturale che ne ha alimentato la mente ed armato la mano: peccato per lui (casomai fosse un criminale fesso e in buona fede) che ciò che otterrà nel periodo di lungo termine sarà esattamente il contrario di ciò che sembrerebbe essere il suo manifesto intendimento.

Infatti niente più di un gesto come quello di Anders Behring Breivik rafforzerà le politiche multiculturali, integrazioniste, mondialiste: nelle prossime settimane si leveranno alte da tutte le cattedre progressiste del mondo le esortazioni a vigilare contro ogni tipo di integralismo religioso e ci sarà un girello per ogni rete ed un Bernard Henry Levy per ogni giornale a ricordarci che l’intolleranza religiosa è un pericolo dal quale occorre guardarsi e contro cui vigilare... giudaismo a parte, si intende, chè notoriamente è l’unica religione portata non ad aggredire, ma solo a difendersi!

Chi in questa lucida follia preterintenzionale finirà per rimetterci sarà proprio il cristianesimo (ed implicitamente il cattolicesimo più tradizionale) giacchè la stampa ha già decretato che l’assassino è un fondamentalista cristiano e ciò tanto più che questo pazzo millantatore ha marchiato con riferimenti pseudocrociati il suo delirio altrettanto pseudoidentitario. E si sa che nel frullatore mediatico ben pochi sono ancora in grado di distinguere cristiano da cristianista, e poi cristiano da cattolico, fanatico da integralista, fondamentalista da tradizionalista. Il risultato sarà che le religioni sono pericolose, perché portate allintegralismo, sicchè chiunque non aderisca ad una visione ecumenica, sinarchica e sincretista in materia sarà additato come un potenziale assassino, un massacratore di ragazzi laburisti.

Se dai frutti si riconosce la pianta speriamo almeno che tutti i cattolici, di destra e di sinistra, stavolta capiscano. Speriamo si rendano conto che il nemico primo di Cristo, cioè l’Anticristo che chiama allo scontro finale in Armageddon, come fa Anders Behring Breivik e prima di lui i cristiano-sionisti americani, è la pseudoreligiosità che nelle sue due versioni contribuisce dialetticamente alla realizzazione del progetto mondialista: lo scontro di civiltà funge cioè da innesco da Destra della reazione integrazionista e sincretista, che ne è il punto di caduta a Sinistra.

In questo la demonizzazione dell’Islam prima e dell’Anti-islam ora sono solo le due fasi dialettiche che per esempio in tempi più lunghi hanno caratterizzato la politica americana durante il pendolo delle amministrazioni repubblicane e democratiche degli ultimi 20 anni: a ben vedere nulla più di queste dissennate esplosioni di follia è in grado di realizzare in concreto quella demolizione controllata dell’ordine sociale, che interpreta perfettamente il comandamento massonico solve et coagula ovvero l’ordo a chaos.

Certo allora non sorprende che Anders Behring Breivik possa essere membro della loggia massonica San Giovanni Olaus dei tre pilastri, il cui motto è «Dalle tenebre alla luce».

In tutto ciò non sarei stupito se ad armare la mano di Breivik ci fosse l’ala di Servizi Segreti che si ispirano al progetto di Zbigniew Brzezinski, vero controcanto dialettico al pensiero teo-con: come nel judo questo potrebbe essere un colpo portato all’avversario interno usando della sua stessa forza, in un momento in cui i rapporti tra democratici e repubblicani rischiano di far saltare il banco, cioè il bilancio americano, con Obama sempre più in difficoltà.

Come la brillante operazione Osama, consente ad Obama di rendere possibile l’abbandono dell’Afghanistan (con i cristiano-sionisti che si torcono le budella) così la tragedia norvegese pone davanti al mondo l’estremismo cristiano dopo quello islamico, col risultato di azzerare in una laicità necessaria ogni istanza culturale e religiosa da sfruttarsi sul piano politico.

La strategia di Zbig, infatti, non è mai stata la guerra muscolare, ma quella intestina. La sua è una logica di governo interno ed internazionale da dissoluzione pianificata. Nel sostenere Obama Zbig ha detto: «Ciò che per me rende Obama attraente è che comprende che viviamo in un mondo molto diverso dove dobbiamo metterci in relazione con una varietà di culture e di popoli». Il nuovo approccio globale, trans-etnico, trans-razziale di Obama, il recupero del soft-power come strumento di governo del mondo, mette temporaneamente in soffitta l’hard-power della politica repubblicana. Francamente pensando a Breivik mi riesce difficile immaginare che un uomo solo, che aveva preannunciato i suoi propositi stragisti sul web, abbia potuto agire indisturbato, senza che nessuno intervenisse. Anche se sarà da dimostrare, ma è difficile pensare che non ci sia stata almeno qualche omissione, che abbia potuto favorire ciò che è accaduto. Insomma Anders Behring Breivik potrebbe essere stato lasciato agire come capitolo finale di una ideologia che viene così temporaneamente messa in sonno.

E tuttavia, per ciò che Anders Behring Breivik ha voluto dire al mondo, la sua foto in grembiule massonico ed il suo corposo manifesto politico dal titolo 2083 - Una dichiarazione di indipendenza europea, non è la pistola fumante che dimostra come qualche setta più o meno deviata ha ordinato la strage, ma la dimostrazione razionale che (al di là di chi si avvantaggerà della strage per i propri fini politici) un intero sistema di pensiero occidentalista ha innescato – come nei procedimenti di programmazione neurolinguistica – la mano dell’assassino. (A European Declaration of Independence.pdf)

Se dovessimo cercare i cattivi maestri che stanno dietro il gesto folle di Breivik potremmo trovare, anzi troviamo nel suo scritto, Samuel Huntington e The Clash of Civilisations, lo spettro dell’Eurabia, il mito dell’11 settembre, tutta la predicazione neo/teo-con e – per stare a casa nostra – Oriana Fallaci e Magdi Allam. Tutto ciò – come con un certo imbarazzo cercava di minimizzare l’altra sera Massimo Introvigne a RAI 2 – si sposa con l’ideologia teo-con, con l’esaltazione cristiano-sionista, con certo esoterismo templarista (e tanto di iniziaizione e giuramento), con la simbologia nordica, coi miti celti, mischiati nella sua pagina di Facebook in chiave pop ai video sensuali di Sarah Howells, a quelli evocativi di Armin van Buuren e alla saga cinematografica di Conan il guerriero. C’è tutto il repertorio di questa Destra d’Oltreoceano «compassionevole e impresentabile» nel gesto folle di Breivik, con un richiamo perfino a Daniela Santanchè. E ho detto tutto.

E c’è dunque anche qualcosa di logico, pur se di inusuale in questo estremista di destra.

Anzitutto l’unica citazione su Twitter è quella di un campione della liberaldemocrazia, John Stuart Mill: «One person with a belief is equal to a force of ninety-nine who have only interests». Poi manca un’apologia del fascismo e ancor più del nazismo. Anzi nel Distintivo del Cavaliere di Giustizia, che fa parte dell’uniforme da lui ideata, nazismo, comunismo ed islamismo sono sostanzialmente equiparati, come ideologie primarie e malvagie del nostro tempo:

Justiciar Knight
   Justiciar Knight
«The badge of the Justiciar Knight illustrates a white skull, marked with the symbols of communism, Islam and Nazism on the forehead, impaled on the cross of the martyrs. The background is black. The badge of the Justiciar Knight illustrates our patriotic struggle/opposition against all three primary hate ideologies of our time: Islam, Multiculturalism (Communism) and Nazism».

Decisamente Ferrara non sarebbe riuscito a dire meglio. Ma un terrorista antinazista ed antislamico, che cita Mill, è davvero un bel guaio per chi ha predicato in nome della democrazia e del liberalismo per anni una lotta al terrorismo internazionale ed è abituato a rappresentare il mondo in bianco e nero. Sia chiaro, le preoccupazioni di Anders Behring Breivik sono concrete, la scomparsa dell’identità etnica e culturale dei popoli è una realtà, come lo è la necessità di risvegliare le coscienze intorpidite dell’Occidente dalla loro inarrestabile decadenza e la necessità di ridestare le energie spirituali del passato: il problema è intendersi sul cosa fare, con chi farlo e in base a cosa farlo.

Se l’idea è quella di salvaguardare gli incontaminati fiordi norvegesi o le bionde valchirie dei video di Armin Van Buuren dall’arrivo di pericolose orde di mussulmani, alleandosi con chiunque si trovi in conflitto con loro… grazie, no. I mussulmani non vanno annientati, vanno convertiti, non sono bestie o seme d’asino, ma figli di Dio. E sia chiaro che per ciò che mi riguarda se proprio devo scegliere tra un mussulmano devoto e un cristianista massonico scelgo il primo. L’idea che ha armato la mano di Breivik è quella secondo cui Dio è un Dio dell’Occidente, un Dio politico, non Dio di tutti gli uomini. E qui è il grande problema e la grande differenza tra i veri cattolici e i falsi cristiani: se la salvezza è di tutti, nessuno può confondere la Fede con la civiltà ed anteporre questa alla prima. La Civiltà cristiana è figlia della Fede, non viceversa.

Non si ricostruisce la civiltà cristiana a partire dalla spada, ma dalla croce, non dalla guerra, ma dalla preghiera, non dalla volontà, ma dalla grazia e dalla conversione. La civiltà cristiana ha iniziato il proprio inarrestabile sgretolamento allorquando ha rimosso Dio dal centro della vita, sottraendo a Cristo il trono della sua regalità, cioè la propria sovranità sui popoli e le nazioni.

La sterilità anche demografica della civiltà occidentale è la conseguenza dell’autosufficienza gnostica cui la società occidentale si è votata, che il templarismo pseudocristiano di Breivik esprime perfettamente. Dunque il suo è il vaneggiamento di un pazzo (forse manovrato) di fronte a cui occorre estrema chiarezza e fermezza, per tutti coloro che pure tengono all’identità cristiana e cattolica: occorre respingere decisamente queste posizioni ed impedire che altri confondano la Buona Battaglia, col delirio cristianista di Breivik o di simili altri fanatici.

Oggi non c’è battaglia da combattere, né spada da impugnare, perché non c’è cavaliere che abbia vegliato, né popolo che abbia digiunato, nè sacerdote che abbia officiato, né monaco che abbia pregato. L’Occidente è oggi un luogo senza Dio, in cui l’uomo celebra nel trivio e nel mercato la propria presunzione prometeica di autosufficienza. Il tramonto dell’Occidente si compie oggi in maniera tale che non solo, com’è accaduto nel secolo scorso, qualche tragico profeta e visionario lo possa annunciare, ma in modo che ognuno lo possa anzi lo debba subire nella propria carne.

Se Dio è morto, tutti noi siamo cadaveri e dunque non c’è battaglia da combattere, se non quella tragica di un’armata delle tenebre che emerge del nichilismo autodistruttivo e che partecipa di quella morte. Non c’è battaglia, perché prima occorre una conversione del cuore. E questa ci fa capire che la buona battaglia è quella della Croce. Purtroppo invece l’idea di una battaglia finale da ingaggiare e vincere manu militari, l’idea di qualcosa di «atroce, ma necessario», come Breivik stesso ha definito il suo atto, è la visione tragica che si staglia nell’immaginario non solo e non tanto di un folle, ma nel progetto politico e culturale di chi vuole affrettare la fine e lo scontro, per regolare i conti coi nemici.

C’è dietro quest’idea la medesima idea di un’Armageddon prossimo venturo, ineluttabile e ineludibile, in cui la dimensione religiosa acquista il valore di un’ordalia, ove al termine di una battaglia finale tra i figli delle tenebre e figli della luce, a costoro verrà riconsegnato il Regno. Paradossalmente c’è nella mente di Breivik una lucida follia, che egli ha appreso e preso molto sul serio nell’Illuminazione di certe logge che avrebbe frequentato. È la variante calda del progetto freddo di Brzezinski, quella fin qui mirabilmente interpretata dalla paranoia cristiano-sionista, dalla saga dei Bush, dal livore dei tea party, dall’aggressività puritana e repressa delle donne alla Sarah Palin. Questo millenarismo messianico ha trovato in Anders Behring Breivik solo la versione scandinava. Il dramma è che questo è il progetto non tanto di un invasato, ma purtroppo di decine di migliaia di persone che si dicono cristiane e infangano così il nome del nostro Divino Salvatore, imbracciando la croce di Cristo per la battaglia dell’Anticristo.

Strano estremista di Destra questo Breivik. È uno che si compiace che le forze nazional-socialiste in Europa occidentale abbandonino le loro vecchie ideologie antisemite, per sposare forme più adeguate, cioè filoisraeliane ed antislamiche, di nazionalismo: «Its encouraging to see that an increasing number of National Socialists in Western Europe are rejecting their old ideology and embracing a more just form of nationalism; the Christian, cultural conservative, anti-Eurabian stance. A modern cultural conservative (nationalist), anti-Jihad right wing alternative is emerging in Western Europe. A majority of Western European right wing groups are all anti-Islamisation and pro-Israel. They wish to include the Jews in our fight against multiculturalism and the Islamisation of Europe. Israel is at the forefront of global Jihad. If Israel falls, then all the forces currently targeting Israel (Islamic Jihad, Hamas, Hezbollah, Muslim Brotherhood financed by Saudi, Iran, etc.) will start to focus full heartedly on Europe. We still have a lot of work to do. We must continue to pressure the old generation NSmovements and invite them to join our ranks. Through adaptation and change they will contribute to create and further develop an un-taintedanti-Islamic/anti-multiculturalistic stance – the new strong European right’. This will be a challenge for sure, especially in certain Eastern European countries. We expect the support of all cultural conservative Jews in our future consolidation efforts» (1).

Strano estremista di destra questo Anders Behring Breivik: non filo-nazista, ma anzi filo-sionista ...

… il che in fondo, come si vede, non sembra fare, ahimè, molta differenza.

Domenico Savino





1
) Traduzione: «È incoraggiante vedere che un numero crescente di Socialisti Nazionali in Europa occidentale stia rigettando la loro vecchia ideologia e abbracciando una più giusta forma di nazionalismo: una posizione culturale cristiana, conservatrice, contraria allEurabia. Una moderna cultura conservatrice (nazionalista) anti-Jihad, di destra alternativa, sta emergendo in Europa occidentale. Nella maggior parte dellEuropa occidentale i gruppi europei di destra sono tutti contrari allislamizzazione e pro-Israele. Essi vogliono includere gli ebrei nella nostra lotta contro il multiculturalismo e lislamizzazione dellEuropa. Israele è in prima linea nella Jihad globale. Se Israele cade, allora tutte le forze che attualmente hanno di mira Israele (Jihad islamica, Hamas, Hezbollah, Fratelli Musulmani finanziati dallArabia, Iran, ecc.) inizieranno a concentrarsi a pieno contro lEuropa. Abbiamo ancora molto lavoro da fare. Dobbiamo continuare a pressare la vecchia generazione dei movimenti nazionalsocialisti e invitarli a unirsi a noi. Attraverso ladattamento e il cambiamento essi contribuiranno a creare e sviluppare ulteriormente un atteggiamento non-contaminato anti-Islamico/anti-multiculturalista, cioè la nuova vigorosa destra europea’. Questa sarà una sfida certa, soprattutto in alcuni Paesi dellEuropa orientale. Ci aspettiamo il sostegno culturale di tutti gli ebrei conservatori nei nostri sforzi di consolidamento futuro».


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