>> Login Sostenitori :              | 
header-1

RSS 2.0
menu-1
L’Armata Russa ha sorpreso la NATO
Stampa
  Text size
Giorno dopo giorno, si capisce meglio perché l’uomo chiamato Obama è stato mandato in Europa a rassicurare gli alleati, e perché con tanta insistenza ha ordinato ai suoi maggiordomi italiani di spendere più in armamenti: è panico.

L’occupazione russa della Crimea ha fortemente impressionato i comandi supremi della NATO per le qualità militari, la genialità tattica e la capacità di sorpresa dimostrata dalle truppe russe. Lo ha confessato nientemeno che il generalissimo Philip Breedlove, comandante supremo dell’Alleanza Atlantica in Europa (SACEUR), introducendo il Brussel’s Forum, creatura del molto ortodosso-americanista Marshall German Fund. Rivelatrici le espressioni che ha usato: «Abbiamo visto diverse esercitazioni-lampo (snap exercises) in cui vaste formazioni sono state portate a prontezza, hanno fatto l’esercitazione e poi cessare... E poi – bum, dentro la Crimea, con una forza altamente pronta, altamente preparata».

Quei concetti di «readiness» e «preparedness», di scatto armato, di cui le titaniche forze armate USA, diciamo, non brillano del tutto. Dopo aver notato che «la Russia ha molto migliorato le sue capacità (belliche) dalla guerra in Georgia del 20008», Brredlove s’è confessato stupefatto della capacità di syber-attacco dell’armata russa. «In confronto alla Georgia, l’incursione in Crimea è avvenuta come un orologio svizzero, cominciando da una quasi completa disconnessione delle forze (ucraine) di Crimea dal loro centro di comando e controllo per mezzo di “jamming” e “cyberattacks”, e poi un completo accerchiamento operato dalle forze russe».

Già: l’America superata propria in quel settore – la cyberwar – in cui credeva di avere un primato assoluto e indiscutibile. A quanto pare, i comandi militari ucraini (e i loro consiglieri occidentali, che certo non mancavano al loro fianco) hanno avuto su radar, sensori e schermi vari l’immagine di un’invasione su larga scala... che non esisteva affatto, dopo di che hanno cominciato a giocare il loro videogioco da «guerra totale», esponendo vulnerabilità decisive per le loro forze armate. Se Mosca avesse scelto davvero l’opzione offensiva, avrebbe schiacciato l’Ucraina. S’è limitata alla Crimea. (L’OTAN découvre la nouvelle armée russe...)

Grande merito di un sistema integrato battezzato C4I (Command, Control, Communications, Computers, and Intelligence), frutto della riflessione sulle arretratezze militari mostrate in Georgia nel 2008. Proprio dalla vittoria in Georgia l’armata russa ha ottenuto parte della tecnologia che gli mancava. L’esercito georgiano aveva ottenuto da Israele e della società americana L-3 GCS (leader mondiale della miniaturizzazione elettronica) i sistemi C4I più avanzati; materiale caduto in mano moscovita come bottino di guerra, e debitamente analizzato, copiato, moltiplicato, integrato con i sistemi d’arma nazionali che hanno contribuito a modernizzare. Il C4I è un sistema modulare che permette la creazione di reti tattiche ad hoc, sul campo operativo, a partire da un veicolo militare in movimento: aggiorna automaticamente la situazione tattica, la situazione logistica (rifornimenti di munizioni e carburante), i rapporti di combattimento, le mappe delle operazioni in corso; raccoglie e trasmette per satellite le informazioni d’intelligence grazie a sensori e captatori piazzati in prima linea, a droni che gestisce, ai sistemi di controllo elettronico sul terreno. Permette anche la trasmissione audio e video a grandi volumi di moltissimi dati, anche in presenza di contromisure di disturbo. Il C4I dispone di propri server gestiti da computer di ultima generazione, e memorie adeguate e indipendenti; copre lo spettro intero delle frequenze. Si ritiene che il C 4I moltiplichi per dieci mobilità, prontezza di reazione, efficacia e precisione nelle guerre convenzionali. (Les missiles S-300 russes et la neutralisation de la suprématie militaire américaine)



Adesso i russi ce l’hanno, il sistema pari a quello USA. Ma non solo: Breedlove si è confessato ancor più stupefatto di quella che ha chiamato «l’ambiguità strategica» creata dai russi secondo lui deliberatamente («credo fosse parte del piano»), mostrando di aver saltato la pagina dell’Arte della Guerra in cui l’antico Sun-Tsu recita: «La strategia è la via dello stratagemma, del paradosso, dell’inganno», o semplicemente, di non aver ripassato il concetto di maskirovska, specialità del KGB e dell’Armata Rossa d’antan. «E sì – ha detto Breedlove – sono stato continuamente in contatto con il Generale Valeri Gerasimov, Capo dello Stato Maggiore della controparte», com’è del resto ragionevole fra due superpotenze nucleari, onde la situazione non sfugga di mano fino al confronto appunto atomico. «Sono stato ingannato?» s’è chiesto Breedlove: «Non sono in grado di giudicarlo. Non so quando e come la sua leadership (di Gerasimov, ossia il Governo Putin) ha preso la decisione che ha preso», di occupare la CrimeaWas I being deceived?I can’t make that judgment. I don’t know when and how his leadership made the decisions that they made».]

Così, i capo della NATO ha scoperto che la Russia non è l’Iraq, o la Libia, o la Siria, o (per dirla con l’immortale Michael Leeden, neocon) «uno di quei paesetti di merda che ogni dieci anni o giù di lì, gli USA sbattono al muro giusto per far vedere chi comanda». La Russia ha cervelli capaci di sviluppare software geniale, di imparare presto e di superare i geni dell’avversario. Con in più una capacità sorprendente di praticare l’arte della guerra come continuazione della politica, come sancì Clausewitz.

«Mosca sembra usare attivamente i conflitti congelati come quello di Transnistria e Abkhazia in Georgia come mezzo per vietare ai vicini di stringere legami più stretti con la NATO», ha detto Breedlove. «In altre parole, se la Russia si allarma che un Paese passi all’Ovest, un modo per risolvere è per i russi un’incursione, un conflitto congelato, ed ecco che nessuno vuol prendere quella nazione sul carro della NATO perché significa mettersi in conflitti con la Russia che sono molto preoccupanti».

Breedlove ha adombrato così il grave, inatteso problema strategico-politico che si pone alla superpotenza: in breve, le forze americane un Europa non bastano più. La NATO, servilmente agli ordini degli strateghi statunitensi, «che seguono ciecamente concezioni preconfezionate di zone classificate rigidamente», ha indotto gli alleati a sviluppare capacità di proiezione all’estero lontano, out of area, nei famosi «paesetti di merda» miseri e disarmati di Ledeen, dando per scontato che la zona a ridosso della Russia fosse «sotto controllo». Ora scoprono che sotto controllo l’area non è affatto, che la Russia non è una tigre di carta «regionale». Gli USA si trovano così a dover prendere «una decisione sgradevole: o spostare molte truppe supplementari dall’ovest del Pacifico all’Europa, lasciando laggiù l’iniziativa alla Cina, oppure restringere il campo d’azione delle truppe americane stazionate in Europa. Nel secondo caso, la NATO non sarà in grado di proteggere che una parte dei Paesi membri dell’Europa». (Le Général Breedlove aux pays de l’Europe de l’Est: sauve qui peut!)

La NATO dovrà limitarsi a difendere la «vecchia» Europa, più la Polonia e i baltici, lasciando scoperti quasi tutti i Paesi ex comunisti che ha attratto nell’alleanza?

Ecco perché Obama è venuto a dirci di armare di più, e intanto Washington rincrudisce le rappresaglie nel campo dov’è forte, la finanza globale. Ritiene infatti che il successo dell’economia russa sotto Putin abbia fornito i fondi enormi per l’industria militare. O forse non capisce che l’intelligenza creativa dei russi nel piano del software (economicamente di modesto investimento) è sommamente creativa, specie quando a stimolarla è la direttiva di Stato e i valori nazionali; quando è il momento di fare business con l’inventività, magari stracciando la competizione di Google, invece, la creatività si assopisce, purtroppo. Del resto, lo diceva Nixon: «Quante lavanderia automatiche russe vedete a New York?». Nessuna. Le lavanderie automatiche, sono cinesi.



L'associazione culturale editoriale EFFEDIEFFE, diffida dal copiare su altri siti, blog, forum e mailing list i suddetti contenuti, in ciò affidandosi alle leggi che tutelano il copyright.


 
Nessun commento per questo articolo

Aggiungi commento


La Dittatura Terapeutica
L’unica ed estrema forma di difesa da questo imminente, sottovalutato, tragico pericolo particolarmente grave per l’Italia, è la presa di coscienza
Contra factum non datur argomentum
George Orwell con geniale e profetico intuito, previde l’oscuramento delle coscienze, il tramonto della civiltà, l’impostura e apostasia dalla verità che viviamo, quando scrisse “nel tempo...
Libreria Ritorno al Reale

EFFEDIEFFESHOP.com
La libreria on-line di EFFEDIEFFE: una selezione di oltre 1300 testi, molti introvabili, in linea con lo spirito editoriale che ci contraddistingue.

Servizi online EFFEDIEFFE.com

Archivio EFFEDIEFFE : Cerca nell'archivio
EFFEDIEFFE tutti i nostri articoli dal
2004 in poi.

Lettere alla redazione : Scrivi a
EFFEDIEFFE.com

Iscriviti alla Newsletter : Resta
aggiornato con gli eventi e le novita'
editorali EFFEDIEFFE

Chi Siamo : Per conoscere la nostra missione, la fede e gli ideali che animano il nostro lavoro.



Redazione : Conoscete tutti i collaboratori EFFEDIEFFE.com

Contatta EFFEDIEFFE : Come
raggiungerci e come contattarci
per telefono e email.

RSS : Rimani aggiornato con i nostri Web feeds

effedieffe Il sito www.effedieffe.com.non è un "prodotto editoriale diffuso al pubblico con periodicità regolare e contraddistinto da una testata", come richiede la legge numero 62 del 7 marzo 2001. Gli aggiornamenti vengono effettuati senza alcuna scadenza fissa e/o periodicità