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La lettera di San Paolo ai Romani: obliata e censurata
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Di fatto, l’ira di Dio si manifesta dal cielo, contro tutti gli uomini, perché lo hanno rifiutato ed hanno commesso ogni specie di ingiustizia soffocando la verità. Eppure ciò che si può conoscere di Dio è visibile a tutti: Dio stesso lo ha rivelato agli uomini. Infatti fin da quando Dio ha creato il mondo, gli uomini con la loro intelligenza possono vedere nelle cose che egli ha fatto le sue qualità invisibili, ossia la sua eterna potenza e la sua natura divina. Perciò gli uomini non hanno alcun motivo di scusa: hanno conosciuto Dio, poi si sono rifiutati di adorarlo e di ringraziarlo come Dio. Si sono smarriti in stupidi ragionamenti e così non hanno capito nulla. Essi pretendono di essere sapienti, sono impazziti: adorano immagini dell’uomo mortale, di uccelli, di quadrupedi e di rettili, invece di adorare il Dio glorioso ed immortale”


Vado a messa tutti i giorni e non dico questo per vantarmi, ma soltanto per dire che seguendo questa mia intima esigenza, ho acquisito una certa dimestichezza con le letture che ogni giorno vengono proposte alla nostra attenzione ed alla personale riflessione di ogni fedele. Spesso la lettura delle Epistole di Paolo viene proclamata dall’ambone; nel vecchio rito addirittura la lettura delle Epistole era l’unica lettura che precedeva ed affiancava il Vangelo. È quindi superfluo sottolineare l’importanza che la Chiesa attribuiva agli scritti di San Paolo, l’Apostolo delle Genti, colui che era stato incaricato, direttamente da Dio, di portare la sua parola di salvezza e di liberazione dalla schiavitù del peccato anche tra coloro che comunemente gli Ebrei chiamavano i Gentili, gli altri, cioè coloro che non facevano parte del Popolo Eletto.

Curiosamente, in anni di frequentazioni di messe e di chiese, non mi è mai capitato nemmeno una volta di sentire leggere questo passo della Lettera ai Romani. Se in altri tempi le parole forti scritte dall’Apostolo potevano sembrare inopportune e relative soltanto al tempo particolare in cui erano state scritte, oggi sono diventate di una attualità impressionante. Allora mi domando: come mai la Santa Chiesa Cattolica di oggi, davanti alla involuzione ed al crescente deterioramento dei costumi, del tessuto connettivo sociale ed alla dilagante amoralità non alza forte la sua voce autorevole contro questo dilagante stato di cose e ripropone con forza – soprattutto nelle letture della Messa domenicale –questa Epistola ai Romani?

Misterium iniquitatis?

Il sospetto è fortissimo. Di fatto San Paolo è lapidario: l’ira di Dio, meglio sarebbe dire l’immenso dolore di Dio, si sta manifestando dal cielo contro tutti gli uomini. È inutile chiudere gli occhi davanti a quanto sta succedendo: la natura, ubbidendo alla legge preternaturale stabilita dalla infinita bontà del Creatore, si ribella allo scempio che gli uomini stanno perpetrando in ogni forma e contro tutto e tutti. Dio si è manifestato in maniera inequivocabile alle sue creature. Egli stesso lo ha rivelato ai suoi figli anche contro la loro indifferenza, al loro narcisismo, al loro egoismo esasperato. Esso è sempre di più vòlto a sostituire l’ordine naturale ed il conseguente rapporto Creatore-Creatura, ponendo in essere una blasfema sostituzione ed inversione e tramutando, direi in maniera alchemica, l’io in Dio e ponendo quest’ultimo nel limbo dell’indifferenza e dell’oblio. Ovviamente con ciò ferendo il Creatore e creando un vulnus sempre più profondo tra lui e le sue creature. E gli uomini non hanno assolutamente nessun tipo di scusa questa volta. Lo scaricabarile di responsabilità, posto in essere in maniera disarmante ed infantile da Adamo ed Eva, dopo che avevano disatteso il comando di Dio e mangiato del frutto proibito, ora non è nemmeno pensabile: l’assunzione di responsabilità non lascia via di uscita.

L’umanità ha avuto modo di conoscere Dio, ma già nel Paradiso terrestre si sono ribellati a lui, alle sue leggi rifiutandosi di benedirlo, lodarlo, ringraziarlo in quanto causa prima della propria esistenza. La loro superbia li ha accecati, creato un surrettizio delirio di onnipotenza: si sono sentiti onniscienti e sapienti, infinitamente grandi ed assolutamente in grado di potere fare a mano del suo aiuto. Oggi specialmente, si sono creati idoli davanti ai quali si inchinano, si inginocchiano portando la fronte fino a terra, diventando folli per loro e disposti a qualsiasi tipo di aberrazione mentale pur di possederli e di esserne posseduti. Denaro, potere, sesso, manie di grandezza, droghe sono le nuove onnipotenti ed affascinanti divinità davanti alle quali l’uomo deroga la propria dignità, rinuncia alla sua umanità fino ad arrivare ad uno stato di completa ferinità. Di Dio si è perduta qualsiasi traccia, non si sente più assolutamente alcuna necessità, ormai la resa al demonio è totale ed assoluta: è arrivato il momento cruciale e topico, come diceva Albert Pike, in cui si può svelare finalmente all’umanità la nuova religione del vero dio il portatore di luce e di benessere: Lucifero la radiante stella del mattino. Anche l’epoca dell’adorazione del vitello d’oro, dei vari dei pagani antropomorfi è tramontata per sempre e la radiosa Alba Dorata è nata. [1] 

Per questo Dio li ha abbandonati ai loro desideri: si sono lasciati andare ad impurità di ogni genere fino al punto di comportarsi in modo vergognoso gli uni con gli altri; proprio loro che hanno messo idoli al posto del vero Dio ed hanno adorato e servito quel che Dio ha creato, anziché il Creatore. A lui solo sia lode per sempre. Amen.
 

San Paolo, a questo punto, ci presenta in modo inequivocabile quello che sta accadendo. Dio rispettando il libero arbitrio che ha concesso alle sue creature, le ha lasciate libere di compiere tutte queste azioni turpi ed ingiuriose (anche se sappiamo benissimo come il Creatore non abbandona mai i suoi figli e che sa trarre dal male e dai loro comportamenti deviati sempre un bene maggiore). È facile costatare come, nel presente momento storico, l’umanità senza Dio e sempre più traviata e sviata dalla propria autoesaltazione e si «comportano in modo vergognoso gli uni con gli altri». 

Non più guidati dalla legge dell’amore ma soltanto da quella dell’odio e da un cieco egoismo, hanno attuato l’inversione del momento edonistico. Cos’è in effetti successo? 

La legge morale che Dio aveva messo alla base del vivere umano recitava: «Conviene fare ciò che è giusto». La creatura al colmo del suo delirio di autoesaltazione e di autoreferenzialità, che ha permesso di tramutare l’io in dio, ha posto in essere questa inversione e la legge morale è stata sostituita con un’altra, sintesi più consona ai suoi nuovi desiderata. Così si è passati a quella che afferma: «È giusto fare ciò che conviene». In fondo si è soltanto cambiato l’ordine delle parole, ma la sovversione attuata è totale. 

Dio li ha abbandonati lasciandoli travolgere da passioni vergognose: le loro donne hanno avuto rapporti sessuali contro natura, invece di seguire quelli naturali. Anche gli uomini, invece di avere rapporti con le donne, si sono il infiammati di passione gli uni per gli altri. Uomini con uomini commettono azioni turpi e ricevono così, in loro stessi il giusto castigo per questo traviamento.
 

Ed a questo punto le parole dell’Epistola assumono un contorno non soltanto profetico, ma sembrano scritte proprio nel nostro momento storico. È evidente che lo scritto di San Paolo è sicuramente ed assolutamente permeato dallo Spirito Santo. Le passioni vergognose che hanno travolto l’umanità la spingono sempre più a rinnegare Dio e la sua legge e quindi la stessa natura umana che il Creatore ha voluto fosse simile alla sua. L’uomo nel momento stesso in cui rinnega Dio, rinnega ed autodistrugge se stesso pur di disprezzare suo Padre. È quella autodistruzione delle creature che vuole e persegue il demonio!

«Le donne hanno avuto rapporti sessuali contro natura, invece di seguire quelli naturali» era la moda del tempo in cui le donne romane, completamente emancipate, seguivano le mode greche ed orientali, annoiate dalla normalità ed attratte da nuove mode e gusti lascivi e trasgressivi. 

Oggi il cliché è lo stesso: le mode non vengono più dall’oriente ma dall’occidente, sono preconfezionate nei think tank americani, forgiate, imbellettate e lustrate con gli attraenti strass del nuovo, del moderno, del trasgressivo ad ogni costo e veicolate attraverso i comportamenti eclatanti delle star e dei personaggi dello spettacolo che esercitano una fortissima attrazione sul pubblico di un mondo ridotto ad un villaggio globale. Gli effetti devastanti si vedono soprattutto sui giovani i più esposti ed attratti dal mondo dello star system. Ormai quasi due adolescenti su tre hanno provato la grande emozione di un rapporto omosessuale e quasi tutti lo trovano piacevole. 

Se è vero che San Pio X bollava questi comportamenti sessualmente «disordinati» come peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio, c’è ancora una volta da chiedersi, con sconforto, come mai la Chiesa Cattolica di oggi non imponga la lettura di questa Epistola dell’Apostolo delle Genti e non svolga su di essa un’ adeguata catechesi a tutti i livelli. Forse prevale la ragion di Stato? Il politically correct ha così contaminato la struttura ecclesiale a tutti i livelli fino a far perdere di vista il fine teleologico ultimo cioè la salvezza delle anime?

Se dovessimo giudicare dalla evidenza delle cose, ahimè, dovrei dire di sì. Ma Cristo stesso ed a lui si deve credere in quanto àncora di salvezza e fonte di sicurezza per la nostra salvezza, che «Portas inferi non praevalebunt». E su questo non si possono accettare compromessi: la Chiesa svolge ancora la sua impegnativa missione di kathecon? Se si rifiutasse di farlo lo farebbe direttamente Lui tornando nella gloria sulle nubi del cielo: visto quello che succede, forse questo terribile e glorioso momento non sembra lontanissimo! 

E poiché si sono allontanati nei loro pensieri da Dio, Dio li ha abbandonati, li ha lasciati soli in balia dei loro pensieri corrotti ed essi hanno compiuto cose orribili. Sono giunti ormai al colmo di ogni specie di ingiustizia e di vergognosi desideri. Sono avidi, cattivi, invidiosi, assassini. Litigano ed ingannano. Sono maligni, traditori, calunniatori, nemici di Dio, violenti, superbi, presuntuosi, inventori di mali, ribelli ai genitori. Sono disonesti e non mantengono le promesse. Sono senza pietà ed incapaci di amare. Eppure sanno benissimo come Dio giudica quelli che commettono queste colpe: SONO DEGNI DI MORTE. Tuttavia non solo continuano a commetterle, ma anche si rallegrano con tutti quelli che si comportano come loro.

È innegabilmente vero che in questo preciso momento storico, più che Dio ad abbandonare gli uomini forse è più realistico dire che sono stati gli uomini ad abbandonare Dio. Gli uomini si sono allontanati tradendo quella legge morale e naturale donata loro da Dio al momento della creazione. E proprio in funzione di questo allontanamento, di questo traviamento e tradimento l’umanità si è potuta, in un delirio crescente di autoesaltazione, dedicare totalmente al male, alla corruzione al totale soddisfacimento di qualsiasi desiderio che più lubrico era più era bello e desiderabile. E così in un continuo crescente climax di nefandezze il genere umano è diventato sempre più esperto e consumato nel compiere abomini: tutti sono diventati operatori di ingiustizia, detentori di vergognosi desideri. Di pari passo si sono imbarbariti diventando ogni giorno più cattivi (non dimentichiamo che nella tanto vituperata lingua latina captivus vuol dire prigioniero: si diventa, cioè, sempre di più prigionieri e schiavi dell’oscuro signore che è il principe del male). La sete sempre crescente di egoismo, porta con sé l’invidia ed anche la bramosia di privare i propri simili della vita sommo bene prezioso donato da Dio, in un’orgia dionisiaca in cui l’uomo si sente sempre di più Dio e desidera di compiere il parricidio di chi gli ha donato l’esistenza. Un’aberrazione che è poi il fondamento della teoria gnostica che vorrebbe lo spirito umano unitario arrivato sul punto di uccidere l’Arconte osceno Adonai che si spaccia per divinità e finalmente diventare lui stesso Vero Dio.

Se guardiamo le parole dell’Epistola sovrapponendole come una slide alla realtà, vediamo che ad ogni livello c’è una nazione che cerca di sopraffare un’altra, un popolo che si ritiene superiore razzialmente ad un altro o a tutti gli altri, c’è chi inganna spandendo veleno e menzogne attraverso la propaganda per seminare morte, distruzione, ferocia, disumanità mettendo tutti contro tutti per meglio dominare e sfruttare il mondo. Ed a cascata i capi delle nazioni, i governanti non si vergognano di vendersi ad interessi di lobby economiche e politiche più o meno occulte. Diventano i fedeli esecutori degli ordini di questi oscuri interessi e non esitano a tiranneggiare i loro connazionali a gravarli di tasse inutili ed ingiuste, a spingere la gente sempre più verso il baratro della povertà della fame, della disperazione e della negazione dell’amore e di Dio. E gli uomini ridotti così allo stato di bestie cercano evasione nei paradisi virtuali, nelle droghe, nei vizi più osceni e degradanti donandosi sempre di più al male e crescendo sempre di più sui gradini di una scala ascetica negativa e luciferina.

Ritengo superfluo se non offensivo nei confronti dei lettori dover portare degli esempi! Nonostante tutto, nonostante ignorino, neghino, disprezzino, odino Dio non potranno sottrarsi al suo giudizio e la sua infinita misericordia (miseri cor dat è l’etimo della parola) l’Apostolo Paolo ci dice che sono DEGNI DI MORTE. 

A questo punto va notato che la morte ha una doppia valenza può essere morte fisica che l’uomo si è procacciata con il peccato originale; ma – cosa più grave – la morte può essere spirituale.  

Credo che Dio pianga proprio costatando come moltissimi bramino ed aspirino al raggiungimento proprio di questa morte irreparabile. 

Che mezzo può avere Dio, infinitamente misericordioso, per salvare queste sue creature totalmente traviate, queste sue pecore smarrite, come può fare ad impedire loro di perseverare nella ricerca di questa morte, di questo desiderio di nichilismo assoluto?

Forse l’unico mezzo a sua disposizione è quello di ritirali dalla circolazione, di togliere loro il supremo dono della vita impedendo loro di perseverare nei loro errori. Dare loro la morte per salvarli e farli vivere in eterno, preservandoli dalla morte dello spirito: alla fine dei tempi renderà loro anche un corpo glorioso e donerà anche la resurrezione della carne!

È atroce ed aberrante pensare ciò, è assurdo che il Signore della Vita debba usare la morte per donare ancora la vita! Ma a Dio nulla è impossibile! È fuori dalla logica divina ed umana, ad esempio, pensare di assistere al Trionfo del Cuore Immacolato di Maria su questa terra, come l’Immacolata ci ha promesso a Fatima, realizzato su milioni di cadaveri.

Ma la scrittura ci ricorda che quelli che sopravviveranno vorrebbero essere morti, che avranno passato la Grande Tribolazione solo lavando le loro vesti nel sangue redentore dell’Agnello. Ed in fondo Dio stesso non ha forse versato il sangue del suo unico Figlio, il suo sangue di umano per la salvezza di tutti coloro che la desiderino? Pro multis, non tutti, non dimentichiamolo!

Ma in fondo spero tanto che le mie siano solo delle elucubrazioni sbagliate di una creatura che tuttavia confida e spera nell’infinito amore di Dio.

Noi sappiamo che Dio pronuncia una giusta condanna contro quelli che si comportano in questo modo.


Ma San Paolo incalza ed insiste parlando di giusta condanna: ma chi allora si potrà salvare, chi potrà davvero essere così puro, santo, immacolato e fedele al creatore da meritare la salvezza?

Un mezzo ce lo abbiamo. La Vergine Immacolata ce lo ha indicato a Fatima: recitiamo il Santo Rosario tutti i giorni abbandoniamoci tra le sue materne braccia ed imploriamo la sua intercessione presso suo figlio che a Lei non nega mai niente.

E la Santa Chiesa, tornando ad essere Sposa di Cristo, non dimentichi più questi mezzi salvifici di redenzione, non abbia paura di alzare la sua materna voce attraverso la parola dei suoi Santi, dei Suoi Apostoli cercando di diradare questa fitta, mefitica e mortifica tenebra!!!

BUON NATALE DI RESURREZIONE!!

Luciano Garofoli






1) In inglese Alba Dorata è Golden Dawn. Tale nome fu scelto da Aleister Crowley per la creazione del suo esclusivo ed elitario circolo esoterico. Sicuramente satanista e sovversivo dell'ordine pubblico e del buon costume. La polizia fascista lo sciolse e cacciò dall'Italia il suo fondatore. Lo stesso nome di Alba Dorata (Chrysi Avgi) è il nome scelto da un partito di destra radicale greco. L'identica denominazione crea qualche reale perplessità sui veri ispiratori del movimento greco.




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