>> Login Sostenitori :              | 
header-1

RSS 2.0
menu-1
landucci.jpg
Il Servo di Dio monsignor Pier Carlo Landucci guida, modello e maestro
Stampa
  Text size
1. Cenni biografici

Il Servo di Dio monsignor Pier Carlo Landucci nacque il 1° dicembre 1900, alle ore 15 e 35 minuti, a Santa Vittoria in Mantenano (Ascoli Piceno) in via del Corso, numero 27. Il padre, avvocato Tito Landucci, era pretore e morì nel 1905, quando Pier Carlo aveva cinque anni. La mamma Teresa era donna bellissima, con temperamento di artista e forte. Fu la guida sapiente dei suoi figli e seppe condurre avanti la famigliola pur nelle difficili condizioni economiche.

Trasferitasi la famiglia a Firenze, Pier Carlo in dodici anni vi percorse tutto il «curriculum» degli studi e conseguì la maturità con brillantissimi risultati, dopo di che si iscrisse all’Università di Pisa, Facoltà di Ingegneria. Per una maggiore sistemazione economica, la famigliola si trasferì in Roma, in un alloggio in via Piave. Pier Carlo all’Università di Roma La Sapienza frequentò il III ed il IV anno, laureandosi prestissimo in Ingegneria civile il 31 luglio 1923. Ottenne l’insegnamento di matematica per circa 15 ore settimanali presso l’Istituto Sant’Apollinare. A Roma entrò a far parte della Congregazione mariana «La Scaletta» e trovò il direttore spirituale in padre Agostino Garagnani, gesuita tanto benemerito della cultura religiosa nelle classi colte.

Dopo il servizio militare, svolto nell’Arma del Genio con il grado di sottotenente, fu nominato professore di matematica presso la Scuola Agraria di Cagliari. Lì rimase due anni e furono anni di solitudine, di riflessione, di preghiera. La voce di Dio, che già si faceva sentire da tempo, divenne chiara e certa «Tu sarai mio sacerdote».

Nel luglio 1926 diede le dimissioni da insegnante e, presentato da padre Garagnani S.J., entrò nel Pontificio Seminario Romano Maggiore. In circa cinque anni vi percorse il corso filosofico/teologico e, con anticipazione, venne ordinato sacerdote il 25 maggio 1929. Una generosa ed illuminata dedizione al Ministero ed un servizio presso la Congregazione dei Seminari, caratterizzarono i primi anni del sacro sacerdozio. Tenne anche per alcuni anni la cattedra di Filosofia delle scienze presso la Pontificia Università Lateranense.

Nominato nel 1935 Rettore del Pontificio Seminario Romano Minore, venne dopo circa un anno chiamato a fare il Direttore spirituale nel Seminario Romano, ove profuse i tesori della sua elevata sapienza e profonda spiritualità, offrendo alla chiesa sette generazioni di nuovi preti per Roma e per tutta l’Italia. Al Seminario Romano Maggiore fu direttore spirituale anche del Venerabile Bruno Marchesini, chierico morto nel luglio 1938.

Cessato il suo ufficio, si ritirò in due stanzette presso la clinica Madonna della Fiducia in Roma e vi trascorse 44 anni quasi da eremita: preghiera, studio delle cose sacre, confessioni e direzione spirituale. Ma Dio volle ancora chiamarlo ad effondere la Sua grazia, utilizzando la sua sapienza e la sua pienezza di vita nello spirito. In quasi tutte le regioni d’Italia tenne circa 250 corsi di esercizi di sei/otto giorni,  e qualche centinaio di corsi più brevi, ritiri, conferenze. Fu un irraggiatore della dottrina ascetica, sia sacerdotale, sia per la vita cristiana. Nel frattempo compose e pubblicò libri di elevato contenuto teologico ed ascetico; i suoi libri e gli altri suoi scritti (in totale circa 160) ebbero grande diffusione e varie riedizioni, anche all’estero.

Morì il 28 maggio 1986 a Roma.

2. La Postulazione della Causa di Canonizzazione

La memoria di monsignor Landucci da parte dei fedeli sacerdoti e laici ha costituito da subito la fama di santità ed il Capitolo Lateranense si è costituito Attore per la Causa di Canonizzazione e ne ha nominato Postulatore il canonico monsignor Giovanni Battista Proja (anche esecutore testamentario di monsignor Landucci), il quale a sua volta ha nominato come vice Postulatore della Causa, con l’incarico di seguirla in tutte le sue fasi, il professor Vittorio Capuzza.

Già nel 1993 l’eminentissimo cardinale Camillo Ruini autorizzò ad iniziare i processi canonici diocesani per gli interrogatori dei testimoni «ne pereant probationes»; accanto alle deposizioni orali presso il Tribunale del Vicariato di Roma, sono giunte numerose relazioni scritte sulle virtù del Servo di Dio.

Il 3 settembre 1993 lo stesso cardinale vicario approvò, per la recita privata, la preghiera proposta dal Postulatore, per implorare da Dio l’apertura ufficiale della Causa di Canonizzazione. Con Editto datato 17 marzo 2004 a firma del cardinal vicario di Roma sua eminenza il cardinale Camillo Ruini, è stata avviata la Causa di Beatificazione e Canonizzazione del Servo di Dio monsignor Pier Carlo Landucci.

Il 23 settembre 2004 veniva approvata dal cardinale Ruini la preghiera per ottenere grazie per intercessione del Servo di Dio. Il 23 aprile 2008 dai giudici del Tribunale Diocesano è stata svolta l’ispezione «super non cultu» alla tomba del Servo di Dio, presso la chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista De Rossi, in via Cesare Baronio, Roma. Il 4 giugno 2008, alle ore 12 presso la Sala della Conciliazione del Vicariato di Roma, il cardinale vicario Camillo Ruini, alla presenza di altri eminentissimi cardinali, di vescovi, parroci, sacerdoti e laici, concluderà l’inchiesta diocesana e quindi nelle prossime settimane la causa passerà presso la Congregazione delle Cause dei Santi, per il proseguo dell’«iter».

3. Azione e ascolto: dottrina e senso pastorale


La testimonianza cristiana del Servo di Dio (1), il suo sacrificio sacerdotale della vita, lo si potrebbe emblematicamente polarizzare in un circuito vivificante imperniato sulla coincidenza fra ascolto e azione: «ascolto» nelle confessioni e nella direzione spirituale; azione svolta negli innumerevoli scritti e nella indimenticabile azione di formazione dei giovani seminaristi e ordinandi, dei sacerdoti, dei laici impegnati.

Occorre innanzitutto precisare che in tale coincidenza fra ascolto ed azione il nucleo vitalizzante sta nella certezza che «intelletto e volontà» nel Servo di Dio, sin dai primi anni della sua vita così intensi, sono rimasti sempre uniti in modo indissolubile con la fede, cioè si sono con gli anni sempre più conformati a Cristo, crocifisso e risorto. Monsingor Giuseppe Gèraud, canonico lateranense, scrive al Servo di Dio in riferimento al suo servizio svolto in qualità di canonico della cattedrale di Roma (incarico che manterrà fino alla sua morte): «Io apprezzo molto la vostra predicazione domenicale, breve, piena di senso pastorale e di dottrina».

Trovo esemplare ed un’ottima sintesi delle caratteristiche dell’operato di monsignor Landucci questo riferimento al connubio fra «senso pastorale» e «dottrina»: in questo il Servo di Dio ci insegna che il senso pastorale e la dottrina sono due poli di un’unica missione, sono piena coincidenza che nasce e si matura nella certezza, nell’«intellectus fidei». Insomma, lo stile di monsignor Landucci è la piena espressione del contenuto dell’uomo di Dio: nasce e si diffonde la testimonianza del suo sacerdozio nel «rendere in opere ciò che contemplava».

Molti testimoni (come ha riferito monsignor Proja nella sua bella biografia del Servo di Dio scritta nel 1995) hanno indicato chiaramente che il fondamento della sua missione risiedeva nella preghiera sempre viva, sempre unica, sempre nascosta, senza manifestazioni esteriori.

«Il Servo di Dio era un contemplativo»! Dunque, l’alimento del «senso pastorale» e della «dottrina» - intimamente connessi fra loro in perfetta circolarità - era l’ascetica ignaziana, intesa da monsignor Landucci così: «Essendo Dio la perfezione e quindi il Sommo esemplare della Santità, l’ascetica cristiana può intendersi come esercizio e itinerario dinamico, perfezionato dal Vangelo, per avvicinarsi ed assimilarsi a Dio» (2).

L’ascetica era la vera gravità, il contrappeso maggiore per l’efficace bilanciamento con l’umanesimo. Ed ecco che la via del dolore umano viene letta dai Santi come perla da incastonare nella gloriosa corona regale di Gesù benedetto, cioè nella Sua Passione e nell’Eucarestia.

4. Il dolore umano letto nella passione e nell’eucarestia

Per monsignor Landucci di dolore umanamente ce n’è stato in abbondanza. Un esempio di questo grande dolore è l’addio alle mura del seminario che il Servo di Dio annoterà nel suo preziosissimo diario di padre spirituale: andrà via «da solo» quella sera del 24 dicembre 1942! Raggiungerà in quella notte di Natale la via Cesare Correnti numero 2, in cui risiederà per quarantaquattro anni. Ma, mai il Servo di Dio si scoraggerà: insegnerà ai giovani ordinandi nel corso degli Esercizi Spirituali a La Verna che non ci si deve scoraggiare!

In uno scritto inedito, ritrovato nell’Archivio della Postulazione, Landucci aveva annotato che: «La melanconia è offensiva a Dio (anche nelle cose più sante: la perfezione propria con ambizione)» (3). Allora, tutto doveva essere conformato a Gesù benedetto, al Suo divino Cuore, come a quello di Maria Santissima. Il Servo di Dio la chiamava «trilogia»: Dio che vede, Dio che vuole, Dio che dà la grazia («Allora la nostra vita si deve tutta risolvere (ecco i cosiddetti ‘Pensieri unici’, quelli che riposano il cuore, l’animo) in un unico sforzo: raccogliere quella grazia per adempiere quel volere; è il famoso sì alla divina volontà dell’istante presente», dagli Esercizi Spirituali del 1961 a L’Averna); e insegnava così per indicare come tutto ruota intorno all’istante presente, in cui Lui ci ha visto dalla Croce, quel legno della passione cruenta in cui il Divino Maestro e Redentore ci ha indicato anche la perseveranza accettando di rimanere inchiodato sulla croce: «L’anima Mia la deporrò quando vorrò».

In questa perseveranza è bello pensare alla particolare devozione, tutta speciale, che il Servo di Dio ebbe per tutta la sua vita verso Maria Santissima, invocata anche con il titolo di «Mater Perseverantiae» come ancora è venerata nel Pontificio Seminario Romano Minore in cui monsignor Landucci fu rettore per un anno, dal 1935.

«Come ho sopra accennato, - scriveva il Servo di Dio nella Rivista Tabor del settembre 1964 (4) - i dolori della Madonna hanno superato quelli di Gesù in estensione, ossia quanto alla durata. Già v’è il prolungamento indietro dei dolori di Maria, nella fase antecedente alla Annunciazione. Ora è facile riflettere al loro prolungamento dopo la morte del Redentore. Quel colpo di lancia non ferì la sensibilità di Gesù, già spirato, ma sensibilmente trapassò il Cuore di Maria, che non mancò certo di rilevare tutto l’orrore del supremo oltraggio al cadavere. Nella deposizione la Madonna si trovò a straziante contatto, per la prima volta, con le divine carni martoriate. Nella sepoltura Ella esperimentò l’ultimo totale distacco. Intanto la fuga, l’avvilimento dei discepoli la trafiggevano per tanta incorrispondenza all’immolazione salvifica di Gesù».

Questo contatto continuo con la Passione e l’Eucarestia veniva vissuto da monsignor Landucci per tutta la Sua vita nel silenzio e nella compostezza, che sono propri dei Santi.

5. Missione

Le direttrici della missione sacerdotale del Servo di Dio, tutte compenetrate dai doni dello Spirito Santo, furono:

a) la direzione spirituale e le confessioni: la fortezza si manifestava nell’incessante attività di ascolto e di consiglio, in cui vorrei inserire anche il copioso «Epistolario» del Servo di Dio: in ogni lettera, meticolosamente curata anche nella forma, ogni destinatario delle sue parole è come se fosse l’unico, senza alcuna fretta nel trattare gli argomenti, senza sottovalutare nulla, ma sempre con pieno tenore e lucidità «tonda ed intera».

I settori in cui esplicitamente il Servo di Dio è «sentinella della fede», attento, vigile, lungimirante, concreto ed ascetico, accorto e sensibile ai mutamenti spesso insidiosi della società e degli uomini - talvolta anche di taluni famosi teologi -, sono gli Esercizi Spirituali e gli Scritti pubblicati. Riguardo ai primi, prestissimo divennero punto di riferimento di diversi seminari d’Italia.
Anche di tali Esercizi pubblicheremo tra non molto come Postulazione i testi trascritti da alcune registrazioni (recentemente, a maggior tutela dei dati, riportati su CD audio) conservate nel nostro archivio.

Per quanto riguarda invece gli Scritti del Servo di Dio, il dono della fortezza si manifesta nell’incessante attività segnata da continui ritorni su quanto già scritto, costanti aggiornamenti, annotazioni critiche e «notabilia», ecc. Tanto nelle predicazioni degli Esercizi quanto negli scritti, specie nell’opera più famosa insieme a «Maria Santissima nel Vangelo», cioè «Esiste Dio?» (poi intitolato «Il Dio in cui crediamo», 1968, oggi pubblicato con il titolo «Prima che Abramo fosse, io sono» 2001), unitamente a tantissimi estratti pubblicati da varie riviste, quello che emerge dello stile e dei contenuti ascetici di monsignore è la chiarezza, la semplicità di una logica tutta perfetta ed intera, basata al contempo sia sulla Scolastica tomista sia sull’ascetica di tipo ignaziano.

Dalla predicazione e dagli scritti, monsignor Landucci compare come uomo interamente di Dio, che senza retorica, senza alcun cenno d’orgogliose conquiste o di sistematiche creazioni artificiose, riesce a delineare i contorni e ad esprimere il fondamento delle idee teologiche. Ed i risultati argomentativi ci offrono sempre la novità, la scoperta di ciò che avevamo d’innanzi senza saperlo vedere, senza saperlo cogliere. Il risultato è ogni volta la sorpresa e quindi un modo nuovo, perché basato sulle antiche vie della fede, di conoscere ed amare Dio.

6. Ragione e fede


I contenuti dottrinali di monsignor Landucci si basano sulla filosofica e sulla teologia di San Tommaso e della Scolastica: a proposito della filosofia, suggeriva in un suo scritto del 1938: «Tornino i giovani con coraggio alla sana filosofia aristotelico-tomista, rifiutino di compiere il sacrificio di tali nozioni, e assicureranno così alla speculazione scientifica, sia pure con la fatica maggiore di affrontare la difficoltà intera in certi scottanti problemi, la sicurezza di una prossima conquista della verità piena» (5).

Il Servo di Dio aveva ben chiaro nella sua azione pastorale che la Ragione/filosofia è «ancilla theologiae» e che la Fede/Teologia, a cui s’arriva anche attraverso la «ragione» che riconosce il proprio limite di fronte a verità che la sorpassano (Pascal), è superiore alla filosofia: «sive ratione obiecti, sive ratione certitudinis, sive ratione finis». Insomma, in forza dell’insegnamento di San Tommaso e di tutto il pensiero della Scolastica, la certezza è che la ragione porta alla Fede: intellectus fidei. La forza granitica del pensiero filosofico di monsignor Landucci, ragione sempre vissuta in vista della strada che essa percorre verso la teologia, si manifesta nella sua azione pastorale: senza ombra appare in esse una mirabile sintesi di tutto il pensiero tomista, una stupefacente trattazione dei vari campi della filosofia scolastica. Quando il Servo di Dio tratta un singolo aspetto della verità filosofica, si avverte che esso è un tassello incastonato nell’unico mosaico.

In particolare:

- la logica: «scientia operationum intellectus ad verum directiva», composta a sua volta dalla «critica» e dalla «dialettica»; è la veste razionale più intensa che caratterizza il metodo del Servo di Dio;

- la metafisica: «scientia entis realis et supersensibilis», si manifesta soprattutto nell’azione di monsignor Landucci come «utilitas» della ontologia:
1) ad acuendum mentis ingenium;
2) ad obturandam viam erroribus;

- la cosmologia: «scientia quae suprema principia supremasque rationes mundi corporei exponit»; basti pensare agli scritti del Servo di Dio: «Miti e realtà», «Il mito darwinista»; «Einstein senza miti»; «La verità sull’evoluzione»; «Evoluzionismo settario, acritico, certamente falso»; «La verità sul sinantropo»; «Il caso Galilei»; «L’infinità dimensiva e temporale dell’universo è un assurdo», ecc.);

- la psicologia/antropologia: «scientia quae ultimas causas operationum et naturae hominis investigat»; si pensi alle riflessioni del Servo di Dio relativamente alla «Ipnosi della realtà sensibile», con la quale meditazione monsignore soleva introdurre gli Esercizi Spirituali agli ordinandi;

- la teodicea: «justificationem Dei designat», la cosiddetta teologia naturale; basti pensare al metodo razionale seguito nel famosissimo libro di monsignor Landucci «Esiste Dio?», in cui appare chiaro, come suprema causa di tutto il sapiente trattato, che in continuità con la ragione la teologia, tramite la Rivelazione di Dio, rappresenta la «giustificazione» dell’uomo nel senso con cui ne parla San Paolo.

La Postulazione della Causa ha pubblicato diversi scritti che consentono l’approfondimento della conoscenza della figura di monsignor Pier Carlo Landucci:

«Biografia grande», con illustrazioni, scritta da monsignor Giovan Battista Proja, 1995, pagine 196;
«Il Servo di Dio Pier Carlo Landucci», con illustrazioni, scritta dal professor Vittorio Capuzza, Postulazione della Causa, 2007;
«Lettere dei Papi a monsignor Landucci», con illustrazioni e riproduzione di autografi inediti, scritta dal professor Vittorio Capuzza, Postulazione della Causa, giugno 2008, pagine 128;
«Vita breve», in piccolo formato, edizioni LDC, scritta dal cardinale P. Palazzini e da monsignor G.B. Proja, 1990;
«Cento problemi di fede», P.C. Landucci, VII edizione, Postulazione della Causa, 2003, pagine 440;
«Maria Santissima nel Vangelo», P.C. Landucci, V edizione, a cura della Postulazione della Causa, San Paolo, 2000, pagine 537;
«Scritti Mariani», P.C. Landucci, Postulazione della Causa, 2005, pagine 146;
«Qui credit in me», opuscolo per il I anniversario della morte di monsignor Landucci, con l’articolo inedito ed incompleto su «Lo Spirito Santo», Roma, 1987.

La Postulazione sta curando la pubblicazione di altri scritti, inediti e già editi, del Servo di Dio.
Le suddette opere si possono richiedere alla Postulazione della Causa di Canonizzazione.

Si pregano quanti abbiano notizie o ricevano grazie per Sua intercessione di inviare notizie e relazione alla:
Postulazione della Causa di Canonizzazione,
Monsignor Giovanni Battista Proja, Postulatore
Professor Vittorio Capuzza, vice Postulatore
Piazza San Giovanni in Laterano, numero 4, 00184, Roma.
e-mail: postulazionelanducci@libero.it

Professor Vittorio Capuzza
Vice Postulatore della Causa




1) Il testo qui scritto è stato pubblicato in Vittorio Capuzza «Il Servo di Dio Pier Carlo Landucci», con illustrazioni, Postulazione della Causa, 2007.
2) Come Postulazione stiamo curando la II edizione aggiornata della biografia del Servo di Dio.
3) P.C.Landucci, «Ascetica cristiana», in La Chiesa nel mondo, a cura di A.Piolanti, Roma, 1959, pagine 893.
4) Pubblicato anche dalla Postulazione in P. C. Landucci, «Scritti Mariani», VI «La dolente», Roma, 2005, pagina 60 e seguenti.
5) P.C. Landucci, «Filosofia e scienza», pubblicato nel 1938 sia su una rivista sia sul Sursum Corda, anno XXI, numero 6, giugno 1938, pagina 1 e seguenti.




 
Nessun commento per questo articolo

Aggiungi commento


La Dittatura Terapeutica
L’unica ed estrema forma di difesa da questo imminente, sottovalutato, tragico pericolo particolarmente grave per l’Italia, è la presa di coscienza
Contra factum non datur argomentum
George Orwell con geniale e profetico intuito, previde l’oscuramento delle coscienze, il tramonto della civiltà, l’impostura e apostasia dalla verità che viviamo, quando scrisse “nel tempo...
Libreria Ritorno al Reale

EFFEDIEFFESHOP.com
La libreria on-line di EFFEDIEFFE: una selezione di oltre 1300 testi, molti introvabili, in linea con lo spirito editoriale che ci contraddistingue.

Servizi online EFFEDIEFFE.com

Archivio EFFEDIEFFE : Cerca nell'archivio
EFFEDIEFFE tutti i nostri articoli dal
2004 in poi.

Lettere alla redazione : Scrivi a
EFFEDIEFFE.com

Iscriviti alla Newsletter : Resta
aggiornato con gli eventi e le novita'
editorali EFFEDIEFFE

Chi Siamo : Per conoscere la nostra missione, la fede e gli ideali che animano il nostro lavoro.



Redazione : Conoscete tutti i collaboratori EFFEDIEFFE.com

Contatta EFFEDIEFFE : Come
raggiungerci e come contattarci
per telefono e email.

RSS : Rimani aggiornato con i nostri Web feeds

effedieffe Il sito www.effedieffe.com.non è un "prodotto editoriale diffuso al pubblico con periodicità regolare e contraddistinto da una testata", come richiede la legge numero 62 del 7 marzo 2001. Gli aggiornamenti vengono effettuati senza alcuna scadenza fissa e/o periodicità