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Il maschio è sessodipendente?
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«È ufficiale: luomo non può fare a meno del sesso. Si presupponeva, ma non si era certi, che luomo fosse più desideroso di fare sesso che non la donna. Ora pare ufficiale, almeno secondo un nuovo studio statunitense. Chi è più voglioso? Chi più goloso? Chi ha in testa solo quello? Luomo o la donna? Noi diremmo tutti e due ma, a quanto pare, per qualche punto in più vince luomo. Sì, ad avere il chiodo fisso del sesso è proprio lui, almeno secondo questo nuovo studio dellUniversità della Florida.

I ricercatori Roy F. Baumeister
, Kathleen Catanese e Kathleen Vohs hanno voluto scoprire se le dicerie sul maschio goloso di sesso fossero vere. Per questo hanno indagato a fondo la questione. Non sappiamo se tra di loro o attraverso indagini di gruppo. Comunque sia, secondo quanto riportato dallOxford University Press, gli uomini avrebbero un desiderio sessuale molto più forte rispetto alle donne.

Partendo dal presupposto che vi fossero differenze di comportamento tra due donne o due uomini di cui uno avesse un forte desiderio sessuale
, la domanda che si sono posti è stata incentrata proprio su quali differenze vi potessero essere nelle preferenze e nel comportamento tra di loro. Dopo aver elaborato per diversi mesi i dati ricavati, le conclusioni sono state che, sebbene siano molte le donne ad avere frequenti desideri sessuali e che, per contro vi sono uomini che non ne hanno, in media il maschio vince e si attesta come il più propenso a fare sesso, spesso e volentieri.

In sostanza
, scrivono i ricercatori, i maschi hanno più fantasie sessuali e pensano con più frequenza ai rapporti sessuali, contornati da diverse modalità e diverse partner. Anche la masturbazione è tra le hit più suonate dagli uomini, rispetto alle donne che, tuttavia, non la disdegnano. In questo caso, secondo gli scienziati, la masturbazione è un indice chiaro di desiderio sessuale giacché non è frenata da limiti esterni come la necessità di trovare un partner, il rischio di gravidanza o malattia.

Anche l
età fa poca differenza: sia che si tratti di giovani coppie che di quelle sposate da molti anni, gli uomini desiderano fare spesso sesso. Sempre i maschi, rifiutano di fare sesso raramente e solo in casi davvero particolari, rispetto alle donne che si astengono più facilmente. Le donne possono stare anche mesi o anni senza fare sesso, se da sole. Gli uomini rimasti soli iniziano a masturbarsi già dopo pochi giorni. E, infine, tra chi fa il voto di castità sono sempre gli uomini a vedersela dura, tanto che difficilmente riescono a resistere. Le donne, invece, riescono meglio a tener fede. Ecco, quindi, che pare proprio che luomo non possa fare a meno del sesso. Ma, scusate la domanda, cè davvero qualcuno - uomo o donna - che possa davvero farne a meno (1)

Contestiamo quanto riportato dall’articolista. Sappiamo che l’uomo, maschio o femmina che sia (pur con le diversità e sfumature tipiche di ogni sesso), tende alla schiavitù nei confronti della vita sessuale, ma si tratta di una conseguenza contingente di quel che vive nello spirito e non anche di una necessità fisiologica.

Ora, dall’esito dello studio di cui sopra, è possibile rilevare una molteplicità di intenti:

- l’uomo è ineluttabilmente sessodipendente;

- il maschio è brutale e soprattutto poco nobile e poco propenso a sognare: in una parola è solo un utilitarista;

- impossibilità della vita casta.

I punti nodali estrapolati sono esempi tipici della campagna pansessualista, volta da un lato a diffondere al massimo il bene di consumo chiamato sesso, sdoganandone ogni relazione con la morale e quindi con la responsabilità, dall’altro all’annichilimento della figura maschile: l’uomo maschio è raffigurato (succede spesso anche in maniera latente e poco ravvisabile nelle produzioni cinematografiche) sempre come un essere debole, vizioso, assolutamente inaffidabile, in una parola il contrario dell’icona che ne diede San Paolo: «Luomo è capo della donna», volendo in questa immagine enucleare tutta la fermezza ed il vigore virile del marito/padre all’interno della famiglia.

E questo, con la gioia del femminismo, che altro non è che rivendicazione anticlericale ed anticristiana della libertà di peccato sessuale. In ultimo, l’accenno alla vita casta non lascia dubbi sull’obiettivo mediatico che si voglia raggiungere: il sesso è una forza non dominabile, la Chiesa lo impone ai poveri preti, che, frustrati!, non ce la fanno proprio! Quindi il prete, ahimè!, deve tradire il suo voto!

Da tali premesse, la conclusione spontanea che sorge nel lettore qualunque è quella:

- invincibile cedimento al sesso;

- totale ipocrisia del clero e del popolo consacrato, che predica bene e razzola male.

Lasciateci invece proporre altro.

La solenne festa dell’Immacolata Concezione, che da poco abbiamo avuto occasione di vivere e celebrare ci richiama, tra le altre cose, il valore magnifico della purezza, appreso dal candore splendente della Santissima Vergine, sempre e solo di Dio, sin dal momento della sua creazione, destinata dall’eternità ad essere Madre dell’Altissimo incarnato. Impossibile vivere di Dio senza questa adesione totale a Lui. La purezza proprio questo ci esige ed insegna. Beati i puri di cuore perché vedranno Dio.

È vero, la purezza delle beatitudini è virtù più ampia del dominio sulle proprie pulsioni, ma suppone inevitabilmente tale padronanza. Essa nasce e vive in primo luogo nel pensiero; per questo Gesù insisteva sul fatto che il desiderio consumato sia già peccato commesso!

Imparare la purezza significa imparare la custodia del cuore, quella costante vigilanza che deve blindare la nostra orazione ed il flusso interno della nostra mente. Questo dominio di sé è dominio totale; è schiacciare la testa del serpente prima che si insinui e ci morda.

Come si può essere padroni del pensiero? Solo con la preghiera e la mortificazione. La nostra lotta è contro spiriti di tenebra che abitano invisibilmente la nostra dimensione; occorre quindi che ci armiamo dello scudo della fede e che ci rivestiamo del Signore Gesù Cristo invocandolo incessantemente dentro il cuore... e non senza la dovuta ascesi.

Premesso questo... ci si può chiedere: come imparare la mortificazione? Imparando il sacrificio, l’abnegazione di sé, il digiuno, il silenzio; si tratta di procedere con piccoli esercizi su noi stessi che ci consentano di acquisire sempre di più una padronanza sulle nostre pulsioni.

È importante ricordare anche che non occorre spaventarsi di fronte all’attacco del maligno: le tentazioni arriveranno aggressive e mostruose e potranno sembrare invincibili, fa parte della pirotecnica del demonio; essa fa presa su di noi soltanto se siamo orgogliosi. Riconoscere la nostra miseria, la nostra infermità è il primo atto di umiltà: la tentazione perderà di vigore se in essa si vedrà oltre all’azione del nemico, il tentativo di compensazione del nostro cuore a fronte della nostra latente fantasia di appagamento e possesso, di felicità e dominio, di gioia e di comprensione ed amore.

La tentazione opera su di noi, partendo da noi stessi: nulla che entri nell’uomo è in grado di contaminarlo, ma ciò che vi esce, insegna Gesù. Ti dirò dunque: esamina in cosa e dove sei tentato, perché lì si manifesta la tua carenza spirituale di consegna a Dio; sei tentato nella purezza? Allora forse dovrai liberarti del tuo modo di amare e di cercare la felicità nell’altro/a per riporre tutto te stesso nel modo divino.

E veniamo al secondo elemento di cui si deve tener conto: Dio è l’unico capace di riempire il mio cuore della felicità che cerco, per chiunque ed in qualunque contesto; il peccato è solo un misero espediente per ottenere un surrogato di quella felicità che tanto ci manca. Ci vuole quindi fiducia massima in Dio, nella sua parola, nel fatto che ciò che Lui mi assicura essere la via della vita per me (i comandamenti ad esempio) sono di certo il meglio per me. Mi devo fidare e perseguire con tutte le mie forze il suo comando; non saremo mai tentati oltre le nostre capacità, lo insegna San Paolo. La tentazione, per quanto mostruosa, non ci deve impressionare: sentire non è accettare quel che si sente o si immagina; basta invocare la Vergine o Gesù per veder sparire tutti i peggiori incantesimi.

Altre considerazioni: la tentazione spesso si vince fuggendola; ricordate l’atto di dolore? Fuggire le occasioni prossime di peccato. L’imprudenza si paga spesso col peccato, impariamo la virtù dell’astuzia contro il male: evitarlo! Mi rivolgo in particolare ai giovani lettori: non lasciate che TV, cinema, web, giornali, riviste e media vi droghino il cervello col loro pansessualismo, il cui esito è solo stordire la mente e privare lo spirito della sua luce.

Si sappia questo con certezza: la diffusione della pornografia e dell’erotismo è funzionale ai poteri forti che vogliono dominare, e per due ragioni:

- perché l’uomo sessodipendente (ed il consumo disordinato di sesso porta a tale dipendenza) non ha facoltà intellettive capaci di scegliere la verità, perché piega l’esigenza del vero all’utile delle sue passioni di cui è schiavo; quindi sarà ottimo suddito poco propenso al discernimento e quindi obbediente ad ogni dictat;

- l’impurità rende sordo il cuore alla Parola di Dio... l’impuro non è capace di vivere dello Spirito salvo miracoli. Questo fa molto comodo a chi vuole una società persa e lontana dalla preghiera. È la volontà degli spiriti del male e di chi a loro si prostra.

La terapia?

Pregare molto, mortificare lo sguardo ed il pensiero, avere fiducia in Dio, pregare il santo rosario... aspirare alla purezza come ad una virtù che libera e rende davvero figli capaci di amare con cuore ampio e gioioso.

Stefano Maria Chiari





1)
È ufficiale: l’uomo non può fare a meno del sesso | La Stampa.it

 

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