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Conferme archeologiche del sacro Testo
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Vorrei portare alcuni elementi acquisiti da attività di ricerca, di cui è possibile rinvenire anche alcune tracce on-line, a sostegno della convinzione della Chiesa che l’Antico Testamento (e non soltanto il Nuovo) costituisca un documento di altissimo valore, non soltanto spirituale, ma anche storico. Sono spunti di riflessione.

Premetto questo: le notizie di seguito riportate non costituiscono una prova lampante; sappiamo che l’archeologia è una scienza in evoluzione, fatta anche di episodici accadimenti, a volte causali, mutati, in maniera altrettanto aleatoria, in importanti attestazioni di tempi remoti; non saltiamo pertanto a conclusioni affrettate, sospendiamo tuttavia (ce lo impone la prudenza e la saggezza) il giudizio di fronte ad affermazioni di segno opposto (non storicità del sacro Testo), perché effettivamente potrebbero non costituire ineccepibili ed infallibili acquisizioni scientifiche.

La regina di Saba venne da Salomone, attratta dalla sua fama; è episodio narrato nel Vecchio Testamento (Libro dei Re e Cronache) e ripreso da Gesù ,che ne parla come di fatto certo (in Luca 11, 31 leggiamo: «La regina del sud sorgerà nel giudizio insieme con gli uomini di questa generazione e li condannerà; perché essa venne dalle estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, ben più di Salomone cè qui». Ci chiediamo quindi: se la regina di Saba esistette, come possiamo pensare che non sia mai esistito Salomone o un suo regno?

«Una equipe di archeologi tedeschi ha dichiarato di aver scoperto i resti del palazzo della leggendaria regina di Saba ad Axum, in Etiopia! La notizia è stata resa nota attraverso un comunicato diffuso dallUniversità di Amburgo. I resti del palazzo, risalente al decimo secolo avanti Cristo, sono stati ritrovati sotto altri ruderi, quelli del palazzo di un re cristiano. Il palazzo della regina era stato distrutto dal re Menelek, il figlio che lei aveva avuto dal re dIsraele Salomone, e ricostruito in modo di essere orientato verso la stella Sirio, della quale era adoratore. Le ricerche ad Axum in Etiopia erano cominciate nel 1999. Lo scopo è definire le origini del paese e della chiesa ortodossa etiope. Gli archeologi dellUniversità di Amburgo hanno iniziato gli scavi ad Axum nel 1999, con lobiettivo di scoprire nuovi elementi sulla nascita e la diffusione del cristianesimo in Etiopia. In seguito le ricerche, come ha spiegato il professor Helmut Ziegert, direttore della missione tedesca, hanno fatto emergere preziosi resti di 3.000 anni fa: ‘I dettagli, la datazione e lorientamento delledificio quadrano a pennello con la descrizione del palazzo della regina di Saba’. E proprio lorientamento di un altare delledificio regale verso la stella Sirio confermerebbe la leggenda secondo la quale in quel palazzo sarebbe stata custodita anche lArca dellAlleanza che conteneva le Tavole della Legge di Mosè. Il professor Ziegert dellIstituto di Archeologia dellUniversità di Amburgo ha aggiunto: ‘In questo palazzo può benissimo essere stata custodita per molto tempo lArca dellAlleanza. Le nostre ricerche ora continueranno proprio per affrontare uno dei maggiori e più affascinanti misteri dell'archeologia’. Le fonti storiche e religiose tramandano che Saba, regina di Axum, aveva sentito decantare la saggezza del re Salomone e volle fargli visita per mettere alla prova la sua sapienza proverbiale. Dalla visita a Gerusalemme, avvenuta tra il 1000 ed il 950 avanti Cristo, vi è menzione nel Talmud ebraico, nella Bibbia, nel Corano e nel Kebra Nagast, Gloria dei re, che è il libro fondamentale per la storia dellimpero degli altopiani, elaborato in Etiopia nel XIV secolo. Si racconta che la regina di Saba, che gli etiopi chiamavano Macheda, recatasi dal potente re dIsraele Salomone per sottoporgli alcuni enigmi per sondare le capacità tanto decantate del sovrano, ne rimase affascinata. Dallunione del re Salomone con la regina, fu concepito Menelik, il cui nome significa Figlio delluomo saggio’. Menelik, cresciuto e divenuto re, fece proprio il simbolo del leone di Giuda che innalzò a simbolo del proprio regno. Divenuto adulto, volle far visita al presunto padre Salomone e quando fece ritorno ad Axum, trafugò o gli fu affidata, lArca dellAlleanza» (1).

Altre importanti attestazioni confermerebbero addirittura la storia sacra a partire da Davide.

«Uno studioso di archeologia israeliano che lavora in un progetto di scavi presso un colle a sud della città di Gerusalemme pensa che un frammento di terracotta rinvenuto tra le macerie di unantica città porti su di sé i segni della più antica iscrizione in ebraico mai trovata. Una scoperta, dunque, che potrebbe arricchire la conoscenza della cultura e della lingua in Israele allepoca della Bibbia Liscrizione, composta da cinque righe dai caratteri sbiaditi risalenti a tremila anni addietro, e i resti della città fortificata tra i quali è stata trovata, indicano che allepoca del re David di cui si parla nellAntico Testamento, esisteva un importante regno ebraico, secondo quanto la teoria di Yossi Garfinkel, archeologo presso lUniversità di Gerusalemme e direttore della nuova attività di scavi a Hirbet Qeiyafa. Altri esperti, invece, sono titubanti nellabbracciare la teoria di Garfinkel delle testimonianze, diffuse qualche giorno fa. I ritrovamenti sono al centro del consueto dibattito su quanta parte della geografia e degli accadimenti raccontati dalla Bibbia possa essere presa letteralmente (…). Il professor Garfinkel imposta la sua teoria identificativa su un verbo costituito da tre lettere del testo che vuol dire fare, parola che, secondo lui, esisteva solamente in lingua ebraica. Ma alcuni famosi archeologi che si occupano della Bibbia ci avvisano di non trarre conclusioni frettolose. Per esempio, Amihai Mazar, archeologo presso lUniversità di Gerusalemme, conferma limportanza delliscrizione poiché ci troviamo davanti al testo più lungo, mai trovato, in proto-cananeo. Però, spiega che, definire liscrizione ebraica, significherebbe andare troppo oltre poiché, benché sia proto-cananeo, a quel tempo la distinzione tra lingue e scritti resta oscura. Diversi ricercatori e archeologi ritengono che il racconto biblico accresca limportanza di re David e sostengono che, sostanzialmente, sia una leggenda, magari con alcune radici nella realtà storica. Però, nel caso in cui la tesi di Garfinkel risulti vera, questo convaliderebbe lattendibilità del racconto della Bibbia, dimostrando che gli israeliti annotavano gli eventi, tramandando la storia che fu, stesa, secoli dopo, nellAntico Testamento (…). Fino ad oggi, larcheologia ha scoperto una percentuale minima di reperti risalenti allepoca di David e questo ha portato diversi studiosi a ponderare che il suo dominio sia stato un piccolo possedimento o perfino che non sia mai esistito. Invece, Garfinkel pensa che la realizzazione di fortificazioni come, ad esempio, quella di Hirbet Qeiyafa, non possa essere stato un progetto locale poiché per costruire le mura sarebbero state spostate 200 mila tonnellate di pietre: lavoro troppo arduo per i cinquecento abitanti della città. Quindi, larcheologo suppone lesistenza di un regno organizzato come fu quello che lAntico Testamento conferisce a re David» (2).



Famous Israeli archaeologist, Israel Finkelstein (left), and friends came to tour Khirbet Qeiyafa. Hebrew University's Yossi Garfinkel (right) , director of the dig, discussed the recent finds, as Southern Adventist University's Dr. Michael Hasel (center with hat), co-director, listens.



Seguiamo ancora.

La dottoressa Eilat Mazar, responsabile scavo presso la Città di Davide, afferma:

Eilat Mazar
   Eilat Mazar
«Non capita spesso che vi sia una tale scoperta grazie alla quale reali figure del passato possano spazzare via la polvere della storia e rendere viva la storia della Bibbia (…). Un sigillo in creta di 2.600 anni fa completamente intatto o più correttamente una bulla al cui interno compare il nome Gedaliah ben Pashur è stato scoperto durante gli scavi condotti presso il celeberrimo sito di Gerusalemme della Città di Davide collocato presso la Porta delle Immondizie. Il nome appare allinterno dellAntico Testamento nel libro di Geremia (38.1) insieme a quello di Yehuchal ben Shelemayahu, il cui nome fu ritrovato un unidentica bulla nella stessa area nel 2005. I due uomini erano ministri alla corte del re Zedekiah, lultimo re che regnò a Gerusalemme prima della distruzione del Primo Tempio. Secondo quanto dichiarato da Eilat Mazar, professoressa dellUniversità Ebraica di Gerusalemme e responsabile dello scavo, questa è la prima volta negli annali dellarcheologia in Israele che due sigilli con due nomi biblici che appaiono nel medesimo versetto biblico vengono portati alla luce dallo stesso luogo. La prima bulla venne scoperta inserita in una impressionante struttura di pietra che la dottoressa Mazar ritiene essere parte del Palazzo di Davide, mentre la secondo bulla è stata ritrovata ai piedi del muro esterno della medesima struttura, sotto una torre che fu costruita nel periodo di Nehemiah. Entrambi i sigilli, perfettamente conservati, misurano 1 cm di diametro, presentano lettere incise in ebraico antico e sono stati ritrovati tra i frammenti della distruzione del periodo del Primo Tempio (VIII - VI secolo avanti Cristo). La dottoressa Eilat Mazar ha recentemente completato la terza fase dello scavo di quello che lei ritiene essere il palazzo di re Davide nel luogo della Città di Davide. Gli scavi sono stati realizzati grazie alla collaborazione tra la Fondazione Ir David - Città di Davide -, la Israel Antiquity Authority, lUniversità Mount Scopus di Gerusalemme ed il Shalem Center. La Città di Davide rappresenta quel luogo sul quale il re Davide 3.000 anni fa consacrò Gerusalemme come lantica capitale del suo regno. Nelle sue profondità, la Città di Davide sta rivelando alcune delle più interessanti scoperte archeologiche del mondo antico, mentre in superficie il luogo è un vivace centro di grande attrazione ed interesse turistico, reso eccezionale dal suo Visitors center, dallesposizione in 3D e dai tour guidati attraverso gli scavi che includono il Pozzo di Warren, lantico sistema idrico, così come il Tunnel di Hezekiah e la piscina di Shiloah» (3).

In ultimo, vorrei volgere l’attenzione su quanto riportato da Ron Wyatt, studioso avventista, molto criticato in passato per alcune sue scoperte archeologiche; in particolare, si parlò di truffa nel noto caso dell’Arca di Noè. Non abbiamo avuto riscontri in un senso o nell’altro; dobbiamo tuttavia assumere uno spirito critico e di discernimento a proposito di tutto quel che dichiarò di aver rinvenuto o scoperto; questo atteggiamento cauto non deve però precluderci la possibilità che quest’uomo sia riuscito ad imbattersi in qualcosa di interessante. Ritengo, pertanto, comunque interessante scrivere di quelli che sono stati i ritrovamenti più significativi rinvenuti nel Mar Rosso.

In primo luogo, egli avrebbe appurato il punto esatto del passaggio: una sorta di sentiero subacqueo sopraelevato (un tratto di mare da costa a costa dal fondale decisamente più basso del resto del mare intorno sia a destra sia a sinistra), determinato probabilmente dall’effetto della ricaduta delle acque aperte da Dio, per mezzo di Mosè. In quel medesimo tratto di mare, avrebbe rinvenuto resti di ruote, carri e cavalieri risalenti, egli afferma (sulla base di studi e confronti a suo dire documentati), all’epoca dell’Esodo. Resto in definitiva molto incuriosito e spero che si possa provvedere presto a fare ulteriori e decisivi accertamenti.

Concludendo: non possiamo subordinare la nostra Fede a questo o quel reperto archeologico; dobbiamo avere le idee chiare. Sapere che Dio è Verità e non si lascia ingannare dalla poca serietà degli uomini, siano anche falsari ebrei… Dio non può errare e neppure la sua Parola.

Stefano Maria Chiari





1)
Scoperto il palazzo della regina di Saba
2)
Scoperta forse la più arcaica iscrizione in lingua ebraica/
3)
ECCEZIONALE SCOPERTA ARCHEOLOGICA A GERUSALEMME

 

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