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Assassinato Haider
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Nessun testimone: Joerg Haider guidava da solo. La sua auto è uscita di strada presso Klagenfurth in Carinzia, e il 58enne politico austriaco è morto per gravi lesioni alla testa. Stava andando al compleanno di sua madre, 90 anni.

Aveva appena avuto un notevole successo alle elezionia ustriache, con il suo nuovo partito, Alleanza per il Futuro dell’Austria (BZO, Bündnis Zukunft Österreich), ricevendo l’11% dei voti.

L’ebraismo internazionale aveva preso di mira Haider dal 1991: il suo mandato di governatore della Carinzia fu interrotto. Aveva detto che le politiche sociali del Terzo Reich avevano favorito l’occupazione.

Da allora fu ingaggiata una immensa campagna di stampa in tutta Europa contro di lui, con ampio ricorso alla menzogna: Haider aveva ereditato da un prozio un vasto terreno a Barental in Carinzia; si scrisse che il prozio aveva strappato la tenuta a un ebreo italiano (sic) che la possedeva, e che aveva dovuto fuggire nel 1940 (1).

Il suo partito - allora Partito della Libertà  (FPO) - era anti-europeista e protestava contro l’afflusso incontrollato di immigrati dall’Est, come la Lega in Italia: fu definito da allora «xenofobo».

Nel ’99 raccolse il 27% dei voti, sicchè il Partito Popolare austriaco (di maggioranza) dovette associarselo in un governo di coalizione.

haider_candle.jpg Tutti i 14 capi di governo europei troncarono i contatti bilaterali con Vienna: decisione senza precedenti, presa in perfetta coincidenza da tutti senza che si fossero consultati, segno che erano stati premuti ciascuno dalla lobby interna, ed avevano obbedito come al solito (in Italia, il premier era D’Alema; Ciampi espresse «preoccupazione» contro Haider).

L’Unione Europea  decise in un lampo sanzioni contro la civilissima Austria; la presidenza portoghese della UE annunciò che se Haider partecipava al governo, gli ambasciatori a Vienna avrebbero operato solo come «tecnici», e che l’Austria  non avrebbe mai avuto l’appoggio europeo per eventuali candidatore a cariche internazionali; insomma, un paese-paria.

Haider dovette ritirarsi. Ma era diventato «il nuovo Hitler» del momento, e putroppo in un’area che, diversamente da quella in cui abita Ahmadinejad («il nuovo Hitler» più recente), è sotto il giogo del Katz. La persecuzione contro di lui non si è mai fermata.

Nel 2005 il settimanale «Profil» rivelò che uno dei più vicini collaboratori di Haider, Peter Sichrovsky, ebreo, segretario generale del Partito della Libertà (il presunto gruppo neonazista di Haider), che lo aveva mandato al Parlamento europeo, forniva informazioni sul suo capo-partito al Mossad da almeno cinque anni.

«Volevo aiutare Israele, non facevo nulla di male», si giustificò Sichrovsky, ammettendo tutto: Israele, spiegò, voleva essere informato dei «contatti di Haider con dittatori arabi».

Ma ovviamente la sua infiltrazione a fianco di Haider avrà fornito anche informazioni sugli spostamenti e la sicurezza attorno alla persona (2).

Si parlò allora di processare Sichrovsky: in Austria, spiare per uno stato straniero è reato e comporta  fino a tre anni (diconsi tre) di carcere. Naturalmente, non ci fu alcuna iniziativa giudiziaria.

Invece, il Partito dlela Libertà di Haider cominciò ad essere travagliato da inimicizie e scissioni interne, sicuramente pilotate, che ne hanno provocato il declino elettorale.  Il partito ha finito per espellere Haider nel 2005; per questo egli ha fondato il suo nuovo gruppo, l’Alleanza per il Futuro dell’Austria.

Il recente successo elettorale delle destre (dove il Partito della Libertà ha preso più voti di quello di Haider, tanto da poter aspirare al governo) ha suscitato furiose reazioni in Israele, che ha minacciato la rottura delle relazioni diplomatiche con Vienna, e una ripetizione delle sanzioni contro lo stato-paria.

«Il popolo ebraico dovunque si trovi, guidato dallo Stato di Israele, non consentirà mai che il mondo mantenga rapporti normali con l’Austria», ha dichiarato Ehud Barak. Dan Aschbel, ambasciatore giudaico a Vienna, ha dichiarato: «Siamo molto allarmati dalla situazione, dal riemergere di partiti che sono xenofobi. E’ grave che il fatto si ripeta».

Ariel Muzicant, presidente  della locale comunità ebraica ha bollato il Partito della Libertà come «un covo di cripo-nazisti, inaccettabile come parte di un governo».

Apparentemente, la rabbia talmudica era diretta contro il partito che aveva cacciato Haider, più che contro Haider stesso. Ma era chiaro che i due gruppi potevano formare una coalizione, e il cervello sarebbe stato il carinziano.

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Per di più, il FPO, dopo la vittoria elettorale, ha annunciato una inchiesta parlamentare sulla vera e feroce persecuzione che dalla comunità giudaica sta subendo, con la sua famiglia, il rabbino Moshe Aryeh Friedman: l’esponente del Naturei Karta, ultra-ortodosso, anti-sionista (il Neturei Karta vede Israele come una contraffazione satanica delle speranze ebraiche del «ritorno»), che ha avuto la colpa di partecipare ad un convegno organizzato in Iran nel 2005, invitato da Ahmadinejad. Da allora, i figli del rabbino Friedman sono stati espulsi dalla scuola ebraica di Vienna; attorno al rabbino si è fatto il vuoto, egli viene ridotto alla fame.

La promessa del FPO di condurre un’indagine su questa discriminazione persecutoria, inammissibile in una sedicente «democrazia occidentale», è stato accolto come una provocazione dalla comunità.

«Il FPO assiste Friedman», ha detto con la bava alla bocca, in una intervista al Jerusalem Post, Rimund Fastenbauer, segretario generale della comunità in Austria.

«Abbiamo espulso i figli di Friedman perchè lui insegna loro idee revisioniste sull’Olocausto. Inoltre, non ha pagato le rette scolastiche (ah, ecco, ndr). Friedman non è un rabbino-capo, non ha seguaci. E’ un imbroglione» (3).

Evidentemente, è partito di là l’ordine di fare qualcosa nel senso di una «soluzione finale della questione austriaca», non si poteva arrivare ad una pubblica denuncia di questo trattamento talmudico ad un ebreo, specie da parte di «cripto-nazisti».

Sono sicuro che Haider sia stato eliminato da un kidon, nel modo più classico, simulando un incidente d’auto (4).

Ci si attende ora che sempre più esponenti delle cosiddette «destre» in Europa e Italia si rechino in pellegrinaggio al Muro del Pianto, per la rituale foto con la kippà in testa, segno di soggezione al potere intoccabile e al solo stato criminale del mondo, capace di mandare le sue squadre dovunque ad assassinare chiunque.

La kippà come assicurazione sulla vita.




1) Il prozio di Haider, Josef  Webhofer, allora abitante a Bolzano,  in realtà pagò  nel 1941 la  tenuta di Barental, proprietà di un ebreo bolzanino di nome Ruifer, 300 mila reichsmark, pari a 1,2 milioni di euro attuali.  Inoltre alla fine della Mathilde Ruifer, la vediva dell’ebreo ex-proprietario, ottenne una compensazione aggiuntiva di 850 mila scellini, 300 mila euro di oggi. Georg Haider aveva ereditato la tenuta dal figlio di Webhofer, lo zio Wilhelm, nel 1983. Oggi si dice che Barental valga circa 10 milioni di euro. 
2) «Mossad spied on Austria’s Haider»,  UPI, 2 giugno 2005.
3) Benjamin Weinthal, «The end of Austria-Israeli  relations?», Jerusalem Post,  27 settembre 2008.  Come si ricorderà, il rabbino Friedman ha subìto un’aggressione anche in Italia nel 2006, da individui che parlavano ebraico e che hanno cercato di trascinarlo in una macchina, all’evidente scopo di sequestrarlo e farlo sparire.    Pochi mesi dopo, è statos elvaggiamente pestato da individui israeliani mentre si trova a ad Auschwitz, sotto gli occhi della polizia polacca. Il capo dei picchiatori è un rabbino, Yehuda Meshi Zahav, che ha dichiarato al giornale Mahariv:  «Gli abbiamo dato dei pugni veramente forti, gli abbiamo strappato il cappello e il cappotto nero, perchè non sembrasse un ebreo».  Come premio per il pestaggio al rabino Zahav è statoc oncesso il privilegio di «Alyah la ToraH» (elevazione alla Torah).
4) Tra le morti particolarmente «strane» c’è da annoverare  quella di Yann Moncomble (1954 - 1990), giornalista francese, autore di molti libri che alcuni potrebbero definire «complottisti». Degno erede della grande scuola francese dei Virion, de Poncins, Fay, Coston, fondò la casa editrice Fatti & Documenti insieme ad Emmanuel Ratier. Morto, a 37 anni, ufficialmente per un attacco di cuore, è autore, tra gli altri, di «La trilaterale e il segreto del mondialismo», «La Mafia dei cristiani di sinistra», «I professionisti dell’Antirazzismo», «La politica, il sesso e la finanza». Epiphanius, nel suo libro «Massoneria e sette segrete: la faccia nascosta della storia», riporta una lettera di Moncomble in cui presenta la tesi di un’implicazione dei governi americano, israeliano, sovietico, cubano e cinese nel traffico internazionale della droga. In questa lettera, Moncomble spiega il motivo per cui molti suoi amici lo sconsigliarono di scrivere questo libro ritenendo che avrebbe potuto essere pericoloso per la sua sicurezza. Nello stesso testo Epiphanius riconosce il contributo fondamentale delle opere di Moncomble nell’individuare correttamente, grazie all’abbondanza di fatti e documenti, il fenomeno mondialista.


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