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Piovono profezie
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Questa volta il profeta è Richard Haass, presidente del Council on Foreign Relations (lo storico think-tank dei Rockefeller) nonchè membro influente del Bilderberg: «Anche se i leader esteri non metteranno alla prova Obama», ha detto l’importante insider, secondo il Seattle Time, «di una cosa sono sicuro, gli eventi lo metteranno alla prova... ci saranno colpi di Stato... ci sarà genocidio… ci sarà terrorismo».

Il Seattle Times non precisa dove e come Haass avrebbe profetizzato queste sciagure (1). Aggiunge però il contesto in cui il presidente del CFR avrebbe detto queste frasi. Parlava delle numerose sfide che attendono il nuovo presidente (Iran, Russia, i talebani in ripresa, la Corea del Nord il cui dittatore può scomparire, l’Iraq non stabilizzato...) e della situazione militare USA.

Ciò che rende unica la situazione, ha detto, non è tanto la molteplicità delle sfide che attendono gli Stati Uniti, quanto il fatto che le forze USA sono troppo «allargate» (stretched) in Afghanistan e in Iraq, e la crisi economica richiede la sua attenzione nello stesso tempo.

Poi, ecco il primo ministro australiano Kevin Rudd: «La devastazione che può provocare un solo grave incidente con armi nucleari mette l’11 settembre e qualsiasi altra cosa nella categoria dell’insignificante» (2).

Il 15 ottobre aveva profetizzato sir Alan West, barone di Spithead, consigliere del premier Gordon Brown in materie di sicurezza, e ammiraglio della Royal Navy (3): «C’è un altro grosso complotto che si sta progettando di nuovo e noi stiamo controllando. Era sceso un po’, ed ora sta di nuovo salendo, ed è  di grado ‘grave’ (severe). La minaccia è grande. Abbiamo fatto tutto ciò che si doveva, ma la minaccia sta crescendo - stanno creandosi complotti complicati».

Sir Alan West parlava davanti alla camera dei Lord, che aveva appena bocciato un decreto anti-terrorismo del governo che estendeva la detenzione dei processi per 42 giorni; misura contraria all’habeas corpus. Lord West ha proposto invece di aggravare la misura, fino a chiedere di contemplare nella norma il caso di «un bambino (minorenne) colpevole di terrorismo». «Alcune delle misure che abbiamo messo in opera negli scorsi 15 mesi ci hanno resi più sicuri, ma ciò non significa che siamo sicuri».

Proviamo a ricapitolare:

La prima profezia è venuta da Joe Biden, il vicepresidente, che parlava a donatori della campagna elettorale: «Vi potrei dare quattro i cinque scenari da cui (l’incidente) può originare. E lui (Obama) avrà bisogno di aiuto. E il tipo di aiuto non è finanziario; avrà bisogno della vostra influenza, che usiate la vostra influenza nella vostra comunità, che  restiate al suo fianco. Perchè inizialmente non sarà evidente, non sarà  evidente che abbiamo ragione».

Subito dopo, hanno visto il futuro Colin Powell e Madeleine Albright, l’ex ambasciatrice di Clinton: Biden, hanno detto, non ha fatto che delineare «uno stato di fatto». Powell ha aggiunto: «Il problema sarà sempre qui e ci sarà una crisi che verrà il 21, 22 gennaio, che non sappiamo nemmeno cosa sia, per ora».

Poi si è scoperto dotato di doti paranormali Bernard Kouchner, ministro degli Esteri di Sarko (4): alla stampa, s’è detto convinto che Israele colpirà l’Iran prima che questo Paese possa fornirsi di una bomba atomica (ignorando completamente che El Baradei, il capo della International Atomic Energy Agency - IAEA, organo dell’ONU - aveva appena dichiarato: l’Iran manca delle componenti essensiali per costruire da sè un’arma nucleare).

Biden, Powell, Albright, Lord West, l’australiano Rudd, il presidente del CFR e «bilderberger» Haass, Kouchner: sono sette almeno le personalità di livello internazionale, e sicuramente ben informate, che prevedono un’apocalisse agli esordi della presidenza Obama. O almeno, che dicono di prevederla - e tutti nel giro di poco più di 72 ore.

Come mai tanti pezzi grossi in Occidente ci stanno avvertendo, in apparente coordinazione, di aspettarci qualcosa di terribile e gravissimo, che può  implicare l’uso di armi atomiche? Vogliono preparare le masse ad eventi che possono trascinare il mondo in una guerra globale?

Difficile crederlo, visto che i media ufficiali hanno praticamente taciuto di queste profezie, o le hanno ostentatamente sottovalutate, affogandole nel rumore di fondo mediatico.

E allora perchè?

Quanto al neo-presidente Barak Obama, le misure che ha preso subito, senza aspettare di insediarsi, sono di un certo tipo: abolire certi veti o decreti di Bush sulle emissioni in California e a favore delle trivellazioni petrolifere fuori costa (ecologia anzitutto), sblocco della ricerca sulle staminali, sblocco dei finanziamenti ai centri pro-aborto.

Insomma sta facendo «qualcosa di sinistra», ma di un tipo specifico, quella «radical-chic».

Accontenta le (false) istanze degli ecologisti californiani, dei gay, delle femministe, del progressismo etico in generale, i cui promotori sono infatti entusiasti. Nulla di «sociale», niente per il milione e mezzo di nuovi disoccupati, nulla sulla previdenza e l’assistenza delle vittime della depressione; nulla sul salvataggio di banchieri che continuano, coi soldi pubblici, a pagarsi bonus ed emolumenti miliardari; nulla di nulla sulla regolamentazione dei «mercati» selvaggi.

Ciò dimostra nel modo più chiaro - se ce ne fosse il bisogno - che le istanze radical-chic (aborto, diritti dei gay, manipolazione dei feti, effetto-serra da contrastare), che non hanno dignità politica, sono usate come elementi di distrazione dalla politica reale e necessaria; un alibi per creare un’immagine progressista a poco prezzo.

Le politiche sociali costano e, soprattutto, mettono in discussione i poteri forti; le nozze gay non disturbano i manovratori. Le misure sociali e di regolazione dei mercati non sono priorità, per Obama. Sono priorità l’estrazione di cellule staminali e l’aborto.

Lo sapevamo, succede anche in Italia. E’ questa la «sinistra». Ma proprio queste misure avvicinano molto - molto più di quanto appaia - i «cento giorni» di Obama ai cento primi giorni di Bush.

Anche Bush, mica si fece votare promettendo guerre al terrore globale, sarebbe stato rimandato a casa dalla cittadinanza; si fece votare in base ad un programma tutto interno e in qualche modo sociale: «compassionate conservatism» (aiuto ai poverissimi), «no child left behind» (nessun bambino lasciato indietro, ossia senza assistenza sanitaria, alimentazione decente ed educazione primaria), una riforma scolastica per contrastare il semi-analfabetismo...

Bush fu «sorpreso» dall’11 settembre mentre, in una scuola elementare, leggeva con dei bambini in un abbecedario, la storia di una capretta.

Il vero programma del suo governo - occupazione di Afghanista e Iraq, dichiarare terroristi tutti i nemici potenziali di Israele - doveva apparire come «una sorpresa», qualcosa che non voleva fare, ma che il rintocco della storia lo obbligava a fare.

I profeti di altissimo livello sembrano prefigurare una sorpresa del genere per Barak Obama: magari, il 21-22 gennaio, gli eventi tragici lo soprenderanno mentre inaugura un laboratorio per staminali, o un abortoio progressista.

La CNN e la Fox, ma da noi anche Fede, Mentana e Gad Lerner e Mimun, Paolo Mieli e Scalfari, apriranno con spaventose braking news sul nuovo massacro operato dal «terrorismo musulmano».

Allora, a malincuore, Obama dovrà per forza dichiarare la legge marziale, la mobilitazione totale, il ripudio del debito.

Ma basta, altrimenti cominciamo a profetizzare anche noi.




1) Warren Strobel, «Council on Foreign Relations president predicts coups, genocide and terrorism to test Obama», Seattle Times, 9 novembre 2008. (Richard Nathan Haass (born July 28, 1951, Brooklyn) has been president of the Council on Foreign Relations since July 2003, prior to which he was Director of Policy Planning for the United States Department of State and a close advisor to Secretary of State Colin Powell. The U.S. Senate approved Haass as a candidate for the position of ambassador and he has been US Coordinator for policy on the future of Afghanistan. He succeeded George J. Mitchell as the U.S. Special Envoy to Northern Ireland to help the peace process in Northern Ireland, for which he received the State Department’s Distinguished Service Award. At the end of 2003, Mitchell Reiss succeeded him as special envoy. From 1989 to 1993, Haass was Special Assistant to United States President George H. W. Bush and National Security Council Senior Director for Near East and South Asian Affairs. In 1991, Haass received the Presidential Citizens Medal for helping to develop and explain U.S. policy during Operation Desert Shield and Operation Desert Storm. Previously, he served in various posts in the Department of State (1981-85) and the Department of Defense (1979-80) and was a legislative aide in the U.S. Senate. Haass’s other postings include Vice President and Director of Foreign Policy Studies at the Brookings Institution, the Sol M. Linowitz Visiting Professor of International Studies at Hamilton College, a senior associate at the Carnegie Endowment for International Peace, a Lecturer in Public Policy at Harvard University’s Kennedy School of Government, and a research associate at the International Institute for Strategic Studies).
2) «Warnings from world leaders all within 72 hours», News from Jerusalem, 10 novembre 2008.
3) Duncan Gardham, «Lord West: terror plot being investigated», Telegraph, 15 ottobre 2008.
4) Serkan  Demirtas, «Possible Israeli attack against Iran worries EU» Hurriyet, 9 novembre 2008.


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