>> Login Sostenitori :              | 
header-1

RSS 2.0
menu-1
Il caso Krah
Stampa
  Text size
Fatti e documenti o menzogne e calunnie?

Il caso Williamson-Nahrath 2010

1) Verso la metà del novembre 2010 monsignor Richard Williamson decide di farsi difendere dall’accusa di revisionismo dall’avvocato Wolfram Nahrath. Quindi chiede al suo primo difensore, avvocato Matthias Lossmann, se vuole difenderlo assieme a Nahrath. Lossman rifiuta e monsignor Williamson gli ritira l’incarico.

2) Il 18 novembre l’avvocato Nahrath informa via fax il giudice Eisvogel che l’avvocato Lossmann ha rinunciato all’incarico e che sarà lui (Nahrath) a difendere monsignor Williamson.

3) Appena 32 minuti dopo il messaggio - via fax - di Nahrath alla dottoressa Eisvogel, la redazione del settimanale Der Spiegel telefona all’avvocato Nahrath e gli chiede spiegazioni sulla sua futura difesa legale di monsignor Williamson.

4) Il 19 novembre sempre Der Spiegel pubblica la notizia secondo la quale l’avvocato Nahrath è un rappresentante politico del partito neo-nazista tedesco per cui anche monsignor Williamson sarebbe un filo-nazista. In realtà il partito nazista tedesco è fuori legge dal 1945, e Nahrath fa parte del Partito Nazionale e Democratico (NPD), un partito di estrema destra, ma non nazista.

Perciò

Krah e il sionismo

1) L’avvocato Lossmann era stato scelto nel 2009 dall’avvocato Krah per difendere monsignor Williamson. Eppure Krah, oggettivamente (il cuore o le intenzioni soggettive li scruta solo Dio e a Lui lascio il giudizio) aveva partecipato alla campagna stampa contro monsignor Williamson, scoppiata il 20 gennaio del 2009, tramite interviste rilasciate alla rivista radical-socialista Der Spiegel di orientamento politico molto simile al settimanale italiano LEspresso dell’ingegner Carlo De Benedetti.

2) Inoltre Krah è un militante del Partito Cristiano Democratico (CDU) del Cancelliere tedesco Angela Merkel, un partito liberale, libertario, favorevole all’aborto, al divorzio, alle unioni libere, omosessuali e quindi certamente non migliore, quanto alla Fede e alla Morale, del NPD cui appartiene Nahrath. Vedi Dresdner Union mit neuem Kreisvorstand.

3) L’avvocato Lossmann, scelto da Krah per difendere monsignor Williamson nel 2009, fa parte del Partito dei Verdi (Die Grünen), che è, come in Italia, un partito di estrema sinistra sessantottina, pro aborto, divorzio, omosessualità, pedofilia, eutanasia, ben peggiore, quanto ad anticristianesimo, del Partito Nazionale e Democratico (NPD), del quale fa parte l’avvocato Nahrath.

4) Infine, e questa è la parte oggettivamente più interessante (non voglio curarmi di tutte le altre faccende connesse a tale caso), Krah ha partecipato (contra factum non valet argumenum) nel settembre 2010 a New York, assieme a vecchi allievi dell’Università di Tel Aviv, ad una colletta per aiutare gli studenti ebrei della diaspora a raggiungere lo Stato d’Israele per essere formati presso l’Università sionista di Tel Aviv; si possono vedere le foto di Krah e compagni, qualificati come israeliti. Vedi Chelsea Gallery Party and Auction of Indulgences For Alumni and Friends.

I fatti sopra citati sono descritti in un commento pubblicato a dicembre 2010 (EXCLUSIF: les dessous de l’affaire Williamson).

5) La risposta di Krah ai commenti succitati è venuta alla fine del dicembre 2010, pubblicata sul sito Ignis Ardens. Essa è abbastanza illuminante e sconcertante. Sconcertante poiché oggettivamente minacciosa: «adesso conosco coloro che mi hanno calunniato e vedranno…».

a) Illuminante in quanto, se fosse stato veramente calunniato, Krah avrebbe potuto rispondere per chiarire o avrebbe potuto far ricorso alla magistratura per ottenere giustizia, come era suo diritto, e non alle minacce per intimorire («vi conosco, vedrete»);

b) poiché Krah ammette: «A settembre ho ricevuto un invito spontaneo da un amico avvocato per questa serata molto piacevole alla Galleria Witzenhausen, dove ho incontrato persone fantastiche provenienti da Israele, Stati Uniti (entrambe ebree e non), e alcuni europei che si trovano a New York. Era un regolare incontro annuale. E, naturalmente, cè stato un gala per beneficenza. Così è stato»;

c) infine poiché Krah non smentisce la raccolta fondi per luniversità di Tel Aviv, che non è un semplice chiacchierare con ebrei, cosa del tutto lecita. Non è importante se l’avvocato Krah sia di origine israelita, quel che conta è la Fede non l’etnia. Krah si professa cattolico tradizionalista e questo basta. Però lattività filo-sionista, svolta da Krah, è un’azione lecita e legale in sé, ma difficilmente conciliabile, moralmente e dogmaticamente, con la professione della Fede cattolica tradizionale e pre-conciliare. Questo è il punto oggettivamente rilevante di questa faccenda.

San Pio X (il Santo protettore dei tradizionalisti) nel 1904 rispose a Teodoro Herzl (il fondatore del sionismo, 1896), che gli aveva chiesto di riconoscere il movimento sionista e l’eventuale futuro Stato di Israele: «Sino a che Israele non riconoscerà Cristo come Messia e Dio, la Chiesa non potrà riconoscere il sionismo e Israele». Quindi oggettivamente tra cattolicesimo e sionismo vi è incompatibilità e la doppia appartenenza non è lecita.

Attualità del caso

1) In questi giorni si sente e si legge che si vuol denunciare alla magistratura coloro che si sono occupati del caso Krah.

2) Dopo il processo del 4 luglio 2011 a monsignor Williamson in Germania, Maximilien Krah ha rilasciato un’intervista oggettivamente denigratoria ed oltraggiosa contro il vescovo britannico. «Monsignor Richard Williamson ha un profondo problema di sconnessione dalla realtà, ogni due anni, con bella regolarità, crede nella fine del mondo (…). Penso che si potrebbe definirlo un tipo balzano (bizzarro, strampalato)» (1).

Purtroppo nessuno è intervenuto, non dico per difendere monsignor Williamson, ma neppure per pacificare gli animi ed invitare ad una maggiore educazione nell’uso dei termini impiegati contro di lui. Nessuno ha preso le distanze dalle offese oggettive e pubbliche rivolte da un fedele laico cattolico-tradizionalista, quale si dice Krah, contro un vescovo cattolico. Non è oggettivamente corretto.

3) Quindi mi sento moralmente obbligato a prendere posizione pubblica su tale caso, non per fare pettegolezzi, né processi alle intenzioni, ma per cercare di stabilire la verità oggettiva dei fatti. Voglio sperare che ciò sia ancora legalmente lecito; moralmente lo è senza ombra di dubbio. Spero di riuscire nel mio intento. Qualora mi sia sbagliato, correggetemi pure. Perciò scrivo pubblicamente. Se la denunzia minacciata viene fatta per appurare la verità su quanto scritto riguardo Krah, essa è lecita. Se egli è stato denigrato va risarcito, altrimenti si riconosca la verità dei fatti. Se colui che minaccia la denunzia è stato calunniato, il ricorso alla giustizia è doveroso anche per difendere la propria buona fama, ma è gravemente scorretto tirare in ballo l’equiparazione antisionismo/antisemitismo e l’antigiudaismo o l’istigazione all’odio razziale, e denunciare come antisemita chi ha posto la questione se la doppia appartenenza al sionismo e al cattolicesimo tradizionale (2) sia lecita. Adesso c’è solo da aspettare e sperare, senza fare inutili congetture, che venga fatta chiarezza su questo affare, il quale è oggettivamente inquietante ed è bene che sia risolto.

4) Sino ad ora non ho voluto occuparmi di questa faccenda, «la cui parte finanziaria, etnica ecomplottisticanon ritengo oggettivamente rilevante». Ho atteso risposte convincenti, che dissipassero ogni dubbio circa la compatibilità tra la Fede cattolica e l’ideologia sionistica. Una risposta è venuta da Krah, ma essa è un’intimidazione piuttosto che una risposta o delucidazione. Ora sembra che si voglia rispondere. Speriamo e auguriamoci che lo si faccia correttamente e non persecutoriamente e che la verità trionfi sul dubbio, il quale tanto male ha fatto e fa ai cattolici fedeli alla Tradizione apostolica e al Magistero costante della Chiesa, che a partire da Nostra aetate (1965) ha conosciuto un crescendo rossiniano di cedimento al giudaismo post-biblico. Se mi si vuol denunciare per aver espresso queste perplessità sulla coerenza e correttezza di un certo modo di pensare ed agire, lo si faccia pure. «È meglio obbedire a Dio piuttosto che agli uomini» (Atti degli Apostoli), che - se così fosse - si allontanano dalle vie del Signore.

Sancte Pie X, ora pro nobis!

P.S.: Molti dei siti citati nel presente articolo sono stati fatti chiudere, ma le notizie riportate da essi sono state controllate e trovate oggettivamente conformi alla realtà. Se qualcuno trovasse qualche inesattezza lo invito a farmela notare. Sarò il primo a prenderne atto e a rettificare.

Don Curzio Nitoglia

 


 

[1]) Estratto da: (Plaudern über Gaskammern).

San Tommaso d’Aquino nella Somma Teologica (II-II, qq. 72-75) tratta delle «ingiustizie che si compiono con le parole». Nella questione 72 l’Aquinate parla della «Contumelia» ossia

dell’«ingiuria verbale» fatta non alle spalle ma «a viso aperto». Ora, in quanto le parole significano le cose, esse possono arrecare molti danni. La contumelia o ingiuria verbale lede l’«onore».Nell’articolo 2, San Tommaso spiega che la contumelia è peccato mortale. Infatti (in corpore articuli) nei peccati di parola bisogna considerare soprattutto con quali disposizioni d’animo ci si esprime, ossia il fine della contumelia. Ma di per sé la contumelia implica una menomazione di onore o morale del prossimo. Quindi essa «è un peccato mortale» non meno del furto che detrae la ricchezza materiale, mentre la contumelia disonora l’anima del prossimo nella sua moralità. Padre Tito Centi commenta: «Di qui deriva la gravità della contumelia, la quale di suo è fatta per distruggere lonorabilità morale, e comporta lobbligo di riparare»: «o restituzione di fama» (per la contumelia) e di beni materiali (per il furto), «o dannazione». Nell’articolo 3 il Dottore Comune spiega che in certi casi è necessario respingere le contumelie e specialmente per due motivi: primo per il bene di chi insulta, per reprimere la sua audacia affinché non monti maggiormente in prepotenza e presunzione e reiteri codesti atti; secondo «per il bene delle altrui persone, se chi viene offeso ricopre una carica pubblica» (come è il caso di Sua Eccellenza monsignor Williamson), onde l’offesa ricadrebbe sulla di lui carica episcopale e la disonorerebbe. Quindi chi è costituito in dignità o autorità pubblica «deve difendere queste» e non la sua persona, oppure qualcuno lo deve fare per lui. Chi ascolta la detrazione e la tollera senza reagire (difendendo la persona denigrata) pecca gravemente. Quando invece non reagisce, pur avendone la possibilità, non perché gli piaccia il peccato ma per rispetto

umano o per negligenza, allora pecca solo venialmente. (S. Th., II-II, q. 73, a. 4, in corpore). Se si può portar pazienza nel tollerare la denigrazione verso se stessi, non è tollerabile il sopportare la denigrazione della buona fama altrui (Ivi, ad 1um). La derisione del prossimo è peccato mortale, tanto più grave quanto maggiore è il rispetto dovuto alla persona derisa (q. 75, a. 2, in corpore). Deridere un Vescovo è, oggettivamente, assai grave.

2) Si noti che persino Paolo VI non ha voluto riconoscere esplicitamente lo Stato di Israele ed implicitamente la compatibilità del sionismo con il cristianesimo. Soltanto Giovanni Paolo II lo ha fatto nel 1993.

 

 

 
Nessun commento per questo articolo

Aggiungi commento


La Dittatura Terapeutica
L’unica ed estrema forma di difesa da questo imminente, sottovalutato, tragico pericolo particolarmente grave per l’Italia, è la presa di coscienza
Contra factum non datur argomentum
George Orwell con geniale e profetico intuito, previde l’oscuramento delle coscienze, il tramonto della civiltà, l’impostura e apostasia dalla verità che viviamo, quando scrisse “nel tempo...
Libreria Ritorno al Reale

EFFEDIEFFESHOP.com
La libreria on-line di EFFEDIEFFE: una selezione di oltre 1300 testi, molti introvabili, in linea con lo spirito editoriale che ci contraddistingue.

Servizi online EFFEDIEFFE.com

Archivio EFFEDIEFFE : Cerca nell'archivio
EFFEDIEFFE tutti i nostri articoli dal
2004 in poi.

Lettere alla redazione : Scrivi a
EFFEDIEFFE.com

Iscriviti alla Newsletter : Resta
aggiornato con gli eventi e le novita'
editorali EFFEDIEFFE

Chi Siamo : Per conoscere la nostra missione, la fede e gli ideali che animano il nostro lavoro.



Redazione : Conoscete tutti i collaboratori EFFEDIEFFE.com

Contatta EFFEDIEFFE : Come
raggiungerci e come contattarci
per telefono e email.

RSS : Rimani aggiornato con i nostri Web feeds

effedieffe Il sito www.effedieffe.com.non è un "prodotto editoriale diffuso al pubblico con periodicità regolare e contraddistinto da una testata", come richiede la legge numero 62 del 7 marzo 2001. Gli aggiornamenti vengono effettuati senza alcuna scadenza fissa e/o periodicità