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Gli Usa vendono Yellowstone
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Il debito pubblico ha toccato il tetto fissato in 14.300 miliardi di dollari e il Tesoro ha avviato le misure previste per frenare gli investimenti. Il segretario al Tesoro, Timothy Geithner in una lettera al leader del Senato Harry Reid, preme sul Congresso affinché decida urgentemente di rialzare il tetto «per proteggere la credibilità e il credito gli Stati Uniti ed evitare catastrofiche conseguenze per i cittadini». Senza un rialzo di questi limiti, gli Usa rischiano infatti di non essere in grado di rimborsare le scadenze sul debito pubblico e quindi di diventare insolventi.

L'amministrazione Obama ha ancora fondi a sufficienza per far fronte ai suoi impegni coi creditori fino al 2 agosto, dopo di che gli Usa rischiano di non poter più rispettare gli impegni per il rimborso dei debiti, andando incontro ad un drammatico default. Lo stesso presidente Obama era intervenuto mettendo in guardia il Congresso e avvertendo che i drastici limiti alle spese e alla crescita del debito che chiedono i repubblicani potrebbero portare a una crisi finanziaria e a una recessione peggiori di quelle del 2008-09.

«Se gli investitori nel mondo - ha detto Obama in un'intervista concessa alla Cbs - dovessero pensare che le promesse e i crediti degli Usa non verranno rispettati, se dovessero pensare che noi potremmo rinnegare le scadenze del debito, questo farebbe saltare l'intero sistema finanziario».

I leader repubblicani, che si sono già pronunciati a favore di un tetto del debito, hanno anche promesso che non approveranno nessun ulteriore incremento dei finanziamenti pubblici, senza provvedimenti che mettano sotto controllo le spese. Tra le misure d'emergenza c'è uno stop temporaneo del finanziamento di due fondi pensione pubblici: il Civil Service Retirement and Disability Fund e il Government Securities Investment Fund. Inoltre saranno bloccati i re-investimenti nell'Exchange Stabilization Fund, che vende e compra valute estere. La questione del debito ha scatenato negli Stati Uniti una ridda di formule «magiche» per risolvere la crisi.

Alcuni ipotizzano la vendita delle riserve d'oro, opzione scartata dal Tesoro perché destabilizzerebbe il mercato finanziario. «Vendere l'oro di Fort Knox equivarrebbe vendere Mount Rushmore (il monumento con i volti dei presidenti ndr)» ha commentato sul Washington Post un funzionario del Tesoro. Altri repubblicani hanno suggerito la vendita dei titoli nelle società salvate, ipotesi anche questa respinta perché destabilizzerebbe le aziende mettendo sotto pressione i prezzi dei titoli, portando a perdite per i contribuenti. Gli Stati Uniti hanno accumulato un debito enorme ma non sono certamente un Paese povero. Così c'è chi pensa a vendere l'enorme patrimonio demaniale: il governo federale possiede 650milioni di acri di terreno e oltre un milioni di edifici.

In lista c'è anche il sistema autostradale interstatale, ma la vendita a privati farebbe fare un passo indietro all'America perché sarebbe introdotto giocoforza il pedaggio. Un'eresia per la visione liberista dell'economia Usa. Un'analisi accurata è stata preparata dall'Heritage Foundation. Il report ha un titolo evocativo «Salva il sogno americano» e include la proposta di vendere 260 miliardi di attività federali nei prossimi 15 anni per rientrare del deficit. Si parla di miniere, edifici pubblici. Ma anche di privatizzare servizi come il trasporto ferroviario e il controllo del traffico aereo.

Nessuno parla di vendere i grandi parchi naturali come Yellowstone con l'Orso Yoghi, ma soprattutto, gli economisti conservatori ritengono che il governo federale dovrebbe lasciare il business dell'energia elettrica. Nel mirino dei tagli c'è la riforma sanitaria fortemente voluta da Obama. Il drastico taglio dell'«Obamacare» è una delle priorità al Congresso del Gop.

«Non vedo alcuna azione reale» osserva lo speaker della Camera, John Boehner. Molti repubblicani e alcuni democratici hanno detto che non voteranno un aumento del tetto del debito se non sarà accompagnato da un taglio delle spese. Boehner alla Cbs si è detto disponibile a rialzare il tetto, aggiungendo però che ciò va fatto «indirizzando le sfide di bilancio a lungo termine dell'America».

E ha aggiunto: «Dobbiamo saper cogliere il momento per agire. C'è una finestra di opportunità per farlo e, se non lo facciamo, i mercati lo faranno al posto nostro. Sono pronto ad agire oggi, senza aspettare l'ultimo momento. Mi impegno ad accertarmi che avremo reali riduzioni di spesa e reali cambiamenti del processo di bilancio, per evitare che i problemi ritornino».

Fonte >  Il Tempo




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