>> Login Sostenitori :              | 
header-1

RSS 2.0
menu-1
Parla il Mossad. A Mosca (parte II)
Stampa
  Text size
Nella prima parte abbiamo visto una interessante frattura nei piani alti degli arcana imperii talmudici. Un’altra, non meno interessante frattura:

I GENERALI EGIZIANI CONTRO GLI USA


La giunta militare egiziana che tiene il governo provvisorio, malfermo e inviso alla popolazione, ha deciso di processare 43 persone, fra cui 19 americani ed alcuni serbi, che gestivano al Cairo certe ONG (Organizzazioni non-governative) ben note a chi ha seguito la nascita delle «rivoluzioni colorate» nell’Est ex-comunista. La Polizia militare egiziana ha fatto irruzione nelle sedi di queste ONG al Cairo, sequestrando computer ed altro materiale, ed intimando agli stranieri di non lasciare l’Egitto prima del processo. Le accuse: aver finanziato ed eccitato le proteste di piazza contro i militari, «aver creato filiali di organizzazioni internazionali senza licenza da parte del governo egiziano», ed aver ricevuto «finanziamenti illegali dall’estero».

La presenza di serbi è indicativa: si tratta dei primi addestrati alla «espansione della democrazia» Made in USA, in manifestazioni di piazza contro Milosevic. La spontanea rivoluzione serba, pagata per lo più da Soros, fallì; da allora i serbi addestrati sono diventati membri stipendiati del circo itinerante americano per la democrazia, ossia la sovversione nei Paesi ad alta instabilità.

Quasi tutti gli americani denunciati hanno già preso il largo, saltando sugli ultimi aerei per l’Occidente prima che il cerchio si stringesse su di loro. Alcuni sono attualmente rifugiati all’interno dell’ambasciata USA al Cairo.

Sam LaHood
  Sam LaHood
Fra i rifugiati in ambasciata c’è Sam LaHood, figlio del Segretario ai Trasporti americano Ray LaHood (un vice-ministro). Il figlio dirigeva la filiale egiziana dello International Republican Institute, un noto ente di agitazione all’estero che dipende dal Partito Repubblicano USA (lo dirige McCain), che è finanziato dal Congresso USA.

Il suo scopo, nel suo sito ufficiale, è descritto così: «Far avanzare libertà e democrazia nel mondo sviluppando partiti politici, istituzioni civiche, elezioni aperte, governo democratico e Stato di diritto». Ufficiosamente, «insegnano le basi delle campagne politiche agli egiziani, addestrano su come controllare le elezioni, e accerscono le coscienza dei votanti». In pratica, si intromettono negli affari interni.

Sam LaHood, il figlio del viceministro, ha il classico profilo dell’agitatore e della spia: laurea alla American University di Beirut (Libano), master in «Studi Medio-Orientali», Sam ha lavorato tra il 2005 e il 2006 all’ambasciata USA a Baghdad, dove (spiega lo Herald Tribune):

«... ha girato il Paese travagliato dalla guerra accompagnando i giornalisti e li ha assistiti nel coprire il processo a Saddam Hussein».

Quanto alle altre ONG prese di mira dai militari egiziani, basta leggerne i siti ufficiali per capire. Si noterà la presenza del National Democratic Institute, che è il gemello dello International Republican Institute creato dal Partito Democratico Usa, e finanziato parimenti dal Congresso.

• National Democratic Institute Egypt
• Arab Centre for the Independence of Justice
• National Democratic Institute (NDI)
• International Republican Institute (IRI)
• Arabic Network for Human Rights Information

Alla prospettiva di un processo ai suoi 19 uomini, Washington – per bocca di Hillary Clinton – ha preteso l’annullamento delle accuse e l’impunità per i suoi agenti, altrimenti ha minacciato di sospendere gli aiuti che gli USA trasferiscono annualmente all’Egitto (1,5 miliardi di dollari, che vanno per lo più ai militari stessi).

Questa diplomazia delle scarpe chiodate ha ottenuto l’effetto contrario: al punto che una delegazione militare egiziana, che si trovava a Washington per incontrare i senatori John McCain, Joseph Lieberman (J) e Carl Levin (J), insomma per uno dei soliti rituali di sottomissione richiesti ai satelliti dall’Impero, hanno annullato immediatamente gli incontri e se ne sono ripartiti. Un atto di lesa maestà.

I Generali egiziani, con il governo civile da loro insediato, sono in una situazione estremamente precaria, perchè hanno esaurito, nell’ambigua transizione, il patrimonio di popolarità che avevano presso la popolazione. A maggior ragione, non possono che mostrarsi pubblicamente indipendenti dal diktat americano, gelosi difensori dell’orgoglio nazionale insultato dalle pretese di Washington. Tanto più che sanno che la minaccia della Clinton di cancellare i fondi all’Egitto incontra la forte opposizione del Pentagono, che vede nell’amicizia interessata coi Generali del Cairo una base stabile della sua presenza nell’area.

Mohammed Amr
  Mohammed Amr
La loro posizione del resto è, sul piano del diritto, inattaccabile: «Non possiamo esercitare pressioni sui giudici che hanno in mano l’indagine», ha detto il ministro degli Esteri egiziano, Mohammed Amr. Una lezione che gli occidentali, sempre pronti ad insegnare il diritto e l’umanità, hanno dimenticato. È da vedere se questo sentimento anti-americano, che cresce nel Paese, si rafforzerà e manterrà, diventando una politica costante – che oggi potrebbe appoggiarsi su Russia e Cina, che, unite sulla difesa del regime siriano, hanno mandato un importante segnale al mondo islamico.

Certo è che la stazione Russia Today sopra citata ha potuto notare con un certo piacere:

 «La luna di miele fra gli Stati Uniti e il nuovo governo post-Mubarak in Egitto non è durata molto...».

MOSCA DIFENDE IL SUO FIANCO SUD

(US and Egypt clash over Americans accused of conspiracy)

Quanto a Vladimir Putin, ha collegato la situazione attuale in Libia con quello che potrebbe accadere alla Siria se investita da un intervento umanitario occidentale:

 «Capisco la natura del passato regime libico, se n’e è parlato molto», ha detto Putin; «ma nessuno parla della situazione che prevale attualmente in Siria e altre città libiche che avevano appoggiato Gheddafi. Vi si commettono crimini spaventosi e nessuno ne parla, perché si tratta delle orribili conseguenze dell’ingerenza straniera armata. Lo stesso può avvenire in Siria».

È un commento che ha forte risonanza in Medio Oriente. Russia Today, il 9 febbraio, ha sottolineato che forze speciali britanniche e del Katar sono in Siria ad addestrare i ribelli ad Homs, fornendo direzione tattica e munizioni.

 «Quattro centri operativi sono stati insediati nella città con le forze armate sul campo che preparano la strada per una incursione militare turca in Siria».

E la stessa Russia Today ha denunciato le manipolazioni dei media occidentali sulle vittime del regime siriano, e sulle vittime che i ribelli stanno facendo in Siria.

Ha intervistato Ali Rizk, un analista di Beirut, che dice: «Per l’Occidente non c’è da negoziare; c’è da rovesciare un regime che è parte di un blocco di cui i poteri occidentali vogliono liberarsi». (Deaths in Syria: Counting them politically correctly)

Mosca ha detto chiaro che un attacco alla Siria e all’Iran «aprirebbe una breccia nel fianco Sud della Russia», dunque proteggere i due regimi diventa per il Cremlino un primario interesse nazionale.

Per le prossime settimane del 2012, Mosca ha organizzato una esercitazione militare senza precedenti per vastità nel Caucaso, «Kavkaz-2012», in congiunzione con l’Armenia e la repubblica di Abkazia, approfittandone per rafforzare la sua presenza militare nella regione. (Guerre Contre La Syrie Et L'Iran)


Forse anche questo può chiarire perchè il Mossad, per bocca del suo ex-capo Efraim Halevy, è andato a tendere il suo improbabile ramoscello d’ulivo all’Iran, ma da una televisione russa, ossia parlando a Mosca.



L'associazione culturale editoriale EFFEDIEFFE, diffida dal copiare su altri siti, blog, forum e mailing list i suddetti contenuti, in ciò affidandosi alle leggi che tutelano il copyright.   

 
Nessun commento per questo articolo

Aggiungi commento


La Dittatura Terapeutica
L’unica ed estrema forma di difesa da questo imminente, sottovalutato, tragico pericolo particolarmente grave per l’Italia, è la presa di coscienza
Contra factum non datur argomentum
George Orwell con geniale e profetico intuito, previde l’oscuramento delle coscienze, il tramonto della civiltà, l’impostura e apostasia dalla verità che viviamo, quando scrisse “nel tempo...
Libreria Ritorno al Reale

EFFEDIEFFESHOP.com
La libreria on-line di EFFEDIEFFE: una selezione di oltre 1300 testi, molti introvabili, in linea con lo spirito editoriale che ci contraddistingue.

Servizi online EFFEDIEFFE.com

Archivio EFFEDIEFFE : Cerca nell'archivio
EFFEDIEFFE tutti i nostri articoli dal
2004 in poi.

Lettere alla redazione : Scrivi a
EFFEDIEFFE.com

Iscriviti alla Newsletter : Resta
aggiornato con gli eventi e le novita'
editorali EFFEDIEFFE

Chi Siamo : Per conoscere la nostra missione, la fede e gli ideali che animano il nostro lavoro.



Redazione : Conoscete tutti i collaboratori EFFEDIEFFE.com

Contatta EFFEDIEFFE : Come
raggiungerci e come contattarci
per telefono e email.

RSS : Rimani aggiornato con i nostri Web feeds

effedieffe Il sito www.effedieffe.com.non è un "prodotto editoriale diffuso al pubblico con periodicità regolare e contraddistinto da una testata", come richiede la legge numero 62 del 7 marzo 2001. Gli aggiornamenti vengono effettuati senza alcuna scadenza fissa e/o periodicità