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Bravo Brunetta
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Quel corpo d’interessi che si auto-nomina «la sinistra» fa sempre la stessa cosa: si scandalizza. «Inaudito, signora mia!». Stavolta s’è scandalizzata per le parole forti di Brunetta. Ed ancora una volta, con quel suo finto scandalizzarsi, subisce l’iniziativa del settore berlusconiano. Dimostra di essere sempre un po’ in ritardo, sempre sorpresa dagli eventi.

Ma cosa ha detto Brunetta di tanto scandaloso?

«Mentre gestivamo la crisi non abbiamo visto l’opposizione. E questo per la democrazia è un problema. Abbiamo visto - ha detto Brunetta - le elite, o sedicenti tali, impegnate a buttare giù il governo. Sono sempre le solite: quelle delle rendite editoriali, finanziarie, burocratiche, cinematografiche e culturali, che hanno combattuto il governo reo di aver cominciato a colpire le case matte della rendita».

La «sinistra» si scandalizza, prova a deridere come  avesse davanti un pazzariello. «Elites che campano di rendite!? Ma dove? Ma quali?». E nemmeno si accorge che proprio per questo perde voti: perchè è subalterna delle elites parassitarie, ne è complice, anzi ne rappresenta gli interessi, e la gente lo sa.

Berlusconi è il discutibile Salame che è, ma è sempre meglio - o il minor male - rispetto alla «sinistra» dei poteri forti inadempienti.

Proprio questo gli ha detto Brunetta:

«Propongo una lotta di liberazione per i compagni della sinistra. Tornate alla politica, allo scontro politico, senza farvi dettare l’agenda dai giornali. Lo dico alla sinistra sindacale, politica e culturale ‘perbene’. Quella che è ‘per male’ vada pure a morire ammazzata».

E loro, eccoli a scandalizzarsi. Invece di ascoltare, di sentirsi colpiti, si scandalizzano: «Un ministro non può dire cose così!».

E perchè non può? Dov’è il galateo che vieta di dire la verità? Chi l’ha scritto?

Anche per questo la «sinistra» perde elettorato: perchè occulta la verità anche a se stessa. Si appoggia, per sperare di tornare al potere, alle burocrazie inadempienti, ai poteri forti che non sono eletti, ai giornali ed ai miliardi di De Benedetti, ai magistrati parziali arroccati nella loro immunità, agli statali inamovibili; e fa finta di non capire di quali elites parli Brunetta.

Si scandalizza.

«Elites di merda», ha detto Brunetta. Scandalo!

Ma invece, è una definizione esatta, scientifica. Quelle italiane non sono vere elites: non hanno veri poteri, anzitutto, e lo dimostrano ogni giorno perchè si arroccano sulle loro posizioni e sulle loro rendite, le difendono con i denti, dimostrando la loro inutilità sociale. I poteri reali non hanno bisogno di essere difesi, si impongono.

Non sono nemmeno elites intellettuali, come esistono in USA nel Council on Foreign Relations, nella Trilateral, ed anche nell’American Enterprise, la roccaforte dei neocon: di quelli si può dire che sono folli, ma non che sono mediocri. Hanno grandi disegni (anche se a volte folli), disegni imperiali: li perseguono con spietata costanza, e vi si preparano, ossia studiano.

Non sono elites morali. Hanno le stesse rozzezze, sporcaccionerie, le stesse approssimazioni culturali, le stesse auto-assoluzioni morali di Berlusconi e dei berluscones; solo, a differenza del Salame, fanno gli altezzosi, fingono di essere «à la page». Ghiotte di gossip da rotocalco, fingono di aver letto Adorno e Horkheimer: è questo che le rende insopportabili.

Montezemolo è meglio di Briatore, siamo sicuri? E il Mancino messo a capo della magistratura corporativa, è il Venerato Maestro che ci descrive «Republica»? Draghi è il genio indiscutibile descritto da La Stampa e dall’Unità, che dovremmo ascoltare adoranti quando fa la lezione al governo, e la fronda a Tremonti? E Padoa Schioppa merita la venerazione del giornalismo italiota «illuminato»? Per favore.

Quando Brunetta cita il «Britannia» (il famoso yacht della regina, su cui lorsignori andarono a vendere le industrie pubbliche italiane, in ginocchio), cadono dalle nuvole: «Ma quale Britannia? Che cos’è?».

Elites di merda: è la definizione che spetta loro.

«Lor signori stanno preparando un vero e proprio colpo di Stato», ha detto Brunetta: «Noi vogliamo confrontarci con l’opposizione istituzionale, non con quella delle rendite».

Che tempi, signora mia! Che cosa ci tocca sentire! Da un ministro! Come se il golpetto di Stato non fosse su tutte le bocche: solo che è un golpetto mal riuscito, raffazzonato, come sanno fare elites che sono di merda. Stanno tentando il solito «governo istituzionale» con tutti i rimasugli dei grand commis eurocratici, massoni tipo Elia Valori (grande rapresentante del Mossad in Italia, secondo De Magistris «l’uomo più potente d’Italia e capo di una nuova P2»), il Draghi con i suoi agganci con Goldman Sachs, una magistratura strapagata che ha milioni di arretrati, corporazioni di parassiti statali inveleniti dal contrasto all’assenteismo, fannulloni con posto fisso, «precari» che vogliono essere assunti in massa senza concorso.

Bankitalia che ci fa le lezioni di governo, e che nessuno ha scelto a governare. Il Quirinale: un vero ministero, con 5 mila dipendenti strapagati; e per fare che cosa, se il presidente della repubblichetta «non governa», almeno secondo la costituzione, tanto venerata e tanto disattesa?

Banchieri che sprecano e malversano il risparmio degli italiani, e negano i fidi alle imprese: e anche loro fanno la lezione, appena possono. Magistratura come corpo di auto-difesa. «Industriali» che vivono di rendite e monopoli, pedaggi autostradali o telefonici, rottamazioni di auto, aiuti pubblici, che non rischiano mai niente; ed hanno le finanziarie di famiglia in Lussemburgo. Massoni che si riuniscono sotto il gran maestro Raffi a vedere come dare la spallata.

E la Chiesa, o più precisamente la Conferenza Episcopale: anche lei fa lezioni al governo, mensilmente fa le pulci, ci dice cosa dobbiamo fare. E «le sinistre», ostilissime alla Chiesa su tutto quel che conta, la difendono quando fa la lezione al governo, mettendosi al suo posto - compito che nessuno le ha dato, men che meno Gesù.

Brunetta: «Dobbiamo lavorare anche con la Chiesa e nei settori, lo dico da laico mangiapreti, dove la Chiesa fa meglio dello Stato. Certamente non collaboreremo con certi esponenti che giocano al massacro, che fanno ideologie politiche con la tonaca. Mai - conclude - la Chiesa ha avuto tanto dallo Stato, in termini dell’8 per mille. Questa è la nostra serietà».
Dunque Brunetta sa distinguere. C’è la Chiesa che per difendere un indifendibile Boffo ha usato e abusato, per giorni, di Avvenire.

Viene da dirgli: ancora uno sforzo, Brunetta, per essere davvero repubblicano. Perchè no il 4 per mille? Sa quanto bene farebbe alla Chiesa stessa? Questa Chiesa senza popolo, ma con ricca rendita di Stato?
«Brunetta evidentemente dimentica di essere un ministro della Repubblica. I suoi insulti sguaiati rivolti all’opposizione accusata di non fare quello che vuole lui, l’uso a vanvera di parole come colpo di Stato sono assolutamente non degni di un rappresentante istituzionale», è il commento della presidente dei senatori del Pd Anna Finocchiaro.

Ecco cosa sa replicare la sinistra: scandalizzarsi. Come una (finta) vergine o una vecchia suora, di quelle che ogni tanto impersona Paolo Poli, perfido in trine e crinoline. Non si usano queste parole! Sboccato!




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