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Israele-Turchia, nuovo round
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C’è anche un modo idiota di dare le notizie serie. Il giornale radio di RAI3 ha parlato ridanciano di un incidente diplomatico fra Ankara e Tel Aviv «per una sedia più bassa», ed ha intervistato l’ex ambasciatore Sergio Romano sulle ridicole stranezze del puntiglio diplomatico.

La vera storia è questa: la TV turca ha mandato in onda una fiction, «La valle dei lupi», che dipinge i soldati isrealiani e il Mossad come criminali di guerra e rapitori di bambini.

Durissima protesta israeliana: il ministro degli Esteri Avigdor Lieberman manda una furente nota, in cui dice che lo Stato ebraico «esige rispetto e dignità dalla Turchia». Questa è l’idea che Israele ha della libertà di opinione e di espressione: l’idea che un governo possa eliminare un programma, come in una dittatura totalitaria.

Ma la Turchia non è uno Stato totalitario. Difatti la portavoce della Pana Film, la casa di produzione privata turca autrice della «Valle dei lupi», risponde per le rime: «Israele è stata dichiarata criminale di guerra più volte, anche dall’ONU, che su questo ha stilato un rapporto. Come possono le autorità israeliane, quelle stesse che hanno bombardato dei bambini protetti dalla bandiera dell’ONU a Gaza senza esitare, essere così preoccupate da un programma TV che non fa altro che mostrare quel che hanno fatto? L’intera razza umana guarda con dolore all’insensibilità con cui le autorità israeliane trattano i bambini palestinesi».

A questo punto il viceministro degli Esteri israeliano Danny Ayalon convoca l’ambasciatore turco Oguz Celikkol. Una troupe televisiva israeliana appositamente chiamata ritrae l’ambasciatore mentre aspetta per ore in anticamera, senza che nessuno gli offra una bevanda. E quando l’ambasciatore viene infine ricevuto, lo fanno sedere su un basso divanetto, mentre Ayalon e il suo aiutante si accomodano su sedie alte, torreggianti sopra il diplomatico.



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Non basta: Ayalon dice in ebraico ai fotografi israeliani, che ha chiamato a riprendere il fatto: «Notate bene che lui siede su una sedia bassa e noi siamo sulle più alte; che sul tavolo c’è solo una bandiera, quella israeliana, e che non stiamo sorridendo».

Una umiliazione in piena regola. Ma gli ebrei hanno sottavultato la suscettibilità turca quando è in gioco l’onore nazionale. L’ambasciatore Celikkol dichiara alla radio militare israeliana (Israele è la sola democrazia del mondo ad avere una radio dell’esercito, che trasmette 24 ore su 24 propaganda bellica) che non ha mai subito un’umiliazione simile in 35 anni di carriera. Il primo ministro Erdogan, che sta ricevendo ad Ankara il premier libanese Hariri, si scatena contro Israele «che ha violato lo spazio aereo libanese».

Erdogan dice chiaro e tondo che è «Isarele a minacciare la pace internazionale». E rincara: «Non possiamo rimanere in silenzio di fronte ai comportamenti israeliani… Israele ha un potere sproporzionato e lo usa per non rispettare le risoluzioni dell’ONU. Non possiamo accettare tutto ciò, poiché questi comportamenti minacciano la pace nel mondo intero».

«Qual è, stavolta, la vostra scusa? Tirano razzi? Noi osserviamo la situazione, e non ci sono proprio questi razzi», ha sottolineato il primo ministro turco, che ha invitato a riformare le Nazioni Unite a causa del loro fallimento nel far rispettare le risoluzioni ad Israele.

E ancora, sulle minacce all’Iran: «La regione non può accettare una nuova situazione analoga a quella creatasi in Iraq. La Turchia ha difeso a lungo il diritto dell’Iran di sviluppare il settore nucleare per usi pacifici. Coloro che mettono in guardia dalle armi nucleari iraniane, non fanno altrettanto verso Israele», ha dichiarato Erdogan.

«I cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza devono essere onesti: Israele non ha negato l’esistenza di un suo arsenale nucleare; al contrario, l’ha proprio ammesso. Quei Paesi devono mettere sull’avviso Israele e condannarlo per il possesso di armi di distruzione di massa». (Erdogan: 'Israele minaccia la pace internazionale')

Intanto l’ambasciatore israeliano viene a sua volta convocato e subisce una lavata di testa per «l’impudenza inaccettabile» del trattamento riservato all’ambasciatore turco.

E il capo dello Stato, Abdullah Gul, dichiara: la Turchia vuole delle scuse: «Se entro mercoledì non presentano le scuse, il nostro ambasciatore sarà richiamato giovedì. Dapprima per consultazioni, poi si vedrà». (Diplomacy a la Lieberman: Insult to envoy shaking ties)

Ayalon rifiuta di scusarsi: «Ho voluto solo mandare un messaggio». La diplomazia israeliana fa sapere che «La Turchia è l’ultimo Stato ad avere il diritto di giudicare la moralità di Israele», e parte l’accusa – inevitabile – di «antisemitismo».

Le autorità turche si irritano ancor di più, e ricordano ad alta voce che la Turchia ha sempre dato una mano agli ebrei, eccetera. E il presidente Gul rincara: l’insulto al nostro ambasciatore «può essere l’atto di uno che non sa quel che fa» (sarebbe Ayalon), «ma alla fin fine la responsabilità è del govenro israeliano».

I giornalisti turchi sono infuriati. Un giornalista chiede a Gul: com’è che la Turchia ha buone relazioni con tutti i vicini, meno che con Israele? Gul replica: chiedetelo agli israeliani, «guardate quello che stanno facendo… La vera domanda è perchè Israele si sta isolando dall’area e dal mondo». Il tutto in pubblico, non per canali diplomatici (come chiederà poi Lieberman, a coda bassa).

Alla fine, Ayalon – spinto anche da Netanyahu, che non sapeva nulla – scrive una letterina di mezze scuse all’ambasciatore turco: «Non avevo intenzione di umiliare lei personalmente e mi scuso per il modo in cui l’azione è stata condotta e percepita... La prego di trasmettere questo al popolo turco per cui abbiamo grande rispetto. Spero che Israele e Turchia  troveranno canali diplomatici e rispettosi per inviarsi messagi, come devono due alleati. Tuttavia, la mia protesta contro l’attacco ad Israele rimane valida».

Netanyahu emana un comunicato in cui dice che queste sono le «scuse» attese da Ankara. Ma Ayalon s’è scusato con l’ambasciatore, non con la Turchia. E il capo dello Stato Gul replica che la letterina non «risolve il problema. Se il problema non è risolto stanotte, domattina il nostro ambasciatore prenderà il primo volo». (Israel apologises to Turkey in diplomatic spat after ultimatum)

Le cose stanno a questo punto mentre scrivo: sull’orlo della rottura.

Non resta che riportare il commento dell’intellettuale Gilad Azmon, israeliano che ha deciso di vivere fuori da Israele:

«Per qualche specifica ragione, Israele manca della capacità di vedersi attraverso gli occhi degli altri; gli israeliani evitano categoricamente di guardarsi allo specchio. Per contro, chiedono al resto dell’umanità di volgere il capo davanti ai loro crimini di guerra, ed anzi di scusarsi per essere testimoni dei loro atti orribili... Un funzionario israeliano usa una sedia bassa insieme ad un intero arsenale di maleducazione per umiliare un diplomatico straniero, e i militanti dell’etnicismo ebraico grideranno ‘antisemitismo’ per imporre una paralisi totale sul discorso antisionista. Nel loro universo, gli ebrei non sono mai responsabili di nulla. Nel loro universo segregato, gli ebrei non si pentono nè chiedono mai scusa. I goym invece diventano oggetti di insulti per il semplice fatto di dire la verità, o anche solo per essere associati con la verità. Se Israele e i suoi sostenitori credono di poter usare questa tattica ancora a lungo, saranno presto delusi. L’aria sta cambiando».

Forse. Ecco un’altra notizia che non troverete sui giornali nè su RAI3:

«Cinquanta parlamentari di 12 Paesi europei, parlamentari nazionali ed europarlamentari oltre a ministri ed ex ministri, stanno per visitare la Striscia di Gaza onde valutare le condizioni umanitarie degli assediati, molto peggiorata dopo l’aggressione israeliana di un anno fa».

E’ un comunicato ufficiale della Campagna Europea per far Cessare l’Assedio di Gaza, perchè – incredibile – esistono parlamentari in Europa che si sono riuniti a questo scopo. Mai una delegazione europea così numerosa e importante s’è mossa per constatare il trattamento inumano sofferto dai palestinesi. Guidata da sir Gerald Kaufman, parlamentare britannico ed ebreo, si è già accordata al più alto livello con le autorità egiziane onde poter passare dal valico di Rafah, solo varco tra Gaza e l’Egitto. (Biggest Parliamentary (50 MPs/MEPs) Delegation leaves to Gaza)

Parlamentari europei guidati dalla britannica Clare Short, intanto, hanno lanciato un’azione legale che riguarda l’Accordo di Associazione EU-Israele (lo Stato ebraico è di fatto membro dell’Unione, con tutti i vantaggi e nessuno degli obblighi di noi goym). L’associazione alla UE, dice una lettera inviata dalla Short a Solana e Barroso, contempla per i suoi membri l’obbligo di rispettare le condizioni del trattato; fra cui i diritti umani, senza cui non si può aderire all’Europa.

Di seguito, la lettera elenca minuziosamente, 15 casi, in cui Israele ha violato «sistematicamente» i diritti umani e il diritto internazionale umanitario nei territori occupati palestinesi. In particolare, si cita «l’ostruzione deliberata del lavoro del personale umanitario, che lascia i poveri privi di cure mediche elementari, di cibo e di altri servizi». E si chiede a Solana e Barroso di avviare una procedura di infrazione contro Israele. (Legal Action to enforce Human Rights Conditions in EU-Israel Association Agreement)

E come rispondono loro? Ecco un annuncio che un «Comitato per i diritti umani Gherush92», con sede a New York, ha mandato a tutti i parlamentari italiani:

Gherush92
Committee for Human Rights  

CONVERTIRE GLI EBREI
E’ UN DELITTO CONTRO L’UMANITA’

 

CONVERTIRE GLI EBREI
E’ UN DELITTO CONTRO L’UMANITA’
BEATIFICARE  PIO XII
E’ UN DELITTO CONTRO L’UMANITA’ 

Sostieni Gherush92
Committee for Human Rights
gherush92@gherush92.com



Delitti contro l’umanità secondo gli eletti



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Delitti contro l’umanità secondo tutti gli altri.

Si resta senza parola, e ci si vergogna per loro. Ha ragione Atzmon: Gli israeliani si rifiutano di guardarsi allo specchio. «La verità prevarrà», aggiunge Atzmon.

Prevarrebbe prima, se i media dessero le notizie.



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