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I consigli di Sunstein
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L’America deve legalizzare l’espianto di organi senza consenso della vittima: lo consiglia Cass Sunstein al presidente Obama. Ma anzitutto, chi è Cass Sunstein?

E’ un giurista di primo piano, esperto di diritto costituzionale e amministrativo, per anni docente alla University of Chicago Law School (una delle massime facoltà di diritto) ed oggi «Felix Frankfurter professor alla Harvard Law School». Ma è in aspettativa, perchè il presidente Obama ha nominato Cass Sunstein capo dell’«Office of Information and Regulatory Affairs», in sigla OIRA.

E che cos’è mai l’OIRA? Un importantissimo ufficio annesso all’Office for Management and Budget, il centro di preparazione del bilancio federale. Lo scopo dell’OIRA è – sulla carta – quello di suggerire come semplificare la burocrazia pubblica, riformare le normative federali, e «supervisionare le direttive riguardanti la privacy, la qualità dell’informazione e i programmi statistici».

Cass Sunstein il giurista s’è messo al lavoro con entusiasmo, perchè la sua mente vulcanica ha già diversi progetti pronti di semplificazione legale. Sunstein si è chinato anzitutto sui problemi dei trapianti. Questione spinosa, come si sa: i donatori d’organi volontari sono sempre pochi, meno di quanti ne servirebbero. In certi Paesi, ciò provoca situazioni incresciose: recentemente a New York è stato arrestato un rabbino Rosenbaum, che trafficava in organi estratti da viventi stranieri, attratti da Paesi poverissimi con la promessa di un lavoro in USA.

Il grande giurista costituzionale ha trovato la soluzione legale più geniale. Eccola: quando una persona muore senza aver dato un esplicito consenso all’espianto dei suoi organi, oggi per legge si «presume» che il consenso manchi. Basta rovesciare la presunzione: presumere che chiunque sia espiantabile, a meno che non abbia esplicitamente indicato di non voler donare gli organi.

Cass Sunstein ha esposto questa utile innovazione in un dotto saggio, scritto insieme ad un altro giurista, Richard H. Thaler. Il titolo suona letteralmente: «Una spintarella: migliorare le decisioni su salute, benessere, felicità». («Nudge: Improving Decisions About Health, Wealth, and Happiness»).

La «spintarella» (nudge) consiste in questo: farci diventare tutti donatori d’organi fino a prova contraria: «Il maggior ostacolo ad un aumento delle donazioni è la necessità di ottenere il consenso dei familiari sopravvissuti», scrivono i due giuristi.

Normalmente infatti, quando uno muore senza aver espresso la sua volontà in proposito (volontà che in USA viene riportata sui documenti d’identità, come la patente di guida) «i familiari di solito eccedono in cautela, e rifiutano di donare gli organi del loro amato defunto». Basta stabilire per legge che il silenzio significa consenso del defunto, e il gioco è fatto. Si potrebbe obbligare il cittadino, al momento del rinnovo della patente, ad esprimere le sue volontà: niente volontà, niente patente. (Obama Regulation Czar Advocated Removing People’s Organs Without Explicit Consent)

Si intuisce quanto sarebbe utile una simile legge in Israele. Là, la popolazione palestinese accusa da anni i soldati israeliani di portar via i corpi agonizzanti dei loro cari, specie giovani e sani maschi ammazzati come terroristi, e di restituirli (quando li restituisce) privi di organi interni, o delle cornee. Non ci sono prove di questo trattamento; le autorità isareliane negano con sdegno questa «leggenda nera». L’agosto scorso, ha accusato di «antisemitismo» il giornale svedese Aftonbladet, che ha condotto un’inchiesta su queste sinistre dicerie, dando un certo credito al sospetto. (Swedish daily: IDF killed Palestinians for organs)

Ma poi è avvenuto l’arresto del rabbino Rosenbaum di New York, che procacciava organi per malati ebrei: l’operazione costava al paziente 160 mila dollari, compresa la «mediazione»; un costo apparentemente rifuso dal sistema sanitario israeliano. Si è capito infatti che i cittadini israeliani sono i meno inclini a donare i loro organi (per motivi religiosi: temono di risorgere con corpi mutilati), sicchè la Sanità israeliana deve finanziare le operazioni di trapianto dei loro cittadini in Paesi esteri, dove si chiude un occhio o due sulle «donazioni» da parte di poveri disperati.

Ancor più recentemente, Israele ha dovuto ammettere che il più importante medico legale del Paese, il dottor Yehuda Hiss, negli anni ‘90 ha espiantato organi da cadaveri palestinesi ed ebrei che arrivavano nel suo obitorio, naturalmente senza il consenso dei parenti. L’ha dovuto ammettere  perchè lo stesso dottor Yehuda Hiss l’ha confessato in una intervista, mandata  in onda da CNN. (Israel harvested organs without permission, officials say)

Insomma, la «leggenda antisemita» della rapina di organi rischia da un giorno all’altro di diventare un’accusa precisa sostenuta da prove. Un incubo per la sola democrazia del Medio Oriente. Di qui la geniale utilità della innovazione giuridica promossa da Sunstein. Se l’America l’adottasse, e la novità giuridica facesse scuola nel mondo, tutta una serie di reati connessi al traffico d’organi  sarebbero depenalizzati. Quelli che oggi sono crimini contro l’umanità (espiantare organi di nemici feriti, causandone la morte) diverrebbero perfettamente legali: si presumerebbe il consenso delle vittime, e non ci sarebbe bisogno del consenso dei parenti.

Ma non è la sola idea che Sunstein porterà nel suo nuovo ufficio di alto funzionario di Stato. Il giurista ne ha proposto un’altra, altrettanto utile. L’ha esposta in un articolo apparso sul Journal of Political Philosophy nel 2008. Titolo: «Conspiracy Theories: Causes and Cures». Ossia: «Teorie del complotto, cause e cure».

Prendiamo per esempio la teoria complottista secondo cui l’attentato dell’11 settembre 2001 è stato un «false flag» fatto dal governo americano, dice Sunstein: «Simili teorie non nascono da irrazionalità o da malattia mentale», concede bontà sua il giurista, «ma da una epistemologia storpia». Che cos’è l’epistemologia storpia (crippled epistemology)? Il fatto che i complottisti si informano presso un numero molto limitato di fonti. Basta dunque ampliare le «fonti d’informazione», per disorientare e contrastare i complottisti.

Sunstein dà consigli precisi: il governo deve «arruolare esperti non-governativi capaci di smentire queste teorie». Esperti che devono «infiltrare chat room, network sociali su internet, ed anche gruppi reali (non virtuali) che dovranno smantellare le teorie del complotto sollevando dubbi sulle premesse fattuali, la loro logica causale o le loro implicazioni politiche» (1).

Però attenzione, consiglia Sunstein: «Non deve apparire che tali esperti indipendenti siano controllati dal governo». Funzionari del governo non devono mai essere mandati in TV e nei talk show a smentire pubblicamente queste teorie, perchè ciò non fa che aumentare i sospetti dei complottisti.

Insomma il giurista propone ad Obama un vasto programma clandestino di disinformazione e di influenza occulta dell’opinione pubblica; specificamente, di quella parte di opinione pubblica che non crede alle tesi ufficiali. (Obama staffer wants ‘cognitive infiltration’ of 9/11 conspiracy groups)

Sunstein lamenta di essere lui stesso vittima di teorie del complotto: l’hanno accusato di voler cambiare la costituzione, per certe sue geniali proposte: ha proposto infatti di elevare i «diritti degli animali» al livello dei diritti umani («Agli animali deve essere permesso di sporgere querela, attraverso loro rappresentanti umani»), e allo stesso tempo di ridurre quelli di informazione: «Un sistema di scelte individuali senza limiti nelle comunicazioni non è nell’interesse della cittadinanza e dell’autogoverno».

Di conseguenza, i blog e i web services devono essere chiamati a rendere conto dei commenti contenuti nei siti web, e bisogna indurire le leggi sulla diffamazione in modo da rendere più facile querelare per la diffusione di voci. Insomma la censura online. Tutto per il nostro orwelliano «benessere e felicità».

Non è senza ragione se si è formato un comitato per impedire che Obama nomini Sunstein all’alta carica di manipolatore (pardon, riformatore) del sistema giuridico.

http://stopsunstein.com/




1) Sunstein consiglia apertamente lo Stato di infiltrare gruppi che hanno idee non approvate: «Government should engage in cognitive infiltration of the groups that produce conspiracy theories (...). «Government agents (and their allies) might enter chat rooms, online social networks, or even real-space groups and attempt to undermine percolating conspiracy theories by raising doubts about their factual premises, causal logic or implications for political action». Sunstein propone una punizione finanziaria, un qualche tipo di tassa, su chi diffonde idee vietate: «… Government might impose some kind of tax, financial or otherwise, on those who disseminate such theories». Un giurista costituzionale con precise idee sulla libertà d’opinione.


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