Bertolaso: colpevole o vittima?
12 Febbraio 2010
Invito il lettore a non esagerare in complottismi internazionali, visto che il marciume interno basta e avanza a spiegare lo scandalo. La Protezione Civile dipende direttamente dalla presidenza del Consiglio e costa 2 miliardi l’anno a piè di lista (la presidenza, sotto Berlusconi, ci costa 4 miliardi l’anno, ossia 8 mila miliardi di vecchie lire, e la metà di questo costo è dovuto alla Protezione Civile).
Il fatto che si occupi di emergenze impreviste, richiede decisioni rapide e spese senza controllo, e appalti senza pubblico concorso. E già questo espone la struttura (e i suoi capi) a malversazioni e favori agli amici, o scambio di favori. Per di più, Berlusconi ha fatto della Protezione Civile, per le caratteristiche di cui sopra (rapidità e privatezza), l’organo preferito per sfogare le sue euforiche e costose mattane: il vertice internazionale alla Maddalena, poi spostato all’Aquila, non era affatto un’emergenza.
Il vero sporco è già nella struttura. E sarà aggravato quando la Protezione Civile diverrà Protezione Civile SpA, sottraendosi ad ogni controllo pubblico anche minimo. E’ questa una tendenza molto usata dal politicume a tutti i livelli: aziende comunali di trasporti SpA, acqua potabile SpA, Expo 2015 SpA, Lombardia Infrastruttuure SpA (con Ligresti nel consiglio damministrazione).
Bisognerebbe stroncare questa pseudo-privatizzazione all’italiota.
D’altra parte, l’emergenza richiede davvero velocità di intervento e realizzazione, e un organismo statale sarebbe paralizzato dalla nota burocrazia nei suoi incredibili livelli di cretinismo (piani comunali, regionali, belle arti...). Non si riuscirebbe a ricostruire un ponte, una strada, una casa. Che fare? Probabilmente, definire al millimetro le competenze della Protezione Civile, e la sua immane nota-spese.
Sulle intercettazioni riguardanti Bertolaso (donne in cambio di appalti, eccetera), dico solo una cosa: la magistratura si accorgerà, spero, che avendo gettato alle ortiche la sua credibilità morale col suo settarismo e fanatismo anti-berlusconiano, non dà oggi ai cittadini la certezza che questa sua indagine sia seria ed oggettiva. E se Bertolaso sarà condannato, i tre quarti dei cittadini continueranno a pensare che i giudici hanno massacrato un innocente, anzi un benemerito.
E poi, ricordiamoci di Del Turco, governatore dell’Abruzzo, inchiodato da telefonate e da accuse del suo corruttore, e oggi assolto. Anche su questa assoluzione resta il dubbio non già che Del Turco non prenda mazzette, ma che i magistrati siano stati (come spesso sono) incompetenti, pasticcioni e incapaci e non riescano a «stringere» le loro inchieste.
Lo stesso varrà per Bertolaso. Ed è questa la vera tragedia (tragedia comica) italiana. Non sapremo mai se Bertolaso è colpevole o vittima.
Maurizio Blondet
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