27 Febbraio 2013
Ai «mercati» cosiddetti, non siamo piaciuti. «Questa è la prima elezione europea in cui i votanti non hanno fatto la cosa giusta», ha decretato l’analista strategico di Citi (Citigroup). Il fatto che il 55% degli italiani si sia pronunciata contro «la cosa giusta» – ossia il governo Monti 2.0 caro ai «mercati» (pagate il debito, cicale!) – non scoraggia però le oligarchie transnazionali. «Il risultato» dice Citi, «non è ancora così nero che un po’ di crescita e di flessibilità della BCE non possa rovesciarlo». Guarda caso, proprio quel che sperava Bersani: «un po’di crescita» (non molta crescita), e una BCE di manica un po’ più larga che svaluti un pochino pochino l’euro o faccia un po’ di stampa. Qualcosa che comunque, nota Zero Hedge, l’eurocrazia è stata incapace di fare sotto la tutela dei sapientoni scelti dalla oligarchia bancaria per governare il Paese. La Borsa di Tokyo ha avuto un tracollo. Di Tokyo! L’euro non pare così solido dopotutto, se il voto democratico italiano fa tremare l’altro emisfero. Martin Schulz: «L’Europa chiede un governo stabile a Roma». Westervelle (Esteri): «Roma si doti presto di un governo stabile ed operativo». Credevano d’aver silenziato il problema Grecia (col colpo alla nuca), restava Cipro come sassolino nella scarpa, ma adesso hanno il pietrone Italia. Certi Paesi non devono votare mai più.
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